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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IIvivono in poliandria, e i figli comuni sono perciò considerati anche come cosa comune a tutti loro. Condizioni, queste, che hanno a lorovolta attraversato esse stesse tutta una serie di mutamenti, fino alla loro dissoluzione nella monogamia. Questi mutamenti sono di tal genereche la cerchia abbracciata dal vincolo matrimoniale comune, all'origine assai larga, si restringe sempre più sinché alla fine lascia sussisteresolo la coppia singola che oggi predomina.Costruendo in questa maniera retrospettivamente la storia <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, Morgan arriva, d'accordo con la maggioranza dei suoi colleghi, auno stadio primitivo in cui dominava un commercio sessuale illimitato all'interno d'una tribù, cosicché ogni donna appartenevaindistintamente ad ogni uomo, e viceversa (3). Di un tale stato primitivo si parlava già fin dal secolo scorso, ma solo con frasi generiche.Bachofen per primo, ed è questo uno dei suoi grandi meriti, se ne occupò seriamente cercando tracce di questo stato di cose nelle tradizionistoriche e religiose. Sappiamo oggi che queste tracce da lui trovate non riconducono affatto ad uno stadio <strong>della</strong> società in cui vigeva lapromiscuità nel commercio sessuale, ma ad una forma molto posteriore: il matrimonio di gruppo.Quello stadio primitivo <strong>della</strong> società, nel caso che sia veramente esistito, appartiene a un'epoca così lontana che noi difficilmente possiamoaspettarci di trovare tra i fossili sociali — i selvaggi ancora esistenti — dirette testimonianze <strong>della</strong> sua passata esistenza. Il merito diBachofen consiste appunto nell'aver posto questa questione in primo piano nella sua indagine (4).È diventato recentemente di moda negare questo stadio iniziale <strong>della</strong> vita sessuale dell'uomo. Si vuole risparmiare all'umanità questa«vergogna». E precisamente ci si richiama, oltre che alla mancanza di ogni prova diretta, principalmente all'esempio del rimanente mondoanimale. Da esso Letourneau (5) (Evolution du mariage et de la famille, 1888) ha raccolto numerosi fatti secondo i quali, anche qui, uncommercio sessuale assolutamente promiscuo può appartenere soltanto a uno stadio alquanto basso. Ma da tutti questi fatti possoconcludere solo che essi non provano assolutamente nulla per l'uomo e per le sue condizioni di vita nell'età delle origini.Gli accoppiamenti di più lunga durata tra i vertebrati si spiegano sufficientemente con cause fisiologiche, per esempio negli uccelli, con ilbisogno di aiuto da parte <strong>della</strong> femmina durante il periodo <strong>della</strong> cova; gli esempi di fedele monogamia che esistono tra gli uccelli nonprovano nulla per gli uomini poiché questi non derivano certo da uccelli. E se una rigorosa monogamia è il culmine d'ogni virtù, la palmaspetta alla tenia che in ciascuna delle sue proglottidi o segmenti del corpo, che vanno da cinquanta a duecento, possiede un completoapparato sessuale maschile e femminile e passa tutta la vita ad accoppiarsi con se stessa in ciascuno di questi segmenti. Ma se ci limitiamoai mammiferi, troviamo tra loro tutte le forme di vita sessuale: promiscuità, tracce di matrimoni di gruppo, poligamia, monogamia. Mancasolo la poliandria, a cui poteva arrivare solamente l'uomo.I nostri stessi prossimi parenti, i quadrumani, ci offrono ogni possibile differenziazione nel raggruppamento di maschi e di femmine; e senoi restringiamo ancora di più i limiti e consideriamo solo le quattro scimmie antropomorfe, Letourneau sa dirci soltanto che queste orasono monogame ora poligame, mentre Saussure (6), citato da Giraud-Teulon, sostiene che sono monogame. Anche le affermazioni piùrecenti fatte da Westermarck (7) (History of Human Marriage, London, 1891) in favore <strong>della</strong> monogamia delle scimmie antropomorfe, nonsono per nulla probanti. In breve, le notizie che abbiamo sono tali che l'onesto Letourneau fa le seguenti ammissioni: «Del resto non esistenei mammiferi assolutamente nessun rigoroso rapporto tra il grado <strong>dello</strong> sviluppo intellettuale e la forma del commercio sessuale». EdEspinas (8) (Des sociétés animales, 1877) aggiunge:L'orda è il più alto gruppo sociale che possiamo osservare tra le bestie. Essa è, a quel che sembra, composta di famiglie, ma già findall'inizio, <strong>famiglia</strong> e orda sono in contrasto: esse si sviluppano in rapporto inverso.Come mostra ciò che abbiamo detto, sulle famiglie e altri gruppi sociali delle scimmie antropomorfe, di veramente preciso non conosciamopressoché nulla. Le notizie sono indiretta contraddizione l'una con l'altra. Né c'è da meravigliarsene. Se piene di contraddizioni e bisognosedi analisi critica e di vaglio sono le notizie che possediamo sulle tribù umane allo stato selvaggio, di gran lunga più arduo è l'osservaresocietà di scimmie che non sia l'osservare società umane. Fino a prova contraria, dunque, dobbiamo respingere ogni conclusione tratta datali informazioni, assolutamente malfide.Invece, la frase di Espinas, da noi citata, ci offre un miglior punto d'appoggio. Orda e <strong>famiglia</strong>, negli animali superiori, non si completanoreciprocamente, ma sono in contrasto. Espinas espone assai felicemente come la gelosia dei maschi, in periodo di calore, renda rilassati otemporaneamente sciolga i vincoli in ogni orda.Dove la <strong>famiglia</strong> è molto compatta, solo in rari casi eccezionali si formano orde. Invece, dove libero commercio sessuale o poligamiadominano, l'orda si forma in modo quasi spontaneo... Perché un'orda possa formarsi, i legami familiari devono essersi rilassati e l'individuodeve essere ridivenuto libero. Perciò tanto di rado troviamo tra gli uccelli orde organizzate... Tra i mammiferi invece troviamo, in certoqual modo, società organizzate, precisamente perché qui l'individuo non si dissolve nella <strong>famiglia</strong>... Il sentimento comune dell'orda in sulnascere non deve quindi aver avuto peggior nemico del sentimento comune <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>. Non esitiamo ad esprimerci nel senso che se si èsviluppata una forma sociale più alta <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, ciò può essere accaduto solo per il fatto che essa ha assimilato in sé famiglie cheavevano subito un radicale cambiamento; il che non esclude che queste famiglie abbiano trovato, più tardi, precisamente perciò lapossibilità di ricostruirsi in condizioni infinitamente più favorevoli (Espinas, op. cit., citato in Giraud-Teulon, Origines du mariage et de lafamille, 1884, pp. 518-520).E evidente dunque che le società animali hanno un certo valore per trarre conclusioni retrospettive sulle società umane, ma un valore solonegativo. I vertebrati superiori conoscono, per quel che ne sappiamo, solo due forme di <strong>famiglia</strong>: poligamia e coppie separate; in entrambeè ammesso un maschio adulto, solo un marito. La gelosia del maschio, insieme legame e limite <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, mette la <strong>famiglia</strong> animale inantagonismo con l'orda. L'orda, la forma superiore di associazione, diventa qui impossibile, e là si rilassa o, durante il periodo di calore, sidissolve e, nel migliore dei casi, il suo sviluppo progressivo viene ostacolato dalla gelosia dei maschi. Solo questo basta a dimostrare che la<strong>famiglia</strong> animale e la società umana primitiva sono cose tra loro incompatibili e che, nello sforzo di sollevarsi dalla ferinità, gli uominiprimitivi, o non conobbero la <strong>famiglia</strong>, o al massimo ne conobbero una che non esiste nel mondo animale.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29b.htm (2 di 21)14/10/2010 13.24.02

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