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La figura di Maria Maddalena nella tradizione agostiniana del XII ...

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136creare opere artistiche e culturali <strong>di</strong> enorme valore, <strong>di</strong> cui tutti possonobeneficiare (creatori e fruitori), ma questo non elimina la repressione checolpisce la parte più istintiva <strong>del</strong>l’uomo, la quale, d’altronde, lasciatasenza controllo avrebbe senz’altro impe<strong>di</strong>to agli esseri umani <strong>di</strong> legarsil’uno all’altro, creando famiglie e permettendo così alla società <strong>di</strong>evolversi. Agostino invece può parlare <strong>di</strong> felicità "pura" proprio perchénon prescinde, nel suo percorso intellettuale e umano, dalla possibilità<strong>di</strong> incontrare Dio: e Dio è la Verità e la Felicità.4.2 Verità, dolore, corporeitàIn entrambe le prospettive non bisogna comunque scordare che la verità,se da un lato può condurre alla felicità, dall’altro è intrinsecamentelegata al dolore, inteso in senso sia interiore sia fisico. <strong>La</strong> personapsichicamente <strong>di</strong>sturbata che somatizza le proprie sofferenze "avverte"il proprio corpo in misura maggiore <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo cosiddetto"normale", anche se poi il confine tra patologia e normalità è per Freudmolto labile: siamo tutti portatori <strong>di</strong> un vissuto emozionale tormentatoche ci spinge a scavare in noi stessi, per cercare quelle risposte la cui solaconoscenza ci consente <strong>di</strong> ritrovare un equilibrio. Ma anche il percorso<strong>di</strong> conversione che ha condotto Agostino alla verità è un percorso checomprende una buona dose <strong>di</strong> sofferenza fisica: da sempre gli asceti"cercano" la sofferenza per avvicinarsi a Dio. Il pensiero comunetende a interpretare questa ricerca <strong>di</strong> dolore fisico come un tentativo<strong>di</strong> "superamento" o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> "nullificazione" <strong>del</strong> proprio corpo, maquesta non è certo l’unica lettura possibile: la sofferenza fisica rendepiù che mai consapevoli <strong>del</strong>la corporeità e <strong>di</strong> conseguenza <strong>del</strong>la veritàancestrale in essa inscritta. Lo stesso piacere fisico non è ugualmente"rivelante". Prima <strong>di</strong> tutto, come si è visto, la gioia e il piacerederivano da uno stato <strong>di</strong> bisogno e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> dolore, ma il dolore come<strong>di</strong>mensione fondativa <strong>del</strong> piacere trova un’ulteriore motivazione nelfatto che il piacere, contrariamente al dolore, tende spesso a confonderei sensi l’uno con l’altro, a creare una sorta <strong>di</strong> benessere <strong>di</strong>ffuso, chenon consente <strong>di</strong> identificare la sensazione globale <strong>di</strong> gioia con qualcheorgano particolare, anche se inizialmente se ne riconosce l’origine inuna determinata zona <strong>del</strong> corpo. Inoltre il piacere può essere in qualche

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