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455 \\ Diritti di cittadinanza delle persone anziane non autosufficienti ...

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Un modello <strong>di</strong> PNA si definisce completo se sono pienamente specificati i<strong>di</strong>ritti dei beneficiari (esigibilità dei <strong>di</strong>ritti), le responsabilità degli attori che devonooffrire i servizi, le modalità <strong>di</strong> controllo e le eventuali sanzioni (adeguatezza dellacapacità produttiva), le fonti del finanziamento necessarie per sostenere l’interagamma dei servizi previsti dal PNA (copertura finanziaria), in un arco temporalesufficientemente ampio (sostenibilità finanziaria).Alla luce <strong>di</strong> questa nozione il modello <strong>di</strong> finanziamento implicito nella L.328/00 <strong>non</strong> può definirsi completo, dato che le risorse necessarie per il sostegnodel programma <strong>non</strong> risultano definite all’interno <strong>di</strong> un quadro rigoroso, in cui sonostabilite con precisione fonti <strong>di</strong> finanziamento, proiezioni della <strong>di</strong>namica <strong>delle</strong>spese, definizione <strong>delle</strong> responsabilità dei <strong>di</strong>versi attori, e così via, ma ci si limita adavviare un processo <strong>di</strong> riforma, confidando sul carattere esortativo <strong>delle</strong> norme.Anche l’esame <strong>delle</strong> proposte <strong>di</strong> legge sinora presentate lasciano intuire che neipolicy makers sembra prevalere un’idea <strong>di</strong> PNA più vicina al “modello incompleto”.In questo Rapporto si suggerisce invece con forza che un <strong>di</strong>segnosod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong> PNA debba uniformarsi al modello “completo”. La complessitàdegli aspetti <strong>di</strong> offerta, finanziari e istituzionali è infatti tale che solo in questaprospettiva è possibile in<strong>di</strong>viduare e governare l’intera griglia <strong>di</strong> no<strong>di</strong> problematiciche il programma presenta. Questo punto <strong>di</strong> vista <strong>non</strong> è tuttavia incompatibile conuna realistica valutazione della gradualità con cui necessariamente i processi <strong>di</strong>riforma sono avviati e realizzati. Sotto il profilo finanziario, ad esempio, la quantità<strong>di</strong> risorse per sostenere un modello completo ad un livello appropriato <strong>di</strong>prestazioni è molto elevata e sicuramente <strong>non</strong> imme<strong>di</strong>atamente reperibile, alla lucedel peggioramento <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> finanza pubblica. Appare tuttavia essenziale<strong>di</strong>segnare, sin nella fase <strong>di</strong> costruzione normativa un quadro complessivo coerente,in assenza del quale le realizzazioni storiche e transitorie possono rivelarsicontrad<strong>di</strong>ttorie rispetto alle caratteristiche <strong>di</strong> fondo del modello <strong>di</strong> welfare a cui ci sivoglia ispirare.Per esemplificare il concetto appena esposto, una definizione incompleta<strong>delle</strong> fonti <strong>di</strong> finanziamento e <strong>delle</strong> responsabilità degli attori istituzionali (Governocentrale, Regioni, Enti locali) può portare ad un modello <strong>di</strong> finanziamento in cuil’ammontare <strong>delle</strong> risorse messe a <strong>di</strong>sposizione risulta insufficiente a finanziare iLESNA stessi. In particolare, l’apporto del Governo centrale potrebbe risultareinsufficiente e ad esso potrebbe esser attribuita natura <strong>di</strong> cofinanziamento,integrabile, secondo modalità <strong>non</strong> meglio definite, dai livelli inferiori <strong>di</strong> governo. Inun contesto caratterizzato da forti <strong>di</strong>somogeneità nella <strong>di</strong>stribuzione territorialedell’offerta dei servizi tale esito risulterebbe incompatibile con modelli <strong>di</strong> welfare9

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