La ricerca è stata affidata ad IReR nell’ambito del Piano delle ricerche strategiche2006.Responsabile <strong>di</strong> progetto: Federico Rappelli, IReR.Gruppo <strong>di</strong> lavoro tecnico: Alberto Biancar<strong>di</strong>, responsabile regionale della ricerca,Dirigente U.O. Protezione Civile, D.G. Protezione civile, prevenzione e polizialocale; Maurizio Molari, responsabile del Centro Funzionale Monitoraggio Rischi,U.O. Protezione Civile; Antonella Belloni, Architetto e Responsabile delloSviluppo attività formative e progetti UE internazionali e comunitari, U.O.Protezione Civile; Clau<strong>di</strong>a Zuliani, funzionario geologo U.O. Protezione Civile.Gruppo <strong>di</strong> ricerca: Fabio Luino, geologo, ricercatore del CNR-IRPI <strong>di</strong> Torino;Guido Nigrelli, naturalista del CNR-IRPI <strong>di</strong> Torino; Chiara Giorgia Cirio,geologo, assegnista <strong>di</strong> ricerca del CNR-IRPI <strong>di</strong> Torino; Marcella Biddoccu,ingegnere ambiente e territorio assegnista <strong>di</strong> ricerca del CNR-IRPI <strong>di</strong> Torino;Monica Missaglia, geologa.Si ringrazia per il contributo dato Paolo Fassi, geologo Coor<strong>di</strong>natore ServizioTecnico per Lombar<strong>di</strong>a Informatica della Sala Operativa regionale <strong>di</strong> ProtezioneCivile.2
La ricercaLa presente ricerca è stata commissionata all’IRPI-CNR <strong>di</strong> Torino dalla U.O.Protezione Civile della Regione Lombar<strong>di</strong>a con lo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re leconoscenze sull’intensità e sul quantitativo totale delle piogge innescanti ifenomeni torrentizi <strong>di</strong> trasporto in massa e <strong>di</strong> conseguenza anche sui loro tempi <strong>di</strong>sviluppo, parametro fondamentale per l’emanazione degli allerta della ProtezioneCivile solo nei “casi veri”, in modo da ridurre i “falsi” ed i “mancati” allerta, cheallarmano inutilmente la popolazione, creando un senso <strong>di</strong> sfiducia verso gli Entipreposti alla tutela e vigilanza del territorio.L’ambiente alpino lombardo, a causa della sua morfologia, è soggetto amovimenti gravitativi sui versanti, a fenomeni torrentizi lungo i ripi<strong>di</strong> impluvi ead esondazioni dei corsi d’acqua principali sul fondovalle. Tale ambiente, quin<strong>di</strong>,risulta essere un’area particolarmente idonea per lo stu<strong>di</strong>o della previsione eprevenzione dei fenomeni naturali.La Regione Lombar<strong>di</strong>a da alcuni anni sta sviluppando alcuni progetti per poterprevenire e prevedere questo genere <strong>di</strong> fenomeni e mitigarne il loro impatto sulterritorio: proprio nell’ambito <strong>di</strong> queste iniziative, si colloca la tematica che hadato vita al presente lavoro <strong>di</strong> ricerca.La ricerca è <strong>di</strong> per sé molto complessa per le numerose variabili ingioco. Tale problema è già stato affrontato in passato all’estero da numerosigruppi <strong>di</strong> lavoro, in particolare americani e giapponesi e negli ultimi decennianche in Italia. Mentre molto si conosce ora in letteratura internazionale circa lecause pre<strong>di</strong>sponenti, la <strong>di</strong>namica e la reologia dei processi torrentizi, appareancora abbastanza <strong>di</strong>fficile la ricerca <strong>di</strong> una correlazione quantitativa fra leprecipitazioni innescanti e le colate fangoso-detritiche torrentizie.Nell’ambito della presente ricerca sono stati considerati alla stessa stregua siale colate detritiche torrentizie (debris flow) propriamente dette, sia quelle fangose(mud flow), non <strong>di</strong>stinguendo cioè la frazione solida, in quanto nella maggiorparte dei casi, se non in presenza <strong>di</strong> specifiche descrizioni o <strong>di</strong> fotografie, èrisultato particolarmente <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>stinguere con certezza le une dalle altre.È stato altresì osservato, soprattutto me<strong>di</strong>ante l’ausilio <strong>di</strong> sopralluoghi <strong>di</strong>campagna, che questo tipo <strong>di</strong> processo naturale s’innesca sovente come effetto <strong>di</strong>temporanei sbarramenti in alveo, prodotti da accumuli <strong>di</strong> soil slip o darestringimenti artificiali dell’alveo torrentizio, in breve tempo asportati ad opera3