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455 \\ Diritti di cittadinanza delle persone anziane non autosufficienti ...

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Di estremo interesse – a tempi brevi - saranno gli sviluppi del lavoro dellaConvenzione europea che ha già approvato l’ossatura <strong>di</strong> una vera e propria“Costituzione” nella quale è inserita la Carta dei <strong>di</strong>ritti, fino ad ora assunta solocome documento politico. Alla Carta dei <strong>di</strong>ritti ed ai principi in materia sociale inessa contenuti, potrebbe quin<strong>di</strong> essere attribuita la funzione <strong>di</strong> orientare l’azionelegislativa dell’Unione.A oggi la lettura della L. 328/00 consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare un primo seppurrozzo modello. Dalla logica programmatoria che ispira l’impianto della leggeemerge infatti una nozione dei LIVEAS come elencazione <strong>di</strong> “aree <strong>di</strong>intervento” e come in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> “tipologia <strong>di</strong> intervento”. Si tratta <strong>di</strong> unprimo tentativo, che ha una sua logica nell’ambito dell’impianto della legge 328 e acui ci si è ispirati nella frettolosa prima applicazione della stessa, messa in moto dalprimo Piano nazionale. Esso può assumere rilievo nell’ambito del problemagenerale <strong>di</strong> definizione dei LIVEAS, nella misura in cui orienta l’allocazione <strong>delle</strong>risorse che dal centro vengono destinate ai livelli inferiori <strong>di</strong> governo. Se ilfinanziamento dei servizi sociali fosse integralmente offerto dal livello statale ailivelli inferiori, l’attività <strong>di</strong> allocazione <strong>delle</strong> risorse finanziarie ai <strong>di</strong>versi ambiti,potrebbe in effetti assumere un ruolo programmatorio <strong>di</strong> rilievo. Non è peròquesto il contesto entro cui ci troviamo ad operare e per questo tale modello <strong>non</strong>può essere ritenuto pienamente sod<strong>di</strong>sfacente, in particolare in un contesto comequello che qui interessa, in cui l’attenzione è concentrata su uno specifico segmento<strong>di</strong> attività (la <strong>non</strong> autosufficienza).E’ possibile delineare altre nozioni? Una riflessione sulla letteraturaeconomica 11 e su esperienze significative <strong>di</strong> altri paesi consente <strong>di</strong> delineare altri duepossibili modelli a cui ispirarsi per la definizione dei livelli essenziali. Nel delinearequesti due modelli si cercherà <strong>di</strong> mantenere la <strong>di</strong>scussione al livello più generale,nella consapevolezza che le in<strong>di</strong>cazioni che potranno emergere dalla nostrariflessione dovranno essere tali da potere essere conciliate con il modello deiLESNA che, alla luce, sia della L. 328/00, sia della riforma del titolo V, dovràessere applicato a tutte le prestazioni sociali.Un primo modello – che potremmo definire LESNA come “in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong>offerta” – risponde alla persona e ai suoi bisogni, con la definizione <strong>delle</strong>prestazioni e dei servizi che devono essere realizzati (in tutto il Paese) al fine <strong>di</strong>rendere esigibili i livelli essenziali. Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> offerta, oltre che precisare11 La tassonomia dei modelli <strong>di</strong> LESNA qui proposta è stata avanzata ad esempio in Bosi, Caruso,2003 e ampliata e articolata in Gori, 2003.39

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