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455 \\ Diritti di cittadinanza delle persone anziane non autosufficienti ...

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È chiaro che nel contesto considerato operano due forze contrapposte:miglioramento degli stili <strong>di</strong> vita, progresso della me<strong>di</strong>cina e prevenzione riduconol’incidenza della <strong>di</strong>sabilità, soprattutto nelle fasce più giovani, e ne spostanol’insorgenza verso età più avanzate; gli stessi fattori, prolungando la vita me<strong>di</strong>a dellapopolazione, mo<strong>di</strong>ficano la struttura demografica della popolazione con un pesocrescente della popolazione più anziana e quin<strong>di</strong> più esposta al fenomeno della <strong>non</strong>autosufficienza.Nelle tavole A14 e A15 viene fornita la <strong>di</strong>saggregazione per età e per grado<strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità <strong>delle</strong> proiezioni ottenute secondo la prima <strong>delle</strong> ipotesi alternativeconsiderate (applicazione della variazione me<strong>di</strong>a annua dell’incidenza registrata neldecennio passato). Si osservano i seguenti risultati:• numero e incidenza dei <strong>di</strong>sabili tendono a ridursi nella fascia <strong>di</strong>popolazione al <strong>di</strong> sotto dei 65 anni e tendono ad aumentare tra gliultrasessantacinquenni in misura più contenuta rispetto alla proiezione base;• si riduce il numero dei casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità meno gravi (1 o 2 ADL) e la loroincidenza aumenta meno che nella proiezione base, mentre aumenta <strong>di</strong> più sia ilnumero che l’incidenza dei casi più gravi.4.3 La <strong>di</strong>stribuzione territoriale.Le tavole A16-A19 dettagliano l’analisi dell’attuale <strong>di</strong>stribuzione territorialedei <strong>non</strong> <strong>autosufficienti</strong> confrontata con quella della popolazione italiana (dai 6 anniin su) in relazione all’ampiezza del nucleo familiare <strong>di</strong> appartenenza e alla presenzanel nucleo <strong>di</strong> componenti “attivi”. La tavola A17 mostra come nell’insieme siosservi, rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale, al Nord una maggior concentrazione <strong>di</strong> <strong>non</strong><strong>autosufficienti</strong> nei nuclei monocomponenti e al Centro nei nuclei <strong>di</strong> duecomponenti. Eccezioni particolarmente rilevanti sono costituite dal Veneto e dalleMarche, dove si osserva una maggior concentrazione nei nuclei con almeno trecomponenti, e dal Lazio, dove si osserva una maggior concentrazione nei nucleimonocomponenti. Il Mezzogiorno presenta una situazione sfaccettata, con alcuneRegioni in cui si ha maggior addensamento nei nuclei <strong>di</strong> almeno tre componenti,altre in cui all’opposto la concentrazione è verso i monocomponenti e altre ancoraverso la coppia. La tavola A18 evidenzia un fenomeno ben noto, e cioè il fatto cheper l’insieme <strong>delle</strong> famiglie il tasso <strong>di</strong> attività sia superiore al Centro-Nord rispettoal Mezzogiorno. La situazione appare più sfaccettata quando si guarda alle famigliecon <strong>di</strong>sabili: la tavola A19 <strong>non</strong> sembra consentire facili generalizzazioni.Abbiamo infine provato a ripartire nelle tavole A20-A23 i <strong>non</strong> <strong>autosufficienti</strong>con riferimento al tipo <strong>di</strong> comune in cui risiedono. La tavola A20 riferita all’insieme35

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