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Numero 313 - Ufficio Stampa - Provincia autonoma di Trento

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47Nella pagina a fianco, in alto: Fronte orientale, 1942.Bambini ucraini presso una tradotta <strong>di</strong> camicie nere.In basso: Fronte orientale, 1942. Trasferimento verso il Don.A fianco: Fronte orientale, estate 1942.Partigiani (o presunti tali) giustiziati.il Trentino • NovembreARCHIVIO STATALE REGIONALE DI VORONEZH (GAVO)In seguito alla ritirata del gennaio 1943, le truppe italiane abbandonarono nei rifugi sotterranei e nei magazzini che sitrovavano <strong>di</strong>etro la linea del fronte, oltre alle artiglierie e alle salmerie, anche documenti, giornali e un ingente quantità<strong>di</strong> corrispondenza proveniente dall’Italia. Parte <strong>di</strong> questa non andò persa ma venne raccolta e depositata nell’Archiviostatale regionale <strong>di</strong> Voronezh. Nel 2004 sono state rese pubbliche 420 cartelle con documenti relativi alle Divisioni delCorpo alpino italiano ma contenenti anche cartoline e lettere familiari in partenza per l’Italia o arrivate dalla madrepatria.Altre 86 cartelle del fondo contengono decine <strong>di</strong> copie <strong>di</strong> riviste e giornali italiani. Un fondo fotografico conservacirca 200 immagini <strong>di</strong> soldati italiani e tedeschi caduti sul Don, le foto <strong>di</strong> mogli, fidanzate e amici spe<strong>di</strong>te da casa.MUSEO NAZIONALE STORICO DEGLI ALPINI DI TRENTOne, nel gennaio-febbraio 1943, da partedell’Armata rossa. Infatti, mano a manoche i sovietici riconquistavano territorio,censivano i crimini compiuti dalletruppe tedesche, italiane, ungheresi. Inpratica, tutta questa documentazioneservì come istruttoria per i successiviprocessi». Un lavoro, dal titolo L’amicodel nemico. La guerra <strong>di</strong> sterminio in Ursse l’occupazione alpina sull’Alto Don, chesarà pubblicato a gennaio dalla casae<strong>di</strong>trice Panorama. Scotoni – laureato inscienze politiche, arrivato in Russia qualcheanno fa come consulente aziendalee ora docente <strong>di</strong> storia all’Universitàstatale agraria <strong>di</strong> Voronezh ma ancheall’ateneo Rggru <strong>di</strong> ricerche geologichea Mosca, ha condotto la ricerca con lacollaborazione del collega russo SergejIvanovich Filonenko. «Le nuove cartesui crimini <strong>di</strong> guerra – sottolinea lostorico trentino – confermano quantodetto tante volte dai reduci dell’Armir.Certo, ci furono dei crimini, ma in misuraminima. I documenti che abbiamotrovato, avvalorano quin<strong>di</strong> la condotta,complessivamente corretta, degli italiani.A <strong>di</strong>fferenza della ferocia tedesca eungherese».IIISi trova sul Doss <strong>Trento</strong>, dove preesisteva un ex polveriera austriaca, poco <strong>di</strong>stante dal Mausoleo de<strong>di</strong>cato a CesareBattisti. Il primo progetto prevedeva la costruzione <strong>di</strong> una opera mastodontica. Una strada <strong>di</strong> accesso e un piazzaledovevano completarla. La strada, iniziata nel gennaio del 1940 dal Distaccamento alpini della Verruca fu inaugurata nelgiugno del 1942. Dopo la fine della Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale il progetto venne ri<strong>di</strong>mensionato a causa dei costi troppoalti. Il 24 maggio 1956 fu posta la prima pietra e il 15 marzo 1958, in occasione della 31esima Adunata nazionale deglialpini svoltasi a <strong>Trento</strong>, il museo venne inaugurato. La biblioteca del museo è dotata <strong>di</strong> oltre 3.000 volumi e <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> fotografie. Il museo custo<strong>di</strong>sce oltre 1.000 tra cimeli e reperti a memoria degli alpini e della loro storia a partire dal1872, anno <strong>di</strong> costituzione del Corpo.COMPLESSO MUSEALE FEDERALE DI VLADIMIR-SUZDALIl Complesso è il cuore del circuito storico-artistico del cosiddetto Anello d’Oro, il sistema <strong>di</strong> antiche città russe (XII-XIVsecolo) che cinge Mosca da oriente. Fondato nel 1956 il complesso museale è articolato su più siti: Vla<strong>di</strong>mir, capoluogo<strong>di</strong> regione, le citta<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Suzdal, Gus Khristalnij, Bogoljubovo e Kideshkij, con un totale <strong>di</strong> 56 monumenti d’architetturae una ventina <strong>di</strong> musei. Tra i documenti d’architettura più preziosi, la Cattedrale Uspenskij <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, affrescata daRublev, le chiese in pietra bianca del XII secolo e i gran<strong>di</strong> monasteri <strong>di</strong> Suzdal. Il monastero Spaso Efimoskij <strong>di</strong> Suzdal ètra le opere proclamate dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Durante la guerra ospitò un lager per ufficiali. Oggi ospitauna sezione de<strong>di</strong>cata agli internati militari italiani.MUSEO ETNOGRAFICO STORICO DI ROSSOSH’Si trova nell’e<strong>di</strong>ficio costruito nel 1990 dai volontari dell’Ana per ospitare l’asilo donato alla città <strong>di</strong> Rossosh’. La parteprincipale dell’esposizione è de<strong>di</strong>cata ai soldati del Corpo alpino. La raccolta dei reperti è stata creata in trent’anni <strong>di</strong>ricerche sul campo. La sala italiana, oltre alla memoria materiale dell’epopea del Don, raccoglie testimonianze deirapporti con l’Ana avviati fin dagli anni Ottanta del secolo scorso.STUDIO D’ARTE FIGURATIVA GREKHOV DI MOSCAFondato nel 1934, raccoglie tutte le principali opere grafiche e d’arte plastica a carattere storico-celebrativo realizzate inUrss dagli artisti al servizio del Ministero della <strong>di</strong>fesa. Il gruppo è oggi composto da una ventina <strong>di</strong> artisti tutti in servizionelle forze armate. Lo Stu<strong>di</strong>o si trova a Mosca al Museo centrale delle Forze Armate, è sud<strong>di</strong>viso in una ventina <strong>di</strong> ateliere <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un grande stu<strong>di</strong>o per <strong>di</strong>orama, tre officine <strong>di</strong> fusione e vari spazi espositivi. In 75 anni <strong>di</strong> attività lo Stu<strong>di</strong>oha realizzato oltre 70 gran<strong>di</strong>osi <strong>di</strong>orama e complessi <strong>di</strong> pittura parietale, a cominciare dal primo e più famoso de<strong>di</strong>catoalla battaglia <strong>di</strong> Stalingrado.

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