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455 \\ Diritti di cittadinanza delle persone anziane non autosufficienti ...

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<strong>di</strong> alcune Regioni. In ogni caso, permane la caratteristica d’insieme della<strong>di</strong>stribuzione sopra evidenziata con riferimento alla situazione attuale: le Regionidel Centro mostrano in genere (con l’eccezione sempre del Lazio) un’incidenzasuperiore alla me<strong>di</strong>a nazionale, e così pure quelle del Mezzogiorno (sempre conl’eccezione della Campania), mentre quelle del Nord mostrano un’incidenzainferiore alla me<strong>di</strong>a (tranne il Piemonte che già dal 2010 passa sopra la me<strong>di</strong>a).Scendendo nel dettaglio numerico, nella tavola A11 si osserva comel’incidenza del fenomeno, in<strong>di</strong>pendentemente dalla gravità con cui si manifesta,tende a crescere in maniera contenuta nella fascia <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong> età compresafra i 6 e i 64 anni, mentre mostra una tendenza marcata all’aumento nellapopolazione <strong>di</strong> età uguale o superiore ai 65 anni, con un incremento <strong>di</strong> quasi 3punti percentuali nel 2010 e <strong>di</strong> oltre 4 punti nel 2020. In effetti, è proprio il numero<strong>di</strong> anziani <strong>non</strong> <strong>autosufficienti</strong> a mostrare le variazioni più consistenti (+38% al 2010e +65% al 2020). In relazione alla gravità della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità (tavola A12),si nota come i fenomeni più gravi quali l’immobilità (a letto o in poltrona) e lamancanza <strong>di</strong> almeno 3 ADL mostrino le variazioni più consistenti (rispettivamente+34% e +38% al 2010 e +58% e +65% al 2010), mentre i fenomeni menorilevanti presentano incrementi consistenti ma <strong>di</strong> entità più limitata.Le proiezioni ora illustrate sono basate sull’attuale <strong>di</strong>stribuzione dei <strong>di</strong>sabiliper classi <strong>di</strong> età considerata a livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione piuttosto articolati. Peraltro,assumendo come costanti per gli anni a venire le incidenze per classi <strong>di</strong> etàregistrate nel 2000, <strong>non</strong> si tiene conto della probabile evoluzione del fenomenodella <strong>di</strong>sabilità in relazione al miglioramento degli stili <strong>di</strong> vita, alle attività <strong>di</strong>prevenzione e al progresso terapeutico. A questo proposito esistono vari stu<strong>di</strong> chefanno riferimento soprattutto ad esperienze straniere; tuttavia <strong>non</strong> si giunge aconclusioni definitive, anche se complessivamente lo scenario prevalentementein<strong>di</strong>viduato è <strong>di</strong> tipo “ottimistico” 8 , nel senso che all’allungamento della vita me<strong>di</strong>asi associa una riduzione della quota <strong>di</strong> <strong>non</strong> <strong>autosufficienti</strong> tra gli anziani. Per leforme <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità piu gravi, tuttavia, è stata osservata una maggior rispondenzadello scenario <strong>di</strong> tipo “neutrale”, dove l’incidenza del fenomeno tende a rimanerecostante nel tempo, anche se il <strong>di</strong>fferimento dell’insorgenza <strong>delle</strong> malattie cronichetende a ridurre il livello <strong>di</strong> gravità del fenomeno 9 . Altra evidenza emersa inletteratura è una riduzione dell’incidenza della <strong>di</strong>sabilità tra gli anziani con meno <strong>di</strong>80 anni 10 .8 Cfr. Beltrametti, 2000.9 Cfr. Cambois, Robine, 1996.10 Cfr. Jacobzone et al., 1998.33

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