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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IImolti popoli malesi, tra abitanti delle isole dei mari del sud e tra molti Indiani d'America, ancor oggi) le ragazze godono fino al loromatrimonio <strong>della</strong> più grande libertà sessuale. Questo accade specialmente quasi dovunque nell'America del Sud, come può testimoniarechiunque sia penetrato nell'interno di questo paese. Così Agassiz (A Journey in Brazil (27), Boston e New York, 1886, p. 266) a propositodi una ricca <strong>famiglia</strong> di discendenza india, racconta che, quando gli fu presentata la figlia, le domandò di suo padre, pensando che questifosse il marito <strong>della</strong> madre, il quale aveva combattuto col grado di ufficiale nella guerra contro il Paraguay, ma la madre sorridendo glirispose: naò tem pai, he filha da fortuna: non ha padre, è figlia del caso.«In questo modo sempre parlano le donne indiane o di sangue misto dei loro figli illegittimi... senza vergogna o biasimo... Ciò è tantolontano dal non essere consueto che piuttosto... il contrario sembra eccezione. I figli... conoscono spesso solo la madre, poiché tutte le curee responsabilità cadono su di lei, non conoscono affatto il padre; e pare che alla donna non venga mai in mente che essa o i suoi figlipossano avere qualche pretesa verso di lui.»Ciò che sembra strano alla gente civile, è semplicemente la regola secondo il diritto matriarcale e nel matrimonio di gruppo.E presso altri popoli ancora gli amici e i parenti del fidanzato, o perfino gli ospiti alle nozze, affermano sulla sposa l'antico diritto ricevutodalla tradizione, e lo sposo arriva solo per ultimo nella serie. Così accadeva nelle Baleari e tra gli Augili (28) dell'Africa nell'antichità, eaccade ancor oggi tra i Barea in Abissinia. Inoltre, tra altri popoli ancora, un personaggio ufficiale, il capo <strong>della</strong> tribù o <strong>della</strong> gens, cacicco,sciamano, sacerdote o principe o come lo si voglia chiamare, rappresenta la comunità e ha sulla sposa il diritto <strong>della</strong> prima notte.Malgrado tutte le ubbie neoromantiche di presentare sempre i panni bianchi di bucato, questo jus primae noctis esiste come residuo delmatrimonio di gruppo ancor oggi, tra la maggior parte degli abitanti <strong>della</strong> zona dell'Alasca (Bancroft, Native Races, I, 81), tra i Tahu delMessico settentrionale (ib., p. 584) e presso altri popoli, ed è esistito in tutto il Medioevo per lo meno nei paesi di origine celtica, dovederivava direttamente dal matrimonio di gruppo, per esempio nell'Aragona. Mentre in Castiglia il contadino non fu mai servo <strong>della</strong> gleba,nell'Aragona dominò la più vergognosa servitù <strong>della</strong> gleba fino all'editto (29) di Ferdinando il Cattolico del 1486. In questo documento sidice:Noi giudichiamo e dichiariamo che i surricordati signori (senyors = baroni) non possono passare la prima notte con la sposa di uncontadino e non possono, la notte delle nozze, quando la donna si è messa a letto, passare, in segno di sovranità, sul letto e sullamenzionata sposa; e così pure i succitati signori non possono servirsi <strong>della</strong> figlia o del figlio del contadino, con o senza pagamento, controla loro volontà (citato nell'originale catalano da Sugenheim, La servitù <strong>della</strong> gleba (30), Pietroburgo, 1861, p. 35).Bachofen ha inoltre incondizionatamente ragione, quando afferma costantemente che il passaggio da quella forma da lui detta «eterismo»oppure «generazione di palude» alla monogamia, è avvenuto essenzialmente per opera delle donne. Quanto più, con lo sviluppo dellecondizioni economiche, e quindi con la distruzione dell'antico comunismo e con la crescente densità <strong>della</strong> popolazione, le relazioni sessualidell'antica tradizione perdevano il loro primitivo e selvaggio carattere d'ingenuità, tanto più esse dovevano sembrare alle donne umiliantied oppressive, tanto più urgentemente le donne dovevano desiderare come una redenzione il diritto alla castità, alle nozze, temporanee odurevoli, con un solo uomo. Questo progresso tuttavia, non poteva nascere dagli uomini, se non altro perché, in generale, anche fino adoggi, a loro non è mai venuta l'idea di rinunziare ai diletti dell'effettivo matrimonio di gruppo. Soltanto dopo che fu effettuato il passaggioal matrimonio di coppia, per opera delle donne, gli uomini poterono introdurre la stretta monogamia... naturalmente solo per le donne.La <strong>famiglia</strong> di coppia ebbe origine ai limiti tra stato selvaggio e barbarie, per lo più già nel periodo superiore <strong>dello</strong> stato selvaggio e, qua elà, solo nello stadio inferiore <strong>della</strong> barbarie. Ed è questa la forma di <strong>famiglia</strong> caratteristica per la barbarie, come il matrimonio di gruppo loè per lo stato selvaggio e la monogamia per la civiltà.Per lo sviluppo ulteriore di essa fino alla stretta monogamia erano necessarie cause differenti da quelle che fin qui abbiamo trovatoefficienti. Nell'unione di coppia, il gruppo ormai si era ridotto alla sua unità finale, alla molecola biatomica: un uomo e una donna. Laselezione naturale, con le sue esclusioni sempre più ampliate dalla comunanza coniugale, aveva compiuto la sua opera, e in questadirezione non le rimaneva più nulla da fare. Se nuove forze motrici sociali non fossero entrate in azione, non sarebbe esistito nessunmotivo perché dal matrimonio di coppia venisse fuori una nuova forma familiare. Ma queste forze motrici entrarono in azione.Lasceremo ora da parte l'America, terra classica <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong> di coppia. Nessun indizio ci fa concludere che ivi si sia sviluppata unaforma superiore di <strong>famiglia</strong>, e che ivi, prima <strong>della</strong> scoperta e <strong>della</strong> conquista, sia mai esistita in qualche luogo una monogamia consolidata.Altrimenti accadde nel vecchio mondo.Qui l'addomesticamento degli animali e l'allevamento di armenti avevano sviluppato una fonte di ricchezza fino ad allora sconosciuta edavevano creato condizioni sociali del tutto nuove. Fino allo stadio inferiore <strong>della</strong> barbarie la ricchezza stabile era consistita quasiunicamente nella casa, nelle vesti, in rozzi ornamenti, negli strumenti per procacciarsi e preparare gli alimenti: canoa, armi e suppellettilidomestiche <strong>della</strong> specie più semplice. Gli alimenti dovevano essere procacciati giorno per giorno. Adesso i popoli pastori che avanzavano(gli Ariani <strong>della</strong> terra indiana dei Cinque Fiumi (31) e delle regioni del Gange, nonché delle steppe, che allora erano ancora ricche d'acqua,dell'Osso e <strong>dello</strong> Jassarte, e i Semiti dell'Eufrate del Tigri) avevano acquisito, con gli armenti di cavalli, asini, buoi, pecore, capre e porci,un possesso bisognoso solo di sorveglianza delle cure più rudimentali per propagarsi sempre maggiormente e per fornire gli alimenti piùricchi consistenti in latte e carne. Ogni mezzo anteriore usato per procurarsi gli alimenti passò allora in secondo piano; la caccia, danecessità che era, diventò ora un lusso.Ma a chi apparteneva questa ricchezza? Senza dubbio, originariamente alla gens. Ma già presto deve essersi sviluppata la <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong>degli armenti (32). È difficile dire se all'autore del cosiddetto primo libro di Mosè il padre Abramo apparve come possessore dei suoiarmenti in virtù di un diritto che gli spettava quale capo d'una comunità familiare, o in virtù <strong>della</strong> sua qualità di capo effettivamenteereditario di una gens. Sicuro è soltanto che non dobbiamo figurarcelo come proprietario nel senso moderno <strong>della</strong> parola. Ed è sicuroinoltre che noi, alla soglia <strong>della</strong> storia documentata, troviamo già dovunque gli armenti compresi nella <strong>proprietà</strong> speciale (33) deihttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29b.htm (8 di 21)14/10/2010 13.24.02

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