Numero 313 - Ufficio Stampa - Provincia autonoma di Trento

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13.07.2015 Views

A destra: Fronte orientale,8 agosto 1942.Sotto: Gennaio 1943.In mezzo alla colonna degli alpiniin ritirata (Hendel).43il Trentino • Novembreitaliana, è qui bilanciata dall’ottica russa chericorda di contro il tragico epilogo del 27gennaio a Valujki, quando le Divisioni Vicenza,Julia e Cuneense con i loro comandanti,Pascolini, Ricagno e Battisti, cadono prigionieridei cosacchi.L’ultima sezione della galleria “nera” è dedicataai prigionieri italiani in Unione sovietica:mappe dell’internamento, cifre, elenchi.Usciti dalla “nera”, il percorso nella galleria“bianca” è più breve. Si apre con una sezionededicata alle propagande italiana esovietica, alle parole d’ordine e all’immaginariomesso in campo per mobilitare l’opinionepubblica.L’articolata macchina della propagandabellica del regime fascista, per quanto sianota, pure inquieta per la sua violenza eper l’aggressivo antisemitismo. La guerraintrapresa contro l’URSS è descritta in primoluogo, riprendendo toni e temi dellapredicazione religiosa, come una “crociata”contro “i senza Dio”; come una guerra dirazza contro una minacciosa popolazioneasiatica guidata da una “cricca di giudei”;come, infine, una guerra di liberazione dalcomunismo.Dalla propaganda, che lascerà profondetracce anche nell’anticomunismo del dopoguerra,si passa al lascito memorialistico,fiorito copiosissimo nei decenni che seguironola fine del conflitto. I reduci dal fronteorientale ricordarono e raccontarono assaidi più, in misura neppure comparabile, diquelli provenienti dai fronti dell’Africa, dellaGrecia, dei Balcani. Le loro sofferte memoriespesso testimoniano una travagliata, diversamaturazione umana e politica.L’ultimo tratto della galleria “bianca” portai visitatori nella Russia di oggi: a Rossosh’,dove una cooperazione italo-russa ormaiventennale ha realizzato un asilo infantilee un museo etnografico, là dove esisteva ilcomando delle truppe alpine; nell’Archiviostatale e nell’Università agraria di Voronezh;nel Museo della Grande Guerra Patria diMosca. Sono i partners con cui la Fondazioneha realizzato la mostra, ma sono anche iluoghi del confronto tra opposte memorie,della ricerca, di una rilettura di quella cheper i russi rimane la “grande guerra patriottica”.III28 giugno Il Comandotedesco lancia la grandeoffensiva Blau: su unfronte di 300 km, cheandava da Kharkov aKursk, le 78 Divisionidi Hitler travolgonole difese sovietiche egiungono nel bacinodel Don.14 luglio Il Corpod’Armata Alpino inizia iltrasferimento ferroviariodiretto verso le balzedel Caucaso.S’avvia la battaglia diStalingrado.25 luglio Il Comando gruppodi armate “B” tedesco, da cuidipende l’Ottava armata,assegna alle unità italiane unampio settore difensivo sullasponda occidentale del Don,con il compito di proteggerela Sesta armata germanicaimpegnata nella conquista diStalingrado.19 agosto Il Corpo Alpino è dirottatoverso il settore difensivo del Don.19 agosto 20 agosto-1 settembrePrima battaglia difensiva del Don.L’attacco dei russi si concentra neisettori presidiati dalle Divisioni Cosseria,Ravenna e Sforzesca. Intervengono iBattaglioni alpini Vestone e Val Chiesedella Divisione Tridentina.

A destra: Fronte orientale,8 agosto 1942.Sotto: Gennaio 1943.In mezzo alla colonna degli alpiniin ritirata (Hendel).43il Trentino • Novembreitaliana, è qui bilanciata dall’ottica russa chericorda <strong>di</strong> contro il tragico epilogo del 27gennaio a Valujki, quando le Divisioni Vicenza,Julia e Cuneense con i loro comandanti,Pascolini, Ricagno e Battisti, cadono prigionieridei cosacchi.L’ultima sezione della galleria “nera” è de<strong>di</strong>cataai prigionieri italiani in Unione sovietica:mappe dell’internamento, cifre, elenchi.Usciti dalla “nera”, il percorso nella galleria“bianca” è più breve. Si apre con una sezionede<strong>di</strong>cata alle propagande italiana esovietica, alle parole d’or<strong>di</strong>ne e all’immaginariomesso in campo per mobilitare l’opinionepubblica.L’articolata macchina della propagandabellica del regime fascista, per quanto sianota, pure inquieta per la sua violenza eper l’aggressivo antisemitismo. La guerraintrapresa contro l’URSS è descritta in primoluogo, riprendendo toni e temi dellapre<strong>di</strong>cazione religiosa, come una “crociata”contro “i senza Dio”; come una guerra <strong>di</strong>razza contro una minacciosa popolazioneasiatica guidata da una “cricca <strong>di</strong> giudei”;come, infine, una guerra <strong>di</strong> liberazione dalcomunismo.Dalla propaganda, che lascerà profondetracce anche nell’anticomunismo del dopoguerra,si passa al lascito memorialistico,fiorito copiosissimo nei decenni che seguironola fine del conflitto. I reduci dal fronteorientale ricordarono e raccontarono assai<strong>di</strong> più, in misura neppure comparabile, <strong>di</strong>quelli provenienti dai fronti dell’Africa, dellaGrecia, dei Balcani. Le loro sofferte memoriespesso testimoniano una travagliata, <strong>di</strong>versamaturazione umana e politica.L’ultimo tratto della galleria “bianca” portai visitatori nella Russia <strong>di</strong> oggi: a Rossosh’,dove una cooperazione italo-russa ormaiventennale ha realizzato un asilo infantilee un museo etnografico, là dove esisteva ilcomando delle truppe alpine; nell’Archiviostatale e nell’Università agraria <strong>di</strong> Voronezh;nel Museo della Grande Guerra Patria <strong>di</strong>Mosca. Sono i partners con cui la Fondazioneha realizzato la mostra, ma sono anche iluoghi del confronto tra opposte memorie,della ricerca, <strong>di</strong> una rilettura <strong>di</strong> quella cheper i russi rimane la “grande guerra patriottica”.III28 giugno Il Comandotedesco lancia la grandeoffensiva Blau: su unfronte <strong>di</strong> 300 km, cheandava da Kharkov aKursk, le 78 Divisioni<strong>di</strong> Hitler travolgonole <strong>di</strong>fese sovietiche egiungono nel bacinodel Don.14 luglio Il Corpod’Armata Alpino inizia iltrasferimento ferroviario<strong>di</strong>retto verso le balzedel Caucaso.S’avvia la battaglia <strong>di</strong>Stalingrado.25 luglio Il Comando gruppo<strong>di</strong> armate “B” tedesco, da cui<strong>di</strong>pende l’Ottava armata,assegna alle unità italiane unampio settore <strong>di</strong>fensivo sullasponda occidentale del Don,con il compito <strong>di</strong> proteggerela Sesta armata germanicaimpegnata nella conquista <strong>di</strong>Stalingrado.19 agosto Il Corpo Alpino è <strong>di</strong>rottatoverso il settore <strong>di</strong>fensivo del Don.19 agosto 20 agosto-1 settembrePrima battaglia <strong>di</strong>fensiva del Don.L’attacco dei russi si concentra neisettori presi<strong>di</strong>ati dalle Divisioni Cosseria,Ravenna e Sforzesca. Intervengono iBattaglioni alpini Vestone e Val Chiesedella Divisione Tridentina.

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