13.07.2015 Views

Verifica di possibili criteri di individuazione di soglie pluviometriche ...

Verifica di possibili criteri di individuazione di soglie pluviometriche ...

Verifica di possibili criteri di individuazione di soglie pluviometriche ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

imme<strong>di</strong>atamente prima, durante o subito dopo una catastrofe, ma anche esoprattutto, dai piani, strutture e accor<strong>di</strong> preesistenti per coor<strong>di</strong>nare in modoampio ed efficace gli interventi del governo, dei volontari e delle società private”.Le azioni che si possono condurre in fase preventiva consistono nellavalutazione dei rischi presenti nell’ambiente e nel fornire una comunicazioneefficace per giungere all’attivazione <strong>di</strong> schemi <strong>di</strong> comportamento idonei.Molti fenomeni naturali, infatti, non possono essere evitati e sono sovente<strong>di</strong>fficilmente preve<strong>di</strong>bili: è possibile far sì che essi non si trasformino in eventicalamitosi, operando per ridurre la vulnerabilità dei sistemi fisici ed umaniesposti. Come si può arrivare a questo?Innanzitutto è necessario conoscere a fondo quali siano i processi naturali chepossono generare il rischio per la popolazione in una data area. La conoscenzapermetterà <strong>di</strong> poter creare un sistema <strong>di</strong> monitoraggio in continuo che consentaalla popolazione che vive in zone a rischio <strong>di</strong> poter avere un temposufficientemente ampio per potersi mettere in salvo. Ma fondamentale risulteràessere un’approfon<strong>di</strong>ta formazione della popolazione stessa affinché si rendaconto dei rischi ai quali è soggetta, legati all’evoluzione che può avere il processonaturale durante la fase culminante, delle zone che potrebbero esseremaggiormente colpite e <strong>di</strong> conseguenza sia a conoscenza delle vie preferenziali <strong>di</strong>fuga.La formazione e l’informazione dovrebbe essere il primo passo per una correttacultura ambientale, affinché la popolazione non commetta in futuro gli errori <strong>di</strong>pianificazione territoriale che sovente sono stati commessi in zone a rischio.Possiamo considerare, quin<strong>di</strong>, un duplice aspetto nella valutazione del rischio:da un lato avremo attività mirate a contenere la vulnerabilità del territorio tramitel’uso <strong>di</strong> tecnologie nuove ed emergenti e la costituzione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>monitoraggio e <strong>di</strong> sorveglianza efficace, dall’altra la formazione <strong>di</strong> una cultura delrischio che coinvolga i citta<strong>di</strong>ni, ma anche i politici, gli amministratori comunali, itecnici, i volontari, gli insegnanti, gli studenti e qualunque gruppo sociale.Ciò può avvenire tramite una comunicazione efficace, intesa sia come scambio<strong>di</strong> contenuti informativi, sia come capacità <strong>di</strong> relazionarsi con l’altro.Comunicazione non come un processo a senso unico in cui gli esperti istruisconola popolazione, bensì come un circuito interattivo e retroattivo in cui i ruoli sianointercambiabili e le informazioni fluiscano tra i <strong>di</strong>versi attori.Il messaggio va curato nella struttura e nel contenuto, va <strong>di</strong>ffuso attraversomezzi <strong>di</strong>versificati e riproposto attraverso molteplici canali.18

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!