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La figura di Maria Maddalena nella tradizione agostiniana del XII ...

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126influenza <strong>del</strong> De amicitia <strong>di</strong> Cicerone. In questo secondo casoè possibile che gli autori, non volendo far prevalere il <strong>di</strong>scorsoumano su quello teologico, abbiano dato la priorità a Dio a livello<strong>di</strong> contenuto, utilizzando però consapevolmente il linguaggio comestrumento espressivo per dare voce alle proprie mutate convinzioni. Inogni caso non si intende affatto sostenere che la teologia possa ridursiad antropologia: al contrario i due "saperi" scorrono parallelamente,mantenendo ognuno la propria specificità, e tuttavia accomunati dalrapporto <strong>di</strong> reciproca implicazione e da un’articolazione interna assaisimile.Per contribuire a chiarire parzialmente questa problematica si rivelaopportuno un riferimento alla psicoanalisi, non certo per confermarnela vali<strong>di</strong>tà, seguendo il costume <strong>di</strong> applicarla a ogni aspetto <strong>del</strong>loscibile umano, senza criteri precisi, ma solo perché la psicoanalisi offrecategorie <strong>di</strong> lettura che trovano la propria origine, prima ancora che nelpensiero, <strong>nella</strong> più concreta e profonda esperienza umana. Proprio ilcollocarsi all’interno <strong>di</strong> questa viva "esperienza umana" può consentire<strong>di</strong> aprire un <strong>di</strong>alogo più autentico con il lato appunto maggiormente"umano" <strong>del</strong> pensiero monastico me<strong>di</strong>evale.2 <strong>La</strong> rivoluzione <strong>del</strong>l’agapeDiversi stu<strong>di</strong>osi [1] hanno sottolineato come il tema <strong>del</strong>l’agape (terminetradotto da Agostino in vari mo<strong>di</strong>: caritas, <strong>di</strong>lectio e amor) sia unconcetto rivoluzionario che rappresenta una vera e propria rotturarispetto alla tra<strong>di</strong>zione giudaica precedente. <strong>La</strong> famosa frase Ama il tuonemico mo<strong>di</strong>fica ra<strong>di</strong>calmente la visione che l’uomo ha <strong>del</strong>l’uomo e che,sempre dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>l’uomo, lo stesso Dio ha <strong>del</strong>l’uomo. Nonsono più i retti, gli onesti, i rispettosi <strong>del</strong>la legge vetero-testamentaria aessere i pre<strong>di</strong>letti <strong>di</strong> Dio, ma i peccatori, che non vengono ovviamenteamati per il loro peccato, ma in<strong>di</strong>pendentemente dal peccato. <strong>La</strong> nuovalegge <strong>del</strong>l’amore, annunciata da Cristo e incarnatasi <strong>nella</strong> sua <strong>figura</strong>, simanifesta quin<strong>di</strong> in modo creativo, in quanto capace <strong>di</strong> conferire valorea ciò che non ne ha. Il Dio <strong>del</strong> Nuovo Testamento, e <strong>di</strong> conseguenzal’uomo che ne è immagine e somiglianza, non vanno più in cerca <strong>del</strong>

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