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IL MESSAGGERO SARDO 9APRILE 2003EMERGENZA ARGENTINA / Intervento a favore dei più bisognosiLA SARDEGNA IN PRIMA LINEANEGLI AIUTI AGLI EMIGRATI:ASSEGNATI 310 SUSSIDILa <strong>Sardegna</strong> si distingueancora come una delleregioni più sensibili e attivenella gara di solidarietàcon gli emigrati in Argentina.A metà marzo, infatti, sonostati consegnati i sussidi decisidal Consiglio regionale a310 famiglie di Sardi che vivonoin condizioni di bisogno. LaRegione sarda era stata la prima,nel giugno del 2002 a portareun contributo concretoagli emigrati indigenti. In quelcaso erano stati consegnati 169sussidi da mille pesos (310euro).Per definire la proceduramessa a punto dall’assessoredel Lavoro Matteo Luridiana edai suoi collaboratori, con lafattiva e decisiva collaborazionedella Federazione e dei circolisardi in Argentina, si sonorecati a Buenos Aires due funzionaridell’ assessorato, AnnaCau, responsabile del settoreemigrazione e Francesco Pitzanti,segretario della Consultae addetto all’ufficio che sioccupa della “Emergenza Argentina”.La Regione è riuscita a fartrasferire le somme dall’ Italiaall’Argentina in dollari perevitare una rilevante riduzionedegli importi. È stato così possibileconsegnare mille pesos anucleo familiare, l’equivalente,è stato rilevato, di sei mesidi pensione minima.I sussidi sono andati solo apersone anziane (oltre 65 anni)o a disoccupati con familiari acarico di cui fosse certificata lacondizione di indigenza. Lepratiche sono state esaminatedai circoli e dalla Federazione.Sono state soddisfatte tuttele richieste che rispondevanoai requisiti richiesti.Alla riunione a Buenos Aireshanno partecipato il presidentedella Federazione CosimoTavera, il consultore VittorioVargiu, i presidenti dei circolidi Mar del Plata, LoredanaManca, di La Plata, GiovannaSignorini, di Miramar, AntonioZidda, di Cordoba, AdrianaMandis, e Sebastiano Mureddudi Rosario. I funzionaridell’Assessorato si sono incontratianche con il presidentedel circolo di Moreno, SalvatoreSanna.Soddisfazione per la tempestivitàdell’intervento dellaRegione è stato manifestato datutti i responsabili dei circoli edalla Federazione.La dottoressa Cau e FrancescoPitzanti hanno partecipatoai lavori di un Consiglio Direttivodella Federazione dei circolisardi in Argentina nel corsodei quali sono state esaminatee messe a punto le altre iniziativedelle regione a favoredei Sardi nell’America Latina.Le iniziative della Regione afavore degli emigrati sardi inArgentina, infatti, non si esaurisconocon questo intervento.Tra le altre cose in cantiere c’èanche un intervento per realizzarecorsi di formazione checonsentano ai giovani figli degliemigrati di acquisire unaprofessionalità e di avviareun’attività economica.La <strong>Sardegna</strong>, in quanto Regioneche coordina le politicheregionali per l’ emigrazione,svolge anche un ruolo moltoimportante nell’ Unità tecnicadi crisi costituita dal ministroper gli Italiani all’Estero, MirkoTremaglia. A Buenos Aires,a rappresentare la <strong>Sardegna</strong>nell’Unità tecnica di crisipresso l’Ambasciata d’Italia,c’è Cosimo Tavera. Particolarmenteimportante il ruolo svoltoper far pervenire farmaci emedicinali alle persone bisognoseche non sono in grado diacquistarli.Tra i successi di cui la <strong>Sardegna</strong>può portar vanto c’è la soluzionedi una vicenda drammaticache vedeva coinvoltauna bambina di un anno, figliadi emigrati sardi che vivononella cittadina di Moreno, nellaprovincia di Buenos Aires,nata con una disfunzione cardiaca,che necessitava di undelicato e costosissimo intervento.L’operazione di cardiochirurgiapoteva essere fattasolo in un’attrezzatissima clinicaprivata. Per l’interventoservivano 18.000 pesos, circasei mila euro.Una cifra che mai la famigliadella bimba avrebbe potutopagare. Sollecitato dall’assessoreLuridiana il ministro Tremagliaè intervenuto sull’Unitàdi crisi e il caso è statosbloccato. La bambina saràoperata a giugno. La notizia hacontribuito a portare un po’ diserenità nella famiglia dellabambina, facendoli sentiremeno soli, e a rinforzare i legamidegli emigrati in Argentinacon la <strong>Sardegna</strong>.Ventisette anni dopol’uccisione dei due emigrati sardi di Trensuraghesin Argentina, vittime dellaferoce dittatura dei militari,i giudici italiani hanno messola parola fine sulla vicendaprocessuale. La Corte di assisedi appello di Roma ha confermatola pena all’ergastolo peri generali argentini GuillermoSuarez Mason e SantiagoOmar Riveros e le condanne a24 anni di reclusione per ilcapo della prefettura navale diTigre Juan Carlo Gerardi e peri sottufficiali Julio RobertoRossin, Alejandro Puerta, JoséLuis Porchetto e Omar HectorMaldonado inflitti in primo gradoil 6 dicembre 2000. I setteerano accusati, a seconda delleposizioni, della scomparsa edella morte di otto italo-argentininel periodo della dittatura militare(1976-1983), tra i quali idue sardi Martino Mastino eMario Bonarino Marras. La sentenza,emessa il 17 marzo scorso,è stata accolta con grandegioia, e un pianto liberatorio, daalcuni dei parenti delle vittimepresenti in aula, giunti appostadall’Argentina. Nessuno degliimputati, invece, era presente.Tutti contumaci in Sud Americain attesa che un accordo bilateraletra governi o una nuova leggenazionale possa consentirealla giustizia di fare il suo corsoARGENTINACONFERMATA IN APPELLOLA CONDANNA AI GENERALIPER I DESAPARECIDOS SARDIcon l’arresto dei responsabili delgenocidio.Nel capo di imputazionesi contestava al generaleMason la responsabilità negliomicidi di Laura Carlotto, RobertoJulio Moressi, Pedro LucioMazzocchi, Luis AlbertoFabbri e Daniel Jesus Ciuffo,nonché la scomparsa del piccoloGuido Carlotto, figlio di Laura.Agli altri militari si imputava,in concorso tra loro, la mortedi Martino Mastino, mentreper quella di Mario Marras è stataconfermata l’assoluzione degliimputati. Il collegio, comegià nel giudizio di primo grado,ha ritenuto insufficienti le provesulle responsabilità degli imputatiriguardo alla morte di Marras.L’operaio di Tresnuraghes,emigrato giovanissimo con lafamiglia negli anni Cinquanta,venne ucciso da un commandodi militari il 7 maggio del 1976.Quel giorno Marras, marito diSantina Mastinu, era andato atrovare il cognato Martino che siera rifugiato in un’isoletta neldelta del Paranà. Martino Mastinu,leader sindacale nei cantierinavale di Tigre, dal marzo diquell’anno - subito dopo il golpe- era ricercato dai militari cheavevano avviato un piano disanguinosa repressione. I militari,scoperto il rifugio di Mastinu,sbarcarono nell’isoletta ecominciarono a sparare uccidendoMarras che, in realtà, nonsi era mai occupato di politica esi trovava lì solo per portare aiutial cognato. Mastinu, giovanecoraggioso, riuscì a fuggire anuoto, ma venne catturato tremesi dopo a Buenos Aires nellacasa di un’altra famiglia di emigratidi Tresnuraghes (i Demontis).Portato nel centro clandestinodi detenzione, chiamatoCampo di Mayo, venne torturatoe fatto sparire come altri 30di Carlo Figarimila “desaparecidos”. Forse fugettato nell’Oceano da un aereomilitare. «Finalmente è stataresa giustizia alla memoria deidue emigrati sardi e in particolaredi Martino Mastinu che era unautentico e valoroso leader sindacale»,ha affermato l’avvocatodi parte civile dei Mastinu,Luigi Cogodi, che per anni haseguito con grande passione levicende processuali delle famigliedelle due vittime sarde. Peri Marras e Mastinu, Luigi Cogodiè stato il legale in tutte le fasidel giudizio, ma soprattutto èstato un amico e il punto di riferimentoin <strong>Sardegna</strong> battendosiper arrivare alla sentenza. «Unasentenza – ha detto Cogodi –che premia la volontà di tutti coloroche si sono attivati affinchéquesta storia non finisse sepoltao dimenticata». Molte le reazionidi soddisfazione, giunte daautorevoli voci. MassimoD’Alema, presidente dei Ds: «Èuna sentenza che conferma laserietà del lavoro istruttorio edella sentenza dei giudici di primogrado e fa onore alla magistraturaitaliana che ha saputocondurre fino in fondo, senzacondizionamenti e con pienaautonomia, una delicata e difficilevicenda giudiziaria importantesul piano della difesa deidiritti e della dignità delle persone».Marina Sereni, responsabileper la politica estera dei Democraticidi sinistra, ha poi aggiunto:«Si tratta di un passo importanteper fare luce e giustiziasu uno dei periodi più cupi dellastoria contemporanea. In un momentoin cui l’Argentina attraversauna grave crisi economica,finanziaria e morale, tantopiù importante che vengano punitii responsabili delle atrocitàdel passato e si possa esprimerela piena solidarietà alle forzeche si battono per la democrazia,lo sviluppo e larinascita delpaese».«La sentenza dei giudici romani– ha dichiarato Franco Danieli,senatore della Margherita– conferma le ragioni di chi si èostinato a ricercare in sedegiudiziaria le responsabilitàper le atrocità commesse daigenerali argentini che portaronoalla scomparsa di migliaiadi cittadini fra i quali molti italiani».

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