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n. 3 periodico quadrimestrale di cultura della montagna parco

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ADAMELLO BRENTAPian <strong>della</strong> Nana e Monte Peller.le, dall’attore Alessio Kogoj. Larappresentazione, con le musicheoriginali <strong>di</strong> Giovanni Formilan,la scenografia e il costume realizzatida Plamen Solomonskj eNa<strong>di</strong>a Simeonova, ha emozionatoil numeroso pubblico presente,permettendo <strong>di</strong> interfacciarsi conil tema-orso attraverso un nuovostrumento <strong>di</strong> comunicazione:quello <strong>della</strong> finzione scenica.Inoltre, nell’ambito <strong>di</strong> “ParcoAperto” sono stati proposti,a Cles (mercoledì 21 ottobre) eSpiazzo Rendena (venerdì 23 ottobre),anche due specifici incontriper i giovani dell’area protettadal titolo “Il Parco che vorresti”.Cre<strong>di</strong>amo, infatti, che ai giovaniil nuovo Piano possa fornireuna visione <strong>di</strong> prospettiva per undomani nel quale l’ambiente custo<strong>di</strong>toe <strong>di</strong>feso con saggezza siapercepito e vissuto come una risorsae un’opportunità.Infine, nel corso <strong>della</strong> settimanade<strong>di</strong>cata agli incontri con la gente,il Parco ha messo a <strong>di</strong>sposizione ipropri luoghi e le proprie competenzeper far conoscere alle scuolei contenuti ambientali e le strutture<strong>di</strong>dattiche presenti sul territorio.Perché la revisione del Piano<strong>di</strong> Parco?A <strong>di</strong>eci anni dall’approvazionedel primo Piano <strong>di</strong> Parco avvenutanel 1999, il Parco NaturaleAdamello Brenta ha avviato,quest’anno, il percorso <strong>di</strong> revisionedello strumento gestionaleche regola l’utilizzo dell’areaprotetta, stabilendo cosa si può enon si può fare. La revisione sirende necessaria per adeguare ilPiano al quadro normativo che,nell’ultimo decennio, è cambiatosia a livello provinciale (la nuovaLegge urbanistica, il nuovo2


ADAMELLO BRENTAcoltura <strong>di</strong> <strong>montagna</strong>, nello specificoalle malghe. Sarà l’occasioneper stabilire, tra tutti gli attoriin gioco, chi fa che cosa.Infine specifici Piani d’azione declinatiin altrettanti Progetti attuativiproporranno interventi per singolisettori (Piano del paesaggio,Piano “fauna”, Piano “AdamelloBrenta Geopark”, Piano “malghe”)e aree specifiche (Piani <strong>di</strong>gestione delle riserve speciali).La filosofia del Piano strategicoSono trasversali alla filosofia chesottende il Piano strategico le seguenticinque parole chiave: prospettive(un occhio <strong>di</strong> riguardo alfuturo e ai nostri figli), affezione(senso identitario, orgoglio <strong>di</strong> viverein un territorio <strong>di</strong> qualità evoglia <strong>di</strong> sentirsi alleati con il Parco),rispetto (cura per la propriaterra, attenzione al suo passato eal suo futuro), <strong>cultura</strong> (fondamenta<strong>di</strong> una società migliore), opportunità(il Parco come occasioneper una nuova economia e per unterritorio più competitivo).I risultati degli incontriDall’inizio, la primavera scorsa,del percorso per giungere alla revisionedel Piano <strong>di</strong> Parco si sonotenuti numerosi incontri con sindaci,amministratori, rappresentantidelle associazioni e delle categorieeconomiche dai quali è emersauna positiva e comune visione delParco come “laboratorio <strong>di</strong> idee”ed ente unificatore attraverso larealizzazione <strong>di</strong> importanti progetti<strong>di</strong> grande valenza territorialee sociale (educazione ambientale,progetti speciali per la valorizzazionedel territorio, progetti <strong>di</strong> turismosostenibile, interventi <strong>di</strong> valorizzazione,manutenzione e curadel paesaggio), mentre sono statisegnalati come punti <strong>di</strong> debolezzala carente comunicazione e lascarsa con<strong>di</strong>visione nei confrontidel territorio.Il Piano territoriale e le norme<strong>di</strong> attuazioneNell’ultima parte dell’anno hapreso forma il Piano territorialeche in<strong>di</strong>vidua i luoghi entro iquali il Parco è tenuto a sviluppareazioni e interventi <strong>di</strong> tutelae <strong>di</strong> valorizzazione naturalistico/ambientale.Il Piano territoriale è legato allenorme <strong>di</strong> attuazione del Piano <strong>di</strong>Parco, collegate, a loro volta, allazonizzazione. Le norme <strong>di</strong> attuazioneregolano, ad esempio,le attività del tempo libero, comequelle sportive, ricreative, educative,ma anche gli interventi sulleforeste e sulla flora in generale,con attenzione alle norme urbanistichesugli e<strong>di</strong>fici, al patrimoniomineralogico, paleontologico, aisiti d’interesse geomorfologico,alle aree archeologiche, ai benistorici e <strong>cultura</strong>li. Le norme possonoinoltre prevedere misure <strong>di</strong>incentivazione per l’applicazione<strong>di</strong> buone pratiche.Il Piano territoriale regola anchegli interventi sulle acque, pur rinviandonela <strong>di</strong>sciplina a specificiregolamenti che vanno approvati4dalla Giunta provinciale, e definiscele misure <strong>di</strong> conservazioneper i siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000.Le principali caratteristiche delPiano territoriale sono riassumibiliin tre punti:1. misure <strong>di</strong> conservazione deglihabitat e piani <strong>di</strong> monitoraggiosulla flora e la fauna;2. norme <strong>di</strong> attuazione;3. zonizzazione e revisione delleriserve speciali.Le misure <strong>di</strong> conservazione deglihabitat e i piani <strong>di</strong> monitoraggiosono la principale novitàdel Piano territoriale, che prendeatto <strong>di</strong> come, per molti habitat,il maggiore fattore <strong>di</strong> rischio siacostituito dall’abbandono dellepratiche agricole tra<strong>di</strong>zionali. Lemisure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a propostesaranno in gran parte misure <strong>di</strong>tutela attiva destinate al controllodelle minacce e al recupero <strong>di</strong>habitat degradati, o abbandonati,così da coniugare gli obiettivinaturalistici con le opportunità,<strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette, economichee sociale <strong>di</strong> cui tratterà il futuropiano socio-economico.In altre parole, si può <strong>di</strong>re che ilnuovo Piano <strong>di</strong> Parco sancisceuna svolta nel modo <strong>di</strong> intenderela conservazione riconoscendo,nell’abbandono <strong>di</strong>ffuso <strong>della</strong>


ADAMELLO BRENTA∑ Località “Maniva”, sopra Pinzolo.œ Esemplare <strong>di</strong> gallo cedrone.† Genziana del Brenta.<strong>montagna</strong>, accanto all’eccessivapressione antropica che interessadeterminate aree, una delle principaliminacce alle specie e agli habitat.Saranno stu<strong>di</strong>ate norme <strong>di</strong>salvaguar<strong>di</strong>a per contenere il <strong>di</strong>sturboantropico e <strong>di</strong> tutela attivaper favorire il recupero delle praticheagricole tra<strong>di</strong>zionali. In questocontesto, inoltre, il sistema dellemalghe e degli alpeggi acquisisceun ruolo ulteriormente strategico.Per quanto riguarda le norme <strong>di</strong>attuazione, l’impianto complessivo,oggetto <strong>di</strong> revisione criticacon la Variante 2007, vieneconfermato, salvo alcuni aggiustamentiche riguarderanno singoliarticoli.Dal confronto tra i dati utilizzatiper il Piano del 1999 e quellidel nuovo Piano, emerge chela tenuta ecologica del territoriodel Parco è stata più che sod<strong>di</strong>sfacente.La <strong>di</strong>stribuzione deivalori naturalistici non ha avutosignificativi ce<strong>di</strong>menti in alcunluogo. Anzi, se pensiamo adesempio al progetto Life Ursus,per certi aspetti è migliorata.Non c’è motivo <strong>di</strong> introdurrecambiamenti nell’attuale zonizzazionedel Parco e, <strong>di</strong> conseguenza,verranno confermati iconfini attuali delle riserve controllate,guidate e integrali.L’unico fatto rilevante riguarderàla revisione delle Riserve speciali.Infatti, in questo decennio,il Parco ha acquisito una notevolemole <strong>di</strong> informazioni nei settorifaunistico, floristico e vegetazionaleche ha colmato i vuoti<strong>di</strong> conoscenza denunciati nel primoPiano <strong>di</strong> Parco.Ora il Parco è in grado <strong>di</strong> definirela “mappa <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità”:dalle carte del valore faunisticoe floristico-vegetazionale emergonochiaramente delle aree particolari,dei veri hot spot <strong>della</strong>bio<strong>di</strong>versità. È qui che si prevedel’in<strong>di</strong>viduazione delle riservespeciali <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità, persottolineare le peculiarità naturalistichee il valore assoluto <strong>di</strong>certe aree e in<strong>di</strong>care la necessità<strong>della</strong> loro conservazione.Si ba<strong>di</strong> che ciò non comporta automaticamentel’imposizione <strong>di</strong>nuovi vincoli, ma la previsione <strong>di</strong>specifici Piani <strong>di</strong> gestione (Pianid’azione <strong>di</strong> terzo livello) che andrannoa dettagliare, in concertocon le amministrazioni competenti,le misure e le azioni voltealla miglior conservazione deivalori naturalistici in<strong>di</strong>viduati.Infine il Piano territoriale in<strong>di</strong>vidueràambiti <strong>di</strong> particolare valorenaturalistico, paesaggistico e<strong>cultura</strong>le, pure sottoposti a specificipiani <strong>di</strong> azione per il mantenimentoe la promozione. Sitratta, nell’ambito dello spirito<strong>di</strong> conservazione e <strong>di</strong> valorizzazionedel paesaggio identitariodel Trentino, già sancito dallaLegge urbanistica provincialee dal nuovo Pup (Piano urbanisticoprovinciale), <strong>di</strong> valorizzarequegli aspetti del territoriocapaci <strong>di</strong> trasmettere emozionie suggestioni legate alle formenaturali dei luoghi, ma anchequei segni <strong>di</strong> <strong>cultura</strong>, lavoro,ingegno e vita che generazioni<strong>di</strong> valligiani hanno impresso allaloro terra.5


ADAMELLO BRENTA“VILLA SANTI”: il NUOVOCENTRO DI EDUCAZIONEAMBIENTALE DEL PARCO<strong>di</strong> Luigina Armani, Denise Bressan, Federica Castellani, Laura Nave,Alessia Scalfi e Eileen ZeniDall’inizio del mese <strong>di</strong> ottobre2009 è operativo il nuovo Centro<strong>di</strong> educazione ambientale delParco Naturale Adamello Brentapresso “Villa Santi”, nel Comune<strong>di</strong> Montagne. Inseritonell’ampia rete territoriale delleCase del Parco, il Centro rappresentala “Casa <strong>della</strong> <strong>cultura</strong>” deputata,nell’ambito del sistemadelle strutture formative e informativedel Pnab, alla funzionespecifica dell’educazione ambientalee dell’alta formazione.Antica casa rurale rinnovata attraversoun progetto <strong>di</strong> restauroconservativo che ne ha mantenutol’aspetto tra<strong>di</strong>zionale adottando,tuttavia, tecnologie innovativeattente alla salubrità deimateriali, all’efficienza energeticae al risparmio idrico, “VillaSanti” è stata trasformata inun esempio <strong>di</strong> architettura sostenibilee, dal primo ottobre <strong>di</strong>quest’anno, ha iniziato ad ospitarescuole e gruppi.Immersa nel verde, circondatada prati e masi, la Casa può accoglierefino a 24 persone.La struttura <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> sale perconferenze, laboratori <strong>di</strong>mostrativi<strong>della</strong> lavorazione del latte(“casarada”) e <strong>della</strong> smielatura,una sala esercitazioni, spazi attrezzatiper lo stu<strong>di</strong>o, la formazionee la ricreazione e ambientide<strong>di</strong>cati all’appren<strong>di</strong>mento delletecniche <strong>di</strong> bioe<strong>di</strong>lizia e degliaccorgimenti per l’ottimizzazioneenergetica utilizzati durante laristrutturazione.Gli alunni <strong>della</strong> Scuola primaria <strong>di</strong> Pinzolo, Istituto Comprensivo Val Rendena.6


ADAMELLO BRENTAUna classe dell’Istituto Comprensivo “Trento 7”.Il cuoco Adolfo Artini <strong>di</strong> Binio,con l’aiuto <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Simoni <strong>di</strong>Larzana e Laura Dalbon <strong>di</strong> Cort,coor<strong>di</strong>na il servizio-cucina conla preparazione <strong>di</strong> pasti biologici,valorizzando i prodotti tipici,a chilometri “zero”, <strong>della</strong> terra <strong>di</strong><strong>montagna</strong>.Luogo dell’educazione ambientalee <strong>della</strong> formazione alla sostenibilità,il Centro si presentacome trait d’union tra gli insegnamentiproposti nelle aulescolastiche e il “libro <strong>di</strong> testo”del mondo naturale. Laboratorioche privilegia una concezioneattiva del conoscere, “VillaSanti” è anche un’occasioneper appropriarsi dei saperi <strong>della</strong>tra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong> memorie e vissutieducativamente interessantiesemplificati e raccontati dalla“gente” del Parco, coinvolta neipercorsi <strong>di</strong>dattici proposti.Partecipando ad uno dei progetti,de<strong>di</strong>cati alla lettura del territorio,oppure alla scoperta del bosco edegli animali che lo abitano o alleattività tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> <strong>montagna</strong>,si potrà vivere un’esperienzaeducante e formativa in ognimomento del soggiorno.Le attività proposte seguono metodologie<strong>di</strong> partecipazione attivacon lo svolgimento, sia all’apertoche all’interno <strong>della</strong> casa, <strong>di</strong> laboratoritematici sulle erbe spontanee,sull’arte <strong>della</strong> panificazione,sulla coltivazione dell’orto. I percorsiprevedono, inoltre, moduli<strong>di</strong>versificati con la possibilità <strong>di</strong>partecipare ad escursioni, praticarel’orienteering (nell’ambito <strong>di</strong>un’attività sulla toponomastica) e,la sera, ascoltare le leggende raccontateattorno al falò oppure, inautunno, entrare in contatto con lavita notturna del bosco ascoltandoil bramito del cervo.La metodologia educativa“Villa Santi” è il luogo <strong>di</strong> riferimentodell’educazione ambientaledel Parco declinata in progettiin<strong>di</strong>rizzati a target <strong>di</strong>versificati:bambini, ragazzi, studenti dellescuole <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado,universitari, insegnanti, famiglie.L’educazione ambientale è il car<strong>di</strong>neattorno al quale ruotano <strong>di</strong>versipercorsi inter<strong>di</strong>sciplinari,che uniscono alla trasmissionedelle conoscenze naturalistiche etecnico-scientifiche, la <strong>di</strong>vulgazionedei saperi del mondo rurale.L’orientamento metodologicosupera la <strong>di</strong>mensione informativa,privilegiando una prospettivainterpretativa che rivela il significatodel rapporto uomo-ambiente.Come? Proponendo agli utenti<strong>di</strong> essere protagonisti <strong>di</strong> un’esperienzaalla riscoperta del valore“<strong>cultura</strong>le” dell’agricoltura <strong>di</strong><strong>montagna</strong>.In questo contesto l’educazioneambientale «non coincide solocon l’insegnamento delle scienzenaturali, né si limita a fornirenozioni riguardo all’ecologiama, pur comprendendo tutto ciò,deve proporsi come un’alfabetizzazionenuova, l’alfabetizzazioneecologica che tocca più omeno da vicino i contenuti e lemetodologie <strong>di</strong> molte <strong>di</strong>scipline,forse tutte (Vanna Iori, in “Pedagogiaal limite”, pag. 221, LaNuova Italia)».Il paesaggio rurale che fa da corniceal Centro si presenta comeun laboratorio vivente, una risorsamulti<strong>di</strong>sciplinare che fornisce,sotto l’attenta guida delle operatricie degli operatori del Parco(Luigina Armani <strong>di</strong> Agrone -Pieve <strong>di</strong> Bono, Denise Bressan<strong>di</strong> Tione <strong>di</strong> Trento, Lina Buratti<strong>di</strong> Balbido - Bleggio Superiore,Laura Nave e Federica Castellani<strong>di</strong> Ragoli, Alessia Scalfi <strong>di</strong>Preore ed Eileen Zeni <strong>di</strong> Spormaggiore),in collaborazionecon alcuni esperti, l’occasioneper un’attività <strong>di</strong>dattica mirata.“Villa Santi” ospita scuole, gruppie famiglie che partecipano apercorsi <strong>di</strong> educazione ambientalee soggiorni formativi, ma anchea settimane ver<strong>di</strong> per scoprire unnuovo modo <strong>di</strong> fare vacanza tranatura, <strong>cultura</strong>, gioco e creatività.Durante la permanenza, guidatidagli esperti del Parco, è possibileesplorare il bosco e scoprirei suoi incre<strong>di</strong>bili tesori, osser-7


ADAMELLO BRENTAvando i segni e le tracce che glianimali selvatici lasciano sul terreno.Ancora, essere i protagonisti<strong>di</strong> uno dei numerosi laboratoriche si tengono nella sala esercitazioni<strong>di</strong> “Villa Santi”: sulla lavorazione<strong>della</strong> lana e delle foglie,<strong>di</strong> intaglio, <strong>di</strong> preparazionedel pane e sulle erbe officinalisolo per citarne alcuni. Materialie saperi da sentire, toccare, guardare,assaporare e annusare, allaricerca <strong>di</strong> antiche tra<strong>di</strong>zioni arrivatefino ai nostri tempi.Nuove attività e proposte, tra lequali l’allestimento <strong>di</strong> una stallacon gli animali, saranno prontenella primavera 2010.Istituto comprensivo “Val Rendena”e <strong>della</strong> scuola secondaria <strong>di</strong>primo grado “Dante Alighieri”-Sezione <strong>di</strong> Paganica che, per prime,hanno sperimentato i moduli<strong>di</strong>dattici proposti.Durante il soggiorno a “VillaSanti” i bambini e i ragazzi hannopartecipato ad attività su varitemi e argomenti. Chi ha pre-Le prime settimane <strong>di</strong> attivitàNel primo mese <strong>di</strong> attività “VillaSanti” ha ospitato alcune classidelle scuole secondarie <strong>di</strong> primogrado “Savino Pedrolli” <strong>di</strong> Gardoloe “Othmar Winkler” <strong>di</strong> Trento,<strong>della</strong> scuola primaria <strong>di</strong> Pinzolosoparte al percorso “Goderse ‘lmont” ha effettuato un’escursioneverso Cima Durmont (1835 ms.l.m.) avventurandosi, attraversoun’attività lu<strong>di</strong>co-<strong>di</strong>dattica stu<strong>di</strong>ataappositamente, alla scoperta<strong>della</strong> toponomastica e delle tra<strong>di</strong>zionilocali, anche con l’aiuto <strong>di</strong>Zeffirino Castellani, presidentedelle Regole <strong>di</strong> Spinale e Manez,8


ADAMELLO BRENTA√ Alunni scuola primaria <strong>di</strong> Pinzolo.† Il gruppo <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> Paganica.PARCO APERTOSabato 31 ottobre “Villa Santi” è stata presentata alla comunità <strong>di</strong> Montagne,legata alla casa da vicende storiche, sociali e <strong>cultura</strong>li che affondanole loro ra<strong>di</strong>ci in tempi antichi. I residenti hanno accolto in gran numerol’invito congiunto del Pnab e del Comune a visitare la “Casa delParco”, apprezzandone la ristrutturazione eseguita e <strong>di</strong>mostrando l’orgoglio<strong>di</strong> avere sul proprio territorio una struttura così importante.L’iniziativa <strong>di</strong> presentare pubblicamente il Centro <strong>di</strong> Educazione ambientalerientra nel percorso “Parco Aperto”, inaugurato in occasionedei recenti incontri sulla revisione del “Piano <strong>di</strong> Parco” per rafforzare il<strong>di</strong>alogo con la gente che vive e lavora nei comuni dell’area protetta.“Il primo mese <strong>di</strong> attività presso “Villa Santi” – spiega il <strong>di</strong>rettore delParco Clau<strong>di</strong>o Ferrari – è servito per rodare la struttura, collaudareaspetti tecnici e logistici, affinare le proposte <strong>di</strong> educazione ambientalerivolte alle scuole. Come Centro <strong>di</strong> Educazione ambientale, “VillaSanti” è un car<strong>di</strong>ne fondamentale <strong>della</strong> strategia <strong>di</strong> educazione ambientaledel Parco. Per questo motivo non possiamo non mantenere ilcoor<strong>di</strong>namento generale. Tuttavia la struttura è anche un’importanteopportunità per avviare un progetto <strong>di</strong> Comunità, tanto più doverosoa Montagne dove “Villa Santi” è sentita come parte integrante del territorio.Oggi la struttura c’è – aggiunge Ferrari – sta a tutti noi organizzareun gioco <strong>di</strong> squadra per poterla far funzionare al meglio, mettendoda parte le polemiche”. Per parte sua il Parco intende collaborareconcretamente con Montagne e tiene le porte aperte al gruppo <strong>di</strong> giovaniche si era can<strong>di</strong>dato alla gestione del Centro, proponendo un progettodagli spunti interessanti e tuttora valido.Già dall’apertura del Centro, avvenuta nei primi giorni <strong>di</strong> ottobre, giovanie persone <strong>di</strong> Montagne, ma anche <strong>di</strong> Ragoli e Preore, sono stati coinvoltinel gruppo <strong>di</strong> operatori <strong>della</strong> <strong>di</strong>dattica impegnato a “Villa Santi”, nelpersonale <strong>di</strong> servizio e quali collaboratori nei percorsi <strong>di</strong>dattici che prevedonola trasmissione ai bambini e ai ragazzi dei saperi tra<strong>di</strong>zionali.Anche nell’acquisto dei prodotti, come frutta e verdura, vengono privilegiateaziende del posto.che, attraverso un excursus storico,ha introdotto i giovani al tema<strong>della</strong> gestione <strong>della</strong> proprietàcollettiva. Un’altra attività, sottoil nome <strong>di</strong> “Se ‘l fioca sula foia,vien n’inverno che fa voia”, hafocalizzato l’attenzione sulla letturadel bosco fra passato e presente,supportando i partecipantinella comprensione delle caratteristiche<strong>di</strong> alberi e arbusti. In autunnole foglie assumono colorazioniforti, intense e suggestiveche si possono osservare durantealcune particolari escursioni (conosciute,in tutto il mondo, anchecon i termini leaf peeping efoliage). Immersi in un bosco <strong>di</strong>latifoglie, ponendo uno specchiosotto il mento, si ha la sensazione<strong>di</strong> camminare sospesi tra lefolte chiome degli alberi. Durantel’escursione sono stati raccoltialcuni elementi naturali poi utilizzati,presso il laboratorio <strong>di</strong> “VillaSanti”, per liberare la creativitàrealizzando una composizione artistica.In questo modo ognuno hapotuto rappresentare “su carta” leemozioni provate nel bosco. Il forestaleRolando Serafini e il personaledel Servizio Forestale provinciale-Distretto<strong>di</strong> Tione sonointervenuti nel corso dell’attività,illustrando le modalità seguite perla gestione dei pascoli e dei boschie dando <strong>di</strong>mostrazione <strong>della</strong>martellata e <strong>della</strong> tecnica per iltaglio degli alberi. “Se l’allodolacanta sull’altura, pren<strong>di</strong> la falceper la mietitura” è l’attività messaa punto per conoscere la faunache vive nelle foreste attorno a“Villa Santi”. Gli animali del boscosono <strong>di</strong>fficilmente avvistabilie la maggior parte <strong>di</strong> essi ha impa-9


ADAMELLO BRENTANATALE A “VILLA SANTI” 2009/2010Il Parco Naturale Adamello Brenta propone, tra la fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre e l’inizio <strong>di</strong> gennaio, presso “Villa Santi”, trepacchetti-vacanza a misura <strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> un soggiorno all’insegna <strong>della</strong> passione per la natura e del vivere lento.Le tre proposte sono un mix <strong>di</strong> ospitalità, tranquillità, escursioni e attività <strong>di</strong> laboratorio. Ulteriori informazioni edettagli si possono trovare all’in<strong>di</strong>rizzo web www.pnab.it oppure telefonando al numero 0465 806666.27 - 30 Dicembre 30 Dicembre - 3 Gennaio 3 - 6 GennaioDomenica 27 <strong>di</strong>cembre 2009Nel pomeriggio arrivo a “Villa Santi”con mezzi privati. Accoglienza,sistemazione nelle camere, pren<strong>di</strong>amoconfidenza con la casa e con chila abita. Possibilità <strong>di</strong> una passeggiatacon gli operatori del Parco nei <strong>di</strong>ntorni<strong>di</strong> “Villa Santi”. Alla sera (ore19.15) aperitivo e due chiacchiere su“Il menù salvaclima”, alle 19.30 cenae dalle 21 alle 21.30 presentazionedel Parco con parole e immagini.Lunedì 28 <strong>di</strong>cembre 2009Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“El zaldo”, laboratorio creativosull’utilizzo delle varie parti dellepannocchie <strong>di</strong> mais. Creiamo il nostrocuscino personalizzato con le fogliee otteniamo la farina dai chicchi.Alle 13 pranzo. Nel pomeriggio, alle14, escursione per scoprire la naturaal vecchio mulino, a seguire “Maniin pasta”, laboratorio <strong>di</strong> cucina, siprepara la cena. Alla sera (ore 19.15)aperitivo e due chiacchiere su “Acquain brocca”, alle 19.30 cena.Martedì 29 <strong>di</strong>cembre 2009Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“Ciaspolata alla scoperta <strong>della</strong> storiadel territorio” (in assenza <strong>di</strong> nevenor<strong>di</strong>c walking o escursione a pie<strong>di</strong>)con pranzo al sacco. Alle 15, almomento del rientro dall’escursione,merenda calda. Alla sera aperitivo(ore 19.15) e due chiacchiere su“La legge delle tre R: riduco, riuso,riciclo”. Alle 19.30 cena e alle 21 filòmoderno nella ex stalla: storie e leggendea lume <strong>di</strong> candela.Mercoledì 30 <strong>di</strong>cembre 2009Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“La caserada”, laboratorio sulla trasformazionedel latte. Impariamo afare il formaggio con Adolfo. Alle 13pranzo. Nel pomeriggio saluti, arrivedercie partenza.Mercoledì 30 <strong>di</strong>cembre 2009Nel pomeriggio arrivo a “Villa Santi” conmezzi privati. Accoglienza, sistemazione nellecamere, pren<strong>di</strong>amo confidenza con la casa econ chi la abita. Possibilità <strong>di</strong> una passeggiatacon gli operatori del Parco nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong>“Villa Santi”. Alla sera (ore 19.15) aperitivo edue chiacchiere su “Il menù salvaclima”, alle19.30 cena e dalle 21 alle 21.30 presentazionedel Parco con parole e immagini.Giovedì 31 <strong>di</strong>cembre 2009Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10 “El zaldo”, laboratoriocreativo sull’utilizzo delle pannocchie<strong>di</strong> mais. Creiamo il nostro cuscino personalizzatocon le foglie e otteniamo la farina dai chicchi.Alle 13 pranzo. Nel pomeriggio, alle 14, escursioneper scoprire la natura al vecchio mulino,a seguire “Mani in pasta”, laboratorio <strong>di</strong> cucina.Si prepara la cena <strong>di</strong> Capodanno con le ricette<strong>di</strong> Adolfo.Venerdì 1 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Mattinata autogestita.Possibilità <strong>di</strong> recarsi autonomamentea “Bolbenolan<strong>di</strong>a”, il <strong>parco</strong> giochi invernaleper bambini annesso alla sciovia Coste <strong>di</strong> Bolbeno.Alle 13 pranzo. Al pomeriggio, alle 15,“Dalla lana al feltro”, laboratorio artistico erealizzazione <strong>di</strong> un arazzo colorato <strong>di</strong> lana cotta.Alla sera aperitivo (19.15) e due chiacchieresu “Acqua in brocca”. Alle 19.30 cena e alle21 serata musicale con il coro <strong>di</strong> <strong>montagna</strong>.Sabato 2 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10 “Ciaspolataalla scoperta <strong>della</strong> storia del territorio” (inassenza <strong>di</strong> neve nor<strong>di</strong>c walking o escursione apie<strong>di</strong>) con pranzo al sacco. Alle 15, al momentodel rientro, merenda calda. Alla sera aperitivo(ore 19.15) e due chiacchiere su “La leggedelle tre R: riduco, riuso, riciclo”. Alle 19.30cena e alle 21 filò moderno nella ex stalla: storiee leggende a lume <strong>di</strong> candela.Domenica 3 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10 “La caserada”,laboratorio trasformazione latte. Impariamoa fare il formaggio con Adolfo. Alle13 pranzo. Nel pomeriggio saluti e partenza.Domenica 3 gennaio 2010Nel pomeriggio arrivo a “Villa Santi”con mezzi privati. Accoglienza,sistemazione nelle camere, pren<strong>di</strong>amoconfidenza con la casa e con chila abita. Possibilità <strong>di</strong> una passeggiatacon gli operatori del Parco nei <strong>di</strong>ntorni<strong>di</strong> “Villa Santi”. Alla sera (ore19.15) aperitivo e due chiacchiere su“Il menù salvaclima”, alle 19.30 cenae dalle 21 alle 21.30 presentazionedel Parco con parole e immagini.Lunedì 4 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“El zaldo”, laboratorio creativosull’utilizzo delle varie parti dellepannocchie <strong>di</strong> mais. Creiamo il nostrocuscino personalizzato con le fogliee otteniamo la farina dai chicchi.Alle 13 pranzo. Nel pomeriggio, alle14, escursione per scoprire la naturaal vecchio mulino, a seguire “Maniin pasta”, laboratorio <strong>di</strong> cucina, siprepara la cena. Alla sera (ore 19.15)aperitivo e due chiacchiere su “Acquain brocca”, alle 19.30 cena.Martedì 5 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“Ciaspolata alla scoperta <strong>della</strong> storiadel territorio” (in assenza <strong>di</strong> nevenor<strong>di</strong>c walking o escursione a pie<strong>di</strong>)con pranzo al sacco. Alle 15, almomento del rientro dall’escursione,merenda calda. Alla sera aperitivo(ore 19.15) e due chiacchiere su“La legge delle tre R: riduco, riuso,riciclo”. Alle 19.30 cena e alle 21 filòmoderno nella ex stalla: storie e leggendea lume <strong>di</strong> candela.Mercoledì 5 gennaio 2010Dalle 8 alle 9.30 colazione. Alle 10“La caserada”, laboratorio sulla trasformazionedel latte. Impariamo afare il formaggio con Adolfo. Alle 13pranzo. Nel pomeriggio saluti, arrivedercie partenza.10


ADAMELLO BRENTArato a mimetizzarsi nella ricca vegetazione.Tuttavia sono presentie in<strong>di</strong>viduabili le testimonianzedel loro passaggio, le tracce, cheforniscono numerose informazionisulla vita degli abitanti che popolanoi boschi. Lungo il sentierosi possono incontrare tane e ni<strong>di</strong>,impronte, resti <strong>di</strong> cibo, corteccelevigate, peli e piume, ma ancheascoltare i <strong>di</strong>versi suoni <strong>della</strong> foresta…tessere <strong>di</strong> un puzzle che raccontanola vita <strong>di</strong> chi le ha lasciatesul terreno. Conosciute le abitu<strong>di</strong>nidegli abitanti del bosco e vissutauna nuova esperienza significativae densa <strong>di</strong> emozioni, quantovisto e sentito durante la giornataviene trasformato in un’occasione<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento artistico attraversoil “laboratorio fauna” e larealizzazione <strong>di</strong> un elaborato artisticoseguendo la tecnica dell’artattack, che prevede l’utilizzo <strong>di</strong>elementi naturali combinati sucartoncini raffiguranti sagome <strong>di</strong>animali alpini: l’aquila, l’orso, ilcervo, la volpe, il tasso, lo scoiattolo.Durante l’attività è stata raggiuntala vicina località “Amolo”per visitare un “roccolo”, strutturaAttività all’interno del Centro <strong>di</strong> educazione ambientale.Orto nei pressi <strong>di</strong> “Villa Santi”.<strong>di</strong> tre piani nascosta tra i sorbi degliuccellatori presso la quale LivioGiovanella, cacciatore del paese<strong>di</strong> Larzana, accoglie i gruppi eracconta da protagonista l’anticofunzionamento <strong>della</strong> piccola costruzionee le attività legate allacaccia ai volatili. Infine “Chi somenal’ort e no ‘l varda la luna,gnent raduna” è il quarto moduloprogrammato nel mese <strong>di</strong> ottobresulle tecniche tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> coltivazionedell’orto, influenzate dallefasi lunari e dagli insegnamenti<strong>della</strong> saggezza popolare tramandatiancor’oggi <strong>di</strong> generazione ingenerazione. Come avviene, adesempio, presso l’orto <strong>della</strong> signoraCarnessali che si trova apochi passi da “Villa Santi”. Duranteun’apposita “visita guidata”sono state messe in luce le <strong>di</strong>fferenzenella coltura dell’orto e delcampo nel periodo antecedente alboom socio-economico in Trentino(per esempio la presenza <strong>di</strong>recinzioni e quali materiali utilizzati;ortaggi e cereali seminati; letecniche, i mezzi e gli strumentiimpiegati; chi curava e perché glispazi colturali).Dopo cena, le serate hanno regalatoatmosfere suggestive sotto ilcielo stellato. Si è sorseggiato unbuon tè caldo attorno ad uno scoppiettantefalò, cantando filastrocchee ascoltando leggende localiraccontate da Carla Simoni e SilvioMaier <strong>di</strong> Preore. Inoltre, con unpo’ <strong>di</strong> fortuna, nelle serate autunnali,camminando silenziosi lungoi sentieri <strong>della</strong> Val <strong>di</strong> Manez, si èpotuto u<strong>di</strong>re il bramito, il richiamoamoroso dei cervi maschi.11


ADAMELLO BRENTAGEOLOGIA, CONOSCENZA,SVILUPPO<strong>di</strong> Alberta VoltoliniUn libro aperto sulla storia el’origine dell’umanità, depositonaturale <strong>di</strong> una <strong>cultura</strong> millenariain grado, oggi, attraverso progettilocali, nazionali e internazionali<strong>di</strong> proporsi come una nuova opportunità<strong>di</strong> sviluppo. È questo ilnuovo volto <strong>della</strong> geologia presentato,venerdì 24 luglio 2009,a Caderzone Terme, nell’ambitodel convegno “La Via GeoAlpina,dal Geo<strong>parco</strong> alle Dolomitipatrimonio Unesco” organizzatodal Parco Naturale AdamelloBrenta. La geologia applicata alturismo, in una parola il geoturismo,può avvicinare l’opinionepubblica a un tema in passatoconsiderato “per specialisti”,offrendo nuove opportunità turistiche,ma anche stimolando unarinnovata attenzione nei confrontidell’ambiente e <strong>della</strong> prevenzionedalle calamità naturali.Nel corso del convegno sonostati presentati quattro importantiprogetti: la Via GeoAlpina,iniziativa realizzata dalla Commissioneitaliana per il coor<strong>di</strong>namentodell’Anno Internazionaledel pianeta Terra presso l’Ispra(Istituto superiore per la Protezionee ricerca ambientale-ServizioGeologico d’Italia), con in<strong>di</strong>viduazionee descrizione degliitinerari a cura dell’Associazioneitaliana <strong>di</strong> geologia e turismo;l’Adamello Brenta Geopark (ilParco Naturale Adamello Brentaè entrato a far parte <strong>della</strong> Reteeuropea e mon<strong>di</strong>ale dei GeoparchiUnesco a giugno 2008);il Dolomiti <strong>di</strong> Brenta Trek (itinerarioper il trekking attorno alleDolomiti <strong>di</strong> Brenta messo a puntodal Parco insieme alle Apt e aiconsorzi turistici) e le Dolomitipatrimonio Unesco.Nel susseguirsi dei numerosi interventiil <strong>di</strong>rettore del ParcoClau<strong>di</strong>o Ferrari ha spiegato che“progetti quali il Geo<strong>parco</strong> permettonoall’Adamello Brenta <strong>di</strong>perseguire strategie <strong>di</strong> integrazioneeuropea, <strong>di</strong> entrare in reti <strong>di</strong>parchi virtuosi, <strong>di</strong> aprirsi al confrontoe allo stesso tempo <strong>di</strong> qua-Un momento del convegno tenutosi a Caderzone.12


ADAMELLO BRENTAlificare maggiormente l’azione, lestrategie e il territorio del Parco,trasformando poi questo patrimonio<strong>di</strong> conoscenza e progettualitàin fattore <strong>di</strong> sviluppo economico,locale e sostenibile”.Da parte sua, l’assessore provincialeMauro Gilmozzi ha inveceassicurato che la futura fondazioneche gestirà le Dolomiti Unesco“valorizzerà le reti <strong>di</strong> esperienzee le strutture già oggi funzionanticome i parchi, importantissimiper il loro ruolo <strong>di</strong> enti prepostialla conservazione, alla ricerca eall’educazione ambientale”.Poi, Luca Demicheli, segretariogenerale <strong>della</strong> Commissione italianadell’Anno internazionaledel pianeta Terra, a margine delconvegno, ha spiegato che “tuttele iniziative nate recentementesono importanti per <strong>di</strong>vulgare esensibilizzare a tutti i livelli, politico,sociale ed educativo, il temadelle scienze <strong>della</strong> Terra. In tuttoil mondo si sta investendo sullageologia, mentre in Italia c’è unasituazione inaccettabile. Le universitàperdono studenti e gli investimentigovernativi sono nulli.Abbiamo la protezione civile piùgrande d’Europa e ingenti spesein<strong>di</strong>rizzate all’emergenza, mamanca una strategia politica sullaprevenzione. Il Servizio geologiconazionale non ha le risorseeconomiche e umane per monitorareil territorio”. Che opportunitàoffre, dal punto <strong>di</strong> vista turisticola Via GeoAlpina? “La Via – haosservato Demicheli – è uno strumentoche si fornisce alle amministrazionilocali per un turismo<strong>di</strong>verso, alternativo all’escursionismoclassico, in relazione conl’aspetto specifico <strong>della</strong> geologia,non solo <strong>della</strong> natura e delpaesaggio, proponendo, in alcunicasi, anche itinerari molto facili,percorribili da tutti”.Mario Panizza, presidentedell’Associazione italiana <strong>di</strong> Geologiae turismo e “padre” delleDolomiti Unesco ha quin<strong>di</strong> spiegatoche il riconoscimento qualepatrimonio dell’Umanità “aumenteràl’attrattiva turistica deiterritori dolomitici, incrementandoil turismo estivo che perònon potrà essere lasciato allostato brado, ma dovrà essere benregolamentato. Abbiamo <strong>di</strong>ciassettemesi per rispondere alle richiestedell’Unesco e amalgamaregli aspetti gestionali che oggi<strong>di</strong>fferenziano le cinque provincecoinvolte nel progetto. Con questainiziativa gli enti provincialihanno avuto la possibilità <strong>di</strong> lavorareinsieme su un tema <strong>cultura</strong>leche può portare ai territoriun vantaggio politico e sociale”.∑ In partenza per la traversata Grostè-Lago<strong>di</strong> Tovel.† Escursione “Alla scoperta del ghiacciaioche c’era” con i geologi Alberto Cartone Riccardo Tomasoni.13


ADAMELLO BRENTAIn conclusione la <strong>di</strong>rettricedell’Apt Val <strong>di</strong> Non Giulia Dallapalmae il <strong>di</strong>rettore del ParcoClau<strong>di</strong>o Ferrari hanno illustratoil progetto Dolomiti <strong>di</strong> BrentaTrek, finalizzato a riportare in<strong>montagna</strong> gli appassionati deltrekking attraverso un dupliceimpegno progettuale che vedecoinvolti da una parte il Parco,dall’altra le aziende e i consorziper il turismo. Il primo si èoccupato <strong>della</strong> parte hardware(itinerario e segnaletica), i secon<strong>di</strong><strong>della</strong> promozione, attualmentein corso, che si sta concentrandosul mercato tedesco.L’iniziativa mette a <strong>di</strong>sposizionedei trekker tutta una serie <strong>di</strong>servizi come il trasporto deglizaini presso i rifugi e si propone,inoltre, <strong>di</strong> valorizzare lemalghe come punto d’appoggioe ospitalità.Vajolet Masè (Pnab), RiccardoTomasoni (Museo Tridentino <strong>di</strong>Scienze Naturali), Giorgio Zampedri(Servizio geologico <strong>della</strong>Provincia autonoma <strong>di</strong> Trento)π Giar<strong>di</strong>no roccioso con rododendri.† Il lago nero, in Val Nambrone.e Alberto Carton (Dipartimento<strong>di</strong> Geologia “G. Moran<strong>di</strong>ni”dell’Università <strong>di</strong> Padova)hanno infine fornito, sui singolitemi affrontati dal convegno,numerosi dati e informazioni,<strong>di</strong>mostrando quanto il territoriodell’Adamello Brenta sia ricco<strong>di</strong> affascinanti particolarità geologiche.Il convegno, importante occasione<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sui temi<strong>della</strong> Via Geoalpina, del Geo<strong>parco</strong>e delle Dolomiti PatrimonioUnesco, è stato la tappa finale<strong>di</strong> una settimana particolare– la 1ª Settimana del Geo<strong>parco</strong>– che dal 19 al 25 luglio 2009 haproposto escursioni e attività <strong>di</strong>interpretazione ambientale de<strong>di</strong>catealla scoperta del cuore geologicodel Parco Naturale AdamelloBrenta.14


ADAMELLO BRENTADOLOMITIPATRIMONIO DELL’UMANITàLa straor<strong>di</strong>naria bellezza dei Monti Palli<strong>di</strong><strong>di</strong> Loredana Ponticelli“… le Dolomiti si ergono perpen<strong>di</strong>colaricon lisce pareti <strong>di</strong>un bianco abbagliante alte <strong>di</strong>versemigliaia <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>. Formanomontagne aguzze, che stannofianco a fianco in gran numero,senza toccarsi. Le loro formecaratteristiche ricordano il paesaggiomontano fantastico con ilquale Leonardo da Vinci <strong>di</strong>pinselo sfondo del suo ritratto <strong>della</strong>Monna Lisa”.(Alexander von Humboldt, “Kosmos:Entwurf einer physischenBeschreibung”, 1845)Le prime immagini delle Dolomitinon sono <strong>di</strong>pinti o ritratti,ma descrizioni.Non sono <strong>di</strong>segni, ma “parole”che raccontano <strong>di</strong> visioni immaginifichee <strong>di</strong> emozioni potentiche invadono la mente e cheoccupano, con una forza inevitabile,le frasi <strong>di</strong> apertura delleprime relazioni scientifichee dei primi resoconti <strong>di</strong> viaggiocon cui le Dolomiti vengonopresentate al mondo, agliinizi dell’Ottocento. Le “parole”con cui vengono espressi icaratteri delle Dolomiti corrispondonoesattamente alle categoriedel Sublime nei trattati<strong>di</strong> estetica elaborati pochi anniprima <strong>della</strong> loro “scoperta”:verticalità, gran<strong>di</strong>osità, monumentalità,tormento delle forme,sterilità, intensità <strong>di</strong> colorazioni,vertigine, sgomento,trascendenza.Il tema del Sublime è molto importante.Il Sublime è infatti unacategoria estetica espressamenteriferita alla natura. “Il violentosentimento provocato dalla gran<strong>di</strong>ositàe dal sublime in natura,quando queste qualità si manifestanonel modo più potente, è losgomento (…). Nessuna operad’arte è grande e sublime comes’illude <strong>di</strong> essere; questa prerogativaappartiene unicamente allanatura”, scrive Edmund Burkenel suo saggio sul Sublime e sulBello del 1757. Specularmente,nel famoso Red Book e<strong>di</strong>to daJohn Murray (la prima guida <strong>di</strong>viaggio nelle Dolomiti, in linguainglese) si afferma che: “Nell’insiemeesse (le Dolomiti) conferisconoal paesaggio un’aria <strong>di</strong> novitàe <strong>di</strong> sublime gran<strong>di</strong>osità chepuò essere compiutamente apprezzatasolo da chi le ha viste”.Dal punto <strong>di</strong> vista esteticole Dolomiti sono quin<strong>di</strong>una “invenzione” recentema, come le idee platoniche,esistevano nella mentedegli uomini prima ancorache questi le scoprissero.Gran<strong>di</strong> geni del Rinascimentocome Leonardo15hanno raffigurato le loro formestraor<strong>di</strong>narie senza averle mai viste,traendole dall’universo degliideali, e i primi scienziati e gli intellettuali<strong>di</strong> epoca romantica trasalironoal loro cospetto, riconoscendoviquei paesaggi fantasticiche gli artisti fino ad allora avevanosolamente immaginato. Ineffetti, è sorprendente la perfettacoincidenza, quasi un “calco”,dei profili dolomitici con i “meravigliosiviluppi <strong>di</strong> cime e pareti”sognati da Gustave Doré o daCaspar David Friedrich.Agli occhi degli intellettualidell’età romantica, le prime apparizionidelle Dolomiti costituironoinfatti un vero shock, unasorta <strong>di</strong> “cortocircuito” mentaleprovocato da una realtà me-† “Der Wanderer über dem Nebelmeer”(Caspar David Friedrich, 1818) - Odle


ADAMELLO BRENTAtafisica che improvvisamente sirivelava fisica, reale. Di conseguenza,proprio perché reali, leDolomiti <strong>di</strong>ventarono a loro voltariferimento imprescin<strong>di</strong>bileper la conoscenza estetica, quin<strong>di</strong>metafisica, <strong>della</strong> natura. Perquesto le Dolomiti sono considerateun riferimento universaleper l’estetica del Sublime e, <strong>di</strong>conseguenza, un modello <strong>di</strong> importanzafondamentale per la definizionedel concetto <strong>di</strong> bellezzanaturale.Anche noi che le visitiamo oggi,in realtà non le “ve<strong>di</strong>amo” solamentema, vedendole, ne riconosciamol’archetipo, cioè le interpretiamo<strong>cultura</strong>lmente. È daquesta straor<strong>di</strong>naria somiglianzacon l’archetipo che rimaniamoinevitabilmente affascinati.Ma c’è anche dell’altro. La possibilità<strong>di</strong> stilizzare queste montagneattraverso figure geometrichericonoscibili (punti, linee,superfici) ed elementi volumetriciprecisi (prismi, parallelepipe<strong>di</strong>,coni) ha portato le Dolomitiad essere interpretate da tutti comese fossero strutture artificiali,piuttosto che semplice espressionenaturale. Come per i monumentidell’antichità o per i modernigrattacieli, l’or<strong>di</strong>ne gigantedomina le fantastiche forme <strong>di</strong>questi “e<strong>di</strong>fici” carbonatici: volumiisolati, pareti perfettamenteverticali, basi nette. Anche i terminiutilizzati per descrivere leloro forme elementari sono presia prestito dall’architettura: torri,bastioni, spalti, barbacani, mensole,contrafforti, guglie, pinnacoli,pilastri, colonne, campanili,obelischi, tetti, balconi, terrazze,cornicioni, scalinate…Gli straor<strong>di</strong>nari rapporti <strong>di</strong> scalache regolano queste giganteschestrutture <strong>di</strong> pietra, hanno perfinospinto Le Corbusier, uno dei piùgran<strong>di</strong> architetti del XX secolo,a definire le Dolomiti “les plusbelles constructions du monde”.L’analogia con l’architettura haamplificato enormemente la suggestione<strong>di</strong> queste montagne, tantoche per la <strong>cultura</strong> del luogo leDolomiti rappresentano il confineed il tramite verso un universoulteriore (sia <strong>cultura</strong>le chespirituale), che sta oltre la sferaumana. Non a caso, l’imponenza<strong>di</strong> questi giganti <strong>di</strong> pietra haispirato alle popolazioni che abitanole nostre valli un’epica cheaffonda le sue ra<strong>di</strong>ci nella preistoria,al punto da <strong>di</strong>venire un riferimentoimprescin<strong>di</strong>bile per laloro stessa identità <strong>cultura</strong>le.Analogamente, i primi viaggiatoristranieri le assimilarono allerovine <strong>di</strong> leggendarie città abitateda Titani, proiettandole in una<strong>di</strong>mensione mitologica.Per questo, pur essendoci almondo altri massicci formati darocce dolomitiche, non esistono16montagne uguali alle Dolomiti:semplicemente vi somigliano,come le copie assomiglianoal modello originale.La potenza <strong>della</strong> loro figura haportato a riconoscerne l’immagineanche altrove, espandendoenormemente la forza evocativadel loro nome. Vi sono infatti“Dolomiti” in Francia (Dolomitesfrançaises), in Austria(Lienzer Dolomiten, SalzburgerDolomiten), in Svizzera (Unterenga<strong>di</strong>nerDolomiten), in Italia(Piccole Dolomiti, DolomitiLucane, Dolomiti Siciliane), inNorvegia (Porsangerdolomitt),in Slovenia (Polhograjski Dolomiti).La topografia estremamente articolata,l’eccezionale varietà <strong>di</strong>colori, lo straor<strong>di</strong>nario contrastofra le linee morbide delle prateriee l’improvviso sviluppo verticale<strong>di</strong> possenti cime completamentenude, le forme scultoreee straor<strong>di</strong>nariamente variegaterappresentano i caratteri-chiaveche definiscono il “paesaggiodolomitico”, cioè quella tipologia<strong>di</strong> scenario montano chequi trova il suo archetipo e la suamassima espressione.Loredana Ponticelli, A²stu<strong>di</strong>o-projects andresearches for the alpine spacePer approfon<strong>di</strong>re:Burke E., A philosophical inquiryinto the origin of ourideas of the Sublime and Beautiful,London, 1757Ponticelli L., Le Grand Pajsagein Dossier <strong>di</strong> can<strong>di</strong>datura perl’iscrizione delle Dolomiti nellaLista del Patrimonio Mon<strong>di</strong>aleUNESCO, 2008√ “La Gioconda” (Leonardo da Vinci, 1503-1506) - Dolomiti <strong>della</strong> Val <strong>di</strong> Fassa


ADAMELLO BRENTAUn’estate da Parco<strong>di</strong> Viviana Mauri e Catia HvalaPer il settimo anno consecutivo,da giugno a settembre 2009,Con la collaborazione <strong>di</strong>:Madonna <strong>di</strong> Campiglio - Pinzolo - Val“Un’estate da Parco”, Rendena Azienda per il Turismo calendario<strong>di</strong> escursioni, attività, se-SpaTel. 0465 447501 - Fax 0465 440404info@campiglio.toPro Loco CarisoloTel. 0465 501392 - Fax 0465 512245rate-<strong>cultura</strong> e giochi proloco@carisolo.com <strong>di</strong>dattici perbambini, messoConsorzioa puntoDimaro FolgaridadalVacanzePnabTel. 0463 986608 Fax 0463 986608folgarida.vacanze@val<strong>di</strong>sole.netinsieme alle apt, ai consorzi turisticie alle pro loco Azienda dei per il Turismo sei Valle ambiti<strong>di</strong> NonTel. 0463 830133 - Fax 0463 830161info@visitval<strong>di</strong>non.itterritoriali dell’area protetta, haAzienda per il Turismodato la possibilità,Dolomitia<strong>di</strong>turistiBrenta Paganellae residenti,<strong>di</strong> vivere un arcobaleno <strong>di</strong>Tel. 0461 585836 - Fax 0461 585570info@esperienzatrentino.itAzienda per il Turismoesperienze in<strong>di</strong>menticabili.Terme Comano - Dolomiti <strong>di</strong> BrentaTel. 0465 702626 - Fax 0465 702281info@comano.toPiù <strong>di</strong> 7mila e 500 persone hannoConsorzio Turistico Giu<strong>di</strong>carie Centraliscelto <strong>di</strong> partecipare ad una delleattività proposte, camminan-Tel. 0465 323090 - Fax. 0465 324140info@visitgiu<strong>di</strong>carie.itConsorzio Pro Loco Val Rendenado lungo sentieri Tel. 0465 suggestivi 801544 - Fax 0465 801544 allainfo@prolocospiazzo.itscoperta delle “perle” naturalistichedel Parco Naturale AdamelloBrenta, emozionandosi alla vistadel tramonto sulle vette alpine osotto il cielo stellato dell’estate,conoscendo, attraverso moltepliciattività e l’accompagnamentoI.P.degli operatori del Parco e delleguide alpine, le tessere <strong>di</strong> un ambienteaffascinante, variegato, ingrado, ogni estate, <strong>di</strong> meravigliareil visitatore attento e sensibile.Il calendario <strong>di</strong> appuntamenti èstato promozionato attraverso laguida tascabile “Un’estate daParco” <strong>di</strong>stribuita presso la sedee le case del Parco, i punti infodell’area protetta e gli ufficituristici del territorio.Le opportunità per vivere il Parco“in tutti i sensi” sono state numerose:dalle escursioni per ammirareil calar del sole all’uscita “Allascoperta del ghiacciaio che c’era”in Val Genova, dalle escursioninotturne a “Due passi con l’orso”,dagli “Invitati speciali” alla camminatalungo il percorso naturaImpaginazione M. Ciaghi - foto <strong>di</strong> copertina: G. Alberti - foto interno: Archivio PNAB - cartina: M. Viviani - ideazione: C. Ferrari, K.Hvala, V. Mauri, I. Rigatti, C. Scalfi - stampato su GardaPat 13 Kiara <strong>di</strong> Cartiere del Garda S.p.A.Un’estate da Parco 2009<strong>di</strong> Vallesinella. Dopo il successodegli anni precedenti sono statiriproposti anche gli appuntamenti<strong>di</strong> “Leggendo le stelle”, il nor<strong>di</strong>cwalking,i percorsi alla scopertadelle storiche miniere <strong>di</strong> quarzoe le più impegnative “Traversatenel Parco”, che hanno condotto ipartecipanti nel cuore selvaggiodell’Adamello-Brenta. Una particolareattenzione al territorio èstata rivolta attraverso le uscite“Sugli alpeggi <strong>della</strong> Rendena e <strong>di</strong>Tovel”. Per i bambini non potevamancare un calendario <strong>di</strong> iniziativecostruito su misura con <strong>di</strong>vertentigiochi e avventure.Sull’esempio <strong>di</strong> “Speciale Tovel”,presentato per la prima voltanel 2008 e riconfermato anche17quest’anno, un programma giornaliero<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> interpretazioneambientale è stato proposto anchein Val Genova, in collaborazionecol Museo Tridentino <strong>di</strong> ScienzeNaturali che ha aiutato il Parco, attraversoil teatro scientifico e varilaboratori, a raccontare storie, fascinoe mistero <strong>della</strong> natura.Le Case del Parco hanno ospitato,insieme al Punto info <strong>di</strong> Sant’Antonio<strong>di</strong> Mavignola, l’e<strong>di</strong>zione2009 <strong>di</strong> “ArteParco”, che ha vistoesporre le opere dei seguenti artisti:Antonella Grazzi, il Gruppo“Amici <strong>della</strong> pittura” <strong>di</strong> Ronconee l’Associazione “Melograno” <strong>di</strong>Padergnone alla Casa del Parco“Fauna” a Daone, le allieve <strong>della</strong>Scuola”Gadotti” <strong>di</strong> moda e designalla Casa “C’era una volta” <strong>di</strong> SanLorenzo in Banale, Rita Binelli eFerruccio Bonapace presso il Puntoinfo <strong>di</strong> Sant’Antonio <strong>di</strong> Mavignola,Gloria Zeni e Mauro Zenipresso la Casa del Parco “Orso”a Spormaggiore, Paolo Dalpontealla Casa del Parco “Flora” a Stenicoe a Spormaggiore, Giovannad’Avenia a Stenico.Infine non potevano mancare leserate naturalistiche che hannospaziato dalla flora alla fauna finoalla geologia.In estate è stata riproposta la“ParcoCard” (stagionale per iresidenti a 20 euro. Complessivamentene sono state vendute672), carta elettronica prepagataper aprire tutte le porte del Parcoe accedere a ricche opportunità,abbinando la natura dell’areaprotetta a visite in musei e degustazioni<strong>di</strong> prodotti tipici.


ADAMELLO BRENTAattività proposte estate2008 2009incremento%partecipanti2008 2009incremento%Totale 667 811 22,0 8302 9559 15,0Serate 33 31 -6,0 1500 904 -40,0Attività Parco Estate 253 252 -0,4 2365 2611 10,0Educazione ambientale 61 93 52,5 1491 1985 33,0Parco Avventura 32 32 0,0 523 755 44,0Speciale Val Genova 0 215 - 0 1305 -Speciale Tovel 288 188 -35,0 2423 1794 -26,0Partecipanti alle attività Val <strong>di</strong> Tovel600500400300200109428212370164Totale partecipanti2431.7942681000LunedìGeologiaGlareMartedìTeatroscientificoMercoledìI sentieridell’orsoGiovedìL’arrossamentodel lagoVenerdìI sentieriguidatiSabatoL’arrossamentodel lagoDomenicaTeatroscientificoPartecipanti alle attività Val <strong>di</strong> Genova40030020010011926455361180Totale partecipanti741.3052520LunedìL’anima tonaliticaLe reti <strong>della</strong> vitaMartedìI lunghi inverniGeolaboratorioMercoledìLa SarcaverdeGiovedìL’oro blu <strong>della</strong>Val GenovaVenerdìL’animatonaliticaSabatoNatura chedepuraDomenicaL’oro blu <strong>della</strong>Val GenovaConfronto partecipanti attività estive dal 2005 al 200910.0008.0006.0006.9605.9535.8318.3029.5594.0002005 2006 2007 2008 2009Statistiche a cura <strong>di</strong> Ilaria Rigatti e Chiara Grassi.18


ADAMELLO BRENTALE RETI DELLA VITA<strong>di</strong> Maddalena Di Tolla DeflorianI fondamentali processi biologicied evolutivi e i principali macro-processifisici terrestri, le caratteristiche<strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità e lerelazioni negli ecosistemi sfuggono,nel nostro Paese, ad una <strong>di</strong>ffusa,profonda conoscenza. Neconsegue che anche le ragioni oggettive<strong>della</strong> necessità <strong>di</strong> politiche<strong>di</strong> conservazione <strong>della</strong> natura nonsiano chiare e realmente compresenella loro interezza, così comeil ruolo delle aree protette.Come contribuire dunque alla<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> una corretta conoscenza<strong>di</strong> tutto questo e parallelamentea produrre stimoli positivinelle persone, per indurreuna riflessione produttiva?L’interpretazione ambientale si è<strong>di</strong>mostrata essere uno strumentoutile per proporre percorsi <strong>di</strong> informazione,formazione, suggestionee <strong>cultura</strong> sui temi dell’ecologiae <strong>della</strong> scienza.L’attività <strong>di</strong> interpretazioneambientale in Val GenovaPer l’estate 2009 è stata quin<strong>di</strong>proposta al Parco un’attività <strong>di</strong> interpretazioneambientale con titolo“Le reti <strong>della</strong> vita. Da Darwinalle aree protette”, da svolgersiin Val Genova, realizzata daglioperatori <strong>di</strong>dattici del Museo Tridentino<strong>di</strong> Scienze Naturali.L’idea progettuale dell’attivitàha tratto spunto dal riscontro <strong>di</strong>una notevole lontananza dei citta<strong>di</strong>nidai temi dell’evoluzione e<strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità, come anchedalla conoscenza degli strumentilegislativi esistenti in Europaper la conservazione <strong>della</strong> natura(ad esempio le Direttive Uccellie Habitat, la Rete Natura 2000,la Convenzione delle Alpi).L’attività proposta, e svoltasi consuccesso <strong>di</strong> pubblico da giugnoa settembre, consisteva nel camminareinsieme agli ospiti in unoscenario naturale, accattivante edespressivo – la Val Genova, pressole cascate <strong>di</strong> Lares – presentandouna narrazione densa <strong>di</strong> contenuti,rigorosa sotto il profilostorico e scientifico, ma al tempostesso empatica e coinvolgente,con spunti teatrali (teatro scientifico),attività e giochi interattivi.Nell’attività si rispondeva in modostimolante alle domande “Perchéè in<strong>di</strong>spensabile fare conservazione<strong>della</strong> natura?” e “Perchéla bio<strong>di</strong>versità è essenziale perle nostre vite?”, ripartendo daimeccanismi fondamentali <strong>della</strong>biologia, dell’evoluzione e deimacroprocessi fisici del pianeta.Si ricorreva ad esempi storici (lastoria <strong>della</strong> vicenda scientifica <strong>di</strong>Charles Darwin), ad esempi fattuali(casi concreti) e alla letturadei fenomeni osservabili sul territorio(gli adattamenti <strong>della</strong> vitanel gelido e impetuoso torrenteSarca, le caratteristiche <strong>della</strong> foresta<strong>di</strong> abete rosso, le peculiarità<strong>della</strong> fauna alpina etc.).L’attività proponeva, inoltre, unpunto <strong>di</strong> vista inter<strong>di</strong>sciplinareanche sulle aree protette, in particolarenel contesto alpino, fornendoinformazioni ed elementi<strong>di</strong> riflessione sulla complessitàdei processi sociali, economici egestionali legati al loro funzionamento.Un tema, quest’ultimo,generalmente poco trattato.Nel <strong>di</strong>alogo con il pubblicoemergeva costantemente un bi-19


ADAMELLO BRENTAsogno <strong>di</strong> conoscenza sulla bio<strong>di</strong>versitàe sull’evoluzione, la curiositàper l’avventura scientifica<strong>di</strong> Darwin e per le sue scoperte ela <strong>di</strong>sponibilità ad un confrontosulla gestione delle aree protettee sulla conservazione.E dunque... ripercorriamo anchenoi una storia fantastica, insufficientementeletta e interpretata:la vicenda scientifica <strong>di</strong> Darwin,<strong>di</strong> imprescin<strong>di</strong>bile interesseanche oggi.Darwin e la teoria dell’evoluzione.Charles Darwin nasceva duecentoanni fa. Nel 1859 si pubblicavala sua opera più famosa “L’originedelle specie per selezione naturale”.Il 2009 è dunque l’anno<strong>di</strong> due anniversari centrali per laconoscenza umana.La teoria dell’evoluzione, elaboratada Darwin, ha avuto un enormeimpatto sulla nostra storia <strong>cultura</strong>le:ha rivoluzionato la scienzae scar<strong>di</strong>nato la visione occidentaledel mondo, l’epistemologia stessa<strong>della</strong> natura. Ha reso possibilecapire come funziona la vita, edha spostato la specie umana dalcentro dell’universo, ricollocandolafra i milioni <strong>di</strong> forme viventiche, con noi, si sono co-evolutenei miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni da che la vitaha avuto inizio sulla Terra.L’evoluzionismo è vivo. Neglianni, infatti, numerosi scienziatihanno arricchito l’evoluzionismo<strong>di</strong> nuove scoperte e oggi la nostraconoscenza dei processi <strong>della</strong> vitaè notevolmente progre<strong>di</strong>ta. Eppureancora molto resta da scoprire.Motivo in più per essere prudentie lavorare seriamente sulla tutela<strong>di</strong> quello che abbiamo.Charles Darwin nacque in Inghilterranel 1809, da una famigliaborghese, in un ambientevivace. All’Università <strong>di</strong> Cambridgeincontrò un professore <strong>di</strong>botanica, John S. Henslow, chefece emergere il suo profondointeresse per la natura. Nel 1831arrivò per lui l’occasione <strong>della</strong>vita: l’imbarco sul brigantinoBeagle, per un viaggio <strong>di</strong> scopertache durò quasi cinque anni,toccando le isole dell’Africaoccidentale, l’America del Sud,le isole Falklands, le Galapagos,la Nuova Zelanda, l’Australia,Tahiti, la Tasmania, il Sud Africa.Tornato a casa, nell’ottobre1836, Darwin iniziò una vita <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o rigoroso. Dalle sue numerosee ricche osservazioni <strong>di</strong>viaggio (i celeberrimi taccuini) eda nuovi dati raccolti successivamente,sviluppò importanti stu<strong>di</strong>sulla geologia e il fondamento<strong>di</strong> tutta la biologia: la teoriadell’evoluzione, appunto.L’intuizione fondamentale delconcetto <strong>di</strong> evoluzione (cioè lavariabilità più la selezione naturale)oggi è suffragata da moltissimiOphrys insectifera. Stregato dalle orchidee,Darwin ne stu<strong>di</strong>ò le forme e i comportamentidegli insetti che le visitavano, trovandoviimportanti conferme alle sue teoriedati, mentre fino ad allora si pensavache le specie viventi fosserosempre esistite, uguali a se stesse,con caratteristiche statiche.La sua teoria permise <strong>di</strong> spiegarecome tutte le forme <strong>di</strong> vita sianoinvece il frutto <strong>di</strong> una storia evolutiva,che oggi sappiamo essereiniziata almeno 3,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> annifa. Prima degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Darwinla <strong>di</strong>namica dell’evoluzione eraun concetto impensabile, legatoad un secondo concetto rivoluzionario,che possiamo chiamare il“tempo profondo” come <strong>di</strong>cono igeologi, cioè l’idea, suffragata daidati geologici, che la Terra esistada un enorme numero <strong>di</strong> anni, untempo necessario per lo svolgersidell’evoluzione biologica. Oggisappiamo che la Terra esiste dapiù <strong>di</strong> 4 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni.Geologia e paleontologia hannocontribuito a far comprendere chela Terra non aveva 6mila anni, comesi pensava, ma molti <strong>di</strong> più,fornendo un tassello importante almosaico <strong>della</strong> conoscenza.Come <strong>di</strong>sse il biologo evoluzionistaT. Dobshzansky nel 1973“Oggi nulla in biologia ha sensose non alla luce dell’evoluzione”.Straor<strong>di</strong>naria fu la capacità <strong>di</strong>osservazione <strong>di</strong> Darwin, e il fattoche, senza conoscere la genetica,in un ambiente <strong>cultura</strong>lenon propriamente favorevole allesue idee, comprese i meccanismicomplessi <strong>della</strong> vita.Oggi il modo migliore per onorarela sua memoria è senza dubbiooperare a favore <strong>della</strong> conservazione<strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità elavorare per creare nelle personela conoscenza profonda e l’ottimismodell’azione.Maddalena Di Tolla Deflorian ha curato,nell’estate 2009, per il Museo Tridentino <strong>di</strong>Scienze Naturali, l’attività <strong>di</strong> interpretazionescientifica e ambientale “Le reti <strong>della</strong> vita.Da Darwin alle aree protette” svoltasiin Val Genova20


ADAMELLO BRENTAUna vacanza liberadall’auto<strong>di</strong> Matteo Viviani e Federico PollaNell’estate 2009 il Parco NaturaleAdamello Brenta ha rinnovatoil proprio impegno nell’organizzareuna gestione sostenibile<strong>della</strong> mobilità nelle sue valli piùdelicate dal punto <strong>di</strong> vista degliequilibri ambientali e, allo stessotempo, più frequentate: ValGenova (dove la gestione <strong>della</strong>mobilità è stata proposta per laprima volta nel 2003), Val <strong>di</strong> Tovel(dal 2004), Vallesinella (dal2006) e Ritort (dal 2008).Ancora una volta, seguendo unprogetto organico, sono statemesse in rete, creando un unicosistema, la limitazione del trafficod’accesso, l’attivazione <strong>di</strong> unsistema <strong>di</strong> trasporto pubblico, ilcollegamento con altre proposte<strong>di</strong> mobilità-vacanze presenti sulterritorio, l’interconnessione congli autobus <strong>di</strong> linea e la ferroviaTrento-Malè-Marilleva, la valorizzazione<strong>di</strong> itinerari per il trekkinge la promozione dell’utilizzo<strong>della</strong> mountain bike.Trasporto pubblico efficiente, regolamentazionedel traffico, valorizzazionedei sentieri percorribilia pie<strong>di</strong> e <strong>di</strong> alcuni percorsiaccessibili con la bicicletta, sonostati i car<strong>di</strong>ni <strong>della</strong> proposta<strong>di</strong> accesso sostenibile.Preferire la mobilità sostenibile significafare il proprio ingresso nelParco con rispetto, riacquistare ilgusto delle passeggiate e del respirarea pieni polmoni e contribuirea sostenere un nuovo modello<strong>di</strong> mobilità dettato dall’esigenza<strong>di</strong> ridurre l’inquinamento prodottodalle automobili e il forte impattoambientale provocato dal turismosulle aree protette. Per questomotivo viene chiesto a ciascunautomobilista <strong>di</strong> pagare un ticket<strong>di</strong> parcheggio che il Parco NaturaleAdamello Brenta impiega, poi,per l’organizzazione dei servizinavetta, la gestione dei parcheggi,degli InfoParco, la programmazionedelle attività oltre che la curae la manutenzione delle strade,delle strutture e dei sentieri.Le singole iniziative <strong>di</strong> mobilitàsono state accompagnate da specifichecampagne <strong>di</strong> promozione:“Un’avventura speciale” perla Val Genova, “Un’occasione<strong>di</strong> scoperta” per la Val <strong>di</strong> Tovel,“Una questione <strong>di</strong>…” per Vallesinellae “Uno scenario d’incanto”per Ritort. Nel segno <strong>della</strong> continuitàcon le esperienze degli annipassati sono stati riproposti il “ValGenova Express”, che ha condottoi visitatori da Strembo e da Madonna<strong>di</strong> Campiglio fino a Bedole,e il “Val <strong>di</strong> Tovel Express”,che ha trasportato i turisti da Clese Tuenno al “lago rosso”.Per il secondo anno consecutivol’attivazione del trenino ha registratoun notevole gra<strong>di</strong>mento daparte dei visitatori <strong>di</strong> Ritort doveha svolto servizio <strong>di</strong> trasportopasseggeri dall’11 luglio al30 agosto. Il servizio <strong>di</strong> mobilitàcon trenini è stato sperimentatocon successo nel mese <strong>di</strong> luglio<strong>della</strong> scorsa stagione anchein Val Genova, nel tratto CentroServizi Diga-Ponte Rosso.I residenti nei comuni del Parcohanno beneficiato <strong>della</strong> riduzionedel 50% sul costo del parcheggioauto.Speciali “bici-bus” a<strong>di</strong>biti al trasportodelle biciclette hanno collegato,nei week-end <strong>di</strong> tuttal’estate, San Lorenzo in Banalealla Val Genova, <strong>di</strong> venerdì,Pinzolo con Mavignola e CampoCarlo Magno.Il pacchetto “Speciale Val Genova”,sperimentato nell’estate2009, dava <strong>di</strong>ritto, pagando 8euro ad automobile, <strong>di</strong> parcheggiare,ottenere, per tutti gli occupanti(fino a 7) il ticket <strong>di</strong> a/r deltrenino e, dal lunedì al venerdì,il ticket <strong>di</strong> salita con il bus navettatra Ponte Maria e Bedole.Inoltre gli 8 euro comprendevanola possibilità <strong>di</strong> parteciparegratuitamente alle attività <strong>di</strong> interpretazioneambientale mentre,<strong>di</strong> sabato, presentando il ticketdel trenino, si poteva accedere alParco avventura <strong>di</strong> Ponte Rossoal prezzo speciale <strong>di</strong> 3 euro.Nel corso del 2009 i progetti <strong>di</strong>mobilità sostenibile ideati e promossidal Parco Naturale AdamelloBrenta sono stati inseriti, qualiesempi <strong>di</strong> buone pratiche in tema,appunto, <strong>di</strong> mobilità, nel rapporto21


ADAMELLO BRENTA<strong>di</strong> sintesi sulla mobilità sostenibilenell’Arco alpino redatto da Alparc(Rete delle aree protette alpine).Il dossier è stato l’ultima tappa <strong>di</strong>un articolato percorso <strong>di</strong> analisi dacui è emerso come le aree protettealpine, tra le quali anche il Pnab,siano promotrici <strong>di</strong> buone pratichenegli spostamenti dolci.LA MOBILITÀ 2009 IN CIFREIn Val GenovaCon la fine <strong>della</strong> stagione estiva 2009, si è concluso il settimo anno <strong>di</strong> gestione<strong>della</strong> mobilità sostenibile in Val Genova da parte del Parco in accordocon le amministrazioni proprietarie del territorio <strong>della</strong> Valle: i comuni<strong>di</strong> Carisolo, Strembo, Pinzolo, Giustino, Massimeno, Caderzone e l’Asuc<strong>di</strong> Mortaso. Nell’estate <strong>di</strong> quest’anno il sistema tariffario <strong>della</strong> mobilità èstato mo<strong>di</strong>ficato, ma è stata arricchita anche l’offerta turistica e sono statiintrodotti nuovi servizi quali: informazione turistica e naturalistica; numeroseattività quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> interpretazione ambientale; regolamentazionedelle aree <strong>di</strong> sosta; manutenzione <strong>della</strong> strada <strong>di</strong> accesso; gestione e puliziadei servizi igienici; manutenzione del Sentiero delle cascate. Dal 13giugno al 13 settembre ha funzionato il servizio <strong>di</strong> mobilità alternativa conbus navetta, nel mese <strong>di</strong> luglio anche il servizio <strong>di</strong> trasporto con trenino.In Val <strong>di</strong> TovelSecondo la convenzione triennale sottoscritta con il Comune <strong>di</strong> Tuenno,dal 21 giugno al 25 ottobre 2009 in Val <strong>di</strong> Tovel è stato attivatoun servizio <strong>di</strong> gestione parcheggi. Il servizio <strong>di</strong> bus-navetta ha invecefunzionato per 51 giornate dal 21 giugno al 27 settembre. Con la gestione<strong>della</strong> mobilità sostenibile è stata fortemente ridotta (del 76%) laquota <strong>di</strong> veicoli che percorre la parte alta <strong>della</strong> Valle raggiungendo lea<strong>di</strong>acenze del lago <strong>di</strong> Tovel. Di conseguenza è <strong>di</strong>minuito anche il caricoinquinante indotto.In VallesinellaIl progetto <strong>di</strong> mobilità per Vallesinella è stato messo a punto dal Parcoin collaborazione con il Comune <strong>di</strong> Ragoli e le Regole <strong>di</strong> Spinale eManez. La gestione del parcheggio si è svolta domenica 7 giugno, tuttii giorni dal 13 giugno al 13 settembre, sabato 19 e domenica 20 settembre.Il servizio <strong>di</strong> bus navetta è stato attivato nelle domeniche del14 e 21 giugno, tutti i giorni dal 27 giugno al 30 agosto e nelle domenichedel 6, 13 e 20 settembre.In Vallesinella, come nelle altre aree <strong>di</strong> attivazione <strong>della</strong> mobilità, è statoregistrato un significativo aumento <strong>di</strong> ingressi <strong>di</strong> veicoli nel mese <strong>di</strong>settembre, dovuto principalmente alle con<strong>di</strong>zioni meteorologiche moltofavorevoli. Dall’esame dei dati relativi all’utilizzo del bus navettaemerge una forte <strong>di</strong>fferenza fra persone uscite ed entrate con le navette,segno quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un significativo utilizzo dei sentieri che raggiungonoVallesinella, favorito dalla possibilità <strong>di</strong> accedere al Gruppo <strong>di</strong> Brentacon gli impianti <strong>di</strong> risalita del Grostè.A RitortPer il secondo anno consecutivo, in collaborazione con il Comune <strong>di</strong> Pinzolo,è stato organizzato un sistema <strong>di</strong> mobilità sostenibile anche lungo lastrada tra Patascoss e Malga Ritort. È stata prevista una limitazione del trafficoprivato con un parcheggio <strong>di</strong> attestamento in località Patascoss accompagnatodalla contestuale offerta, dall’11 luglio al 30 agosto, <strong>di</strong> un servizio<strong>di</strong> trasporto pubblico tramite trenino su gomma. La <strong>di</strong>minuzione dei veicolipaganti è stata causata dell’in<strong>di</strong>sponibilità, nel 2009 rispetto al 2008, delparcheggio messo a <strong>di</strong>sposizione dalle Funivie <strong>di</strong> Madonna <strong>di</strong> Campiglio.17.900 +2,7%Veicolioltre PonteVerde12.882 +18,8%Veicolipaganti9.257 +5,10%Veicolipaganti5.064 -26%Veicolipaganti26.824Veicolipaganti26.325 +26,8%Ticketnavetta38.531 +23,5%Ticketnavetta33.910 +11,1%Ticketnavetta76%Riduzionetraffico46,60%Riduzionetraffico18.228 -0,5%Personeuso trenino22


ADAMELLO BRENTAIN CAMMINO CON IL PARCO<strong>di</strong> Chiara Scalfi“Acqua corrente”, “Orso bruno”,“La <strong>di</strong>versità botanica”,“Le tracce degli animali” e “Geologia”sono i temi delle primeschede <strong>di</strong>dattiche ideate e realizzate,grazie al contributo <strong>di</strong> ottoCasse Rurali, dal Parco NaturaleAdamello Brenta come supportoai progetti <strong>di</strong> educazioneambientale tenuti nelle classi<strong>della</strong> scuola primaria e <strong>della</strong> secondaria<strong>di</strong> primo grado. Inseritenel pratico quaderno ad anelli“In cammino con il Parco”, leschede approfon<strong>di</strong>scono i temiaffrontati durante i percorsi <strong>di</strong>educazione ambientale e aiutanogli alunni a memorizzare quantoappreso in classe e sul campo.Disegni e immagini esplicative,spazi da completare, questionari,giochi, esercizi e testi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mentoaiutano a proporreuna lezione-attiva durante laquale l’alunno delle Elementarie lo studente delle Me<strong>di</strong>e interagisconocon gli educatori ambientalie gli insegnanti. I bambinie i ragazzi <strong>di</strong>ventano cosìprotagonisti del processo educativoe, facilitati nel memorizzarequanto appreso sull’ambientedel Parco, sono guidati a svilupparecapacità <strong>di</strong> analisi, <strong>di</strong> sintesie senso critico nell’approcciarsialle tematiche ambientali.Da utilizzare in classe o sul campoinsieme agli educatori e agliinsegnanti, oppure a casa in modoautonomo, le schede sviluppanoi temi affrontati, <strong>di</strong> annoin anno, dal curricolo verticaleproposto alle classi dalla primaelementare alla terza me<strong>di</strong>a. Sonouno strumento pratico <strong>di</strong> lavorosempre in evoluzione, continuamenteperfezionabile perraggiungere al meglio gli obiettiviche il processo <strong>di</strong> educazioneambientale prevede. Inseritenel quaderno intitolato “In camminocon il Parco”, possono esserearricchite e personalizzateda ciascun alunno-studentecon approfon<strong>di</strong>menti propri, articolitratti da riviste, ritagli <strong>di</strong>giornali, esperimenti, intervistee riflessioni su quanto osservatodurante le esperienze vissutenell’ambiente del Parco NaturaleAdamello Brenta.23


ADAMELLO BRENTAL’iniziativa è stata resa possibilegrazie al supporto <strong>di</strong> otto casserurali che, collaborando insiemead un medesimo progetto, hannosostenuto e sosterranno la realizzazionedelle schede, fino acompletare le tematiche affrontatedurante i percorsi <strong>di</strong>dattici.Le otto Casse Rurali sponsordel progetto sono: Cassa RuraleAdamello-Brenta, Cassa RuraleBassa Anaunia, Cassa RuraleGiu<strong>di</strong>carie-Valsabbia-Paganella,Cassa Rurale Mezzolombardoe S. Michele all’A<strong>di</strong>ge, CassaRurale Pinzolo, Cassa RuraleSpiazzo e Javrè, Cassa RuraleStrembo-Bocenago-Caderzonee Cassa Rurale <strong>di</strong> Tuenno-Val<strong>di</strong> Non.Il quaderno con le schede saràconsegnato agli alunni e aglistudenti che parteciperanno aipercorsi <strong>di</strong>dattici pluriennalipromossi dal Parco. Ogni annosaranno inserite nuove schede aseconda del tema affrontato, cosìche al termine del percorsoscolastico ogni ragazzo avrà inmano un “documento personalizzato”del cammino fatto e lapossibilità <strong>di</strong> ripensare, con maturitàcrescente, agli argomentipresentati e vissuti insieme aicompagni <strong>di</strong> classe.Attraverso i numerosi progetti<strong>di</strong>dattici rivolti, ogni anno, almondo scolastico, il Parco NaturaleAdamello Brenta si propone<strong>di</strong> far conoscere alle nuove generazioniquanto la natura, <strong>della</strong>quale facciamo parte anche tuttinoi umani, sia meravigliosa e <strong>di</strong>accrescere, nei bambini e nei ragazzi,il senso <strong>di</strong> responsabilitàper il mantenimento <strong>della</strong> qualitàambientale.Ogni anno, nelle attività <strong>di</strong>datticheproposte dal Parco NaturaleAdamello Brenta, sono coinvolticirca 3mila alunni (il 60% deltotale) appartenenti agli Istituticomprensivi che si trovano neicomuni del Parco. Se si considerano,invece, anche le scuoledei comuni fuori Parco, il numerodegli alunni che partecipa alleattività <strong>di</strong> educazione ambientaleproposte raggiunge le 8milaunità.Errata corrigeSul numero speciale <strong>di</strong> luglio de<strong>di</strong>catoall’Adamello Brenta Geopark,in riferimento alla cartinapubblicata a pag. 19, inavvertitamentesono state scambiate le <strong>di</strong>dascaliegraniti/tonaliti (AdamelloPresanella) e calcari/dolomie(Dolomiti <strong>di</strong> Brenta). Ci scusiamocon i lettori per l’errore.24


ADAMELLO BRENTACITTADINI RESPONSABILISI DIVENTA<strong>di</strong> Elisa Cattani“Il vero viaggio <strong>di</strong> scoperta nonconsiste nel cercare nuove terre,ma nell’avere nuovi occhi”(M. Proust)Seguendo il principio che l’educazioneambientale, relativamentealle relazioni tra il genere umano,la natura e l’universo, deve promuovereun approccio inter<strong>di</strong>sciplinare,occupandosi, inoltre, <strong>di</strong>problemi cruciali a livello planetario,delle loro cause e relazioni interne,in un approccio sistemico enel loro contesto storico e sociale,si è conclusa, con successo, l’e<strong>di</strong>-zione 2009 <strong>di</strong> “Junior Ranger”.Il progetto è stato promosso daEuroparc, la Federazione europeadei parchi, a partire dal 2002,come iniziativa pilota esemplificatanel titolo “Junior Ranger inazione per preservare il retaggionaturale e <strong>cultura</strong>le d’Europa”.Tra gli obiettivi <strong>della</strong> propostatroviamo la promozione <strong>di</strong> unprogetto comune tra i parchi europeia la facilitazione <strong>di</strong> scambi<strong>di</strong> esperienze tra nazioni.Il Parco Naturale AdamelloBrenta ha aderito per la primavolta al progetto nel 2008, promuovendoloin ben tre scuoleprimarie già attestate “QualitàParco”: quella <strong>di</strong> Stenico, quella<strong>di</strong> Giustino e quella <strong>di</strong> Tione.Nel 2009 sono invece state coinvoltela scuola primaria <strong>di</strong> Bondoe quella <strong>di</strong> Molveno.Il progetto raggiunge gli obiettiviprefissati quando gli alunni <strong>di</strong>mostrano<strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong>:saper descrivere quali aree delproprio territorio fanno parte delParco Naturale Adamello Brenta;scoprire le attività umane chevi si svolgono e le interazioni conpiante e animali; essere consape-“Junior Ranger” friulani e del Parco con gli operatori del Pnab a Valagola.25


ADAMELLO BRENTAvoli delle regole che tutti devonoseguire per tutelare il territorio;assumersi responsabilità nei confrontidel proprio territorio.Incontri in classe e sul territoriocon gli esperti del Parco, attivitàin classe con le insegnanti, interviste,un incontro con il forestale,uscite sul territorio e unagiornata conclusiva in cui si presenta,ai genitori e agli amministratori,quanto imparato sui <strong>di</strong>versiambienti del territorio e sulParco, infine l’attribuzione deltitolo <strong>di</strong> “Junior Ranger”, sonole tappe del percorso.Quest’anno, all’inizio dell’estate,nell’ambito del progetto, il Parcoha organizzato una giornata <strong>di</strong> gemellaggiotra “Junior Ranger” <strong>di</strong><strong>di</strong>verse aree protette che si è tenutapresso la foresteria <strong>di</strong> Valagola.Dal 29 giugno al 2 luglio 2009,infatti, sono stati ospiti del nostroParco i “Junior Ranger” del ParcoRegionale delle Prealpi Giuliecon i quali si è instaurato un rapporto<strong>di</strong> gemellaggio.Nella giornata del 30 giugno, ilParco Naturale Adamello Brentaha messo a <strong>di</strong>sposizione un propriooperatore e un pullman che,partendo dalla Scuola primaria<strong>di</strong> Molveno, con tappe a Stenico,Bondo e Giustino, ha raccoltoi <strong>di</strong>versi “Junior Ranger” chehanno risposto alla “chiamata”.Complessivamente hanno aderitoall’iniziativa una quarantina<strong>di</strong> bambini e ragazzi.La giornata si è svolta tra presentazionireciproche, un’escursionealla scoperta del paesaggio <strong>di</strong>Valagola e attività lu<strong>di</strong>co-<strong>di</strong>datticheproposte dai nostri operatori.Gli obiettivi-guida <strong>della</strong> giornatae delle attività sono stati quelliin<strong>di</strong>cati e promossi anche da Federparchi:creare un network <strong>di</strong>ragazzi e ragazze che siano coinvoltinella protezione <strong>della</strong> natura,per <strong>di</strong>ventare giovani ambasciatoridelle loro aree protette; crearela consapevolezza e promuoverela conoscenza delle ricchezzenaturali, <strong>cultura</strong>li, sociali ed economichedelle aree protette; promuoverel’amicizia e la creazione<strong>di</strong> un gruppo coeso, coinvoltonel conseguire gli obiettivi propridelle aree protette d’Europa;coinvolgere i giovani che vivonoall’interno o nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanzedelle aree protette; informarli<strong>della</strong> funzione e dell’importanzadelle aree protette.In conclusione, promuovendo ilprogetto “Junior Ranger” e le numerosealtre iniziative nel campodell’educazione ambientale, ilParco Naturale Adamello Brentaintende contribuire alla formazione<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni responsabili,consapevoli e rispettosi dei valoridel territorio in cui vivono.I “Junior Ranger” del ParcoIl Parco Naturale Adamello Brenta ha proposto il progetto “Junior Ranger”per la prima volta nell’anno scolastico 2007/2008, coinvolgendo alcuneclassi delle scuole primarie, già attestate “Qualità Parco”, <strong>di</strong> Stenico,Giustino e Tione. La seconda e<strong>di</strong>zione, nell’anno scolastico 2008/2009,è stata invece rivolta alle scuole elementari <strong>di</strong> Molveno e <strong>di</strong> Bondo.Ad oggi hanno ricevuto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> “Junior Ranger”, consegnato ai bambinie alle bambine che hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> conoscere il territorio del Parcoe <strong>di</strong> poterlo, quin<strong>di</strong>, custo<strong>di</strong>re e proteggere, i seguenti alunni: Stefano Bassi,Alessio Collini, Mattia Cozzini, Gabriela Ioana Danci, Mattia Frizzi, ElisaGottar<strong>di</strong>, Anna Lavezzari, Emily Maestranzi, Rachele Maestri, Diana OtiliaNegru, Arianna Tisi, Ines Tisi, Nicola Viviani, Bryan Zanella, Sara AbdelKadel, Piero Armani, Evanely Bertera, Martino Bomprezzi, Andrea Buffi,Elena Campanar<strong>di</strong>, Francisca Ana Maria Ciulifica, Domiziana Esposito,Thomas Fruner, Klara Gjoreska, Adrian Grad, Giovanni Luzzi, LorenzaMarchiori, Ilaria Murace, Davide Paris, Samela Ravmani, Camilla Salvaterra,Michele Salvaterra, Samuele Scalfi, Francesca Artini, Gionatan Avdullai,Elia Barone, Francesco Battocchi, Giovanna Bomè, Letizia Bosetti, LorenaBrakaj, Mihaela Grabriela Crisan Ferestean, Khaoula Darhour, Giulia Failoni,Elisa Melzani, Elena Molinari, Salvatore Occhino, Patricio AlejandroPedrotti, Gaia Prem, Franco Salvaterra, Nicolò Salvaterra, Arianna Santoro,Luca Valenti, Daniele Albertini, Federica Albertini, Thomas Aldrighetti,Desireè Amorth, Angela Aronica, Emsel Arslani, Ester Ghezzo, AntonellaLa<strong>di</strong>ni, Stella Lever, Eros Litterini, Mattia Marocchi, Mirko Marocchi,Chiara Masci, Lia Nicolli, Elisa Sebastiani, Federico Todeschini, GloriaClara Veronesi, Urmetka Asani, Nicole Chiarani, Sadmin Destani, MirkoFailoni, Matteo Giramonti, Enrico Grazzi, Michele Litterini, Federica Muraca,Giorgia Zappacosta, Riccardo Bernar<strong>di</strong>, Alessandra Bosetti, AnnalisaDonini, Arianna Donini, Asja Donini, Filip Donini, Giulia Donini, LeilaDonini, Letizia Donini, Matteo Donini, Sara Donini, Anna Giordani, EleonoraGiordani, Katja Giordani, Alessia Meneghini, Sangita Sartori, SofiaSartori, Sebastiano Sartori, Alessandro Bonazza, Mattia Bonazza, SimoneBonazza, Martina Corra<strong>di</strong>, Ingrida Derkac, Valentina Ducoli, Matteo ValterFerrari, Marta Mazzocchi, Emanuele Molinari, Alberto Paoli.26


ADAMELLO BRENTALA LEGGEREZZADELLA NATURA: gli Eriofori<strong>di</strong> Giuliana PincelliUn gruppo <strong>di</strong> pennacchi can<strong>di</strong><strong>di</strong>che si intravede da lontano,inconfon<strong>di</strong>bile, durante unacamminata <strong>di</strong> fine estate, è comeun’infallibile sentinella. Avvisache lì c’è acqua, quella <strong>di</strong>un piccolo laghetto glaciale, oquella che scorre quasi invisibiletra i fitti cespi dei prati paludosi.Ma prima <strong>di</strong> questo, un paesaggioaddolcito da una macchia<strong>di</strong> eriofori è soprattutto bello. Daguardare e goderselo fino in fondo,avvicinandosi e scoprendo ladelicatezza <strong>di</strong> questi piumini.Viene naturale pensare a dei fiori,forse lontani parenti del cotone...invece si tratta <strong>di</strong> frutti, tanti piccolisemi circondati da setole sottilissime,che nell’insieme appaionocome dei fiocchi <strong>di</strong> bambagia.È una caratteristica <strong>della</strong> famigliadelle Cyperacee 1 , quella <strong>di</strong>avere fiori ridotti all’essenziale:niente calice o corolla, solo qualchepiccola squama o dei fili sottiliche proteggono gli organi riproduttivimaschili e femminili(rispettivamente stami e ovario);questi sono generalmente riunitiin infiorescenze con l’aspetto <strong>di</strong>spighette dense e scure, per nullavistose.Negli eriofori, in particolare, lesetole numerose e allungate continuanoa svilupparsi a feconda-1 Una famiglia simile alle graminacee,quanto a struttura e aspetto, che contatra i suoi figli il famoso papiro (Cyperuspapyrus) degli antichi Egizi, da cui siricavò la prima carta.zione avvenuta, fino a trasformarsiin un vistoso “pennacchio”,prezioso equipaggiamento aereoquando il seme, pronto a partire,si <strong>di</strong>sperderà più facilmente nellabrezza.Altre caratteristiche comuni alle<strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> eriofori sonoi fusti privi <strong>di</strong> no<strong>di</strong> con le fogliequasi tutte basali, mentre quellesul fusto, quando presenti, sonoin genere molto ridotte e avvolteda una guaina più o menosviluppata.Una prima <strong>di</strong>stinzione tra lequattro specie (E. vaginatum,angustifolium, latifolium, scheuchzeri)presenti nel Parco e zonelimitrofe può avvenire osservandola forma, il portamento eil numero dei “fiocchetti”: tondeggiantio penduli, solitari o apiccoli gruppi. È utile anche intuirele caratteristiche ambientali:l’aci<strong>di</strong>tà del suolo, infatti, è27un fattore importante per il qualealcune specie hanno solo dellepreferenze, altre, invece, sonopiù esigenti e non si adattano facilmente.π Eriofori in Val Nambrone.† E. scheuchzeri.


ADAMELLO BRENTATutti gli eriofori sono comunquelegati ad ambienti umi<strong>di</strong>, oggi tutelaticon particolare attenzione,in quanto ormai spesso minacciatidalle attività antropiche.Nel Parco, il settore dell’Adamello-Presanellaha le caratteristicheecologiche più adatte per questihabitat: i laghetti del Mandrone,le torbiere <strong>della</strong> Val Meledrio, ilfondovalle <strong>della</strong> val <strong>di</strong> Fumo. Piùrare le occasioni in Brenta, datala tendenza dell’acqua <strong>di</strong> infiltrarsinel sottosuolo e la scarsità<strong>di</strong> ristagno superficiale.Non posseggono principi curativiné usi correnti, ma altrove oin tempi lontani anche gli erioforitornavano utili: i nativi del Canadae Nord America si alimentavanocon le basi dei fusti e le parti sotterraneecrude o bollite - che sembraabbiano un sapore dolciastro- con<strong>di</strong>te con olio <strong>di</strong> foca o, in alternativa,essiccate e conservate.Già nell’antica Roma i sofficipennacchi venivano usati comeimbottitura <strong>di</strong> cuscini, mentrein tempi più recenti alcune genti<strong>di</strong> <strong>montagna</strong> li usavano per farnestoppini per le lampade o trecceSCHEDANome scientifico: EriophorumNome volgare: Pennacchio, ErioforoNomi <strong>di</strong>alettali: Piumini, Piumazzi bianchi, Màuli, Gač da montFamiglia: CyperaceeEtimologia: Eriophorum: dal greco èrion = lana e fero =io portoda miccia. Nella me<strong>di</strong>cina popolarequesta materia soffice rappresentavail sostituto del cotoneda apporre sulle ferite. In Germaniasi è provato anche a realizzarequalche articolo <strong>di</strong> abbigliamento,sebbene i filamenti fragili esottili siano <strong>di</strong>fficili da lavorare.Infine, eriofori e lemmings. È un“mistero biologico” che questipiccoli ro<strong>di</strong>tori scan<strong>di</strong>navi ciclicamenteaumentino a <strong>di</strong>smisurae comincino a muoversi in massafinendo inspiegabilmente laloro corsa nelle acque del mareo <strong>di</strong> un grande lago. Sugli eriofori,comune cibo dei lemmings,si basa un’ipotesi originale perspiegare il fenomeno: una tossinaprodotta dalla pianta in caso<strong>di</strong> intenso pascolamento impe<strong>di</strong>rebbeai ro<strong>di</strong>tori la <strong>di</strong>gestione,costringendoli quin<strong>di</strong> a mangiare“a vuoto” e a restare perennementeaffamati. La ricerca ciecae impazzita <strong>di</strong> cibo li porterebbea cercare nuovi spazi, ignorandoostacoli e finendo, accidentalmente,nelle acque del mare, <strong>di</strong>fiumi, o laghi. 2π E. latifolium.√ Distesa <strong>di</strong> eriofori.† E. angustifolium.2 (Attenborough, 1995). Fonti aggiornateriportano che l’ultimo boom nella popolazionedei lemmings si è verificatonel 1994, forse a causa dei cambiamenticlimatici. Il fenomeno è stato comunqueri<strong>di</strong>mensionato e riportato alla casualità.28


ADAMELLO BRENTAPrincipali caratteristiche degli eriofori presenti nel ParcoSpecie e habitat Fiore Fusto FoglieSpiga unica, sempre erettaCon sezione triangolare inalto, tendente a cilindricain bassoCon margine scabroPennacchio guainato(E. vaginatum)Torbiere acide e sfagneti.1.000-2.300 mSpiga unica, sempre eretta Con sezione cilindrica Superiori margine liscioPennacchio <strong>di</strong> Scheuchzer(E. scheuchzeri)Terrenoblandamente acido.1.500-2.700 mSpighe numerose, dopo lafioritura pendule o inclinatePeduncoli lisciCon sezione cilindrica.Peduncolidell’infiorescenza lisciCostolate e strette, conmargine liscioPennacchio a foglie strette(E. angustifolium)Acidofilo.800-2.500 mPennacchio a foglie larghe(E. latifolium)Torbiere basse, pratipaludosi, preferibilmentesu calcare.0-2.100 mSpighe numerose, dopo lafioritura pendule o inclinate.Peduncoli scabri.Perlopiù cilindrico.Peduncolidell’infiorescenza scabriPianeDisegni tratti da: Flora d’Italia, Pignatti, 1982 e Exkursionflora von Deutschland, Rothmahler, 199529


ADAMELLO BRENTALA VANESSA ATALANTAUn’insospettabile, piccola, grande viaggiatrice<strong>di</strong> Gilberto Volcan“Invisibili”Solitamente, quando parliamo <strong>di</strong>fauna selvatica, pensiamo a cervi,orsi, stambecchi, aquile, marmottee pochi altri animali. Intutto più o meno una trentina <strong>di</strong>specie. Per qualche appassionato,nello stesso termine, sono ricompresianche uccelletti, pescied altri strani animaletti che nuotano,strisciano o saltano. Incre<strong>di</strong>bilmente,quasi nessuno ricordaformiche, farfalle, libellule o,più in generale, insetti, molluschie tanti altri. Eppure tra questi“invisibili” troviamo i motoridei nostri ecosistemi: miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>esseri viventi <strong>di</strong> cui non ci accorgiamonemmeno ma che, semplicemente,ci consentono <strong>di</strong> vivere.Non è forse un caso che trale specie più importanti del Parco,che l’Europa ci chiede <strong>di</strong> tutelare,vi siano anche due insetti:la Rosalia alpina e la Callymorpha(Euplagia) quadripunctaria,detta comunemente falenadell’edera.Chissà, se fossimo gran<strong>di</strong> quantoun chicco <strong>di</strong> riso, forse ci accorgeremmo<strong>di</strong> loro e capiremmo.Vi voglio quin<strong>di</strong> raccontare la storia<strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi invisibili, straor<strong>di</strong>nariocome gli altri, splen<strong>di</strong>donell’aspetto e nei colori.Una giornata importante!11 ottobre 2008, Val Rendena,Monte Spinale. La giornataè serena e fredda, con un gelidoVanessa atalanta.vento occidentale. Mi trovo inun luogo eccezionale, nel cuoredel Parco, dove, come sospeso,posso osservare i due mon<strong>di</strong>che lo compongono. Qui acquae fuoco s’incontrano: guardandoverso occidente vedo le nerecime del Gruppo dell’Adamelloe <strong>della</strong> Presanella, <strong>di</strong> originemagmatica intrusiva. Volgendolo sguardo a est posso inveceosservare le can<strong>di</strong>de guglie delBrenta nate, come perle, dal fondodel mare.Non mi trovo qui per caso. Oggiè una giornata importante:la giornata <strong>di</strong> monitoraggio gipeto,organizzata dal “cugino”Parco Nazionale dello Stelvio.Centinaia <strong>di</strong> persone, tra cuimolti birdwatchers, cacciatorie semplici appassionati, sonoappostate come me e attendono<strong>di</strong> vedere il grande avvoltoio.Al termine <strong>della</strong> giornatasapremo quanti gipeti frequentanoquest’area e potremo trarreutili in<strong>di</strong>cazioni sullo stato<strong>di</strong> avanzamento dell’ormai piùche ventennale progetto <strong>di</strong> reintroduzionesulle Alpi.Quanta fatica per riportare in naturauna specie che i nostri avihanno sterminato in pochi decenni,spinti da false credenze,dal desiderio <strong>di</strong> ricchezza edall’ignoranza. Ma gli errori primao poi si pagano, sempre.Le ore passano veloci e del gipeto,per oggi, non vi è traccia. Solole aquile mi tengono compagniae le osservo a lungo mentre volteggianoe si spostano con lenteplanate nei vari settori dei loro30


ADAMELLO BRENTAVanessa atalanta, bruco.gran<strong>di</strong> territori. Il freddo intensosi fa sentire, ma il paesaggiod’incre<strong>di</strong>bile bellezza e la trepidazionedell’attesa fanno scordarequalsiasi problema.FarfalleMentre controllo il cielo, <strong>di</strong> unazzurro accecante, ogni tantovedo anche qualche farfalla. Sitratta <strong>della</strong> vanessa atalanta, unabellissima farfalla nera ornata dagran<strong>di</strong> macchie bianche e rossomattone. Tutti gli esemplari arrivanoda nord, dalla Val Meledrio,con il loro volo irrequietoe apparentemente fragile. Giuntesul crinale, a oltre 2000 m <strong>di</strong>quota, vengono rigettate in<strong>di</strong>etrodalle folate <strong>di</strong> vento. E, al contrario<strong>di</strong> quanto verrebbe da pensare,non in<strong>di</strong>etreggiano, ma sialzano sino a superare la barrieraventosa per poi buttarsi a valle,verso sud.“Strano comportamento”, penso,“chissà come mai spendere tantaenergia per passare da una valleall’altra”. Passano i minuti ele farfalle continuano a sfilare,con le stesse modalità, a decineprima, centinaia poi. Comprendopian piano che non si tratta <strong>di</strong>qualche farfalla impazzita, ma <strong>di</strong>un vero fiume <strong>di</strong> farfalle, pressochéininterrotto; una migrazioneche dura fino al tardo pomeriggioquando va a scemare lentamentementre io, terminato ilmonitoraggio, scendo a valle.Nei giorni seguenti, la curiositàmi spinge ad esplorare e ne osservomolte altre in <strong>di</strong>verse zonedel Parco, sempre <strong>della</strong> stessaspecie e sempre in migrazione.Parlando con un alpinista delluogo scopro ad<strong>di</strong>rittura che nelBrenta c’è un alto valico notoagli alpinisti per il transito autunnaledelle farfalle. Incre<strong>di</strong>bile,resto a bocca aperta.Una grande viaggiatricePassano i giorni e mi documentomeglio: cerco libri e rivisteal Parco e nei musei, parlo conchi questi insetti li stu<strong>di</strong>a – glientomologi – e scopro un’inattesarealtà. La vanessa atalantaè presente durante tutto l’arcodell’anno in Europa centralee meri<strong>di</strong>onale, mentre in Europasettentrionale, dalla Penisolascan<strong>di</strong>nava alla Russia, arrivasolamente in primavera, dopolo scioglimento delle nevi, persfruttare le abbondanti risorsealimentari. Si ferma in quellearee remote solo per riprodursie poi, con i primi fred<strong>di</strong> autunnali,torna a sud per svernare nelbacino del Me<strong>di</strong>terraneo.Vanessa del cardo.31Inachis io.Avreste mai pensato che una piccola,leggerissima farfalla potessecompiere migrazioni stagionali<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> chilometri?Oltrepassando, per <strong>di</strong> più, gran<strong>di</strong>barriere montuose come le Alpie vaste <strong>di</strong>stese marine come ilMe<strong>di</strong>terraneo?Ebbene sì, alcune delle nostrespecie <strong>di</strong> farfalle sono in grado<strong>di</strong> fare tutto questo e la vanessaatalanta è tra queste.Ancora una volta non si può nonrestare estasiati <strong>di</strong> fronte alla varietàdei comportamenti, dellespecie, <strong>della</strong> vita.Come riconoscerlaLa vanessa atalanta appartieneal gruppo delle vanesse, che ricomprendemolte altre specie.Si tratta <strong>di</strong> farfalle <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensio-


ADAMELLO BRENTAVanessa dell’ortica.SCHEDAni relativamente gran<strong>di</strong>, <strong>di</strong> colorescuro con varie ornamentazioni:solitamente rosse, biancheo azzurre. Oltre alla vanessa atalanta,nelle nostre valli è possibileosservarne altre tre: la vanessadell’ortica, comunissima enota a tutti, la vanessa del cardo,altra formidabile migratrice, mameno comune, la vanessa pavonee l’Inachis io, dagli splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ornamenti che ricordano gran<strong>di</strong>occhi. Rispetto a queste la vanessaatalanta risulta facilmente<strong>di</strong>stinguibile per la colorazioneprevalentemente scura su cuispiccano gran<strong>di</strong> macchie bianchee rosse. Non vi sono <strong>di</strong>fferenze<strong>di</strong> colorazione tra maschie femmine e queste ultime sonoClasse:InsettiOr<strong>di</strong>ne:LepidotteriFamiglia: Ninfali<strong>di</strong>Sottofamiglia: NinfaliniGenere:VanessaSpecie: Vanessa atalanta (Linneo, 1758)Nome comune: Vanessa atalanta, atalanta, vulcanoApertura alare: 50 - 60 mmDistribuzione: Europa, nord Africa, nord America, Asiaminore, Canarie, America centrale, Azzorre,Nuova Zelanda, isole HawaiiFenologia in Italia: sedentaria e migratricePeriodo riproduttivo: aprile - settembreGenerazioni annuali: 2-4 (una in <strong>montagna</strong>)Età massima in natura: 11 mesiin genere leggermente più gran<strong>di</strong>dei maschi.VitaAl contrario <strong>di</strong> molte altre farfalle,che allo sta<strong>di</strong>o adulto vivonopochi giorni, le vanesse, etra queste soprattutto la vanessaatalanta, vivono molto più alungo, sino a un<strong>di</strong>ci mesi circae sono in grado <strong>di</strong> superare anchel’inverno, purché non siatroppo rigido. Per tale motivole vanesse atalanta del nord Europa,all’approssimarsi dell’autunnosono obbligate a migrarepiù a sud, raggiungendo zonetemperate caratterizzate da invernimiti e non eccessivamentenevosi. Con l’abbassarsi delletemperature questi insetti siritirano nelle fessure tra le roccee cadono in uno stato d’inattivitàche si protrae sino allaprimavera, ma che può esseretemporaneamente interrottonelle giornate particolarmentecalde e soleggiate.Con l’arrivo <strong>della</strong> primavera anchele vanesse si risvegliano e iloro voli variopinti tornano adornare pascoli e praterie. In questoperiodo e per tutta l’estate imaschi <strong>di</strong>fendono accanitamentepiccoli territori in cui sono invecebene accette le femmine. Afocosi corteggiamenti, effettuatiin volo e spesso a gran<strong>di</strong> altezze,seguono gli accoppiamenti.Vanessa atalanta, uovo.32


ADAMELLO BRENTASuccessivamente le femmine depongonopiù uova dando luogoad una, due, sino a quattro generazioninello stesso anno. Dalleuova, deposte singolarmente sullefoglie d’ortica o più raramente<strong>di</strong> cardo e altre essenze erbaceeo arbustive, schiudono ben prestofamelici bruchi che si cibanodelle foglie <strong>della</strong> pianta nutrice.Dopo una serie <strong>di</strong> mute effettuateall’interno <strong>di</strong> una foglia accartocciata,il bruco si trasforma incrisalide dalla quale poi schiuderàla farfalla.Parco, malghe ed orticheNel territorio del Parco la vanessaatalanta è presente sia nei mesiestivi, come specie residente,che in quelli autunnali, prevalentementecome migratrice. Non èInachis io.tra le specie più comuni e purtrovandosi in tutte le aree apertesino a 2000 metri <strong>di</strong> quota, nonè mai abbondante e spesso piuttostolocalizzata. Come tutte lefarfalle <strong>di</strong>urne ama molto le areeaperte e soleggiate mentre rifuggegli ambienti umi<strong>di</strong> ed ombrosi.Le malghe del Parco, con i lorosplen<strong>di</strong><strong>di</strong> pascoli e con le loroconcimaie ricoperte da <strong>di</strong>stese<strong>di</strong> ortiche, rappresentanoeccezionali ambienti ove moltefarfalle e altri animali possonovivere e riprodursi. Un motivoin più per cercare <strong>di</strong> preservarequeste strutture dall’incipientedegrado e dall’avanzaredel bosco, nella ricerca <strong>di</strong> unideale equilibrio. Malghe intesequin<strong>di</strong> come preziosi scrigniVanessa del cardo con ali aperte.<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità. E anche l’ortica,spesso o<strong>di</strong>ata e strappata perle dolorose punture che a voltecausa agli incauti, assume quin<strong>di</strong>grande valore e va vista conaltri occhi.Come tutti gli altri animali che vivononel Parco, anche le farfallesono protette e non vanno molestatene tantomeno uccise. Anchela semplice cattura per osservarlepuò danneggiarle irreparabilmente.Le farfalle quin<strong>di</strong> si guardano,si ammirano o tutt’al più sifotografano, nulla più.Un giar<strong>di</strong>no per le farfalleLe farfalle, con i loro voli e i lorocolori, sono elemento <strong>di</strong> grandepregio che spesso cerchiamo<strong>di</strong> attrarre nei nostri giar<strong>di</strong>ni.Come rendere quin<strong>di</strong> appetibileil nostro giar<strong>di</strong>no alle farfalle?Semplicemente offrendo lorosole, acqua - è sufficiente unapozzanghera - e cibo, nella forma<strong>di</strong> piante nutrici per i bruchie piante ricche <strong>di</strong> nettare per gliadulti. Tra le più importanti, chepossiamo favorire per richiamarele farfalle, ci sono: l’ortica, lasalvia, il biancospino, l’edera ela menta.33


ADAMELLO BRENTAL’ORSO:LA BELVA SI FA UMANA<strong>di</strong> Giovanni KezichNell’Europa <strong>di</strong> un tempo, quelladelle gran<strong>di</strong> selve e dei gran<strong>di</strong>spazi incolti, due sono le fierea contenderne all’uomo il pienodominio: il lupo e l’orso. Ma seil lupo rappresenta <strong>di</strong> solito unamalvagità cupa e un po’ stolida,comunque inavvicinabile, l’orso<strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione popolare europeaè quasi un uomo mancato, un uomoa metà, una paro<strong>di</strong>a d’uomo.Ben lo sapevano gli antichi slavi,che sulla base <strong>di</strong> un’attribuzioneantropomorfizzante e un po’fiabesca hanno chiamato l’orsomedved, il “mangia-miele”.Onnivoro, all’occasione bipede,giocherellone, goloso e improvvisamenteiracondo come un òmselvadegh o un ragazzone un po’scemo, l’orso appare come unacontrofigura selvatica dell’uomo,essendo la <strong>di</strong>retta <strong>di</strong>mostrazionein sede zoologica, nel saperepopolare <strong>di</strong> tutto il mondo,<strong>della</strong> continuità <strong>di</strong> fondo che, al<strong>di</strong> là delle molte <strong>di</strong>fferenze, esistenei due sensi tra l’essere animalee l’essere uomo.Ben lo sanno i pellegrini <strong>di</strong> SanRome<strong>di</strong>o, che leggono all’ingressodel santuario questa massimamoraleggiante, che <strong>di</strong>ceinfatti la stessa cosa: “Fatto stupendo,o cosa strana! L’orso, labelva si fa umana. / Stupor maggioreche l’uomo nato, in belvacerchi esser cangiato”.Non vi è quin<strong>di</strong> da stupirsi sein quel mondo alla rovescia,in quella messinscena <strong>di</strong> valoriall’incontrario, che è in tutta Europail Carnevale, l’orso sia unacomparsa d’eccezione, un personaggioimportante, talora unprotagonista. Così è, ad esempio,in tutti i Balcani, dove l’orsoè tirato da una catena dal suodomatore, che nell’altra manoimpugna l’immancabile gadulkae l’archetto, la piccola lira atre corde per farlo ballare.Così, per l’esibizione nel contestocarnevalesco, e in quelloaffine delle fiere, dei mercati edelle feste popolari, gli orsi venivanocatturati anche vivi, megliose da piccoli, strappandolialla madre che veniva non <strong>di</strong> radouccisa. In una valle dei Pirenei,sul versante francese, nonlontano da Lourdes, la valle delGarbet, gli abitanti, avuta l’ideada certi domatori d’orso boemi ozingari che si erano spinti fin là,si specializzarono in questo genere<strong>di</strong> catture, e cominciarono aCaccia all’orso, Arles sur Tech, Catalogna francese (Arch. fotografico Museo degli Usi eCostumi <strong>della</strong> Gente Trentina).34


ADAMELLO BRENTAgirare l’Europa e anche l’Americain proprio, andando ad esibiregli orsi, dapprima catturatiin <strong>montagna</strong> e poi, dopo la quasiestinzione <strong>di</strong> questi sulle montagne<strong>di</strong> casa, reperiti alla megliosul mercato algerino. Così, comeil Tesino è la valle dei ven<strong>di</strong>tori<strong>di</strong> stampe e la Rendena la valledei moléta (arrotini), la valledel Garbet <strong>di</strong>venne nella leggendapopolare “la vallée des montreursd’ours”, e le gesta anched’oltreoceano <strong>di</strong> questi domatoriimprovvisati sono ormai oggetto<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, ricerche, e <strong>di</strong> recenteanche <strong>di</strong> un film, presentatocon successo qualche anno fa alTrentoFilmfestival.Duro, e molto crudele, il tirociniomusicale dei giovani orsi che– a quanto si racconta – venivanofatti ballare su una piastrarovente al suono <strong>di</strong> un tamburo,onde stimolarne per sempreun riflesso con<strong>di</strong>zionato, che liavrebbe spinti alla danza ogniqualvoltane avessero u<strong>di</strong>to ilrullare. Ma a poco a poco, vistala rapida riduzione delle popolazioniursine un po’ ovunquein Europa, <strong>di</strong> orsi veri tra i baracconidelle fiere se ne viderosempre <strong>di</strong> meno e l’orso <strong>di</strong>vennequello che è oggi a carnevale,e cioè un personaggio in costume,una comparsa.Così lo troviamo dalla Croaziaalla Bulgaria, in tutti i Balcani,accompagnato dal suo fedeledomatore imberrettato, vero antagonistaclownesco con il qualeingaggia dei furiosi corpo a corposeguito da altrettanto improvviserappacificazioni: una coppiafissa del codazzo finale <strong>della</strong> processionecarnevalesca, quello piùbuffonesco e sguaiato, insieme adaltri animali quali il cammello ol’immancabile cheval-jupon, maanche a un’assortita compagnia<strong>di</strong> zingari veri e finti, <strong>di</strong> morti-viventi,<strong>di</strong> personaggi truculenti e<strong>di</strong> ogni genere <strong>di</strong> transgender.Ma troviamo l’orso anchenell’Europa occidentale, e quantomenodalla Navarra al Piemonteoccitano. A Ituren in Navarra,in contesto <strong>cultura</strong>le a fondo basco,è proprio un orso a condurrela processione degli Yoaldunak,l’antico gregge sacrale degli uomini-pecorache apre scampanandola processione del carnevale.Paradossalmente, comenotava Cesare Poppi, l’orso (inbasco artz) <strong>di</strong>viene così un pastore(arztain), come se a carnevalelo sterminatore dei greggine <strong>di</strong>ventasse paradossalmenteil custode: ancora, per il nostroorso, un’inversione <strong>di</strong> ruolo.Dalla Navarra spagnola portiamocinella Catalogna francese,sul versante settentrionaledei Pirenei. Qui l’orso è il veroprotagonista del Carnevale checonsiste, appunto, in una cacciaall’orso. Nel villaggio <strong>di</strong> Arlessur-Tech,per esempio, nel pomeriggiodel sabato grasso, sisparge la notizia che l’orso harapito la bella Rosetta. Tutto ilpaese si lancia all’inseguimentodel plantigrado, ma non riescea evitare che la procace conta<strong>di</strong>na(che è, manco a <strong>di</strong>rlo, ungiovanotto travestito) venga stupratain pubblico. Segue la rivincitadei paesani: un bravo cacciatoresi fa avanti per catturarel’orso e riconquistare la Rosetta.Così, dopo qualche schermagliadall’esito piuttosto scontato,l’orso verrà affrontato, bastonato,legato, ridotto alla ragionee alla fine fatto accomodare suuna se<strong>di</strong>a, dove subirà, a curadel cacciatore <strong>di</strong>venuto barbiere,una rasatura con tanto <strong>di</strong> saponee pennello: sorta <strong>di</strong> castrazionesimbolica che ne sanciscel’avvenuta domesticazione.Facciamo ancora un passo versoest, nel Piemonte occitano, e<strong>di</strong> cacce all’orso ne troviamo ancoramolte, come ha <strong>di</strong>mostratocon grande dovizia <strong>di</strong> particolaril’antropologo Piercarlo Grimal<strong>di</strong>.Qui, però, notiamo un fattosingolare: e cioè che il personaggiodetto “orso”, e oggetto <strong>di</strong> unacaccia in tutto e per tutto analogaa quella cui abbiamo assistitosui Pirenei, in realtà non assomigliaaffatto a un orso vero, ma èuna creatura <strong>di</strong> tutt’altro genere.A Val<strong>di</strong>eri, nella <strong>montagna</strong> cuneese,per esempio, il cosiddetto“orso” è un portentoso uomo<strong>di</strong> paglia, ricoperto dalla testa aipie<strong>di</strong>, fatto salvo il viso tutto nero<strong>di</strong> nerofumo, <strong>di</strong> una lunghissimatreccia <strong>di</strong> paglia <strong>di</strong> segale,che lo avvolge tutto, conferendoglil’aspetto proprio <strong>di</strong> un verocovone semovente, o <strong>di</strong> uno spaventapasseriambulante. Qualcunoha suggerito che questo travestimentodel tutto incongruo allarappresentazione <strong>di</strong> un orso siadovuto alla <strong>di</strong>fficoltà intrinsecadel reperirsi in loco dei materiali(pelli, pelo, grugno…) atti ad unarappresentazione plausibile delplantigrado. A mio avviso, però,la spiegazione è tutt’altra, e ci imponeuna breve <strong>di</strong>gressione.Scrive infatti James Frazer, nellagrande impareggiabile suaopera Il Ramo d’Oro, che fin daitempi più remoti era uso degliantichi mietitori l’astenersi daltaglio dell’ultimo covone, cherimaneva così ritto in mezzo alcampo a titolo <strong>di</strong> simulacro finoal completamento <strong>della</strong> raccolta,per essere oggetto in un tempo<strong>di</strong>fferito <strong>di</strong> un taglio ritualizzatoo ad<strong>di</strong>rittura solenne. Si suppo-35


ADAMELLO BRENTAneva, infatti, che in quest’ultimocovone risiedesse lo spirito delgrano, cioè lo spirito del raccolto,a cui si dava spesso nell’immaginariouna forma animale:lupo, volpe, cinghiale, cervo, cigno,cicogna e naturalmente ancheorso. Perché tutto questo?In origine, io credo, per conferirealla mietitura l’importanzasacrificale <strong>di</strong> una vera caccia,e al suo prodotto, il grano,uno status alimentare e simboliconon inferiore a quello <strong>della</strong>carne: una trovata non banale,io credo, per dei cacciatori neoliticirisoltisi, e certo non sempre<strong>di</strong> buon grado, a transitarepiuttosto repentinamente dallegran<strong>di</strong> cacce a una <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> carboidrati,certo meno adatta, almenoall’apparenza, a sod<strong>di</strong>sfareappetiti preistorici. Con unaimportante <strong>di</strong>fferenza a favoredel cibo <strong>di</strong> grano, però: mentrel’orso <strong>della</strong> caccia, una volta ucciso,è morto per sempre – salvoil ricomparire in quanto spiritonei mon<strong>di</strong> immateriali dellosciamanesimo – l’orso <strong>di</strong> pagliamuore e risorge dal proprio seme,secondo quella elementaremistica <strong>di</strong> morte e resurrezioneche ve<strong>di</strong>amo infatti prender formafin dalle origini nel mondoagrario del vicino oriente, intornoalla figura mistica <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o –Attis, Osiride, Tammuz, Adone,fino ad Orfeo, per non fare altrinomi a noi più familiari – <strong>di</strong> cuiil mito racconta l’esser stato capace,come il grano, <strong>di</strong> risorgeredopo la morte.In questa prospettiva, l’orso <strong>di</strong>paglia, l’orso <strong>di</strong> Val<strong>di</strong>eri non èuna sottospecie, non è una finzione,ma ci riporta al cuorestesso del percorso magico-religiosodell’umanità a partire dalneolitico e l’orso stesso, eternafigura <strong>di</strong> transizione tra il mondoanimale e quello umano, <strong>di</strong>ventacosì in questa prospettivaun vero e proprio oggetto sacrificale,un quasi-<strong>di</strong>o.Non a caso, il rito <strong>di</strong> Val<strong>di</strong>eri siconclude, come spesso avvienein questi casi, con il rogo pubblico<strong>di</strong> un pupazzo <strong>di</strong> paglia cheè il perfetto simulacro dell’orsoappena catturato e processatosulla pubblica piazza: arcaicaanticipazione pagana, per il tramitedel nostro antico mangiamiele,<strong>della</strong> scena del Golgota.Tanto lontano ci conduce, se cosìvi piace, la storia dell’orso.Il presente articolo è tratto dalla newsletterI fogli dell’orso n° 20 dell’ottobre 2009,che si può richiedere al seguente in<strong>di</strong>rizzomail: orso@pnab.it. Per approfon<strong>di</strong>re:www.museosanmichele.it.Orso <strong>di</strong> Val<strong>di</strong>eri, Valle Gesso - Cuneo (Arch. fotografico Museo degli Usi e Costumi <strong>della</strong>Gente Trentina).Giovanni Kezich è antropologo e <strong>di</strong>rettoredel Museo degli Usi e Costumi <strong>della</strong> GenteTrentina <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge36


ADAMELLO BRENTALe tane degli orsi: uno stu<strong>di</strong>opluriennale del Parco<strong>di</strong> Filippo Zibor<strong>di</strong> e Andrea MustoniTra le caratteristiche dell’orsoche maggiormente affascinano eincuriosiscono, vi è senza dubbioil letargo. Il mistero avvolge findalla notte dei tempi questa strategiacomportamentale, definitascientificamente “ibernazione”,grazie alla quale il plantigrado,per sfuggire ai rigori dell’invernoe alla <strong>di</strong>minuita <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> cibo, si ritira all’interno <strong>di</strong>una cavità in uno stato <strong>di</strong> inattivitàpiù o meno completa. Allenostre latitu<strong>di</strong>ni, il riposo durageneralmente dalla fine del mese<strong>di</strong> novembre fino a marzo.Nel tentativo <strong>di</strong> interpretare questomisterioso comportamentosono sorte leggende, miti e forsead<strong>di</strong>rittura un vero e proprio cultodell’orso: secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi,la con<strong>di</strong>visione delle medesimecaverne, “in cui il passaggiodegli orsi precedeva quello degliuomini”, avrebbe infatti dato originead una adorazione del plantigradoda parte dei nostri antenatigià in età preistorica.La ricerca delle taneL’indagine è stata realizzata attraversocampagne <strong>di</strong> esplorazionetendenti a in<strong>di</strong>viduare, caratterizzaree localizzare con precisioneil maggior numero possibile <strong>di</strong>siti <strong>di</strong> svernamento nell’area corrispondenteai gruppi montuosidelle Dolomiti <strong>di</strong> Brenta e <strong>della</strong>dorsale Gazza-Paganella (coinœIngresso ad un tanta <strong>di</strong> orso.† Esemplare <strong>di</strong> orso.E proprio il fascino è forse statala spinta iniziale che ha permessola scoperta, nel corso <strong>di</strong> unaventina <strong>di</strong> anni, da parte <strong>di</strong> alcuniappassionati, <strong>di</strong> un gran numero<strong>di</strong> tane nel Trentino occidentale.Su questo patrimonio <strong>di</strong> conoscenza,che ha probabilmente pochipari in Europa meri<strong>di</strong>onale, hapreso avvio, nel 2005, un’indagineconoscitiva denominata “Progettoorso - Monitoraggio tane”,promossa e realizzata dal ParcoNaturale Adamello Brenta.L’obiettivo dello stu<strong>di</strong>o pluriennaleè quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re leinformazioni sull’ecologia <strong>della</strong>specie, ancora troppo poco conosciutain ambito alpino, e quin<strong>di</strong><strong>di</strong> “applicare” le conoscenze acquisiteal fine <strong>di</strong> assicurare unaidonea conservazione alla popolazione<strong>di</strong> recente ritornata sulleAlpi Centrali grazie al progetto<strong>di</strong> reintroduzione Life Ursus.In questo contesto, l’identificazionedei siti <strong>di</strong> svernamento appareparticolarmente utile ancheper in<strong>di</strong>rizzare le politiche <strong>di</strong> sviluppoterritoriale e minimizzarele possibilità che si creino conflitticon le esigenze ecologiche<strong>della</strong> specie.37


ADAMELLO BRENTAcidente con il Parco e i territoricircostanti), i quali rappresentanol’areale <strong>di</strong> maggior frequentazioneda parte degli orsi trentini(prima autoctoni e poi reintrodotti)negli ultimi decenni.Grazie all’impegno del personaledell’Ufficio Faunistico, delleguar<strong>di</strong>e del Parco e all’in<strong>di</strong>spensabilecontributo <strong>di</strong> personalevolontario e <strong>di</strong> alcuni studenti,è stato possibile in<strong>di</strong>viduare e<strong>di</strong>spezionare - tra il mese <strong>di</strong> giugnoe la fine <strong>di</strong> agosto <strong>di</strong> ogni anno,in maniera da evitare <strong>di</strong> arrecare<strong>di</strong>sturbo alla specie - ben 63tane, incluse le 21 cavità scopertenel corso delle indagini <strong>di</strong> campoeffettuate a partire dal 1988.L’identificazione dei siti <strong>di</strong>svernamento è avvenuta grazieal rinvenimento, all’internodelle cavità, dei giacigli (sempliciscavi nel terreno o cumuli<strong>di</strong> foglie, materiale legnosoe altri resti vegetale intrecciati)utilizzati dagli orsi per isolarsidal terreno e rendere più“confortevole” la permanenzanel rifugio invernale. Sonostate rilevate e monitorate anche76 cavità potenzialmentefruibili come tane, ma mai utilizzate,per poter effettuare unconfronto con le caratteristichedelle tane realmente occupatedal plantigrado.Per la caratterizzazione dei siti <strong>di</strong>svernamento e delle cavità potenziali,sono stati rilevati sul campovari parametri geografici ed ambientali,come l’esposizione deiversanti e degli ingressi delle cavità,la quota o la pendenza delterreno circostante, nonché le <strong>di</strong>mensioni<strong>della</strong> cavità stessa e delgiaciglio (quest’ultimo solo perle tane). Inoltre, me<strong>di</strong>ante l’ausilio<strong>di</strong> un Sistema InformativoTerritoriale, sono state determinate:l’esposizione e la pendenzadel versante, la classe vegetazionale,la ra<strong>di</strong>azione solare <strong>di</strong>retta,le temperature me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>urnee notturne <strong>di</strong> gennaio e febbraio,le precipitazioni me<strong>di</strong>e annuee le <strong>di</strong>stanze dalle possibili fonti<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo (strade forestali, stradeprincipali, impianti sciistici) edai corpi idrici.L’analisi dei dati rilevatiSulla base delle indagini statistichecondotte, è emerso che laquasi totalità dei siti <strong>di</strong> svernamentoè rappresentata da cavitànaturali, a conferma <strong>di</strong> come,nella scelta dei rifugi invernali,gli orsi sfruttino solitamentela <strong>di</strong>sponibilità ambientale, ampliandoe adattando con un’attività<strong>di</strong> scavo gli anfratti carsici<strong>di</strong> cui è ricca l’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.I ricoveri sono <strong>di</strong> solito caratterizzatida ingressi bassi (altezzame<strong>di</strong>a 0,72 m) e mimetizzati,forse a conferma dell’importanzache riveste la tranquillità duranteil periodo invernale. Al lorointerno presentano, invece,una estrema variabilità, sia nelvolume sia nella tipologia <strong>di</strong> giaciglioutilizzato.Per quanto riguarda le caratteristicheambientali, l’indaginecondotta dal Parco ha permesso<strong>di</strong> scoprire che le tane sono<strong>di</strong>stribuite tra i 520 e i 1969m <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne (me<strong>di</strong>a 1420m s.l.m.), su versanti a pendenzaelevata (me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 41°)ed esposizione sud-est. Gli orsisembrano altresì pre<strong>di</strong>ligere,per lo svernamento, siti lontanida possibili fonti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo:la <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a è risultata<strong>di</strong> 646,2 m da strade secondariee 1831,6 m da strade principali.Anche le aree altamentefrequentate dall’uomo, quali lestazioni turistiche invernali, sonoparticolarmente evitate durantela fase <strong>di</strong> ibernazione.Tutti i dati rilevati sono statiutilizzati per elaborare una primamappa delle aree potenzialmenteutilizzabili dall’orso, duranteil periodo invernale, perl’allocazione del proprio ricovero.La Carta <strong>della</strong> presen-∑ Sensore per il rilevamento <strong>di</strong> temperaturae umi<strong>di</strong>tà posizionato all’interno <strong>di</strong>una tana <strong>di</strong> svernamento.† Sensore, particolare.38


ADAMELLO BRENTAπ Le tane degli orsi hanno spesso un ingresso<strong>di</strong> ampiezza estremamente ridotta.® Giaciglio pre<strong>di</strong>sposto da un orso per il ricoveroinvernale all’interno <strong>della</strong> tana.† Segni <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> una cavità da partedell’orso (unghiata su fango) ritrovatiall’interno <strong>di</strong> una tana del Brenta.za potenziale dei siti <strong>di</strong> svernamentoconferma come la specietenda a trascorrere l’invernolontano dalle strutture antropiche:la <strong>di</strong>stanza delle tane dagliimpianti sciistici è infatti talmenteelevata da rendere priva<strong>di</strong> significato una sua quantificazione,anche considerandola quantità <strong>di</strong> barriere orografichepresenti. La sola tana che sitrova ad una <strong>di</strong>stanza cartograficarelativamente bassa da unimpianto a fune (600 m) è “nascosta”da una chiara e marcatalinea <strong>di</strong> cresta. Ciò può essereconsiderato un’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong>come tali strutture, funzionantiproprio nel periodo <strong>di</strong> ibernazionedell’orso, possano influenzarequesti animali.Gli sviluppi futuri delle indaginiLa Carta elaborata rappresentasolo un primo passo nel tentativo<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare quale sia larelazione esistente tra l’uso-nonuso <strong>di</strong> una cavità e le caratteristicheambientali del territorio. Ulterioridati e analisi <strong>di</strong> maggiordettaglio potranno però portare,nel prossimo futuro, all’elaborazione<strong>di</strong> un più affinato modello<strong>di</strong> valutazione ambientale ingrado <strong>di</strong> rilevare, all’interno delterritorio del Trentino occidentale,le aree a più alta probabilità<strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> un sito utilizzatodall’orso per il periodo <strong>di</strong> svernamento.Proprio a tale scopo, il Parco haimpostato una nuova fase <strong>di</strong> indagine,che si pone l’obiettivo<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le caratteristicheclimatiche dei siti <strong>di</strong> svernamentonei mesi in cui gli orsi sono inibernazione, attraverso l’analisidelle con<strong>di</strong>zioni interne ed esternedelle cavità utilizzate e potenziali.Nell’arco <strong>di</strong> un triennio(2008-2010), tutte le tane note eun congruo numero <strong>di</strong> cavità potenzialiverranno dunque monitoratitramite appositi micro-rilevatori,nella convinzione chetemperatura ed umi<strong>di</strong>tà siano ingrado <strong>di</strong> orientare le scelte ecologicheinvernali <strong>della</strong> specie.Tutto ciò nell’ottica <strong>di</strong> compiereun piccolo passo avanti nellaconoscenza dell’ecologia invernale<strong>della</strong> specie. Ma anche,se non soprattutto, nel tentativo<strong>di</strong> fornire un utile supportoall’in<strong>di</strong>viduazione dei <strong>di</strong>versiambienti che sarebbe opportunosottoporre a speciali regimi<strong>di</strong> tutela, al fine <strong>di</strong> non vanificaregli sforzi <strong>di</strong> conservazionefin qui condotti.39


ADAMELLO BRENTANotizie dal Parcodel kozara<strong>di</strong> Elisa CattaniGatto selvatico, capriolo, gufo escoiattolo sono solo alcune dellenumerose specie animali che,nei boschi del Parco Nazionaledel Kozara (Pnk), in Bosnia-Herzegovina (Mrakovica – Prijedor),trovano il loro habitatideale. Il 98% <strong>della</strong> superficie<strong>di</strong> quest’area protetta è copertada vegetazione. Molteplici e <strong>di</strong>verse,numericamente parlandopiù <strong>di</strong> 860, sono le specie floristicheche vegetano all’internodei suoi confini. Ne ricor<strong>di</strong>amouna tra tutte, la Dactylorhizasambucina (Orchis sambucinaL.), una specie erbacea spontaneaappartenente alla famigliadelle Orchidacee. Quest’orchidea,chiamata, assieme ad altre,Dactylorhiza, per l’apparato ra-<strong>di</strong>cale a forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>ta, fa parte,sia nel Pnk che nel Pnab, <strong>della</strong>Red List delle specie protette.I suoi fiori, portati a grappolosu <strong>di</strong> uno stelo alto tra i 30e i 40 centimetri, sono raccoltiin infiorescenze ed il loro colorevaria dal giallo al rosso-viola.Molto suggestive e spettacolarisono le macchie colorateche queste orchidee, durante imesi <strong>di</strong> giugno e luglio, creanoassociate a genziane e viole. Ilterritorio del Parco balcanico èa tutti gli effetti un tesoro e lasua ricchezza deriva dall’elevatogrado <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità del sistema.La Dactylorhiza è solo uno degliesempi <strong>della</strong> varietà floristicache accomuna i due parchi, amicidal 24 giugno 2006, quando ilnostro Parco e quello del Kozarahanno sottoscritto un protocollod’intesa relativo ad una reciprocacollaborazione. Il Pnab, in taleoccasione, si è reso <strong>di</strong>sponibilea supportare il Parco dei Balcaninella realizzazione <strong>di</strong> un sentieronaturalistico. Un progetto,quest’ultimo, inserito in un programmo<strong>di</strong> cooperazione ben piùvasto, ideato nel 1996 su iniziativadell’ Associazione “ProgettoPrijedor” <strong>di</strong> Trento e <strong>della</strong> municipalitàstessa <strong>di</strong> Prijedor.Tra le numerose finalità, l’iniziativaha avuto, e ha tutt’ora, comeπ Tavolo <strong>di</strong> lavoro: delegazione del Pnabe <strong>di</strong>rettore del Pnk con collaboratori.√ Esemplare <strong>di</strong> Dactylorhiza.† Un tratto del nuovo sentiero.40


ADAMELLO BRENTAobiettivo primario la pratica e la<strong>cultura</strong> del turismo responsabilenell’area balcanica e la rinascitaeconomica e sociale dellearee coinvolte, attraverso forme<strong>di</strong> sviluppo auto-sostenibile e lavalorizzazione del territorio.Il Progetto è stato finanziatoprincipalmente dalla Provinciaautonoma <strong>di</strong> Trento - Assessoratoall’emigrazione, solidarietàinternazionale, sport e pari opportunità,ma in parte anche dalPnab stesso.Il sentiero è stato concluso einaugurato poco più <strong>di</strong> un annofa, nel settembre 2008, e oggi,finalmente, attraverso questasemplice e suggestiva passeggiata,è possibile visitare ed ammirareuna parte dello straor<strong>di</strong>narioambiente naturale del Pnk.Si tratta <strong>di</strong> un percorso ad anelloche attraversa ambienti boschiviabitati da numerose specie <strong>di</strong>verse<strong>di</strong> piante, mammiferi, uccelli,rettili e anfibi. Il sentiero è lungopoco più <strong>di</strong> 4,4 km ed è in<strong>di</strong>catocon una segnaletica moltochiara e ben visibile. Il <strong>di</strong>slivelloè <strong>di</strong> soli 60 m ed il percorso èdotato <strong>di</strong> tettoie, tavoli e panche.Pannelli <strong>di</strong>dattici riportanti suggestiveimmagini ed informazionirelative a <strong>di</strong>verse tematiche –il Parco Nazionale del Kozaraed il suo territorio, l’acqua qualeenorme risorsa, la flora caratteristicadel luogo, le peculiaritàfaunistiche, la geomorfologia egli affioramenti rocciosi, la storiadel luogo – si incontranolungo la passeggiata. Il sentieroè adatto a tutti: studenti, sportivi,amanti <strong>della</strong> natura, anziani...Ogni visitatore può trovare qualcosa<strong>di</strong> adatto a sé: l’ombra offertadagli alti alberi, i punti panoramici,le sorgenti d’acqua emolto altro.La fase progettuale ha visto lavorarein sinergia personale <strong>di</strong> entrambigli Enti Parco. Nel giugno2007, una delegazione del Pnab,nelle persone <strong>di</strong> Elisa Cattani, LorenzoMosca e Luca Bronzini, haraggiunto la sede del Pnk a Prijedore grazie al prezioso aiuto fornitodall’Agenzia <strong>della</strong> DemocraziaLocale <strong>di</strong> Prijedor (e dalsuo delegato Simone Malavolti)è stato possibile mettersi subitoal lavoro, in<strong>di</strong>viduando congli operatori del Parco del Kozarail percorso da tracciare, gli argomenti<strong>di</strong> maggior interesse daconsiderare e i testi da utilizzareper i pannelli <strong>di</strong>dattici. Alla realizzazionedel sentiero, in una secondafase, hanno collaborato, assiemeagli operai del Pnk, ancheragazzi e ragazze <strong>di</strong> alcune associazionilocali, come la Societàalpinistica <strong>di</strong> Klekovaka, l’AlbatrosExtreme Sports Club <strong>di</strong> Prijedore altri gruppi.Secondo quanto previsto dall’art.2 <strong>della</strong> Convenzione sottofirmatada entrambe le parti, in data 14giugno 2007, il Pnk si è impegnatoa: realizzare a proprie spese,anche in <strong>di</strong>retta amministrazionecon personale proprio o messoa <strong>di</strong>sposizione da altri gruppi, ilsentiero naturalistico;ultimarei lavorientro il 31agosto 2008;permettere alpersonale delPnab <strong>di</strong> effettuaresopralluoghisiadurante la realizzazionedel sentierosia ad ultimazionedellostesso per leopportune verifiche; conservaree ren<strong>di</strong>contare le fatture relativealle spese sostenute; mettere a <strong>di</strong>sposizionedel Pnab la documentazionecontabile per eventualicontrolli. Il Pnab, da parte sua, siè invece impegnato a: collaborarecon il Pnk nelle attività <strong>di</strong> pianificazionee gestione del progetto;suggerire eventuali soluzionimigliorative emerse durante i sopralluoghi;sostenere le spese relativeai propri <strong>di</strong>pendenti impegnatinelle attività <strong>di</strong> cui sopra;partecipare alle spese sostenute.Grazie alla comunanza d’intenti,alla volontà <strong>di</strong> collaborare e<strong>di</strong> realizzare un’iniziativa comune,i due parchi hanno portato atermine questo progetto, consolidandoin questo modo un legameprofondo, già <strong>di</strong>mostrato inoccasione del gemellaggio. Pnabe Pnk sono convinti che camminareinsieme verso la valorizzazionedei propri territori, <strong>di</strong>ffondereconoscenze, promuovere esalvaguardare le risorse locali,sia un’occasione per trasmettereamore per la natura e coinvolgerele persone nell’uso intelligentedelle risorse.41


ADAMELLO BRENTATRE PARCHI PER CONSERVARELO STAMBECCO<strong>di</strong> Alberta VoltoliniDalla collaborazione tra ParcoNaturale Adamello Brenta, ParcoRegionale dell’Adamello eParco Nazionale dello Stelvio –tre enti storicamente impegnatinella conservazione dello stambeccoe protagonisti <strong>di</strong> alcuniimportanti progetti <strong>di</strong> reintroduzioneche hanno portato l’ungulatoa ripopolare nuovamente “ilcuore verde delle Alpi – è nato“Lo stambecco”, guida <strong>di</strong>vulgativa<strong>di</strong> formato tascabile, semplicee <strong>di</strong> facile lettura che insegnaa conoscere, riconoscere e rispettarelo stambecco.La pubblicazione, ideata daClau<strong>di</strong>o Ferrari, Andrea Mustoni(Parco Naturale Adamello Brenta),Luca Pedrotti (Parco Nazionaledello Stelvio) e VittorioDucoli (Parco dell’Adamello), èstata realizzata con il coor<strong>di</strong>namento<strong>di</strong> Giulia An<strong>di</strong>na, VivianaViviani e Filippo Zibor<strong>di</strong> delParco Naturale Adamello Brentae segue un’analoga guida realizzatanel 2003 sull’orso bruno.Attraverso <strong>di</strong>segni, immagini,schede, mappe, tabelle, graficie brevi testi esplicativi il lettoreimpara, pagina dopo pagina, aconoscere le caratteristiche dellostambecco. Nella sezione “biologia”vengono illustrate le specieesistenti nel mondo, la <strong>di</strong>stribuzionedello stambecco sulle Alpi,come è fatto, dove vive, cosamangia, la socialità e il ciclo<strong>di</strong> vita, la riproduzione e la <strong>di</strong>namica<strong>della</strong> popolazione. Nellaparte de<strong>di</strong>cata a “lo stambeccoe l’uomo” si illustrano le cause<strong>della</strong> sua progressiva scomparsa,le strategie <strong>di</strong> protezione, il ruolodel Parco Nazionale del GranPara<strong>di</strong>so, il ritorno sulle Alpi, lereintroduzioni, il ritorno nei treparchi e il futuro <strong>della</strong> specie. Infineun’ampia sezione è de<strong>di</strong>cataal “manuale <strong>di</strong> campo” con tuttii consigli e i suggerimenti per riconoscerelo stambecco.Per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzione,è stimato che oggi, sututto l’Arco Alpino, dalle AlpiMarittime occidentali (Francia-Italia) alle Alpi Calcaree orientali(Austria-Slovenia), sianopresenti 47mila stambecchi sud<strong>di</strong>visiin circa 180 popolazioni.La <strong>di</strong>stribuzione è molto frammentatae il numero <strong>di</strong> animalimolto inferiore rispetto alla <strong>di</strong>stribuzionepotenziale.Sull’Arco Alpino Italiano glistambecchi sono 14.500 raggruppatiin 63 colonie, la maggior parte<strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (meno <strong>di</strong>150 in<strong>di</strong>vidui). Il 70% degli animaliè compreso in sole tre province:Aosta, Torino, Sondrio.Gli stu<strong>di</strong>osi sostengono che inbase alla morfologia e alle <strong>di</strong>sponibilitàalimentari le Alpi italianepotrebbero ospitarne almenoil doppio.Nei tre parchi dell’AdamelloBrenta, dell’Adamello e delloStelvio, tra il 1967 e il 2006, sonostate realizzate alcune operazioni<strong>di</strong> reintroduzione che hannoportato ad una presenza consolidata<strong>della</strong> specie con circa 300esemplari, così ripartiti nel 2007:nel Parco Nazionale dello Stelvio,zona <strong>di</strong> Livigno (235, presenzaper immigrazione naturaledal 1920), Rezzalo-Canè (77,presenza per reintroduzione dal1993), Cancano (60, presenza dal1992 per reintroduzione), Umbrail(30, dal 1973 per immigrazionenaturale), Zebrù-Braulio(613, dal 1967-68 per reintroduzione)e nell’area Gavia-Re<strong>di</strong>val(70, dal 1992 per reintroduzione).Nel Parco dell’Adamello lecolonie si trovano in Val Malga(130-140 capi, dal 1995 per reintroduzione)e a Malga Zumella(30, dal 1996 per reintroduzione).Infine nel Parco NaturaleAdamello Brenta in Val Genova(56, dal 1998 per reintroduzione)e in Val <strong>di</strong> San Valentino (63, dal1995 per reintroduzione).42


ADAMELLO BRENTALAVORI IN CORSO<strong>di</strong> Valentina Cunaccia e Massimo Corra<strong>di</strong>Nel corso del 2009, il Parco NaturaleAdamello Brenta, nell’ambitodegli stanziamenti provincialianti-crisi, ha potuto ampliare ilgià rilevante programma <strong>di</strong> interventi<strong>di</strong> cura, manutenzionee valorizzazione del territorio e<strong>di</strong> qualificazione delle propriestrutture, aggiungendo un programma“straor<strong>di</strong>nario”.Il contributo messo a <strong>di</strong>sposizionedalla Provincia autonoma <strong>di</strong>Trento attraverso la manovra anticongiunturaleè stato <strong>di</strong> 600milaeuro.Gli interventi programmati, chestanno per concludersi, hannoriguardato in primo luogo la realizzazione<strong>di</strong> lavori <strong>di</strong> riqualificazionenaturalistica, esteticoricreativaed architettonica delfondovalle <strong>della</strong> Val Genova chel’ufficio tecnico-ambientale delParco ha in<strong>di</strong>viduato tra quelliprevisti dal “Piano d’azione perla Val Genova” pre<strong>di</strong>sposto dallostu<strong>di</strong>o associato “Pan”; in secondosi è proceduto alla sistemazione,in Val <strong>di</strong> Non, <strong>di</strong> alcunitratti del Dolomiti <strong>di</strong> Brenta Bikee del Dolomiti <strong>di</strong> Brenta Trek; infinesi è proseguito nell’attuazionedel progetto “Fossil free”, cheprevede l’ottimizzazione energeticadelle strutture del Parco.Per quanto riguarda la Val Genova,nel corso dell’estate sonostati demoliti e smantellati alcunimanufatti in cemento armatopresenti in località Diga, all’ingresso<strong>della</strong> valle, realizzati inpassato dall’Enel. Si è quin<strong>di</strong>provveduto alla manutenzionestraor<strong>di</strong>naria <strong>della</strong> pavimentazionenel tratto Ponte Maria-Ragada,utilizzando, come materialeinerte, il granito; inoltre sonostati eseguiti i lavori <strong>di</strong> manutenzionestraor<strong>di</strong>naria del trattoPonte Maria-Bedole con sfalcioServizi igienici a Ponte Verde.I lavori in località Diga, in alto, e come si presentava prima.43


ADAMELLO BRENTALAVORI ANTICONGIUNTURALIn.tipologia<strong>di</strong> interventodata<strong>di</strong> avviodatafine lavoriimportolavori €descrizione intervento1234567Manutenzione straor<strong>di</strong>nariadel tratto <strong>di</strong> sentierodenominato “Benon”in C.C. Sporminore.Realizzazione opera paramassie passerella Busoniin C.C. Sporminore eCampodenno.Demolizione incongrui exEnel in C.C. Caderzone eCarisolo.Manutenzione straor<strong>di</strong>naria<strong>della</strong> pavimentazione<strong>della</strong> strada <strong>di</strong> fondovallenel tratto Ponte Maria- Ragada in C.C. Stremboe Massimeno.Interramento linea elettricaMT nel tratto tra ilbivio con la strada perSanto Stefano e la cabina<strong>della</strong> Diga; allacciamentoelettrico nuovo centroservizi; posa imhoff pernuovi servizi igienici; allargamento<strong>della</strong> stradaper gestione traffico veicolarein C.C. Carisolo.Realizzazione nuovi serviziigienici in localitàPonte Verde, C.C.Carisolo.Rifacimento parapettiper la messa a norma deiponti stradali <strong>della</strong> ValGenova in C.C. vari.19 ottobre20094 agosto200921 maggio20094 giugno200916 giugno200923 giugno20097 ottobre200910 <strong>di</strong>cembre200916 novembre200917 giugno200931 luglio20093 settembre200910 agosto20095 novembre200940.000,00152.258,5116.850,46112.836,9562.426,4559.436,6858.510,00I lavori <strong>di</strong> sistemazione <strong>di</strong> questo tratto <strong>di</strong> sentierohanno lo scopo <strong>di</strong> rendere agibili e transitabili,rispettivamente ai bikers e agli escursionisti,il Dolomiti Brenta Bike (Dbb) e ilDolomiti Brenta Trek (Dbt).Il progetto prevede la realizzazione <strong>di</strong> unapasserella pedonale in località “SorgenteBusoni” a servizio del tracciato cicloturisticoDolomiti <strong>di</strong> Brenta Bike in C.C. Lover e C.C.Sporminore. Tale ponte permette ai bikers chepercorrono il Dbb e ai pedoni che percorronoil Dbt, <strong>di</strong> attraversare il rio Lovernatico evitandol’utilizzo <strong>della</strong> strada provinciale.L’intervento prevede la demolizione <strong>di</strong> alcunimanufatti incongrui in cemento armato e ilripristino naturale dei luoghi situati nell’areaposta a valle <strong>della</strong> Diga <strong>di</strong> Val Genova.L’intervento riguarda il rifacimento del manto<strong>di</strong> usura <strong>della</strong> pavimentazione esistente, utilizzandomateriale a basso impatto visivo consistentein inerte tonalitico.L’intervento prevede la rimozione totale deitralicci, dei pali <strong>di</strong> sostegno e delle fondazioni,interrando la linea elettrica. L’intervento èavvenuto con la collaborazione <strong>della</strong> SocietàSet Distribuzione, che ha contribuito fornendoi materiali ed eseguendo i lavori elettrici.L’intervento prevede la realizzazione <strong>di</strong> unpiccolo manufatto e<strong>di</strong>lizio realizzato con materialilocali, da destinare a servizi igienicipubblici collegati all’impianto <strong>di</strong> fitodepurazioneposto a valle <strong>della</strong> località stessa. Talestruttura va a sostituire un vecchio manufattoprefebbricato stagionale.L’intervento consiste nell’applicare, a ridossodelle strutture in acciaio portanti degli attualiparapetti, un rivestimento in legno <strong>di</strong> laricenaturale costituito da montanti, traversi interme<strong>di</strong>,corrimano e stecche verticali, così da riproporrela tipologia <strong>di</strong> cui al manuale tipologicodel Parco. In particolare i ponti che verrannosistemati sono: n. 2 ponti presso localitàDiga - Ponte Verde, n. 2 ponti presso localitàPonte Maria, Ponte Saft dei Can, PonteRagada, Ponte Rocchetta, Ponte nei pressi rifugioBedole.44


ADAMELLO BRENTA8910Realizzazione serviziigienici pubblici pressoil nuovo centro serviziin località Diga in C.C.Carisolo.Interventi finalizzati alcontenimento energeticopresso la sede del Parcoin C.C. Strembo; realizzazionepannelli solari;sostituzione centrale termica.Realizzazione pannellifotovoltaici sulle strutturedel Parco in C.C. vari.5 novembre200926 agosto200917 agosto20095 gennaio201012 ottobre20099 <strong>di</strong>cembre2009105.521,5937.564,2260.000,00L’intervento prevede la realizzazione <strong>di</strong> un ulterioreblocco <strong>di</strong> servizi igienici pubblici, lacui collocazione è prevista in località Diga exEnel, zona dstinata in futuro a punto <strong>di</strong> inizio<strong>della</strong> gestione del traffico veicolare. In taleluogo è prevista anche la realizzazione delnuovo Punto info del Parco.Il Parco, nel corso del 2008, ha redatto un piano<strong>di</strong> risparmio energetico per la sede <strong>di</strong> Stremboal fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i punti critici dell’e<strong>di</strong>ficio,sia strutturali che gestionali. In particolareè prevista la sostituzione del generatore <strong>di</strong> caloreabbinato all’installazione delle valvole termostatichee all’installazione dei collettori solaricon le relative apparecchiature.Il Parco si è attivato nel campo <strong>della</strong> produzione<strong>di</strong> enegia elettrica alternativa per contribuire<strong>di</strong>rettamente alla riduzione delle emissioni<strong>di</strong> anidride carbonica, me<strong>di</strong>ante impiantifotovoltaici da posizionare sulle strutturedel Parco. Numerosi <strong>di</strong> questi sono già statirealizzati in passato e ora sono in programmaquelli sulle strutture <strong>di</strong> Corte Franca e delCompen<strong>di</strong>o Zeni in loc. Pesort a Spormaggioree sulla Casa del Parco a Stenico.dei bor<strong>di</strong>, taglio delle ramaglie,cippatura delle stesse e puliziadelle canalette. Tra Carisolo ePonte Maria sono stati eseguitiinterventi puntuali sul mantostradale, ove rovinato, interessandoun’area <strong>di</strong> 1.000 metriquadrati. Poi, all’ingresso <strong>della</strong>valle, in coincidenza con il punto<strong>di</strong> controllo del traffico veicolare,è stato allargato il percorsostradale. Sempre in Val Genovaè stata interrata la linea elettrica<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a tensione, che era moltoimpattante dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico,nel tratto tra il bivioper la chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano ela cabina ex Enel in località Digaper una lunghezza <strong>di</strong> 1 chilometro,mentre a Ponte Verde sonostati realizzati nuovi servizi igienici.Il programma è proseguitonei mesi autunnali con l’installazione<strong>di</strong> nuovi parapetti lungoi ponti stradali <strong>della</strong> Val Genovae la costruzione <strong>di</strong> servizi igieniciin località Diga.Per quanto riguarda il Dolomiti<strong>di</strong> Brenta Bike sono stati progettatie appaltati i lavori per la sistemazionedel sentiero Benon,per la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> paramassie l’installazione <strong>di</strong> unapasserella in località Busoni.Posa parapetti a Ponte Verde, prima e dopo.45Infine sono stati appaltati i lavoriper l’installazione <strong>di</strong> pannelli solarie la sostituzione <strong>della</strong> caldaiapresso la sede del Parco a Stremboe per dotare <strong>di</strong> pannelli fotovoltaicile altre strutture dell’Ente.


ADAMELLO BRENTACLUB “QUALITÀ PARCO”:MODELLO DI RESPONSABILITÀa cura dell’Ufficio comunicazioneIl Club “Qualità Parco”, gruppo<strong>di</strong> strutture ricettive afferentiall’omonimo progetto nato nel2003 per <strong>di</strong>stinguere con un marchio<strong>di</strong> qualità, alberghi, campeggi,garnì e strutture tipiche che siimpegnano a prevenire l’inquinamentoe ad attenuare, seguendola logica del miglioramento continuo,i propri impatti sull’ambiente,sta concorrendo al riconoscimentoeuropeo per iniziativeimpren<strong>di</strong>toriali responsabili.Il 15 giugno scorso l’iniziativa èstata presentata a Bruxelles, davantial Comitato per il Dialogosociale che ha il compito <strong>di</strong>riconoscere le migliori impresealberghiere europee socialmenteresponsabili (Crs), ossia cheperseguono il business aziendalemuovendosi secondo strategierispettose delle tematiche socialie ambientali. In tal modo essecontribuiscono allo sviluppocomplessivo del proprio territorio,creano benefici per l’interacollettività, <strong>di</strong>ffondono una immaginepositiva dell’impren<strong>di</strong>torianella società. Questo è ilnuovo approccio europeo del businessalberghiero responsabile.L’Associazione albergatori ed impreseturistiche <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong>Trento (Asat), interessata da Federalberghia questo concorso, haproposto quattro progetti che simuovono secondo questa ispirazione:Club Giocovacanze, ClubDolomiti Walking Hotel, B & B<strong>di</strong> Qualità e infine il Club QualitàParco, che è stato l’unico progettoitaliano ammesso alla ristrettaselezione finale operata dal Comitatoper il Dialogo sociale, organizzazionecomposta da rappresentantidell’Unione Europea,datori <strong>di</strong> lavoro e sindacati <strong>di</strong> tuttal’area comunitaria.Monica Basile, marketing managerdell’Asat, accompagnatada Alessandro Nucara <strong>di</strong> Federalberghie dalla presidente delClub “Qualità Parco” BarbaraMaffei, si è recata a Bruxellesper illustrare, davanti ai rappresentatidel Comitato, le motivazioniin base alle quali il progettoitaliano poteva ambire alprestigioso riconoscimento.In particolare i fattori che potrebberogiustificare l’assegnazionedel riconoscimento si riferisconoa:• gestione alberghiera eco-compatibile,con pratiche obbligatoriemolto simili a quelle dell’Ecolabele certificate da un ente internazionalein<strong>di</strong>pendente;• supporto alla comunità localetramite l’acquisto <strong>di</strong> prodottiagricoli coltivati nell’area delParco e presentati secondo ricettetipiche locali;• formazione dei <strong>di</strong>pendenti sullagestione alberghiera ecocompatibile;• sviluppo <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> partnershipcon il Parco NaturaleAdamello Brenta.La Commissione ha espresso ipiù vivi apprezzamenti ed ora siè in attesa <strong>di</strong> ricevere comunicazionisull’esito definitivo.Il Club “Qualità Parco”Il Club “Qualità Parco” è nato dallapartnership tra il Pnab e quin<strong>di</strong>cihotel presenti nell’area protettache traducono nella concreta gestionequoti<strong>di</strong>ana dell’azienda unacostante attenzione eco-ambientalecome l’ottimizzazione energetica,la prevenzione dell’inquinamento,la minimizzazione deirifiuti e il loro riciclaggio, l’usodei detersivi bio e <strong>di</strong> menu tipicilocali. I <strong>di</strong>pendenti delle aziendesono coinvolti in un training specificosu tra<strong>di</strong>zioni, storia e <strong>cultura</strong>locale. Tutte queste iniziativerestano all’interno <strong>di</strong> un modelloeconomicamente sostenibile.Le nuove elezioniIl 25 giugno 2009 si è tenuta, pressola sede del Parco, l’Assembleastraor<strong>di</strong>naria del Club “QualitàParco”, che ha votato il nuovo <strong>di</strong>rettivonelle persone <strong>di</strong>: Clau<strong>di</strong>oFerrari, membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto – rappresentantedell’Ente Parco; MarcoKatzenberger (Hotel Caminetto-Folgarida),presidente; FaustoAldrighetti (Hotel Alpina-Madonna<strong>di</strong> Campiglio), tesoriere; MatteoAntoniolli (Hotel Miramonti-Madonna<strong>di</strong> Campiglio), responsabilesito internet; Barbara Maffei (HotelHermitage-Madonna <strong>di</strong> Campiglio)e Lara Valduga (HotelBellavista-Pinzolo), rapporti conTrentino Spa; Michele Viola (PiccoloHotel Andalo), ampliamentoClub nella zona <strong>di</strong> Andalo e Molveno.La segreteria sarà curata, arotazione, tra tutti i consiglieri.46


ADAMELLO BRENTALA MONTESÒN<strong>di</strong> Mario SpringhettiUn tempo l’economia <strong>di</strong> Clesera basata quasi esclusivamentesull’agricoltura, in particolaresull’allevamento dei bovini.Quest’ultima attività era fondamentale,in quanto forniva alconta<strong>di</strong>no sia i prodotti alimentari,prevalentemente il latte ei suoi derivati e la carne, sia la“forza lavoro” per eseguire le <strong>di</strong>verseoperazioni colturali, qualila lavorazione del terreno ed iltraino dei carri utilizzati per iltrasporto dei <strong>di</strong>versi materiali.Fino agli anni Settanta gran partedel fieno utilizzato per alimentareil bestiame veniva prodotto in<strong>montagna</strong>, in quanto molti terrenidel fondovalle erano destinati adaltre colture. Questa pratica, chiamatain <strong>di</strong>aletto Montesòn (fienagionein <strong>montagna</strong>), si svolgevaverso la fine del mese <strong>di</strong> luglio el’inizio <strong>di</strong> agosto e vedeva impegnatatutta la famiglia dell’agricoltore.Durante questo periodole persone rimanevano in <strong>montagna</strong>per alcune settimane e pernottavanonelle poche baite presentiin loco o, più frequentemente,in tenda. La Montesòn può essereritenuta quin<strong>di</strong>, a tutti gli effetti,un’attività che oltre ad avereavuto un’importanza economicanotevole, presenta interessantiaspetti storici e <strong>cultura</strong>li.Proprio in relazione a queste considerazioni,l’Amministrazionecomunale <strong>di</strong> Cles ha riproposto, il19 luglio 2009 in località Verdè,la terza rievocazione <strong>della</strong> Montesòn.Durante la manifestazione,un folto gruppo <strong>di</strong> persone, già <strong>di</strong>buon mattino, ha riproposto le attivitàche una volta si praticavanoin <strong>montagna</strong>: il taglio dell’erbacon la falce, la lavorazionedell’erba con il rastrello, la preparazione<strong>della</strong> tenda e così via.Fondamentale, anche in passato,era il ruolo delle donne che, oltrea collaborare attivamente nei lavoriagricoli, dovevano provvederealla preparazione delle vivande.Grazie alle Donne rurali<strong>di</strong> Mechel sono stati riproposti ilcaffè d’orzo, il “brustolin”, la polentaed altre pietanze.Significativo e molto seguito, ancheda un folto gruppo <strong>di</strong> bambini,è stato inoltre il momentonel quale <strong>di</strong>verse persone anzianehanno raccontato le loro esperienze.Si è capito che, allora,il lavoro agricolo era certamentepiù pesante e faticoso, ma nonmancavano momenti piacevolicome, alla sera, il “filò” attornoal fuoco o qualche scherzo notturnoper spaventare chi dormivanella tenda. A mezzogiorno èstato apprezzato da tutti i presentiil pranzo preparato dal gruppo47Alpini <strong>di</strong> Cles, mentre nel primopomeriggio, dopo un’interessantepasseggiata con l’accompagnamento<strong>di</strong> un’operatrice delParco, è arrivato il momento piùspettacolare <strong>della</strong> giornata, valea <strong>di</strong>re il carico del bròz trainatoda due mucche. Alcune personeesperte, che in passato hannoeseguito più volte questa attività,affiancate da <strong>di</strong>versi giovani desiderosi<strong>di</strong> conoscere i segreti <strong>di</strong>questa operazione, hanno lavoratoper oltre un’ora fino ad ottenereil carico <strong>di</strong> fieno.La splen<strong>di</strong>da giornata <strong>di</strong> sole siè conclusa con la Santa Messae un momento <strong>di</strong> raccoglimentonel luogo dove il 28 luglio 1955tre persone hanno perso la vitain <strong>montagna</strong>, proprio durantela Montesòn, mentre dormivanoall’interno <strong>della</strong> loro tenda chevenne colpita da un fulmine.È doveroso concludere ringraziandotutte le persone, gli enti ele associazioni che hanno collaboratoalla buona riuscita dell’iniziativa,in particolare il gruppoparrocchiale <strong>di</strong> Mechel e l’allevatoredel luogo Flavio Leonar<strong>di</strong>,che oltre ad aver messo a <strong>di</strong>sposizionele mucche per il traino delbròz, ancora oggi effettua lo sfalciodei prati presenti sulla nostra<strong>montagna</strong>, contribuendo allaconservazione dell’agricolturae dell’allevamento <strong>di</strong> <strong>montagna</strong> epermettendo, a tutti noi, <strong>di</strong> ammirareuno splen<strong>di</strong>do ambiente alpino,curato e ben tenuto.Mario Springhetti, Assessore all’ambientedel Comune <strong>di</strong> Cles.


ADAMELLO BRENTALE MALGHE DEL PARCO:C’È LA GUIDA ESCURSIONISTICA<strong>di</strong> Federico Polla“L’andare in malga era per moltiquasi un’avventura, sicuramenteun modo per vedere altri luoghiche non fossero i soliti, per trascorrereuna giornata quasi festiva,<strong>di</strong>versa <strong>di</strong> sicuro. Proviamosolamente ad immaginare comei conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un tempo vivevanoquelle giornate trascorse adaccompagnare il bestiame finoai pascoli estivi…”.Questo mondo, <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> fatica,ma anche <strong>di</strong> saperi antichi,si può oggi riscoprire e vivereseguendo gli itinerari propostidalla nuova guida escursionistica“Le malghe del Parco NaturaleAdamello Brenta”, pubblicataalla fine dell’estate 2009nella collana “guide” del Pnab.Ricca <strong>di</strong> preziosi consigli, suggerimenti,in<strong>di</strong>cazioni e approfon<strong>di</strong>menti,il nuovo volume,scritto da Luigi Faggiani, proponeventidue itinerari alla scoperta<strong>di</strong> altrettanti alpeggi <strong>di</strong>slocatinel Gruppo Adamello Presanellae nelle Dolomiti <strong>di</strong> Brenta:Malga Val <strong>di</strong> Fumo, Malga Tri-vena, Malga Pagarola, MalgaSan Giuliano, Malga Germenega,Malga Bedole, Malga Ploze,Malga Valchestria, CascinaNambino, Malga <strong>di</strong> Vigo, MalgaTassulla, Malga Tuena, MalgaVaglianella, Malga Campa,Malga Flavona, Malga Fevri,Malga Spora, Malga Valagola,Malga Tovre, Malga Ceda <strong>di</strong>Andalo, Malga Movlina e MalgaPrato <strong>di</strong> sopra.Faggiani, già autore del libro “Lemalghe del Trentino” e co-autoredel volume “Malghe da formaggio”,ha tradotto in un’approfon<strong>di</strong>tae nello stesso tempoagile guida, le immagini, i suonie le sensazioni raccolti duranteuna lunga fase <strong>di</strong> lavoro preparatorioe ricerca svolti sul campo,camminando lungo sentierie tracciati e vistando le malgheche <strong>di</strong>segnano il paesaggio <strong>di</strong>mezza quota del Parco.Accompagnano la descrizionedegli itinerari, fotografie, cartinee schede <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mentosulle malghe dove si produconoe vendono burro e formaggio.Alcune pagine sono de<strong>di</strong>cate alle“malghe ieri e oggi”, al Museo<strong>della</strong> malga <strong>di</strong> CaderzoneTerme, alla razza bovina autoctona“Rendena”, ai progetti, comeil marchio “Qualità Parco”,che il Pnab sta attuando per lavalorizzazione del mondo deglialpeggi.“Questa guida alle malghe –spiega l’autore Luigi Faggiani– si pone come obiettivo primariola <strong>di</strong>ffusione <strong>della</strong> conoscenza<strong>di</strong> un aspetto antico del territoriodel Parco. Un mondo deltutto particolare fatto <strong>di</strong> paesaggi“bucolici”, a cui fanno daquinta, spesso, panorami eclatanti,a volte severi, sempre magnifici.Un mondo non naturale,ma costruito dall’uomo con tantafatica e lavoro; generazioni<strong>di</strong> montanari, conta<strong>di</strong>ni ed allevatorihanno plasmato un territorioper le esigenze <strong>di</strong> una vita,un tempo non certo facile,facendosi artefici inconsapevoli<strong>di</strong> quell’ambiente che dona tranquillitàed emozioni al frequentatored’oggi. Un ambiente preziosoche con il cambiamentodei tempi rischia <strong>di</strong> essere compromessoe riassorbito dall’esuberanza<strong>di</strong> una natura, per fortuna,ancora vitale”.Di ogni itinerario proposto è fornitauna descrizione dettagliata,con particolare attenzione aipunti cruciali, a quelli panoramicie più interessanti. Inoltre sonosegnalati: la quota <strong>della</strong> malgameta dell’escursione, il punto <strong>di</strong>partenza, il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, il<strong>di</strong>slivello e il tempo <strong>di</strong> percorrenza.Alla voce “note” troviamo,infine, notizie sulla malgadescritta, sull’eventuale attività<strong>di</strong> allevamento che vi si svolge,sulle leggende che ha ispirato,su possibili prolungamenti <strong>della</strong>camminata in<strong>di</strong>cata, su eventualirifugi incontrati lungo il camminoo presenti nei <strong>di</strong>ntorni.48


Una foto al mese, naturalmente Parco Continua il concorsoLa partecipazione è gratuita e aperta a tutti.Sul sito internet il regolamento e le modalità <strong>di</strong> partecipazione.LE FOTO PIÙ BELLEAngelo Segalla - Giallo emerso (1° class. - giugno 2009)Mario Panteghini - Fonte <strong>di</strong> vita, Val Nambrone (1° class. - luglio 2009) Roberto Gervasoni - Laghetto del Mandrone e Tre Lobbie (1° class. - agosto 2009)Arianna Simoni - Alpeggio sul Monte Spinale (1° class. - settembre 2009) Nicola Wegher - Rio dei gamberi, Sporminore (1° class. - ottobre 2009)


Poste ItalIane sPa - tariffa Pagata - Pubblicità <strong>di</strong>retta non in<strong>di</strong>rizzata sMa ne/tn0137/2007 del 08/03/2007INVOLUCRO RICICLABILEADAMELLO BRENTAUn Parco da vivereIn riferimento al <strong>di</strong>battito <strong>della</strong> scorsa estate sul rapporto tra parchi e turismo,intendo proporre alcuni elementi <strong>di</strong> riflessione derivanti dall’espe-ADAMELLO BRENTAANNO 13 - N. 3NOVEMBRE 2009rienza maturata sull’argomento quale albergatore e presidente del Club“Qualità Parco”, iniziativa che esprime il forte legame esistente tra glialbergatori e il Parco stesso. Chi ha scelto <strong>di</strong> aderire a questa esperienzanon lo ha fatto solamente perché crede nell’eco-sostenibilità, ma ancheperché sull’ambiente intende costruire la mission <strong>della</strong> propria azienda.Per questo motivo accettiamo <strong>di</strong> essere verificati, attraverso controlli ancheseveri, condotti da un ente certificatore terzo, consapevoli che più leverifiche sono rigorose più il marchio ha valore.Va chiarito che non siamo ecologisti. Utilizziamo l’area protetta comeprodotto turistico, coscienti che il Parco ha grande valore aggiunto siaperché in grado <strong>di</strong> veicolare l’immagine <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> notevole pregioambientale, sia perché capace <strong>di</strong> organizzare questo territorio.PERIODICO QUADRIMESTRALE DI CULTURA DELLA MONTAGNAIl Parco, inteso come prodotto turistico, si rivolge principalmente allafamiglia, suscitando, <strong>di</strong> conseguenza, l’interessamento <strong>di</strong> una porzioneenorme <strong>di</strong> persone non esperte <strong>di</strong> <strong>montagna</strong> che rappresenta il target più importante per numerosi alberghi.Alla domanda “Cosa vogliono i nostri turisti, in particolare le famiglie?”, l’esperienza quoti<strong>di</strong>ana mi portaa rispondere: un territorio organizzato; un territorio sicuro; un territorio con servizi; infine, ma non per ultimo,ricevere <strong>cultura</strong> <strong>della</strong> <strong>montagna</strong>.È sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti che spesso ci sono <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> organizzazione. Di fatto, oggi, il Parco è uno degliattori principali impegnati nell’organizzazione del territorio. È il Parco che ci dà la garanzia del prodotto,arricchendo l’offerta turistica <strong>di</strong> un plus importante.Sempre guardando a quanto avviene all’interno degli hotel “Qualità Parco”, stiamo registrando un aumentoesponenziale <strong>di</strong> persone che utilizzano in misura crescente i servizi del Parco, a patto che le proposte venganopromozionate.A titolo esemplificativo, la scorsa estate abbiamo cominciato a proporre agli ospiti un incontro <strong>di</strong> presentazionecurato dagli operatori del Parco e i risultati sono stati imme<strong>di</strong>ati. La gente non solo riconosce e apprezzail legame tra l’hotel e l’area protetta, ma <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> voler partecipare alla salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente:ci sono clienti che si presentano spontaneamente alla reception del mio albergo (un quattro stelle) con irifiuti <strong>di</strong>fferenziati.A noi albergatori interessano i risultati, perché sono essenziali alla sopravvivenza delle nostre aziende, masenza <strong>di</strong>struggere il territorio, che è il bene più importante che abbiamo. L’attività economica si deve poi interfacciarecon il territorio e il Parco, oggi, è il tramite che ci consente <strong>di</strong> vivere l’ambiente nel rispetto delleregole necessarie a godere la natura nella sua bellezza integra. Tutti ne abbiamo <strong>di</strong>ritto: la generazione<strong>di</strong> oggi, ma anche la generazione <strong>di</strong> domani.Non c’è dubbio che siano da migliorare la comunicazione e la conoscenza del Parco, affinché tutti riconoscanoche “il Parco siamo noi”.È compito <strong>di</strong> tutti, ciascuno nel proprio ruolo, trasferire questa visione. Il territorio va salvaguardato il piùpossibile, con equità, me<strong>di</strong>ando e coinvolgendo tutti gli attori attraverso la costituzione <strong>di</strong> tavoli <strong>di</strong> lavorosu specifici temi. Oggi c’è chi è già pronto per questa visione.Una ricerca effettuata qualche anno fa dall’Osservatorio provinciale per il turismo, affermava che: «Il ParcoNaturale Adamello Brenta è giu<strong>di</strong>cato come soggetto possibile promotore <strong>di</strong> uno sviluppo sostenibile e coerenterispetto alla mission originaria: è superata, quin<strong>di</strong>, l’antica concezione del <strong>parco</strong> naturale “off-limits”a vantaggio <strong>di</strong> quella del “<strong>parco</strong> da vivere”. La via dell’integrazione equilibrata fra le varie attività economicheanche secondo i fruitori del Parco è la strada giusta da seguire in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> maggior sensibilitàrichiamata soprattutto nelle aree dove più evidente è la concentrazione <strong>di</strong> strutture e infrastrutture».Ben venga, dunque, il Parco.Concludo, affermando che a mio parere, in qualità <strong>di</strong> operatore, il rapporto tra il Parco Naturale AdamelloBrenta e il turismo è positivo. Il suo valore è innegabile.Ecco perché coloro che hanno il potere <strong>di</strong> farlo devono <strong>di</strong>fendere tutto questo, con l’obiettivo <strong>di</strong> uno sviluppoglobale del nostro territorio, a beneficio <strong>di</strong> tutti.Marco Katzembergeralbergatore, presidente Club “Qualità Parco”PARCOStampato su carta fornita da Cartiere del Garda Spa, azienda specializzata nella produzione <strong>di</strong> carte patinate senza legno. Certificata ISO 14001,Registrazione EMAS (30 giugno 2005). Cartiere del Garda pone molta attenzione alla scelta delle materie prime e impiega prevalentemente celluloseselezionate provenienti da fornitori che attuano una buona gestione delle risorse forestali. Tutte le carte sono prodotte in ambiente neutro senza aci<strong>di</strong> (acidfree).Interno: GardaPat 13 KIARA 115 g/m² - Copertina: GardaPat 13 KIARA 150 g/m² - Allegato: GardaPat 13 KIARA 150 g/m² OBA-free.

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