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Strategie e macchine innovative per il controllo della ... - Enrico Avanzi

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<strong>Strategie</strong> e <strong>macchine</strong> <strong>innovative</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>controllo</strong> fisico <strong>della</strong> flora spontaneasu pomodoro e cavolo coltivati nella bassa Valle del Serchio132La attuale disponib<strong>il</strong>ità delle <strong>macchine</strong> o<strong>per</strong>atrici <strong>innovative</strong> sul mercato,renderebbe inoltre possib<strong>il</strong>e una diffusione concreta e consistente delletecniche di <strong>controllo</strong> fisico delle infestanti, non solo nella Valdiserchio, maanche nelle altre aree italiane a prevalente vocazione orticola. Al riguardo,infatti, questo era considerato <strong>il</strong> principale ostacolo <strong>per</strong> un auspicato passaggioda una fase embrionale, identificab<strong>il</strong>e con le es<strong>per</strong>ienze realizzatesu scala aziendale, ad una fase di diffusione su vaste aree delle strategie<strong>innovative</strong>, frutto di un <strong>per</strong>corso virtuoso che doveva coinvolgere Enti diRicerca, Amministratori locali, imprenditori agricoli, divulgatori, contoterzisti,consumatori, etc., con la finalità di promuovere la qualificazione delterritorio e dei suoi prodotti, attraverso l’adozione di forme di gestione delleattività agricole connesse con <strong>il</strong> massimo grado di tutela dell’ambiente, disicurezza alimentare e quindi di salvaguardia <strong>della</strong> salute dei cittadini. Purtroppo,nonostante gli evidenti successi di queste ricerche (ritenute talmenteimportanti in termini di potenziali positive ricadute sulla collettività, dameritare riconoscimenti prestigiosi quali <strong>il</strong> Premio Toscana Eco-efficiente)ed i molti tentativi di trasferire i risultati ottenuti al mondo o<strong>per</strong>ativo, dobbiamoprendere atto che, al momento, questo <strong>per</strong>corso virtuoso non si èrealizzato a causa di una serie di “sfortunati eventi”, in parte già affrontatinel primo capitolo di questo volume, ma che, a nostro avviso, vale la penaricordare in sintesi proprio nelle conclusioni di un lavoro che riferisce dies<strong>per</strong>ienze di ricerca applicata di lunga durata (ben sette anni!), finanziatecon denaro pubblico, che hanno fornito risultati, fac<strong>il</strong>mente convertib<strong>il</strong>i inricadute concrete in grado di “migliorare” <strong>il</strong> sistema di produzione degliortaggi nella Valdiserchio.La prima causa di questo attuale “insuccesso” non può che essere identificatanella mancata definizione ed applicazione di una politica di gestionedel territorio che indichi in modo chiaro, rigoroso e trasparente, sia agliimprenditori che a i consumatori finali i disciplinari da adottare <strong>per</strong> ottenereproduzioni caratterizzate da una “qualità totale”, <strong>per</strong>seguendo concretamentee contemporaneamente gli obiettivi <strong>della</strong> valorizzazione ambientale,<strong>della</strong> salvaguardia <strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> tutela del reddito derivante dalle attivitàagricole. Questo scarso (e spesso assente) interesse degli Enti Territorialiin grado di “prendere decisioni” politiche e di stab<strong>il</strong>ire in concretonorme in merito alla gestione dell’agricoltura (coincidenti nel nostro Paesecon le Province e con le Regioni), contrasta in modo evidente con gli encomiab<strong>il</strong>isforzi fatti dalle Amministrazioni Comunali di San Giuliano Termee di Vecchiano, che si sono fatte interpreti delle esigenze <strong>della</strong> collettivitàe, attraverso <strong>il</strong> coinvolgimento e la collaborazione dell’Università di Pisa,hanno fatto tutto ciò che era in loro potere <strong>per</strong> dar visib<strong>il</strong>ità ai risultati acquisitie <strong>per</strong> promuovere le tecniche <strong>innovative</strong>, ritenute a ragione in gradodi innescare <strong>il</strong> già più volte ricordato “<strong>per</strong>corso virtuoso”.

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