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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IISe prendiamo ora dalla <strong>famiglia</strong> punalua uno dei due gruppi mo<strong>dello</strong> e precisamente quello di una serie di sorelle carnali e di sorelle piùlontane (cioè che discendono in primo, secondo o meno stretto grado da sorelle carnali) insieme ai loro figli e ai loro fratelli carnali o piùlontani per parte di madre (che secondo il nostro presupposto non sono loro mariti) avremo esattamente la cerchia delle persone che piùtardi appaiono come membri d'una gens nella forma primitiva di questa istituzione.Tutti questi hanno una capostipite comune: per il fatto di discendere da essa, le discendenti di sesso femminile sono, di generazione ingenerazione, sorelle. I mariti di queste sorelle non possono però più essere i loro fratelli; quindi non possono discendere da questacapostipite, e quindi non rientrano nel gruppo consanguineo, in quella che sarà più tardi la gens. I loro figli, però, rientrano in questogruppo, essendo la discendenza per parte di madre la sola decisiva, poiché è la sola certa. Dal momento in cui la proscrizione delcommercio sessuale tra tutti i fratelli e sorelle e anche tra parenti collaterali più lontani per parte di madre è ormai cosa stabilita, anche ilgruppo summenzionato si è trasformato in una gens, si è costituito cioè come una stabile cerchia di consanguinei di linea femminile chenon possono sposarsi tra loro, e che, d'ora in poi, andrà sempre più consolidandosi attraverso altre comuni istituzioni di natura sociale ereligiosa, differenziandosi dalle altre gentes <strong>della</strong> stessa tribù.Più avanti parleremo in particolare di questo argomento. Ma, se noi troviamo non soltanto necessario, ma anche naturale che la gens sisviluppi dalla <strong>famiglia</strong> punalua, ci è facile ammettere l'esistenza in passato di questa forma familiare come quasi sicura per tutti i popolipresso cui si possono comprovare istituzioni gentilizie, cioè press'a poco tutti i popoli barbari e civili (17).Quando Morgan scrisse il suo libro, la nostra conoscenza del matrimonio di gruppo era ancora molto limitata. Qualcosa si sapeva suimatrimoni di gruppo degli australiani organizzati in classi, e inoltre Morgan già dal 1871 aveva pubblicato (18) le notizie a lui pervenutesulla <strong>famiglia</strong> punalua delle Hawai. La <strong>famiglia</strong> punalua forniva, da una parte, la spiegazione completa del sistema di parentela vigente tragli Indiani d'America; sistema che era stato il punto di partenza di tutte le sue indagini; essa formava d'altra parte il saldo punto di partenzaper la derivazione <strong>della</strong> gens matriarcale, e rappresentava, infine, un ben più alto grado di sviluppo rispetto alle classi australiane. Eraperciò comprensibile che Morgan concepisse la <strong>famiglia</strong> punalua come il grado di sviluppo necessariamente antecedente al matrimonio dicoppia e le attribuisse una diffusione generale nelle epoche precedenti. Dopo di allora abbiamo conosciuto una serie di altre forme dimatrimoni di gruppo e sappiamo adesso che Morgan, in questo caso, si spinse troppo in là. Ma egli ebbe tuttavia la fortuna di imbattersicon la sua <strong>famiglia</strong> punalua nella forma più alta, classica, del matrimonio di gruppo; e in quella forma grazie alla quale si chiarisce nel piùsemplice dei modi il passaggio ad una forma superiore.L'arricchimento più sostanziale delle nostre cognizioni sul matrimonio di gruppo lo dobbiamo al missionario inglese Lorimer Fison (19),che per anni studiò questa forma familiare nella sua sede classica, l'Australia. Lo stadio di sviluppo più basso lo trovò tra i negri australianidel monte Gambier, nell'Australia meridionale. Qui l'intera tribú è divisa in grandi classi: Kroki e Kumiti. Il commercio sessualenell'interno di ciascuna di queste classi è severamente proibito; invece, ogni uomo di una classe è per nascita il consorte di ogni donnadell'altra classe, e costei è la sua consorte per nascita. Non gli individui, ma i gruppi interi sono sposati tra loro, classe con classe. E' danotar bene che qui non vien fatta in nessun luogo riserva di sorta per differenza di età o per speciali consanguineità, se si eccettua l'unicariserva condizionata dalla scissione <strong>della</strong> tribù in due classi esogame.Un Kroki ha per legittima consorte ogni donna kumita; ma, poiché la propria figlia, in quanto nata da una Kumita, secondo il dirittomatriarcale è del pari una Kumita, per nascita essa è perciò la moglie di ogni Kroki, e quindi anche del proprio padre. Per lo menol'organizzazione in classi, così come ci si presenta, non frappone a ciò impedimenti di sorta. Dunque, o questa organizzazione è sorta in untempo in cui, nonostante ogni oscuro impulso a limitare l'unione tra consanguinei, nel commercio sessuale tra genitori e figli ancora non sitrovava nulla di così particolarmente orribile, ed allora il sistema di classi sarebbe direttamente sorto da uno stato in cui vige lapromiscuità; o invece il commercio tra genitori e figli era già vietato rigorosamente dal costume quando sorsero le classi, ed allora lo statodi cose di quel tempo rimanda alla <strong>famiglia</strong> consanguinea e rappresenta il primo passo fuori di essa. L'ultima ipotesi è la più verosimile. Diesempi di rapporto coniugale tra genitori e figli, per quanto io ne sappia, in Australia non se ne trova traccia, ed. anche la forma successivadell'esogamia, la gens matriarcale, presuppone di regola, tacitamente, il divieto di questo rapporto come cosa già esistente al tempo <strong>della</strong>sua fondazione.Il sistema delle due classi lo si trova, oltre che sul monte Gambier nell'Australia meridionale, anche più ad oriente, sulle rive del fiumeDarling, a nord-est, nel Queensland: esso è dunque largamente diffuso. Esso esclude soltanto le nozze tra fratelli e sorelle, tra figli di unfratello e tra figli di una sorella per parte di madre poiché costoro appartengono alla medesima classe; i figli di una sorella invece, e i figlidi un fratello, possono sposarsi tra loro.Un ulteriore passo avanti per impedire le unioni tra consanguinei lo troviamo tra i Kamilaroi delle rive del fiume Darling nella NuovaGalles del Sud, dove le due classi originarie si sono divise in quattro e ognuna di queste quattro classi in blocco è del pari sposata adun'altra determinata classe. Le due prime classi sono, per natura, spose tra loro; a seconda che la madre apparteneva alla prima o allaseconda, i figli toccano alla terza o alla quarta; figli appartenenti a queste due classi parimenti sposate tra loro, rientrano a loro volta nellaprima o nella seconda classe. Cosicché, sempre una generazione appartiene alla prima e alla seconda classe, la seguente alla terza e allaquarta e la susseguente di nuovo alla prima e alla seconda classe. Ne consegue che i figli di fratelli e sorelle (per parte di madre) nonpossono essere marito e moglie, ma possono però esserlo i nipoti di fratelli e sorelle. Questo ordinamento particolarmente complicato, si faancora più intricato per l'innesto, in ogni modo posteriore, di gentes matriarcali; ma non possiamo qui inoltrarci nella questione. Si vedeappunto che la spinta ad evitare l'incesto acquista sempre i maggiore validità, ma procedendo assolutamente a tastoni ed in modo primitivosenza chiara coscienza del fine.Il matrimonio di gruppo che qui in Australia è ancora un matrimonio a classi, uno stato matrimoniale di massa di un'intera classe di uomini,disseminata spesso sulla superficie dell'intero continente, con una classe di donne altrettanto diffusa, questo matrimonio di gruppo,guardato da vicino, non sembra così orribile come invece appare alle fantasie filistee abituate al regime del bor<strong>dello</strong>. Al contrario, ci sonhttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29b.htm (5 di 21)14/10/2010 13.24.02

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