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IL MESSAGGERO SARDO 7APRILE 2003Pioggia e grandine comenon si ricordavano da almenovent’anni nonhanno regalato solo freddo eumidità, ma anche quello cheè forse il bene più preziosoper la <strong>Sardegna</strong>, assetata daintere stagioni di siccità: l’acqua.E così, il rovescio dellamedaglia di un inverno da dimenticaresono gli invasi finalmentenon più semivuoti.Per fare solo un esempio, dal31 dicembre allo stesso giornodi gennaio, la quantità totaledell’acqua disponibilenell’intera isola è passata da380 a 731 milioni di metricubi, facendo tirare un gransospiro di sollievo non solo atutti gli abitanti, che non devonopiù sottostare alle severerestrizioni decise dal commissariostraordinario perl’emergenza Mauro Pili neimomenti più difficili e possonodunque avere più acqua adisposizione ogni giorno, maanche agli agricoltori che potrannoirrigare i loro campisenza dover ogni volta ricorrerealle costosissime autobotti.Tanta acqua che, addirittura,non potendo esserecontenuta da alcuni invasi,viene gettata in mare, andandocosì perduta. Situazionepositiva, registrata anche dall’Anbi(Associazione nazionalebonifiche), che ha sottolineatocome le intense pioggecadute nell’inverno appenafinito dovrebbero consentiredi assicurarsi anche unascorta per l’anno prossimo.Purtroppo però, anche sedalle premesse la situazionesembrerebbe completamentepositiva, non è esattamentecosì. Perché, prima di tutto, i39 invasi della <strong>Sardegna</strong> –pur essendo la loro situazionenotevolmente migliorata -sono complessivamente al disotto delle loro possibilità diessere riempiti: 1.578 milionidi metri cubi l’acqua raccoltarispetto ai 2.383 che potrebberocontenere (la spiegazioneè semplice: non essendocicollegamenti fra gli invasi,l’acqua non può essere trasferitada quelli che si riempionotroppo a quelli che invecepotrebbero ancora contenerne,perciò alla fine si èCRISI IDRICA / Le piogge più abbondanti degli ultimi 20anni hanno riempito i bacini scongiurando unadrammatica emergenza. Sospese le restrizioni aCagliari e negli altri centriLA GRANDE SETEÈ FINITARESTANO I PROBLEMIcostretti a gettarla in mare). Epoi, perché la pioggia da solanon può bastare a risolvereproblemi decennali che necessitanodi interventi unavolta per tutte decisivi. Tantoper cominciare, bisogna assolutamenteriordinare la reteidrica della <strong>Sardegna</strong>, eliminandole condotte “spezzettate”e collegando nord a sud,est a ovest, per assicurare unsistema razionale e omogeneo.In secondo luogo, aspettoimportantissimo, aggiustarele condotte colabrodo chefanno perdere fino al 60%dell’acqua che le attraversa,arrivando in alcuni punti addiritturaal 70%, anche sel’assessore regionale ai LavoriPubblici Silvestro Ladu,correggendo l’Esaf (Ente sardoacquedotti e fognature)che aveva diffuso quei datilanciando l’allarme, assicurache le perdite non superano il30%. E poi, cosa principale,risolvere il problema dellagestione, non prima ovviamentedi aver archiviato icontenziosi, studiato i possibiliprogetti e bandito le gare,superando i conflitti fra gliattuali enti che, di fronte all’ideadi una “fusione” congli altri attraverso un consorzio,non sembrano esserepropriamente entusiasti, sapendogià di dover rinunciareognuno a parte del proprioattuale “dominio”.Un primo, importante passoè stato fatto alla fine del2002: 372 milioni di euro difondi comunitari, statali e regionalisono stati assicuratidi Michele MasciaCON L'AUTORITA' D'AMBITORIDISEGNATO IL POTERENELLA GESTIONE DELL'ACQUAPoca acqua, molti enti digestione, ma adesso si vafinalmente verso l’attesarazionalizzazione e semplificazionedel settore. Il decreto cheindice le elezioni per la nominadei 36 rappresentanti dei Comuniin seno all’assemblea dell’istituendaAutorità d’Ambito,con competenza diretta nel governodel Servizio idrico integratoin <strong>Sardegna</strong>, è stato trasmessonei giorni scorsi al presidentedella Giunta Mauro Pilidall’assessore regionale dei LavoriPubblici Silvestro Ladu.Si tratta di un’istituzione disciplinatadalla legge Galli,che ha ridisegnato l’intero settoreidrico potabile, dalla fasedella captazione alla fonte,sino a quello della depurazione.Nel dicembre scorso laGiunta regionale, su propostadell’assessore dei Lavori Pubblici,aveva provveduto adadottare lo statuto dell’Autoritàd’Ambito, in precedenza approvatodalla maggioranza assolutadei Comuni e delle quattroProvince (237 voti a favoree 56 contrari, mentre in 76non hanno deliberato). Nell’organigrammadirigenzialedell’Autorità d’Ambito sonoprevisti un presidente e un comitatoesecutivo, e l’assemblea,che verrà costituita conl’elezione dei rappresentantidei Comuni.Nel regolamento, adottatodall’Esecutivo, è previsto -prosegue la nota - che i 377comuni dell’isola siano suddivisiin tre sezioni, sulla basedella loro consistenza demografica.La prima sezione, comprendentei Comuni sino a 5 milaabitanti (fissata su base interprovinciale,cosi’ come le altredue) eleggera’ 15 componenti,la seconda (Comuni sino a 20mila abitanti) ne eleggerà 10 ela terza (Comuni oltre i 20mila abitanti) ne eleggerà 11.Le elezioni saranno indettecontestualmente alla pubblicazionedel decreto. Da quelgiorno i sindaci, o i loro delegati,avranno 30 giorni di tempoper presentare liste di candidati,ognuna delle quali dovràessere costituita da almeno10 persone, scelte fra i sindacidei comuni isolani o da lorodelegati, che saranno ancheelettori dei componenti dellanuova Assemblea.L’istituzione dell’Autoritàd’Ambito, quale espressionediretta delle amministrazionilocali (Comuni e Province),consentirà, finalmente, di darecompiutezza alla riforma delalla <strong>Sardegna</strong> con la firma diquattro ordinanze da parte diPili, sempre più convinto dellanecessità di un gestore unicodelle acque con una “holdingche abbracci tutti i soggettigestori oggi esistenti eoperanti nell’Ambito territorialeottimale”, operativa giàdalla fine del prossimo giugno.Contemporaneamente,Pili ha presentato il “Pianostralcio direttore di bacinoper l’utilizzo delle risorseidriche”, nel quale prevedequattro tipi di intervento. Ilprimo, collegare i baciniidrografici: 61 milioni dieuro per trasferire l’acquadalle zone che ne sono ricchea quelle che non ne hanno one hanno pochissima, collegandoi sistemi di Tirso eFlumendosa migliorandol’utilizzazione dei bacini Tirso-Fluminimannudi Pabillonis-Mogoro.L’Eaf (Ente autonomo Flumendosa)dovrà poi elaborareil progetto di collegamentoda nord a sud. Il secondo,completare le tante opere diprimaria importanza: dallosblocco della diga di MontiNieddu al risanamento diquella Meddau Zirimilis, dalcompletamento dell’invasoartificiale da 10,6 milioni dimetri cubi sull’alto corso delfiume Cedrino a Cumbidanovu(Orgosolo) allo schemaButtile e Calambru. Il terzo,realizzare il Piano strategicodelle opere idriche: riqualificarele reti, dunque ridurre leperdite e migliorare la distribuzione,attivando immediatamente90 milioni di eurograzie a un particolare tipo difinanziamento previsto per leurgenze. Il quarto intervento,infine, riguarda proprio gliinterventi urgenti: prima ditutto, una campagna di pozzinel Campidano meridionaleche, facendo guadagnare finoa 20 milioni di metri cubid’acqua ogni anno, garantirebberola copertura di almenoun quarto del fabbisognod’acqua a Cagliari. E poi, gliattesi impianti di sollevamentoper recuperare tuttequelle risorse che altrimentiandrebbero perse, propriocome accade ora.Insomma, pur se soddisfattiper questa stagione, bisognaorganizzarsi per programmareil futuro, senza perdere tempo.Perché, purtroppo, le statisticheparlano chiaro: ormaiè accertato che piove un annoogni sei, perciò non si puòpensare né di tirare avanti vivendodi rendita da un’unicaannata utile, né tanto menocontinuare con l’incubo dellenavi cisterna.Inaccettabile - in una regionecome la <strong>Sardegna</strong> che vuoleriscattarsi da un passato cheper troppi anni l’ha penalizzata- per almeno due motivi:prima di tutto, la convivenzacon le navi cisterna è incompatibilecon qualunque idea diserio sviluppo economico interno;e poi, se davvero sivuol puntare sul turismo diventandocompetitivi a livellointernazionale e facendo iltanto atteso salto di qualità,avere poca acqua non è certosettore idrico-potabile in <strong>Sardegna</strong>,con l’attivazione di tuttii compiti istituzionali, previstidalla legge Galli e dalle leggiregionali: la programmazionee l’attuazione degli interventiprevisti nel Piano d’Ambito;l’eventuale revisione delPiano; l’individuazione dellaforma di gestione più consona,rispetto alla situazione dell’Ambitoregionale, nel rispettodella normativa nazionale ecomunitaria vigente, ma anchenell’ottica di un pieno utilizzoe valorizzazione delle strutturegestionali e delle professionalitàesistenti nell’isola; l’affidamentodella gestione e la determinazione,modulazione eaggiornamento delle tariffe,un buon biglietto da visita,anche se finora i turisti nonhanno dovuto subire disagi.Quindi, dato per scontato chela prima cosa da fare è rimetterea nuovo gli impianti e lereti per migliorare approvvigionamentoe distribuzione, èindispensabile pensare ad usoil più possibile razionale dell’acquapotabile. Ovvero, nonescludere alternative per l’irrigazionedei campi: il primoesempio è stato il recupero deireflui di Is Arenas convogliatia Simbirizzi. Ma il prossimoobiettivo, cominciando da Cagliari,è il dissalatore: che,spiega il sindaco Emilio Floris,con una gestione mista oaddirittura comunale, assicurerebbeun funzionamentocorretto e senza speculazioni,lavorando a basso regime inperiodi di discreta piovosità eaumentando il ritmo in quellidi siccità (un privato, invece,lo farebbe funzionare in modocostante per guadagnare il piùpossibile).In progettazione a Is Arenas,per una produzione di 10milioni di metri cubi all’annodi acqua potabile il dissalatorecosterebbe 35 milioni dieuro, 50 per una quantità doppiad’acqua.La siccità in <strong>Sardegna</strong> è unacostante degli ultimi quarant’anni,affrontata praticamenteda tutti i governi che sisono succeduti.Purtroppo, senza riuscire arisolvere la situazione, anchee soprattutto per contrasti politici– che hanno impedito finorala gestione unica, indispensabileper assicurare unadistribuzione razionale e soprattuttoefficace - e scarsitàdi risorse economiche, oltreche per colpa delle troppe digheinutili, che andrebberosostituite con altrettante completamentenuove. Adessonon c’è più tempo da perdere:dal 1920 ad oggi la pioggia in<strong>Sardegna</strong> è diminuita del 50%e il rischio desertificazione, inalcune zone già cominciata, èsempre più reale. Basta dareuno sguardo alla macchia mediterraneanella zona sud: ilverde brillante di qualcheanno fa, ormai è solo un ricordo.oltre all’esercizio dell’attivitàdi controllo del Servizio idricointegrato e delle attività delgestore.L’avvio dell’iter per la nominadei componenti l’Assembleadell’Autorità d’Ambito -spiega l’assessore SilvestroLadu - costituisce un importantepasso avanti nella definizionedel nuovo sistema di gestionedel settore idrico potabilenell’isola. La nuova istituzione,continuando sulla stradapercorsa dalla struttura delcommissario per l’emergenzaidrica, potra’ infatti operare perla razionalizzazione dell’interosistema, lavorando sulla basedel Piano d’Ambito per migliorareil programma degli interventidi potenziamento delle infrastrutture.Tutto cio’ conl’obiettivo di porre le basi aduna gestione idrica che sia contrassegnatada criteri di economicita’,efficacia ed efficienza,secondo quanto previsto dalla“Galli”, dando cosi’ una rispostaadeguata alle esigenze di unsettore che diventa sempre piu’strategico per il futuro della<strong>Sardegna</strong>.

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