“Cantavamo,morivamo,danzavamo,di padre in figlio,crescendo di numero e di esperienza dell'isola.Eravamofelici. Chiamavamo noi stessi "s'ard",che nell'antica lingua significa danzatoridelle stelle.” (Sergio Atzeni ,Passavamo sulla terra leggeri)v’è in Italia ciò che v’è in <strong>Sardegna</strong>, né in <strong>Sardegna</strong> v’è quel d’Italia”, scrivevail naturalista Francesco Cetti, analizzando quegli aspetti ambientali e naturalisticipropri dell’Isola per sottolinearne le differenze e ribadirne la contiguitàcon la penIsolaitalica. Isola versus terraferma. Isola versus continente.“NonOltre il dubbio amletico se la <strong>Sardegna</strong> sia o non sia Italia – dilemma che si è presentato allamente dei sardi molto prima che l’Italia divenisse Stato e nazione – vi è la certezza del fatto cheda milioni d’anni la <strong>Sardegna</strong> è un’Isola. E dell’Isola presenta i caratteri peculiari, ne porta i pesie le carenze, ma anche gli incanti e le attrattive di terra esclusiva, dove chiunque approdi, italianoo no, impara subito che il vento, il paesaggio, la gente profumano inequivocabilmente di...<strong>Sardegna</strong>. La <strong>Sardegna</strong> ha una sua precisa e forte identità che evoca immediatamente i suoi connotati:naturalistici, storici e culturali. Eppure... Eppure anche l’Isola necessita di legami con laterraferma, per non andare alla deriva, per continuare in qualche modo a sentirsi viva e differente,per riconoscersi comunque simile nella diversità. Se anche l’Africa, la Spagna e la Francia sonosempre state a portata della <strong>Sardegna</strong>, uno sguardo senza pregiudizi alla storia della civiltà nelMediterraneo svela una cosa inequivocabile: l’Isola di <strong>Sardegna</strong> è stata legata in modo particolarealle vicende della penIsola italica. Lingua, cultura, tradizioni, arte, architettura parlano unalingua affine, seppure distinta, a quella delle altre popolazioni della penIsola italica. Dissimili mauguali, è un ossimoro che ci si presenta continuamente come stimolo a ritrovare un antico legame,un terreno comune di intenti e un’unità già sudata, ma sempre messa a rischio dal desideriodi separazioni e strappi senza prospettive ponderate. Eppure fu proprio in quel momentocritico di passaggio dal Regno di <strong>Sardegna</strong> al Regno d’Italia che i balbettii della nazione nascentespinsero i sardi a coltivare la propria coscienza e consapevolezza, a guardarsi dentro e scoprirsiantichi e nuovi, simili ma unici; fu in quel momento in cui le condizioni sociali di tutta l’Europaspingevano verso la democrazia e l’unità che i sardi compresero il senso della loro insularità e liberandoil sentimento di identità culturale riscoprirono la loro terra e la loro storia. Difficilmentesi concepiva l’idea di un’Isola unita o di una penIsola come nazione; ma quella nuova coscienzadi “popolo”, sciolta finalmente dal giogo di sovrani lontani e indifferenti, spinse i sardi a mettersiin cammino con le altre genti della penIsola verso l’edificazione di una sola patria. Benoltre la retorica, la <strong>Sardegna</strong> è protagonista della storia dello Stato italiano fin dalla sua fondazione,con tutto il suo carico di sofferenze, rivolte e paladini, personalità politiche, intellettuali,laici e religiosi, donati alla costruzione dell’unità nazionale. Oggi, in tempi in cui il concetto dipatria è ampliato e diversificato – si viaggia più di prima ed è quasi la regola che una personaabbia più patrie, la patria di uno e dell’altro genitore e poi la terra dove si cresce – non dobbiamodimenticare o negare che la <strong>Sardegna</strong> è ancora vissuta istintivamente dai sardi e da molti sardiemigrati come la prima patria (terra dei padri). Ma se ponderassimo per un attimo, a titolo diesempio, dove nacque il primo sciopero generale di tutto il movimento operaio italiano, quale fula brigata militare che più si distinse in campo italiano durante la Prima Guerra Mondiale, qual èla regione che ha dato il maggior numero di presidenti della Repubblica Italiana, chi è l’unicadonna italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, qual è la regione italiana con ilmaggior numero di parchi nazionali e con la maggiore estensione di demanio militare, ecco allorache abbiamo risolto facilmente il dubbio millenario: <strong>Sardegna</strong> è inevitabilmente Italia ma Italiaè incontrovertibilmente <strong>Sardegna</strong>. Così come la lingua sarda e quella italiana sono due linguedistinte, ma con la stessa radice, per i sardi la <strong>Sardegna</strong> e l’Italia restano due patrie distinte maunite in un unico progetto nazionale. E speciale. Atteros annos menzus.UGO CAPPELLACCIPresidente della Regione Autonoma della <strong>Sardegna</strong>SARDEGNA149
SARDEGNA150UN LEGAME ANTICOSpesso coloro che sono animati dal pur legittimo sentimentodi autonomia della <strong>Sardegna</strong> sostengono le proprieidee con tendenziose prove di una cultura e di un’identitàsarda stabile nei secoli; dimenticano però che i paesagginaturali e sociali della <strong>Sardegna</strong> sono il frutto del sovrapporsidelle numerose civiltà che navigarono per il Mediterraneo,soprattutto di quelle provenienti dalla penIsolaitalica. Nell’antichità l’Isola era terra ambita per la suastrategica posizione geografica e per le sue ricchezze naturalie minerarie. Per questo i romani, sempre alla ricercadi nuove terre e nuove abbondanze, vi fondarono città,ampliarono centri urbani e diedero impulso all’agricolturae allo sfruttamento delle risorse metallifere. E il loro dominionon lasciò solo importanti tracce archeologiche, sesi considera che la lingua sarda, in tutte le sue varianti,conserva, più di ogni altro idioma romanzo o italico, itratti del latino arcaico. Quando i bizantini la liberaronodai vandali, la <strong>Sardegna</strong> entrò a far parte delle sette provincenelle quali era stata divisa l’Africa. Ma sempre piùlontana da Bisanzio e infestata dalle incursioni degli arabil’Isola dovette rendersi economicamente e politicamenteautonoma: nacquero così i cosiddetti “Giudicati” – la Galluraa Nord-Est, il Logudoro o Torres a Nord-Ovest, l’Arbo-Monumento aGiuseppe Garibaldi- CapreraCarta de LoguEleonora d’Arborea- OristanoGiuseppe Mannoautore di Storiadella <strong>Sardegna</strong>