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Strategie e macchine innovative per il controllo della ... - Enrico Avanzi

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<strong>Strategie</strong> e <strong>macchine</strong> <strong>innovative</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>controllo</strong> fisico <strong>della</strong> flora spontaneasu pomodoro e cavolo coltivati nella bassa Valle del Serchionella maggior parte dei casi da commercianti <strong>della</strong> zona del cascinese eprevedono l’organizzazione <strong>della</strong> raccolta dei prodotti fra le aziende del territorioe poi <strong>il</strong> trasporto su rotaia fino ai mercati del Nord, che richiedonosoprattutto spinaci, cavolfiori e patate.In seguito questi legami commerciali si allentano fino a interrom<strong>per</strong>si: gradualmentecon gli anni ‘70 la richiesta di prodotti freschi e di stagione neimercati del Nord Europa diminuisce, in seguito alla prima diffusione deiprodotti congelati e delle reti gestite dalle prime forme di grande distribuzioneorganizzata (GDO) (fig. 1.9).Fig. 1.9. Fotografia storicadei mezzi di trasportodegli ortaggi.(Foto di Piero Chicca)22Agli agricoltori resta <strong>il</strong> riferimento principale dei grandi mercati ortofrutticolinazionali: M<strong>il</strong>ano, Genova, Bologna, Firenze. Chi ne ha la possib<strong>il</strong>itàsi organizza <strong>per</strong> conto proprio, acquistando un camion <strong>per</strong> essere indipendentenella gestione dei rapporti con i commercianti di riferimento pressoi vari mercati nazionali. A prezzo di un lavoro molto gravoso, che prevede<strong>per</strong> i coltivatori diretti la gestione del lavoro di coltivazione e raccolta e poiviaggi frequenti fino alle città del Nord Italia <strong>per</strong> la consegna dei prodotti,molte aziende si sono assicurate guadagni di tutto rispetto, soprattuttonegli anni ‘70 e ‘80. I mercati ortofrutticoli riescono a garantire un prezzoche remunera in maniera soddisfacente <strong>il</strong> lavoro degli agricoltori e delleloro famiglie, oltre alla co<strong>per</strong>tura delle spese <strong>per</strong> la produzione. I prodottiorticoli che sono maggiormente coltivati sono spinaci, bietole e patate, maanche pomodori, asparagi, carciofi e meloni (fig. 1.10).Dalla fine degli anni ‘60 inizia la diffusione cap<strong>il</strong>lare nelle aziende di <strong>macchine</strong><strong>per</strong> la lavorazione del terreno e <strong>per</strong> la semina di alcune colture ortive

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