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IL MESSAGGERO SARDO 5APRILE 2003Anche i sardi di secondae terza generazione e iloro familiari potrannousufruire delle riduzioni tariffarieche la società di navigazioneMoby applica ai sardiresidenti nell’ Isola. Si trattadi uno sconto del 30 per centosu tutte le tariffe e su tuttele rotte. Per poter usufruiredei benefici è indispensabileesibire la tessera di iscrizionea uno dei circoli sardi in Italia.L’accordo è stato presentatoa Cagliari in una conferenzastampa alla quale sonointervenuti gli assessori regionalidei Trasporti, ToreAmadu, e del Lavoro, MatteoLuridiana, il Capo di Gabinetto,Attilio Dedoni, il presidentedella Fasi ToninoMulas, il presidente onorarioe responsabile del settore trasporti,Filippo Soggiu, eMassimo Mura della DirezioneCommerciale di Moby.Successivamente è statoraggiunto un accordo di massimaper estendere anche aifigli degli emigrati sardi inEuropa gli stessi benefici.L’intesa – in corso di perfezionamento- è stata raggiuntadal vicepresidente dellaConsulta, Domenico Scala,presidente della federazionedei circoli sardi in Svizzera,con Massimo Mura della DirezioneCommerciale diMoby. Restano da mettere apunto solo alcune questioniprocedurali. L’accordo tra lasocietà di navigazione e le Federazionidei circoli sardi inEuropa sarà definito ufficialmentenei prossimi giorni.Il riconoscimento del dirittoalla riduzione tariffaria peri sardi di seconda e terza generazionefatto dalla Moby,una compagnia di navigazioneprivata, rappresenta unsuccesso di importanza “storica”per il movimento dell’emigrazionesarda organizzatae una conquista per tuttii sardi perché per la primavolta in una materia comequella dei trasporti trova pienaapplicazione la legge n. 7Dopo le rotte aeree(escluse quelle <strong>Sardegna</strong>- Continente dovevige il discutibile ‘protezionismo’della Regione), la sanaconcorrenza si trasferisce aquelle marittime: a SardiniaFerries, che aveva offerto unatariffa di 5 euro per il passaggiomacchina, Moby Lines harisposto con 54.786 passaggi a1 euro su tutte le sue tratte econ tariffe passeggeri ribassate,valide praticamente tuttol’anno, se si ha la pazienza diricercarle. Ovviamente la superoffertaè andata via nel girodi un paio di giorni, soprattuttovia computer (sul sitowww.moby.it, utilizzabile perprenotare i biglietti e pagarecon carta di credito). C’è dadire che la compagnia di VincenzoOnorato, tornato ad impegnarsiin prima personadopo gli impegni nelle regatedi Coppa America col suo‘Mascalzone Latino’, è quellache lo scorso anno ha beneficiatodi più dal calo dei passeggeriTirrenia nei porti delNord <strong>Sardegna</strong> (Olbia, GolfoAranci e Porto Torres), circa200 mila. Nel 2001 erano sbarcatequattro milioni e centomilapersone e lo scorso annosolo cinquantamila in più,mentre Moby ne ha registratoTRASPORTI / “Storico” accordo siglato dalla Fasiper estendere i benefici riconosciuti ai residenti ancheai figli degli emigrati. Intesa di massimaanche con le Federazioni dei circoli d'EuropaTARIFFE RIDOTTE PER I SARDIDI SECONDA E TERZA GENERAZIONESULLE NAVI DELLA MOBYsull’Emigrazione che sanciscei diritti dei sardi fuori dall’Isola,non solo di quelli natiin <strong>Sardegna</strong> ma anche deiloro discendenti, come appartenential Popolo sardo.E’ prevedibile che la stradaaperta dalla Moby, che haagito con esclusive motivazionicommerciali senza nessuntipo di “incentivazione”pubblica, sarà presto seguitadalle altre compagnie di navigazione.I collegamenti trala <strong>Sardegna</strong> e il Continenterappresentano da sempre –ma sempre di più – un business.Fino a poco tempo faoperava solo la Tirrenia chefaceva il bello e cattivo tempo.Poi il mercato si è apertoe anche la compagnia di bandieraè stata costretta a adeguarsi– rinnovando, finalmente,la flotta – per fronteggiarela concorrenza semprepiù aggressiva. Ora si apre uncapitolo nuovo. L’agevolazionericonosciuta da Mobyfarà crescere il flusso di passeggeriverso la <strong>Sardegna</strong>,consentendo, tra l’ altro, l’allungamento della stagioneturistica.Per dare solennità all’ avvenimentola presentazionedell’ accordo, negoziato dallaFasi, la federazione dei circolisardi in Italia, è avvenutaa Cagliari nella sede dell’assessorato dei Trasporti. Gliassessori Amadu e Luridianasi sono allontanati dall’ Auladel Consiglio regionale, doveTRASPORTIera in corso l’esame dellalegge Finanziaria, per presenziareall’ appuntamento“storico”.“Come Regione – ha dettoAmadu – siamo favorevoli aqualsiasi iniziativa si ponganell’ottica della continuitàterritoriale. Ma anche perchésiamo sempre pronti a scendereal fianco degli emigrati”.L’assessore dei Trasportiha sottolineato l’importanzapolitica che rappresental’estensione dei benefici dellacontinuità territoriale aisardi di seconda e terza generazione.Dopo aver ricordatoche la Tirrenia ha posto limitialla concessioni delle tarifferidotte, l’assessore Amadu,ha riferito che sono incorso trattative per estenderele agevolazioni. L’accordotra la Fasi e la Moby, puòdare un significativo impulsoperché iniziative simili sianoadottate anche da altri armatori.Amadu ha colto l’occasioneper fare il punto sull’attuazionedella continuità territorialesulle linee aeree.Come Regione – ha detto –stiamo lavorando per allargarele tratte da collegare e perestendere la fascia dei beneficiari.“Appena conclusol’esame della manovra finanziaria– ha annunciato l’assessoreAmadu – con il presidentePili convocheremo unaConferenza dei servizi con lecompagnie aeree per valutaredi Gianni De Candiainsieme i correttivi da apportarenel rispetto delle direttivedell’Unione Europea. Ciattende una battaglia difficile– ha concluso – per vincerlaabbiamo bisogno di alleati determinaticome gli emigrati”.L’assessore del Lavoro haringraziato la Fasi e la compagniadi navigazione Mobyche hanno permesso di conseguirequesto importante risultato.“Ancora una volta –ha detto Luridiana – si dimostrache i soldi spesi dallaRegione a sostegno del mondodell’emigrazione sonosoldi bel spesi che hanno importantiricadute sull’economiadell’isola”. L’assessoreha anche sottolineato il grandecontributo del mondo dell’emigrazioneper tenere saldii legami affettivi e i rapportieconomici con la <strong>Sardegna</strong>.“L’estensione dei beneficiai sardi di seconda e terzagenerazione – ha concluso– va proprio nella direzionedi rinsaldare questi rapporti”.Luridiana ha poi ricordato iprogetti del partenariato el’impegno della regione a fardiventare le strutture dell’emigrazione sarda organizzatasempre più “ambasciatedell’Isola” nel mondo.Il dirigente della Moby,Massimo Mura, originario diMacomer, ha manifestato“soddisfazione e orgoglio”per l’accordo che estende ibenefici riconosciuti ai residenti– su tutte le rotte, suLA COMPAGNIA DI NAVIGAZIONEALLA CONQUISTA DEL MERCATO SARDOCON SCONTI E AGEVOLAZIONIsulle sue navi, provenienti daLivorno, Genova e Civitavecchia,177.600 in più, portandoil totale a 982.576 e la quota dimercato da 19,89 al 23,68%. Enei primi due mesi del 2003 ipasseggeri sono aumentati diun ulteriore 18% rispetto all’analogoperiodo 2002.Per quanto riguarda le mercil’incremento è stato del 12% esu un totale di 3,244 milioni dimetri lineari sbarcati a Olbia eGolfo Aranci la compagnia haraggiunto una quota di mercatodel 20,27%, superando cosìla Tirrenia, scesa al 19,72%.Senza togliere merito allaqualità delle nuove navi e delpersonale che le gestisce, moltaparte dell’incremento deltrasportato è dovuto ai turisti,quelli tedeschi in particolare,più attenti degli emigrati sardial costo del biglietto. La sceltadi G. Mario Tomainudella compagnia di Onorato èstata infatti quella di abolire letariffe fisse e di dividerle inquattro, a seconda dei giorni incui si parte, durante tutto l’arcodell’anno. Chi decide diviaggiare sulla tratta Olbia-Genova all’ultimo momento enei periodi di punta, infatti,potrebbe non godere dellosconto del 30% per i nati e/oresidenti in <strong>Sardegna</strong> e pagheràper il solo passaggio 53euro, mentre col cosiddetto‘best price’, il prezzo più basso,sommato allo sconto residenti,ne spenderà solo 21; perla macchina piu lunga di 4 metrisi scende da 137 a circa 52euro. Insomma, se si ha la pazienzadi collegarsi ad internet,di confrontare le tariffe aseconda dei giorni e di partireadattandosi ai prezzi più convenienti,il viaggio per la <strong>Sardegna</strong>non diventa più un costoquasi proibitivo, ma può diventareuno stimolo per tornarepiù spesso al paese d’originesenza incidere sulle finanzedomestiche. Come ha annunciatoOnorato presentando allastampa, a Milano, le nuove iniziative,l’obiettivo di Moby (madovrebbe essere anche quello ditutti gli operatori turistici sardi),è quello di far viaggiare di più lagente, specie nei periodi o neigiorni in cui, invece, le navipartono con tanti posti vuoti.La compagnia, inoltre, intendecrescere anche come numerodi navi ed il suo patronha ribadito che “siamo pronti acogliere tutte le occasioni chedovessero presentarsi”.L’obiettivo principale resta,comunque, la corsa alle naviTirrenia, quando lo Stato decideràdi venderle. “Noi siamotutte le tariffe e in tutte le stagioni– ai sardi di seconda eterza generazione e alle lorofamiglie e anche ai soci nonsardi dei circoli. “L’obiettivo– ha annunciato – è di estendereil beneficio a tutti i circolisardi in Europa. Ci sonoda risolvere solo alcune questioniburocratico-proceduralie poi l’ accordo varrà pertutti i circoli”.Mura ha ricordato cheMoby, con 970 mila passeggeritrasportati è la compagniaprivata con maggior volumedi traffico passeggeriverso la <strong>Sardegna</strong>. Ha poisottolineato che la compagniaopera tutto l’anno sulletre rotte per Olbia da Genova,Livorno e Civitavecchia, impiegandonavi di ultima generazionevarate nel 2001.Filippo Soggiu - dopo averricordato la conquista della“corsia preferenziale” ottenutadalla Tirrenia oltre 20anni fa, a seguito di lotte sullebanchine per rivendicare ildiritto a trasporti marittimi amisura d’uomo – ha auspicatoun effetto trascinamentosulla Grimaldi e sulla Tirreniaperché riconoscano agevolazionisimili a quelle dellaMoby.Il presidente della Fasi, ToninoMulas, ha evidenziatoche l’accordo rappresental’abbattimento del muro cheimpediva ai figli dei sardi disentirsi sardi come i loro fratellinati in <strong>Sardegna</strong>. Mulasha spiegato che attualmente isoci dei circoli sardi sono 15mila ma che dopo quest’accordoè ipotizzabile una crescitadegli iscritti. Mulas haringraziato la compagniaMoby per la sensibilità dimostratae per il sostegno datoalle iniziative della Fasi, dalcongresso di Olbia al convegnosui Trasporti e la Continuitàterritoriale, tenutosinello scalo gallurese, quandomise a disposizione la suanave ammiraglia per ospitarei delegati provenienti da tuttele regioni italiane.sempre interessati - ha ribaditoOnorato - ma questa privatizzazioneresta un mistero, non si sané quando né come verrà fatta.Peccato che nel frattempo lasocietà (Tirrenia n.d.r.) stiaperdendo quote di mercato, sistia sempre più indebitando e,quindi, al momento della venditalo Stato rischia di incamerareben poco”.Vanno bene invece i contidella Moby, che lo scorso annoha fatturato 111,6 milioni dieuro, in crescita dell’8,5% sul2001,il margine operativo lordoè stato di 29,4 miliardi(+18,8%) e l’utile netto ha registratoun incremento del28%, raggiungendo gli 8,6 milioni.Questo consente aMoby, ha detto il suo presidente,di avere una situazione finanziariasolida e sufficienteper affrontare gli investimentinecessari per l’eventuale costruzionedi nuove navi, oltrele 15 ora in servzio sulle rotteper la <strong>Sardegna</strong>, l’isola d’Elbae la Corsica, mentre in caso dinuove acquisizioni si profila laquotazione in Borsa. Attualmentecirca l’80% del capitalesociale è detenuto dallo stessoOnorato, mentre le restantiquote sono ripartite tra Efibanca,Monte Paschi Siena e unfondo Comit (Banca Intesa).


IL MESSAGGERO SARDO 6APRILE 2003Nuove province sì, nuoveprovince no. Il dibattitosi accende, l’11 maggiola risposta definitiva. Per quelladomenica, infatti, è fissata laconsultazione del popolo sardochiamato ad esprimersi se èfavorevole o meno alla creazionedi quattro nuovi enti intermediche vanno ad aggiungersia Cagliari, Sassari, Nuoroe Oristano. Se ne parla datempo immemore, ma solo il12 luglio del 2001 il Consiglioregionale ha varato la leggeistitutiva, accogliendo la propostadell’assessore degli entilocali Andrea Biancareddu,strenuo sostenitore della necessitàdi decentramento. Perfar fronte al nuovo onere l’assessoreha proposto l’abolizionedelle Comunità montane,obiettivamente inutile retaggiodella Prima repubblica.Le nuove province dovrebberoessere quelle della Gallura(capoluogo in condominiotra Olbia e Tempio), del Sulcis-Iglesiente(equa ripartizionedi poteri e di compiti traCarbonia e Iglesias), del MedioCampidano (capoluogo,forse, Sanluri) e dell’Ogliastra(capoluogo Lanusei).Dovrebbero, perché sullaloro nascita c’è l’alea del referendum.L’ha richiesto e ottenutoun comitato spontaneo dicittadini (lo chiamano “il comitatodei professori”) che, all’insegnadello slogan “Fermiamogli sprechi”, ha raccolto 54milafirme e le ha depositante inCorte d’appello. Non solo, minacciandoal presidente dellaRegione una denuncia peromissione di atti d’ufficio, hafatto istituire il “Comitato regionaleper il referendum”,espressamente previsto dallalegge e formato da un magistratodi Corte d’appello, da unodel tribunale, da uno del Tar, dauno della Corte dei conti e dalcoordinatore generale dellapresidenza della giunta regionale.L’organismo ha ritenutalegittimamente valida la richiestae il presidente Mauro Pili hadovuto bandire la competizioneelettorale e preannunciare loscioglimento dei consigli provincialiattualmente in carica.Il “comitato dei professori”esulta: lo guida Gianni Onorato,un noto e dinamico imprenditorecagliaritano, ed è compostoda avvocati e intellettuali difama. Tra essi Luigi Concas eFrancesco Cesare Casula, docentinell’università di Cagliari,Antonio Serra, università diSassari, Alberto Azzena, universitàdi Pisa, Pietro Biggio,avvocato. Sono loro, soprattutto,che son riusciti a ottenere ilreferendum abrogativo: chi ècontrario alla creazione dei nuovienti dovrà votare sì all’abrogazionedella legge regionaleche li istituisce, chi è favorevoledovrà esprimere il no.Ma, come sempre, il nemicoda battere è l’astensionismo:se non andrà a votare almenoun terzo (per l’esattezza il33,3 per cento più uno) degliaventi diritto il referendumnon avrà alcuna efficacia. Ilpericolo è reale: numerosi sindacidei comuni interessatihanno deciso di disertare leurne e di chiedere di fare altrettantoai propri amministrati.Sulla stessa lunghezza d’ondaanche l’assessore AndreaBiancareddu che, ai sindaciconvenuti in Consiglio regionale,ha motivato così la suadecisione: «È un atto di rispettoverso l’Assemlea che ha ap-ELEZIONI / Il 25 si vota in 29 ComuniI SARDI ALLE URNE L'11 MAGGIOPER I REFERENDUMSULLE NUOVE PROVINCEprovato la legge. L’astensioneè l’unico modo che 460 milacittadini (tanti sono i residentinelle nuove province) hannoper difendere il loro diritto all’autonomiadall’attacco dipochi personaggi che, arbitrariamente,pensano di rappresentaretutti i sardi».Di ben altro avviso “il comitatodei professori”, che spergiuradi non aver alcuna ambizionepolitica («Candidaturealle regionali? non parliamoneneanche!») e i cui membri, autodefinendosicastiadores,guardiani della pubblica amministrazione,si pone comeobiettivo di diventare una sortadi Corte dei conti privata, unorgano di controllo sullo sprecodel denaro pubblico. «La<strong>Sardegna</strong> - ha detto GiuseppeContini, docente di diritto costituzionalenell’ateneo sassareseed ex difensore civico regionale- ha 377 comuni, di cui96 sotto i mille abitanti e 31 aldi sotto dei 500: ora si voglionofar nascere queste nuovequattro province senza pensareche saranno esclusivamenteregionali, totalmente prive degliuffici statali. È semplicementeridicolo: se ci sono soldida spendere sarebbe meglioaiutare i piccoli comuni e aiutarlia riunirsi in consorzi».Maria Isabella Puggioni, animastorica del partito radicalesardo e coordinatrice del movimentoper il sì di Sassari,rincara la dose: «Pensano soloa moltiplicare se stessi e i loroportaborse». E Gianni Onorato,fondatore del movimento,sentenzia: «Altri soldi sprecatie altra burocrazia. Un nuovodi Gino ZassoI QUESITI REFERENDARIdanno, l’ennesimo, per la <strong>Sardegna</strong>.Posso sembrare brutale,ma la mia sensazione è chein qualche modo si stia cercandosoprattutto di creare nuoviposti di sottogoverno, magariper dare un cadreghino a qualche“trombato” o per sistemarepreventivamente qualcunoche potrebbe rappresentareAGEVOLAZIONIPER GLI ELETTORI SARDIRESIDENTI ALL'ESTEROL’assessorato degli AffariGenerali della Regione Autonomadella <strong>Sardegna</strong> hareso note le AGEVOLAZIO-NI CHE SARANNO COR-RISPOSTE AGLI ELETTO-RI SARDI RESIDENTI AL-L’ESTERO, regolarmenteiscritti aIl’A.I.R.E (o che abbianoin corso la proceduraper l’iscrizione,attestata dall’ufficioconsolare delloStato estero di provenienza)in occasione delle votazioniper i Referendum Regionalidell’il maggio 2003 - Referendumabrogativi sulla disciplinaistitutiva delle nuoveProvince - e per le elezionicomunali del 25 maggio2003. Il contributo è pari a:- lire 700.000 (C 361,52)agli elettori provenienti daiPaesi del Continente Europeo;- lire 1.200.000 (C619,75) agli elettori provenientidai Continenti extra -europei. Per ottenere il con-ISardi andranno alle urnedomenica 11 maggio per ilreferendum abrogativo delleleggi regionali istitutive diquattro nuove province. Nellascheda gli elettori troverannoquattro quesiti per abrogare treleggi della Regione ed una deliberazionedel consiglio regionalesui quali dovranno rispondere“si” o “no”.Il primo riguarda l’abrogazionedella legge che prevedel’istituzione di nuove provincee la modifica delle circoscrizioniprovinciali.Il secondo fa riferimento allalegge che istituisce le provinceCarbonia-Iglesias, Medio Campidano,Ogliastra e Olbia-Tempio.Il terzo intende abolire lalegge che ha previsto per questaprimavera le elezioni contestualinelle otto province conscioglimento anticipato deiquattro consigli delle provincestoriche. La Corte Costituzionaleaccogliendo il ricorso delGoverno nazionale ha negatoquesta facolta’ alla Regionepur confermando le altre prerogativeche prevedono le elezioniper le nuove e le vecchieprovince nel 2005 tra due anni.Il quarto vuol annullare ilprovvedimento che attual’art.4 (previsione nuove circoscrizioniprovinciali) dellalegge regionale che si intendeabrogare con il primo quesito.Se i Sardi dovessero esprimersiper il “si” le nuove provincenon verranno costituitein quanto la Regione vedra’annullate le leggi che le consentonodi utilizzare i poteridell’art. 43 dello Statuto Speciale.L’art. 43, che tuttaviaconserva la validita’, stabilisceche “con legge regionale possonoessere modificate le circoscrizionie le funzioni delleprovince, in conformita’ allavolonta delle popolazioni diciascuna delle province interessateespressa con referendum”.Sara’ quindi necessariopresentare una nuova legge.Se i Sardi dovessero esprimersiper il “no” la Regioneavrà 8 province: 90 consiglierie 32 assessori provinciali inpiù. Perché il referendum siauna pericolosa concorrenzaalle elezioni regionali».Dall’altra parte, comunque,le acque non sono quiete.Qualche sindaco è ancora incertose propagandare o menol’assenteismo, la giunta comunaledi Olbia decide di ricorrereal Tar contro il referendum,Ozieri va alle urne (ha votato iltributo, l’interessato dovràsottoscrivere una dichiarazioned’avvenuto eserciziodel voto ed esibire al Funzionariocomunale, appositamentedelegato, la tesseraelettorale, vidimata dalla sezioneelettorale, e del bigliettodi viaggio che dimostri ladata d’utilizzazione dellostesso, che deve essere nonoltre i due mesi precedenti,per l’arrivo, ed i due mesisuccessivi, per la partenza,dalla data delle consultazionielettorali.Nel caso si verifichi un secondoturno di votazioni neicasi d’elezione diretta delSindaco, del Presidente dellaProvincia, dei Consigli comunalie provinciali, l’elettoreche dimostra, con la presentazionedei biglietti, diaver compiuto un secondoviaggio di andata e ritorno,avrà diritto al doppio contributo.valido è necessario che vada avotare almeno il 33 per centodegli aventi diritto. Sono staticostituiti i comitati per il “no”,per il “si” e per “l’astensione”.Questi ultimi puntano ad evitareche sia raggiunto il 33 percento indispensabile per la validitàdella Consultazione.Per quanto riguarda la strutturadelle nuove province, laRegione ha accolto tutte le richiestedai Comuni interessatipervenute entro il termine del31 gennaio. La nuova provinciache subisce l’esodo maggiore,rispetto alla composizioneiniziale, è il Medio Campidano.12 Comuni hanno infattichiesto di andare con Cagliaried uno con Oristano. Ladecisione più clamorosa è peròquella degli abitanti di Ozieridove la stragrande maggioranza(95,60%) ha deciso di restarecon la provincia di Sassaririnunciando alla costituendaGallura.Con il nuovo assetto le provinceavranno 36 Consiglieriquella di Cagliari e 24 ciascunale altre.47 per cento della popolazione)per respingere l’ipotesiGallura e decidere di rimanerenella provincia di Sassari, nelMedio Campidano e in Ogliastrasono vivacemente contestatele candidature a capoluogodi Sanluri e Lanusei, in Gallurae nel Sulcis Iglesiente inmolti storcono il muso davantia un capoluogo in condominio.L’assessore degli enti locali enumerosi sindaci, però, nondemordono: il governo diRoma ha bocciato la legge sullenuove province (unica eccezionesollevata: lo scioglimentoanticipato dei Consigli provincialiin atto) ed ecconepronta un’altra: oltre a identificarei quattro territori cheavranno autonomia funzionale,la legge prevede, all’articolo13, le nuove funzioni delleprovince, vecchie e nuove.È una devoluction (Bossi ciperdoni) in sedicesimo, masufficiente, per il momento, agarantire una buona fetta didecentramento, sottraendocompiti importanti alla Regionestoricamente accentratrice eaffidandoli agli enti intermedi,vecchio e nuovi: tra questi“principi di solidarietà”, comeli ha definiti l’assessore, lapromozione e il coordinamentodei parchi naturali, il monitoraggioe il controllo dell’attivitàmineraria e di cava e lacapacità della provincia a direla sua sui piani urbanistici comunali.Ma i più scatenati sono i sindacidei territori interessati all’innovazione.A Santa Cristinadi Pauliatino, lo scorso 16aprile, hanno convinto all’astensionismoanche i lorocolleghi più riottosi.«Ma quali soldi sprecati,quali danni - asserisce, particolarmentepolemico nei confrontidel “comitato dei professori,il sindaco di Arzachena,Piero Filigheddu - Rigiriamoquest’accusa alle lobbyche per quarant’anni hannoutilizzato soldi pubblici, producendodisastri per l’economiadell’isola. Noi invece siamoin grado di finanziare, dasoli, le nuove province».Intanto non sarà soltanto ilreferendum “nuove provincesì, nuove province no” a richiamare,in questa primavera,i sardi alle urne. Ci sono, nell’isola,ventinove comunidove la maggioranza si è sfaldatae ha richiesto l’arrivo, inun passato più o meno recente,di un commissario prefettizio.Andranno alle urne il 25 maggio,chiamando alla competizione150mila sardi. Dei comuniinteressati a questa tornataelettorale solo uno, Assemini,supera i quindicimilaabitanti, per cui ha diritto a undoppio turno elettorale, compreso,se sarà necessario, ilballottaggio.Questi gli altri comuni dovesi voterà:Provincia di Cagliari: oltreAssemini, Collinas, Decimomannu,Furtei, Maracalagonis,Ortacesus, Villacidro e Villaspeciosa.Provincia di Sassari: Aglientu,Arzachena, Badesi e Cherumule.Provincia di Nuoro: Barsardo,Budoni, Galtellì, Irgoli,Macomer, Magomadas, MeanaSardo, Onanì, Sarule e Tertenia.Provincia di Oristano: Ales,Cabras, Simala, Pompu, Narbolia,Villaverde e NugheduSanta Vittoria.


IL MESSAGGERO SARDO 7APRILE 2003Pioggia e grandine comenon si ricordavano da almenovent’anni nonhanno regalato solo freddo eumidità, ma anche quello cheè forse il bene più preziosoper la <strong>Sardegna</strong>, assetata daintere stagioni di siccità: l’acqua.E così, il rovescio dellamedaglia di un inverno da dimenticaresono gli invasi finalmentenon più semivuoti.Per fare solo un esempio, dal31 dicembre allo stesso giornodi gennaio, la quantità totaledell’acqua disponibilenell’intera isola è passata da380 a 731 milioni di metricubi, facendo tirare un gransospiro di sollievo non solo atutti gli abitanti, che non devonopiù sottostare alle severerestrizioni decise dal commissariostraordinario perl’emergenza Mauro Pili neimomenti più difficili e possonodunque avere più acqua adisposizione ogni giorno, maanche agli agricoltori che potrannoirrigare i loro campisenza dover ogni volta ricorrerealle costosissime autobotti.Tanta acqua che, addirittura,non potendo esserecontenuta da alcuni invasi,viene gettata in mare, andandocosì perduta. Situazionepositiva, registrata anche dall’Anbi(Associazione nazionalebonifiche), che ha sottolineatocome le intense pioggecadute nell’inverno appenafinito dovrebbero consentiredi assicurarsi anche unascorta per l’anno prossimo.Purtroppo però, anche sedalle premesse la situazionesembrerebbe completamentepositiva, non è esattamentecosì. Perché, prima di tutto, i39 invasi della <strong>Sardegna</strong> –pur essendo la loro situazionenotevolmente migliorata -sono complessivamente al disotto delle loro possibilità diessere riempiti: 1.578 milionidi metri cubi l’acqua raccoltarispetto ai 2.383 che potrebberocontenere (la spiegazioneè semplice: non essendocicollegamenti fra gli invasi,l’acqua non può essere trasferitada quelli che si riempionotroppo a quelli che invecepotrebbero ancora contenerne,perciò alla fine si èCRISI IDRICA / Le piogge più abbondanti degli ultimi 20anni hanno riempito i bacini scongiurando unadrammatica emergenza. Sospese le restrizioni aCagliari e negli altri centriLA GRANDE SETEÈ FINITARESTANO I PROBLEMIcostretti a gettarla in mare). Epoi, perché la pioggia da solanon può bastare a risolvereproblemi decennali che necessitanodi interventi unavolta per tutte decisivi. Tantoper cominciare, bisogna assolutamenteriordinare la reteidrica della <strong>Sardegna</strong>, eliminandole condotte “spezzettate”e collegando nord a sud,est a ovest, per assicurare unsistema razionale e omogeneo.In secondo luogo, aspettoimportantissimo, aggiustarele condotte colabrodo chefanno perdere fino al 60%dell’acqua che le attraversa,arrivando in alcuni punti addiritturaal 70%, anche sel’assessore regionale ai LavoriPubblici Silvestro Ladu,correggendo l’Esaf (Ente sardoacquedotti e fognature)che aveva diffuso quei datilanciando l’allarme, assicurache le perdite non superano il30%. E poi, cosa principale,risolvere il problema dellagestione, non prima ovviamentedi aver archiviato icontenziosi, studiato i possibiliprogetti e bandito le gare,superando i conflitti fra gliattuali enti che, di fronte all’ideadi una “fusione” congli altri attraverso un consorzio,non sembrano esserepropriamente entusiasti, sapendogià di dover rinunciareognuno a parte del proprioattuale “dominio”.Un primo, importante passoè stato fatto alla fine del2002: 372 milioni di euro difondi comunitari, statali e regionalisono stati assicuratidi Michele MasciaCON L'AUTORITA' D'AMBITORIDISEGNATO IL POTERENELLA GESTIONE DELL'ACQUAPoca acqua, molti enti digestione, ma adesso si vafinalmente verso l’attesarazionalizzazione e semplificazionedel settore. Il decreto cheindice le elezioni per la nominadei 36 rappresentanti dei Comuniin seno all’assemblea dell’istituendaAutorità d’Ambito,con competenza diretta nel governodel Servizio idrico integratoin <strong>Sardegna</strong>, è stato trasmessonei giorni scorsi al presidentedella Giunta Mauro Pilidall’assessore regionale dei LavoriPubblici Silvestro Ladu.Si tratta di un’istituzione disciplinatadalla legge Galli,che ha ridisegnato l’intero settoreidrico potabile, dalla fasedella captazione alla fonte,sino a quello della depurazione.Nel dicembre scorso laGiunta regionale, su propostadell’assessore dei Lavori Pubblici,aveva provveduto adadottare lo statuto dell’Autoritàd’Ambito, in precedenza approvatodalla maggioranza assolutadei Comuni e delle quattroProvince (237 voti a favoree 56 contrari, mentre in 76non hanno deliberato). Nell’organigrammadirigenzialedell’Autorità d’Ambito sonoprevisti un presidente e un comitatoesecutivo, e l’assemblea,che verrà costituita conl’elezione dei rappresentantidei Comuni.Nel regolamento, adottatodall’Esecutivo, è previsto -prosegue la nota - che i 377comuni dell’isola siano suddivisiin tre sezioni, sulla basedella loro consistenza demografica.La prima sezione, comprendentei Comuni sino a 5 milaabitanti (fissata su base interprovinciale,cosi’ come le altredue) eleggera’ 15 componenti,la seconda (Comuni sino a 20mila abitanti) ne eleggerà 10 ela terza (Comuni oltre i 20mila abitanti) ne eleggerà 11.Le elezioni saranno indettecontestualmente alla pubblicazionedel decreto. Da quelgiorno i sindaci, o i loro delegati,avranno 30 giorni di tempoper presentare liste di candidati,ognuna delle quali dovràessere costituita da almeno10 persone, scelte fra i sindacidei comuni isolani o da lorodelegati, che saranno ancheelettori dei componenti dellanuova Assemblea.L’istituzione dell’Autoritàd’Ambito, quale espressionediretta delle amministrazionilocali (Comuni e Province),consentirà, finalmente, di darecompiutezza alla riforma delalla <strong>Sardegna</strong> con la firma diquattro ordinanze da parte diPili, sempre più convinto dellanecessità di un gestore unicodelle acque con una “holdingche abbracci tutti i soggettigestori oggi esistenti eoperanti nell’Ambito territorialeottimale”, operativa giàdalla fine del prossimo giugno.Contemporaneamente,Pili ha presentato il “Pianostralcio direttore di bacinoper l’utilizzo delle risorseidriche”, nel quale prevedequattro tipi di intervento. Ilprimo, collegare i baciniidrografici: 61 milioni dieuro per trasferire l’acquadalle zone che ne sono ricchea quelle che non ne hanno one hanno pochissima, collegandoi sistemi di Tirso eFlumendosa migliorandol’utilizzazione dei bacini Tirso-Fluminimannudi Pabillonis-Mogoro.L’Eaf (Ente autonomo Flumendosa)dovrà poi elaborareil progetto di collegamentoda nord a sud. Il secondo,completare le tante opere diprimaria importanza: dallosblocco della diga di MontiNieddu al risanamento diquella Meddau Zirimilis, dalcompletamento dell’invasoartificiale da 10,6 milioni dimetri cubi sull’alto corso delfiume Cedrino a Cumbidanovu(Orgosolo) allo schemaButtile e Calambru. Il terzo,realizzare il Piano strategicodelle opere idriche: riqualificarele reti, dunque ridurre leperdite e migliorare la distribuzione,attivando immediatamente90 milioni di eurograzie a un particolare tipo difinanziamento previsto per leurgenze. Il quarto intervento,infine, riguarda proprio gliinterventi urgenti: prima ditutto, una campagna di pozzinel Campidano meridionaleche, facendo guadagnare finoa 20 milioni di metri cubid’acqua ogni anno, garantirebberola copertura di almenoun quarto del fabbisognod’acqua a Cagliari. E poi, gliattesi impianti di sollevamentoper recuperare tuttequelle risorse che altrimentiandrebbero perse, propriocome accade ora.Insomma, pur se soddisfattiper questa stagione, bisognaorganizzarsi per programmareil futuro, senza perdere tempo.Perché, purtroppo, le statisticheparlano chiaro: ormaiè accertato che piove un annoogni sei, perciò non si puòpensare né di tirare avanti vivendodi rendita da un’unicaannata utile, né tanto menocontinuare con l’incubo dellenavi cisterna.Inaccettabile - in una regionecome la <strong>Sardegna</strong> che vuoleriscattarsi da un passato cheper troppi anni l’ha penalizzata- per almeno due motivi:prima di tutto, la convivenzacon le navi cisterna è incompatibilecon qualunque idea diserio sviluppo economico interno;e poi, se davvero sivuol puntare sul turismo diventandocompetitivi a livellointernazionale e facendo iltanto atteso salto di qualità,avere poca acqua non è certosettore idrico-potabile in <strong>Sardegna</strong>,con l’attivazione di tuttii compiti istituzionali, previstidalla legge Galli e dalle leggiregionali: la programmazionee l’attuazione degli interventiprevisti nel Piano d’Ambito;l’eventuale revisione delPiano; l’individuazione dellaforma di gestione più consona,rispetto alla situazione dell’Ambitoregionale, nel rispettodella normativa nazionale ecomunitaria vigente, ma anchenell’ottica di un pieno utilizzoe valorizzazione delle strutturegestionali e delle professionalitàesistenti nell’isola; l’affidamentodella gestione e la determinazione,modulazione eaggiornamento delle tariffe,un buon biglietto da visita,anche se finora i turisti nonhanno dovuto subire disagi.Quindi, dato per scontato chela prima cosa da fare è rimetterea nuovo gli impianti e lereti per migliorare approvvigionamentoe distribuzione, èindispensabile pensare ad usoil più possibile razionale dell’acquapotabile. Ovvero, nonescludere alternative per l’irrigazionedei campi: il primoesempio è stato il recupero deireflui di Is Arenas convogliatia Simbirizzi. Ma il prossimoobiettivo, cominciando da Cagliari,è il dissalatore: che,spiega il sindaco Emilio Floris,con una gestione mista oaddirittura comunale, assicurerebbeun funzionamentocorretto e senza speculazioni,lavorando a basso regime inperiodi di discreta piovosità eaumentando il ritmo in quellidi siccità (un privato, invece,lo farebbe funzionare in modocostante per guadagnare il piùpossibile).In progettazione a Is Arenas,per una produzione di 10milioni di metri cubi all’annodi acqua potabile il dissalatorecosterebbe 35 milioni dieuro, 50 per una quantità doppiad’acqua.La siccità in <strong>Sardegna</strong> è unacostante degli ultimi quarant’anni,affrontata praticamenteda tutti i governi che sisono succeduti.Purtroppo, senza riuscire arisolvere la situazione, anchee soprattutto per contrasti politici– che hanno impedito finorala gestione unica, indispensabileper assicurare unadistribuzione razionale e soprattuttoefficace - e scarsitàdi risorse economiche, oltreche per colpa delle troppe digheinutili, che andrebberosostituite con altrettante completamentenuove. Adessonon c’è più tempo da perdere:dal 1920 ad oggi la pioggia in<strong>Sardegna</strong> è diminuita del 50%e il rischio desertificazione, inalcune zone già cominciata, èsempre più reale. Basta dareuno sguardo alla macchia mediterraneanella zona sud: ilverde brillante di qualcheanno fa, ormai è solo un ricordo.oltre all’esercizio dell’attivitàdi controllo del Servizio idricointegrato e delle attività delgestore.L’avvio dell’iter per la nominadei componenti l’Assembleadell’Autorità d’Ambito -spiega l’assessore SilvestroLadu - costituisce un importantepasso avanti nella definizionedel nuovo sistema di gestionedel settore idrico potabilenell’isola. La nuova istituzione,continuando sulla stradapercorsa dalla struttura delcommissario per l’emergenzaidrica, potra’ infatti operare perla razionalizzazione dell’interosistema, lavorando sulla basedel Piano d’Ambito per migliorareil programma degli interventidi potenziamento delle infrastrutture.Tutto cio’ conl’obiettivo di porre le basi aduna gestione idrica che sia contrassegnatada criteri di economicita’,efficacia ed efficienza,secondo quanto previsto dalla“Galli”, dando cosi’ una rispostaadeguata alle esigenze di unsettore che diventa sempre piu’strategico per il futuro della<strong>Sardegna</strong>.


IL MESSAGGERO SARDO 8APRILE 2003ECONOMIA / Tra le regioni che hanno utilizzato meglio le risorseeuropee per i POR. Soddisfazione dell'assessore Masala.Un progetto per la cultura della legalitàMIGLIORA IN SARDEGNALA SPESA DEI FONDICOMUNITARI DI SOSTEGNOdi Maria Grazia CaligarisNuovo positivo traguardoper la <strong>Sardegna</strong>. L’isola,infatti, non solo ha imparatoad impiegare il sostegno chel’Unione Europea riserva allearee in ritardo di sviluppo, ma ètra le prime regioni d’Italia dell’Obiettivo1 nell’utilizzo dei fondidel Programma Operativo finanziatodall’UE. Ciò significache la “macchina amministrativa”ha lavorato con solerzia ed è riuscitaa rispettare i criteri impostida Bruxelles dimostrando di avereacquisito negli anni le competenzeanche per essere in grado ditrattare con gli “euroburocrati”.Alla consistente entità dellaspesa non corrisponde ancoraperò un’adeguata qualità. I datipositivi e i rilievi sono emersi nelcorso della riunione del Comitatodi Sorveglianza del POR <strong>Sardegna</strong>riunito, con la presidenza dell’assessoredella Programmazione,Bilancio e Assetto del TerritorioItalo Masala, nella sala ex Cisapidella Regione, con la partecipazionedei rappresentanti dellaCommissione Europea, dei Ministeri,delle parti sociali e dei funzionariregionali.Nel dettaglio, al 31 dicembre2002 risultava speso, tra pagamentie impegni, il 47,12% dei4.669.465.040,00 euro assegnati.In particolare gli impegni sul costototale ammontavano al 35,9%(1.377.602.922,77 euro), mentre ipagamenti risultavano il 16,68%(649.103.307,70). Nel quadrocomplessivo di attuazione delPOR vi sono notevoli differenzefra i diversi settori. Gli assi prioritari,relativi alle risorse naturali,che comprendono tra l’altro il ciclointegrato dell’acqua e la gestionedei rifiuti e dell’energia, equelle culturali, che spaziano dall’archeologia,ai percorsi musealie religiosi fino al recupero deicentri storici, hanno, infatti, rispettivamentepercentuali del70,03% e del 75,01%.Inferiore la spesa per l’attuazionedelle misure relative alle risorseumane e ai sistemi locali di sviluppo.Il primo ha infatti registratoun’attuazione pari al 43,57%.Si tratta di impegni e di pagamentifinalizzati a creare le condizioniper favorire l’accesso delle personein cerca di lavoro e a contrastarela disoccupazione maschilee femminile attraverso la diffusionedell’informazione, l’attivazionedi esperienze lavorative e di indirizzoper specifici percorsi diformazione. Il secondo, relativoagli interventi per rendere competitivoil tessuto imprenditoriale locale,raggiunge invece il 44,24%tra impegni e pagamenti.Molto basse le percentuali diattuazione sui diversi programmiper quanto concerne le iniziativeper le città, per le reti e i nodi diservizio e per l’assistenza tecnica.Tutte tra il 25 ed il 28%.Per la prima volta – ha rilevatocon soddisfazione l’assessore ItaloMasala - la Regione ha rispettatogli impegni fissati dall’UnioneEuropea nell’attuazione del PianoOperativo Regionale 2000-2006.Ciò consente alla <strong>Sardegna</strong> di collocarsiai vertici delle regioni perla spesa dei fondi comunitari e diconcorrere alla ripartizione deifondi di premialità. Dopo aversottolineato il nuovo clima di collaborazionecon i funzionari dellediverse direzioni generali dellaCommissione Europea, Masalaha anche evidenziato il ruolo importantedella concertazione conle parti sociali nella realizzazionedegli interventi per le diverse misure.Le critiche rivolte alla Giunta- ha concluso - sono ingiuste oltreche ingenerose. Quando lecose vanno bene è opportuno riconoscerlo.C’è un problema legatoalla qualità della spesa ed allericadute che le diverse misureavranno sullo sviluppo socio-economico.Lo verificheremo e ciadopereremo per superarlo. Perquanto concerne il Piano di Prevenzionedel crimine e controllodi legalità sugli investimenti, Masalaha annunciato che in tempibrevi verrà sottoscritto, tra Regionee Governo, l’accordo di programmaquadro sicurezza per losviluppo. È l’atto conseguente all’intesaraggiunta a Cagliari neldicembre scorso.A rimarcare i problemi connessicon la qualità della spesa è stato,tra gli altri, il segretario regionaledella CNA sarda SandroBroccia. Il risultato positivo raggiuntodalla <strong>Sardegna</strong> nella spenditadelle risorse comunitarie dellaprima annualità – ha detto - nondeve farci perdere di vista l’altracondizione irrinunciabile. L’in<strong>versione</strong>di tendenza che si è registratasull’utilizzo quantitativo deifondi comunitari la dobbiamo ancoravedere sul fronte qualitativo.Occorre che Regione, enti locali eparti sociali si facciano prenderedall’angoscia della qualità dellaspesa. È l’unico modo questo, pergarantire un’incidenza positivasui nodi strutturali del ritardo dellosviluppo economico e socialeregionale. Broccia ha chiesto chenella prossima riunione del Comitatodi sorveglianza siano portati idati sull’impatto della spenditadelle risorse sui limiti dello svilupporegionale, che riguardano,fra gli altri, la capacità di esportare,attrarre investimenti esteri econsumi turistici e offrire servizireali alle imprese nonché la partecipazionedella popolazione almercato del lavoro. I dati economicisu questi limiti strutturalipubblicati in queste settimane - haconcluso - dicono che l’utilizzodelle risorse non si è finora rivelatoefficace, a conferma della scarsaqualità della spesa comunitariaattualmente realizzata.ECONOMIAUN MARCHIO DI QUALITA'A 25 RISTORANTIDELLA PROVINCIA DI CAGLIARICon l’obiettivo di contribuirealla crescita dei livelli qualitativi del settore,la Camera di Commerciodella provincia di Cagliari haconferito il marchio di qualità aventicinque ristoranti operantinel territorio.Il progetto per la provinciadi Cagliari è stato realizzatodalla Camera di commercio incollaborazione con l’ISNART(Istituto nazionale di ricercheturistiche), coordinatore dell’iniziativaa livello nazionale, econ l’assistenza della Federazioneitaliana pubblici esercizi.Tutte le imprese della ristorazioneiscritte al registro imprese(circa 800) sono state invitate apartecipare. Hanno aderito in50, nelle cinque categorie individuatedal progetto: ristorantegourmet, ristorante internazionale,ristorante classico italiano,ristorante tipico regionale e ristorantepizzeria. Tutti i localisono stati visitati da un incaricatoche ha verificato la presenzadei requisiti di base previsti dall’ISNART.Le candidature delleimprese e le schede di valutazionesono state poi esaminate dauna commissione di esperti nominatadalla giunta camerale.Più che l’originalità del menù, ilmarchio Quality Restaurantsprende in considerazione diversielementi che contribuiscono acreare l’offerta complessiva:l’accessibilità e la posizione dellocale, la facciata e l’aspettoesterno, la disponibilità di parcheggio,le aree comuni, il bar ela sala ristorante, la cucina, ilservizio, la proposta gastronomica,i vini e le bevande presentati,i servizi complementari offerti.Al termine della complessaattività istruttoria sono stati ritenutiidonei 25 ristoranti; 10 aCagliari, 4 a Carloforte e a Pula,2 a Senorbì e uno a Barumini,Capoterra, Narcao, Portoscuso eSant’Antioco. Ecco i 25 localidella provincia di Cagliari chehanno ottenuto il marchio Qualitànella Ristorazione: - Barumini:Sa Lolla, categoria “tipicoregionale”; - Cagliari: Al Porto,Antica Hostaria, Da Cesare,Dal Corsaro-Lo Spinnaker, IlMolo, Il Viale, Italia, categoria“tipico regionale”; Dal Corsaro,“gourmet”; Flora, “classicoitaliano”; Koch, “ristorantepizzeria”; - Capoterra: Sa Cardigae su schironi, “tipico regionale”- Carloforte: Al tonnodi corsa, Da Nicolo, Galman,categoria “tipico regionale”;Da U Bobba, “gourmet”;- Narcao: L’Antico Borgo,“tipico regionale”; - Portoscuso:La Ghinghetta, “tipicoregionale”; - Pula: Corte Noa,Eleonora, I Millenari, Sa Macinera,categoria “tipico regionale”;- Sant’Antioco: Moderno,“tipico regionale”; - Senorbi’:Da Severino 2, “tipico regionale”;Da Severino (il vecchio),“ristorante-pizzeria”.Forte impegno <strong>Sardegna</strong>per cultura e legalitàNon c’è solo la preoccupazione diimpegnare rapidamente e bene ifondi assegnati dall’Unione Europea,ma anche quella di creare leprecondizioni perché gli investimentirisultino produttivi e noncadano nelle mani di organizzazionimalavitose. A promuoveresul territorio un ambiente socialmente“sano” e un controllo costanteè un apposito protocollo,non a caso intitolato ad EmanuelaLoi, l’Agente della Polizia diStato, originaria di Sestu (Cagliari),morta a 24 anni, mentre svolgevail suo dovere di scorta alGiudice Paolo Borsellino, nellastrage di via d’Amelio a Palermo.Ammontano infatti a14.467.743,36 euro gli interventifinanziari del Piano OperativoNazionale e del POR <strong>Sardegna</strong>per accrescere e diffondere la culturadella legalità e della democrazia.Le cifre sono inserite nell’accordodi programma quadro“Emanuela Loi”, che sara’ siglatonelle prossime settimane, in attuazionedel protocollo d’intesa sottoscrittoil 26 settembre 2002 dalministro dell’Interno GiuseppePisanu, dal vice ministro dell’Economiae della Finanza GianfrancoMicciché e dal presidentedella Regione Mauro Pili.Nell’articolato programma diiniziative sono previsti il progettopilota “Legalita’ per Lula” finalizzatoad interventi infrastrutturali(1.441.838,00 euro) e di caratteresociale (540.000,00 euro), quello“Barbagia” (1.291.142,25 euro) e“Progresso e Sviluppo”(1.291.142,25 euro) destinati aicomuni barbaricini e del “Goceano”anche per il recupero della legalita’in aree caratterizzate dauna forte densita’ criminale. Nellezone interessate dai progetti pilota“Sicurezza” saranno investitialtri 7.732.810,00 euro attinti dalPOR. Fanno parte del “pacchetto”del programma “Emanuela Loi”,anche le iniziative denominate“Ogliastra” (1.291.142,25),“Drop out” contro la dispersionescolastica per prevenire e recuperareil fenomeno dell’abbandonoprecoce della frequenza dellascuola (593.035,04 euro) e “Numeriverdi” (167.848,49 euro) perfornire, attraverso un servizio telefonicogratuito, uno strumentodi facile e sicura accessibilità allepersone vittime della tratta e dellosfruttamento della prostituzionenonché per sostenere percorsidi protezione sociale.Un altro ambito di attività, confinanziamenti pari a 118.785,08euro, riguarda l’ampliamentodella rete antiviolenza di Cagliariche ha aderito al progetto europeo“Urban”. L’intervento è finalizzatoalla promozione dellaconoscenza del fenomeno dellaviolenza all’interno e fuori dellafamiglia. Intende indagare sullapercezione del problema da partedelle donne e degli uomini,degli operatori sociali e sanitari,delle forze dell’ordine e dei testimoniprivilegiati e rafforzare lepolitiche locali contro la violenzasulle donne.Il progetto sicurezza comprende,ponendolo come secondapriorità, anche il potenziamentodel monitoraggio degli investimentipubblici per la salvaguardiadalle infiltrazioni criminali. Ilpiano d’intervento si articola sutre direttrici: la costituzione diuna banca dati per il controllo, latutela dei beni culturali con mappaturadelle aree archeologiche ela messa in sicurezza dei siti diCaprera, Nora, Tharros e Barumini.Per quanto riguarda la“priorità terza” gli interventi sostenuticon i fondi del PON SicurezzaNazionale sono finalizzatialla realizzazione della rete infrastrutturaleper le comunicazioniin ponte radio per potenziare latrasmissione multimediale adalta velocita’ in modo da incrementarele capacita’ delle forzedi polizia, la formazione deglioperatori e la specializzazione.C’è anche il progetto “Polizia online”,con corsi avviati e in buonaparte conclusi.Insomma continua la corsadella <strong>Sardegna</strong> per crescere economicamente,creare le condizioniper godere del diritto al lavoroe alla sicurezza e per migliorarele condizioni di vita degliabitanti. Gli esiti evidenziatidal Comitato di Sorveglianzasono incoraggianti. La strada èancora in salita, ma c’è da credereche i progressi arriveranno primadi quanto si pensi. L’importanteè continuare a lavorare conimpegno.


IL MESSAGGERO SARDO 9APRILE 2003EMERGENZA ARGENTINA / Intervento a favore dei più bisognosiLA SARDEGNA IN PRIMA LINEANEGLI AIUTI AGLI EMIGRATI:ASSEGNATI 310 SUSSIDILa <strong>Sardegna</strong> si distingueancora come una delleregioni più sensibili e attivenella gara di solidarietàcon gli emigrati in Argentina.A metà marzo, infatti, sonostati consegnati i sussidi decisidal Consiglio regionale a310 famiglie di Sardi che vivonoin condizioni di bisogno. LaRegione sarda era stata la prima,nel giugno del 2002 a portareun contributo concretoagli emigrati indigenti. In quelcaso erano stati consegnati 169sussidi da mille pesos (310euro).Per definire la proceduramessa a punto dall’assessoredel Lavoro Matteo Luridiana edai suoi collaboratori, con lafattiva e decisiva collaborazionedella Federazione e dei circolisardi in Argentina, si sonorecati a Buenos Aires due funzionaridell’ assessorato, AnnaCau, responsabile del settoreemigrazione e Francesco Pitzanti,segretario della Consultae addetto all’ufficio che sioccupa della “Emergenza Argentina”.La Regione è riuscita a fartrasferire le somme dall’ Italiaall’Argentina in dollari perevitare una rilevante riduzionedegli importi. È stato così possibileconsegnare mille pesos anucleo familiare, l’equivalente,è stato rilevato, di sei mesidi pensione minima.I sussidi sono andati solo apersone anziane (oltre 65 anni)o a disoccupati con familiari acarico di cui fosse certificata lacondizione di indigenza. Lepratiche sono state esaminatedai circoli e dalla Federazione.Sono state soddisfatte tuttele richieste che rispondevanoai requisiti richiesti.Alla riunione a Buenos Aireshanno partecipato il presidentedella Federazione CosimoTavera, il consultore VittorioVargiu, i presidenti dei circolidi Mar del Plata, LoredanaManca, di La Plata, GiovannaSignorini, di Miramar, AntonioZidda, di Cordoba, AdrianaMandis, e Sebastiano Mureddudi Rosario. I funzionaridell’Assessorato si sono incontratianche con il presidentedel circolo di Moreno, SalvatoreSanna.Soddisfazione per la tempestivitàdell’intervento dellaRegione è stato manifestato datutti i responsabili dei circoli edalla Federazione.La dottoressa Cau e FrancescoPitzanti hanno partecipatoai lavori di un Consiglio Direttivodella Federazione dei circolisardi in Argentina nel corsodei quali sono state esaminatee messe a punto le altre iniziativedelle regione a favoredei Sardi nell’America Latina.Le iniziative della Regione afavore degli emigrati sardi inArgentina, infatti, non si esaurisconocon questo intervento.Tra le altre cose in cantiere c’èanche un intervento per realizzarecorsi di formazione checonsentano ai giovani figli degliemigrati di acquisire unaprofessionalità e di avviareun’attività economica.La <strong>Sardegna</strong>, in quanto Regioneche coordina le politicheregionali per l’ emigrazione,svolge anche un ruolo moltoimportante nell’ Unità tecnicadi crisi costituita dal ministroper gli Italiani all’Estero, MirkoTremaglia. A Buenos Aires,a rappresentare la <strong>Sardegna</strong>nell’Unità tecnica di crisipresso l’Ambasciata d’Italia,c’è Cosimo Tavera. Particolarmenteimportante il ruolo svoltoper far pervenire farmaci emedicinali alle persone bisognoseche non sono in grado diacquistarli.Tra i successi di cui la <strong>Sardegna</strong>può portar vanto c’è la soluzionedi una vicenda drammaticache vedeva coinvoltauna bambina di un anno, figliadi emigrati sardi che vivononella cittadina di Moreno, nellaprovincia di Buenos Aires,nata con una disfunzione cardiaca,che necessitava di undelicato e costosissimo intervento.L’operazione di cardiochirurgiapoteva essere fattasolo in un’attrezzatissima clinicaprivata. Per l’interventoservivano 18.000 pesos, circasei mila euro.Una cifra che mai la famigliadella bimba avrebbe potutopagare. Sollecitato dall’assessoreLuridiana il ministro Tremagliaè intervenuto sull’Unitàdi crisi e il caso è statosbloccato. La bambina saràoperata a giugno. La notizia hacontribuito a portare un po’ diserenità nella famiglia dellabambina, facendoli sentiremeno soli, e a rinforzare i legamidegli emigrati in Argentinacon la <strong>Sardegna</strong>.Ventisette anni dopol’uccisione dei due emigrati sardi di Trensuraghesin Argentina, vittime dellaferoce dittatura dei militari,i giudici italiani hanno messola parola fine sulla vicendaprocessuale. La Corte di assisedi appello di Roma ha confermatola pena all’ergastolo peri generali argentini GuillermoSuarez Mason e SantiagoOmar Riveros e le condanne a24 anni di reclusione per ilcapo della prefettura navale diTigre Juan Carlo Gerardi e peri sottufficiali Julio RobertoRossin, Alejandro Puerta, JoséLuis Porchetto e Omar HectorMaldonado inflitti in primo gradoil 6 dicembre 2000. I setteerano accusati, a seconda delleposizioni, della scomparsa edella morte di otto italo-argentininel periodo della dittatura militare(1976-1983), tra i quali idue sardi Martino Mastino eMario Bonarino Marras. La sentenza,emessa il 17 marzo scorso,è stata accolta con grandegioia, e un pianto liberatorio, daalcuni dei parenti delle vittimepresenti in aula, giunti appostadall’Argentina. Nessuno degliimputati, invece, era presente.Tutti contumaci in Sud Americain attesa che un accordo bilateraletra governi o una nuova leggenazionale possa consentirealla giustizia di fare il suo corsoARGENTINACONFERMATA IN APPELLOLA CONDANNA AI GENERALIPER I DESAPARECIDOS SARDIcon l’arresto dei responsabili delgenocidio.Nel capo di imputazionesi contestava al generaleMason la responsabilità negliomicidi di Laura Carlotto, RobertoJulio Moressi, Pedro LucioMazzocchi, Luis AlbertoFabbri e Daniel Jesus Ciuffo,nonché la scomparsa del piccoloGuido Carlotto, figlio di Laura.Agli altri militari si imputava,in concorso tra loro, la mortedi Martino Mastino, mentreper quella di Mario Marras è stataconfermata l’assoluzione degliimputati. Il collegio, comegià nel giudizio di primo grado,ha ritenuto insufficienti le provesulle responsabilità degli imputatiriguardo alla morte di Marras.L’operaio di Tresnuraghes,emigrato giovanissimo con lafamiglia negli anni Cinquanta,venne ucciso da un commandodi militari il 7 maggio del 1976.Quel giorno Marras, marito diSantina Mastinu, era andato atrovare il cognato Martino che siera rifugiato in un’isoletta neldelta del Paranà. Martino Mastinu,leader sindacale nei cantierinavale di Tigre, dal marzo diquell’anno - subito dopo il golpe- era ricercato dai militari cheavevano avviato un piano disanguinosa repressione. I militari,scoperto il rifugio di Mastinu,sbarcarono nell’isoletta ecominciarono a sparare uccidendoMarras che, in realtà, nonsi era mai occupato di politica esi trovava lì solo per portare aiutial cognato. Mastinu, giovanecoraggioso, riuscì a fuggire anuoto, ma venne catturato tremesi dopo a Buenos Aires nellacasa di un’altra famiglia di emigratidi Tresnuraghes (i Demontis).Portato nel centro clandestinodi detenzione, chiamatoCampo di Mayo, venne torturatoe fatto sparire come altri 30di Carlo Figarimila “desaparecidos”. Forse fugettato nell’Oceano da un aereomilitare. «Finalmente è stataresa giustizia alla memoria deidue emigrati sardi e in particolaredi Martino Mastinu che era unautentico e valoroso leader sindacale»,ha affermato l’avvocatodi parte civile dei Mastinu,Luigi Cogodi, che per anni haseguito con grande passione levicende processuali delle famigliedelle due vittime sarde. Peri Marras e Mastinu, Luigi Cogodiè stato il legale in tutte le fasidel giudizio, ma soprattutto èstato un amico e il punto di riferimentoin <strong>Sardegna</strong> battendosiper arrivare alla sentenza. «Unasentenza – ha detto Cogodi –che premia la volontà di tutti coloroche si sono attivati affinchéquesta storia non finisse sepoltao dimenticata». Molte le reazionidi soddisfazione, giunte daautorevoli voci. MassimoD’Alema, presidente dei Ds: «Èuna sentenza che conferma laserietà del lavoro istruttorio edella sentenza dei giudici di primogrado e fa onore alla magistraturaitaliana che ha saputocondurre fino in fondo, senzacondizionamenti e con pienaautonomia, una delicata e difficilevicenda giudiziaria importantesul piano della difesa deidiritti e della dignità delle persone».Marina Sereni, responsabileper la politica estera dei Democraticidi sinistra, ha poi aggiunto:«Si tratta di un passo importanteper fare luce e giustiziasu uno dei periodi più cupi dellastoria contemporanea. In un momentoin cui l’Argentina attraversauna grave crisi economica,finanziaria e morale, tantopiù importante che vengano punitii responsabili delle atrocitàdel passato e si possa esprimerela piena solidarietà alle forzeche si battono per la democrazia,lo sviluppo e larinascita delpaese».«La sentenza dei giudici romani– ha dichiarato Franco Danieli,senatore della Margherita– conferma le ragioni di chi si èostinato a ricercare in sedegiudiziaria le responsabilitàper le atrocità commesse daigenerali argentini che portaronoalla scomparsa di migliaiadi cittadini fra i quali molti italiani».


IL MESSAGGERO SARDO 10APRILE 2003Parlare di talassemia, tenereviva l’attenzione su questograve problema e documentarsisui progressi che comunquesi fanno, anno dopo anno, nellaterapia e nella ricerca, è diventatoormai un appuntamentofisso per gli emigrati dell’areatorinese e per il Presidentedel Circolo” 4 Mori” diCascine Vica di Rivoli, MarcoPala, che anche quest’anno haorganizzato un convegno sull’argomento(“Talassemia etrapianto di midollo osseo:progetto guarigione”).Un convegno ad alto livello,che ha fornito interessanti datie informazioni scientifiche daparte dei principali relatori, laproff. Francesca Argiolu, chedirige il Centro Trapianti dell’OspedaleMicrocitemico diCagliari, e il dottor AntonioPiga, direttore del Centro diMicrocitemia dell’ospedale diTorino.Un convegno che è stato ulteriormentelegittimato dallapartecipazione significativadel Presidente della RegioneMauro Pili.I lavori si sono svolti nelCentro d’incontro Comunale “Don G.Pugliesi”, e sono statiintrodotti dal rappresentantedella FASI per il Piemonte,Antonio Collu, che ha illustratobrevemente le finalità dellagiornata e introdotto gli argomenti,i relatori e gli ospiti.Al presidente del Circolo,Marco Pala, il compito di porgereil benvenuto a tutti e diringraziare relatori e autoritàper aver accolto l’invito. Unringraziamento sentito è andatoal Presidente della RegionePili, e uno particolare al Presidentedell’AVIS di Rivoli,Giuseppe De Stefani, al presidentedell’associazione talassemicidi Torino Franco Mansi,e ai comandanti dei battaglionidella Caserma Ceccaronidi Rivoli e alla COOP Novacoopper il contributo dato allariuscita del Convegno.Il sindaco di Rivoli ha contraccambiatocon un calorososaluto a nome suo e di tutta lacittadinanza “per l’opera benemeritache il Circolo dei Sardisvolge per la crescita culturaledi tutti per l’impegno profusonella tutela della salute dei cittadini”.Il convegno è entrato quindinel vivo con l’intervento delprimo relatore, il dott. AntonioPiga, (originario di Chiaramonti,in provincia di Sassari)responsabile a Torino del Centroper la microcitemia cheopera presso l’ospedale S.Anna.Il dott. Piga ha esordito illustrandoil problema della Talassemiain generale partendodalle origini fino alla scopertae alla descrizione della malattiafatta nel 1925 dal medicopediatra americano ThomasCooley, sottolineando che lecause che hanno permesso allamalattia di svilupparsi in modoabnorme in alcune zone è daricercarsi in due fattori risultatideterminanti: la malaria el’emigrazione.“La malaria - ha spiegato ildottor Piga - ha avuto, in modoparticolare nelle zone del sudcome la <strong>Sardegna</strong>, un effettomoltiplicatore. Infatti per lamalattia, selettivamente, erapiù predisposto a reagire positivamenteil ‘portatore sano’di talassemia, rispetto al ‘nonportatore’ sano.Infatti i sani erano più soggettiad ammalarsi e a rischioSANITA'Importanteconvegnoorganizzato dalcircolo di Rivoli.Un sardo dirigeil Centro per lemicrocitemie diTorino.A Cagliarieseguiti 120trapiantiTALASSEMIA:PROGETTOGUARIGIONEdi morte per malaria, mentre iportatori sani si ammalavanodi meno e superavano meglio iproblemi della malaria .In <strong>Sardegna</strong>, terra a fortepresenza malarica, - ha dettoPiga - ciò ha fatto sì che i portatorisani aumentassero fino a250.000 circa, con una incidenzamedia nella popolazioneper circa il 12% e quindicon un elevata probabilità perla formazione di una coppia a“rischio” (una ogni 70, formatada due portatori sani) cheper ogni gravidanza, appunto,è a rischio di mettere al mondoun figlio ammalato di Talassemiamajor.”Il dottor Piga ha quindi insistitosulla necessità di non abbassarela guardia sul frontedella prevenzione, soprattuttonel momento attuale che vedeuna forte ripresa del fenomenomigratorio dal sud e da tutto ilbacino del Mediterraneo.Lospostamento delle persone incerca di lavoro sta infatti portandoal nord una forte presenzaanche di portatori sani.“La Talassemia - ha ribaditoil dottor Piga - può essere oggiben curata ed in situazioni particolarmentefavorevoli, puòanche essere vinta con il trapiantodi midollo osseo.La cura tradizionale rimanesempre quella delle trasfusionidi globuli rossi selezionati egarantiti, e la eliminazione delferro che si accumula attraversole periodiche trasfusioni.Se questi due aspetti sonogestiti bene - ha concluso Piga- la vita del talassemico, perdi Antonello De Candiaquanto vada ancora incontro asacrifici, può procedere con“prognosi aperta” avvicinandosisempre di più a sovrapporsia quella dei coetanei.”Il Centro di Torino - secondoi dati forniti dal dottor Piga -attualmente è un ottimo ospedaleche cura 228 talassemici“trasfusione - dipendenti”,100 sono i talassemici intermedie drepanocitici (anemiafalciforme). Il Centro operabene anche nel campo dellaprevenzione e risponde a circa60 richieste di diagnosi prenataleper anno tutte fatte acoppie a rischio.Ma l’aspetto più importantereso noto dal dottor Piga è cheper i talassemici di tutta Italia,Torino è diventato l’unicocentro di riferimento per la misurazionedel ferro nel fegatocon lo SQUID.Questa apparecchiatura ,infatti,è l’unica in Italia; in Europane è presente solo un’altraad Amburgo in Germania,ma di vecchia generazione.Questa macchina permette aimedici e ai pazienti di valutaremeglio, in modo non invasivo,l’accumulo di ferro nel fegatoe di adeguare le terapieper la sua eliminazione. Lastruttura diretta dal dott. Pigaattualmente riesce a fare 2000SQUID per anno (dall’iniziodella attività ne ha fatto 3615).“Il problema attuale - ha dettoPiga - è la gestione del Centroperché non è più sufficienteil personale, per cui grandeè la preoccupazione anche deitalassemici torinesi che si vedonoun po’ “abbandonati”;una contraddizione causataproprio dalla forte crescita delCentro, e quindi a causa delmancato adeguamento del personalenecessario.”La parola è poi passata allaproff. Francesca Argiolu, responsabiledel Centro trapiantipresso l’Ospedale microcitemicodi Cagliari, che ha ripercorsola storia dei trapiantidi Midollo Osseo in Talassemia(“pioniere è stato il Prof.Guido Lucarelli del Centro diPesaro, oltre 20 anni fa’, nel1981") per affermare che “iltrapianto oggi è l’unica formadi guarigione possibile dallaTalassemia, sempre che il talassemicotrovi il donatorecompatibile e sia egli stessoidoneo al trapianto.”La prof.ssa Argiolu ha quindiillustrato le varie tecniche ela necessità oggi di tipizzaresempre più donatori e di raccoglierele cellule da cordoneombelicale, ricchissimo di cellulestaminali.In Italia i donatori di MidolloOsseo sono in aumento ciò èpositivo perché si da la possibilitàa chi non trova il donatorein famiglia di accedere allaBanca Nazionale o al RegistroRegionale per cercare di risolvereil problema del donatore“Il trapianto - ha affermatola Argiolu - offre delle opportunitàdi guarigione eccezionalifino al 95% nei bambini condonatore il fratello identicoper l’HLA.Le opportunità di guarigionediminuiscono percentualmentequando il donatore non èperfettamente identico e quandoil talassemico presenta eglistesso dei rischi.Purtroppo c’è un limite - haammesso la Argiolu - che soloil 30% dei pazienti è in gradodi trovare il donatore compatibile”.A Cagliari, presso l’OspedaleMicrocitemico - secondo idati forniti dalla proff. Argiolu- sono stati eseguiti finora121 trapianti con successomedio pari al 90% per il donatorefamiliare, ed il 75% per ildonatore non familiare. In parolepiù schiette significa chealmeno cento bambini talassemicisono guariti per sempredalla grave malattia. Un risultatofino a qualche tempo faimpensabile!Esaurite le relazioni scientifiche,è intervenuto il presidentedella FASI, Tonino Mulas,per ringraziare i presentie nel contempo rimarcare l’attivismodel circolo di Rivoli(“per iniziative culturali - hadetto - è uno dei più attivi e tragli altri molto impegnato nelcampo sociale e nella solidarietà”).Mulas ha quindi ricordatoche “Torino ha il nobile compitodi potenziare il progettosangue tra la Regione Piemontee la Regione <strong>Sardegna</strong>, e cheè stato d’esempio per altri circolie altre regioni: recentementeanche a Livorno in Toscana,con la collaborazionedel locale Circolo e della Fondazioneitaliana Talassemia -ha detto il Presidente dellaFasi - si sono gettate le basi perun discorso di programma e diconvenzione tra la Toscana ela <strong>Sardegna</strong>”.Il presidente Mulas ha quindiannunciato che è in corsouna sottoscrizione a premi lanciatatra tutti i Circoli, una garadi solidarietà per contribuirecon la collaborazione delCRAL dell’ospedale Microcitemicodi Cagliari ad acquistareun separatore cellulare perpotenziare la attività scientificadel Centro Trapianti.Un’altra iniziativa dellaFASI riguarda la firma di unaconvenzione con la compagniaMoby Lines per favorire lacontinuità territoriale anchevia mare, dopo quella aerea.La convenzione prevedeuno sconto del 30% sul costodel biglietto per tutto l’anno.La grossa novità è che leagevolazioni sono estese ancheai Sardi di seconda generazione.Dall’attività dei Circoli aquella della Fondazione Italianaper la Talassemia, le cui finalitàsono state illustrate dalPresidente, il prof. AndreaBarra.“La Fondazione - ha spiegato- è nata nel 1992 per darenuovo slancio e nuove motivazionisia alle famiglie e ai talassemici,che ai medici e airicercatori.Sono stati finanziati tantinuovi progetti per stimolaretutti verso una nuova cultura,con ricerca e sperimentazionedi nuovi farmaci ed il miglioramentotecnico e scientificoper nuovi approcci dal puntodi vista terapeutico. La Fondazione- ha detto Barra - ad oggiha investito in ricerca oltrequattro miliardi di lire. Èpoco! Certamente, ma è tuttociò che si è raccolto ed è statoreso disponibile per la ricercain questi 10 anni. Di fondamentaleimportanza - ha sottolineatoil prof. Barra - è risultatolo studio e la messa a puntodelle linee guida su cuore,fegato e apparato endocrino:sono state una grande conquista,ormai da anni disponibiliper tutti i Centri di Cura e pertutti i talassemici. La vicendadel “nuovo” farmaco L 1 —Deferiproneè stata emblematica -ha sottolineato ancora Barra,perché si è potuto mettere ordinenel caos generale dellasperimentazione selvaggia, siè portato il Deferiprone a dignitàdi farmaco, anche se diseconda scelta, messo a disposizionedi tutti ed in piena legalitàcon un preciso protocollod’uso”. “Anche sul frontedella guarigione si sono investitisvariati milioni di lire - ha


IL MESSAGGERO SARDO 11APRILE 2003detto ancora Barra - Nel 2002è stato firmato un contrattotriennale di collaborazionecon il Prof. Michel Sedelain di300 mila Euro (600 milioni diLire) per sviluppare con lescimmie la sperimentazionesui trapianti di gene utilizzandoi “lentivirus”, la cui capacitàsembra in assoluto di granlunga superiore a quella di tuttigli altri vettori. Gli studisono già iniziati e a giugno2003 conosceremo i primi risultatiin un convegno che siterrà con tutta probabilità aRoma”.Prima di concludere il suointervento il prof. Barra ha affrontatoil tema della ScuolaInternazionale di Talassemia(assegnato di recente aRoma!).“Dopo mesi di polemichenella Regione Marche per unascelta sbagliata o poco funzionaleall’interno di quella Regione- ha detto Barra - ci siaspettava uno spostamentodella Sede che inizialmentedoveva essere Pesaro; ci siaspettava anche una diversaimpostazione del progetto.Noi della Fondazione ItalianaTalassemia abbiamo giàespresso il nostro punto di vistasul problema e concordiamocon quanti in <strong>Sardegna</strong>sono insorti indignandosi perqueste scelte e per la poca convinzionee le tardive scelte concui la Regione <strong>Sardegna</strong> hafatto sentire la sua voce”Barra ha quindi rivolto alPresidente Pili un invito pressanteper evitare l’esclusionedella <strong>Sardegna</strong>, e del Microcitemicoin particolare, dallaScuola Internazionale di Talassemia.Infatti la RETE chesi sta predisponendo può essererealizzata coinvolgendo, secondole competenze, i migliorie più qualificati Centri Italianiper la Talassemia.Dando per scontato che per itrapianti di Midollo Osseo nellaRETE debba entrare Pesaro,la richiesta per il PresidentePili è di prendere in seria considerazione,prima che siatroppo tardi, la necessità dichiedere l’inserimento del Microcitemicodi Cagliari in unoo due degli altri aspetti determinantinella lotta contro laTalassemia: la prevenzione, lacura e l’assistenza, la ricerca.“La notizia della esclusionedella nostra Regione - ha conclusoil prof. Barra - è unsconfitta per la <strong>Sardegna</strong>, per isuoi cittadini, per i medici, peri pazienti.La <strong>Sardegna</strong> è ignorata, nonostantela sua storia, il tributoumano e sociale pagato daiSardi alla Talassemia, nonostantele conquiste che oggi lamettono ai primi posti al mondocon il riconoscimentoO.M.S. (Organizzazione Mondialedella Salute).In <strong>Sardegna</strong> la battaglia èstata portata avanti con la raccoltadi oltre 30.000 firmeconsegnate in Consiglio Regionale.Non si può condividereuna scelta che penalizza inmodo iniquo la <strong>Sardegna</strong> edoffende la professionalità degliscienziati sardi.Siamo solidali con i politiciRegionali che immediatamentehanno denunciato il fatto, liinvitiamo a fare fronte unicocon noi in attesa che la Regionefaccia sentire forte la suavoce e ci chiami a raccolta peruna protesta corale di orgoglio,per dare alla Talassemiastessa, a livello internazionalele massime opportunità chesolo il Microcitemico di Cagliarioggi è in grado di offrire”.Dopo l’intervento appassionatodel presidente della Fondazioneper la Talassemia, laparola è passata al Presidentedella Giunta Regionale, MauroPili, che ha fatto un discorso dicarattere generale spaziandoanche sulle attuali difficoltà ditutta la politica sarda per darele giuste risposte ai Sardi inItalia.Pili ha quindi sottolineato igrandi meriti dei Sardi emigrati,e la loro opera come ambasciatoridella <strong>Sardegna</strong>. “È necessariorecuperare alla Culturasarda non solo tutti i Sardiemigrati, ma insistere per recuperareanche i Sardi di terzagenerazione - ha detto il Presidentedella Regione -, perchéquello umano è un patrimonioche la <strong>Sardegna</strong> non può permettersidi perdere”.Pili ha quindi affrontato ancheil tema della generosità edella solidarietà, esaltandoquesti valori ben presenti generalmentenella cultura sardae nei Sardi, ma anche i momentidi condivisione tra Sardidi <strong>Sardegna</strong> e Sardi emigrati.Il Presidente Pili ha dato ancheuna risposta sul problemadella Suola Internazionale diTalassemia sollevato dal prof.Barra, che rischia di metterefuori gioco la <strong>Sardegna</strong> contutte le sue competenze. “Ilproblema è politico e tecnico- ha detto Pili - e va affrontatocon un movimento corale ditutte le forze in <strong>Sardegna</strong> perchésia riconosciuto e premiatoil ruolo degli scienziati sardie la esperienza che la <strong>Sardegna</strong>ha maturato sul campo inmateria di talassemia”.Al termine dei lavori il presidentedel Circolo”4 Mori”,Marco Pala, ha lanciato unaproposta in tema di solidarietà:”siamo pronti a dare supportodal punto di vista logisticoa tutti coloro che si recherannoa Torino per effettuarelo Squid - ha detto - invitiamoquindi la Fondazione talassemiae la Associazione dei talassemicidi Torino a fornire atutti, i riferimenti telefonicidel Circolo”.La proposta è stata accoltacon un grande applauso e inquesto modo si è chiusa anchela manifestazione culturaledel 2003. Poi tutti al Circoloper il pranzo sociale, il cui ricavatoè stato devoluto allaAssociazione Talassemici e all’A.D.M.O.SANITA' / Giorgio Oppi respinge le accuse delle opposizioniridimensiona l'entità del deficit e accetta la richiesta di unaCommissione d'indagineL'ASSESSORE PROMETTEPRONTO ENTRO GIUGNOIL PIANO SANITARIOUna replica pacata madecisa, punto per punto.L’assessore regionalealla Sanità, Giorgio Oppi, il12 febbraio scorso ha convocatouna conferenza stampaper controbattere alle accuseche le opposizioni gli hannomosso dai banchi del Consiglioregionale e in altre occasioni.Oppi si è detto favorevoleall’istituzione della Commissioned’indagine caldeggiatadal Centrosinistra. Poi haridimensionato il disavanzodella sanità isolana che, a suodire, al 2001 sarebbe di 206miliardi delle vecchie lire. Assicurandodi non voler chiuderele piccole strutture ospedaliere(in <strong>Sardegna</strong> sono 10), haannunciato che il Piano sanitarioregionale sarà pronto entrogiugno 2003.“Un conto è fare opposizione,anche dura, ma sono statedette troppe bugie ed è ora difare chiarezza. Sono stato oggettodi gravi scorrettezze politiche”– si è difeso Oppi –Ben venga la Commissioned’indagine, che consentirà finalmentedi appurare ciò chevado dicendo da tempo, e cioèche il disavanzo della spesasanitaria non corrisponde aquanto dichiarano le opposizioni(oltre 500 miliardi di lire,ndr). Non sanno leggere le cifreo sono male informati, cosìmontano inutili polemiche”.La prima bugia, secondol’assessore Oppi, riguarderebbei fondi di ripartizione delServizio sanitario nazionale.“La Regione <strong>Sardegna</strong> non liha persi – dice con forza – Glistolti hanno persino confuso laquota d’accesso per la ripartizione.Tra il 1998 e il 2001 c’èstato un complessivo disavanzodi 1.399 miliardi di lire, chelo Stato ha in buona parteprovveduto a sanare. Chiuderemoil 2001, con le risorseche il governo sta per accreditarci,con un disavanzo di 206miliardi di lire, che sono benaltra cosa rispetto ai 500 miliardidi cui parlano le opposizioni”.L’ipotesi di ripartizione perle Regioni che hanno ottenutola premialità di spesa previstadalle norme ministeriali, prevedeche alla <strong>Sardegna</strong> vada il6,24 per cento dei 2.000 miliardidi lire disponibili, pari a124 miliardi 797 milioni dilire. “Senza contare – sottolineaOppi – che nel 2002 abbiamocontenuto la spesa ai livellidel 2001, dunque il disavanzosi contiene anche su quelversante. Non è neppure veroche siamo tra le prime Regioninel ritardo della spesa e deipagamenti ai fornitori: stiamogià ripartendo una quota di risorsealle Asl. Di più non possiamofare neppure volendo.Per legge: sinché il Consiglioregionale non approva il bilancio2003, non è possibile toccarealtre risorse”.Alle accuse sull’aumentodegli stipendi dei manager delleAsl, Oppi risponde così: “Aparte il fatto che si tratta di 290mila euro e non di 300 mila, lecifre sono state adeguate agliemolumenti percepiti dai capidipartimento, pari a 146 milaeuro”.Dal 1985 si attende il varodi Luigi Alfonsodel nuovo Piano sanitario regionale.“Sarà predisposto entroil prossimo mese di giugno– rassicura Oppi – Poi la parolapasserà alla Commissioneconsiliare competente. Non èstato possibile farlo prima, inquanto soltanto nel dicembre2002 il ministero della Saluteha varato il Piano nazionale, alquale dobbiamo adeguarci. Peril momento è stato approvato ilPiano di razionalizzazione dellarete ospedaliera, che dev’esserediscusso dalla Commissione”.Sui tanto contestati ticket,introdotti l’anno scorso, Oppimostra le cifre: “Difendo questoprovvedimento perché bisognapur sostenere in qualchemodo le spese, aumentateenormemente da quando abbiamoassunto 500 nuovi mediciper le guardie mediche (peraltrorisultano ancora insufficienti,ndr) e 400-500 addettiper il Servizio 118. Il ticket in<strong>Sardegna</strong> ha inciso sulla spesapro capite appena dell’1,9 percento: nel resto d’Italia siamonella media del 3-4 per cento.Tra l’altro, il 63 per cento deiSardi ne è esente”.L’assessore Oppi ha ribaditola sua contrarietà alla chiusuradei piccoli ospedali. “Lo sonoda sempre, e l’ho detto in tanteoccasioni. Però bisogna razionalizzarela spesa perché,con la devolution, toccheràalle Regioni far fronte a entratee uscite nella spesa pubblica”.Protestano anche i mediciconvenzionati esterni, che vorrebberoun libero mercato. “Simettano d’accordo con chi haistituito il controllo della spesapubblica – ironizza Oppi – O siseguono le regole, oppure sisfora il plafond che ci è statomesso a disposizione. Si lamentanoanche le cliniche private,dimenticando che in <strong>Sardegna</strong>i costi sono aumentatidello 0,80 per cento mentre nelresto d’Italia sono triplicati”.L’assessore alla Sanità rassicuraanche i malati di asma (in<strong>Sardegna</strong> sono 75 mila) e gliallergici, che protestano per lacancellazione dei loro medicinalivitali dal nuovo prontuariofarmaceutico predispostodal ministro della Salute, GerolamoSirchia. “La Regionefarà tutto il possibile – diceOppi – per intervenire e riqualificarein classe A quei medicinali.Ma prima dobbiamoaspettare il pronunciamentotecnico-scientifico dell’Osservatorioregionale del farmaco,l’organismo deputato alle valutazioniin quel settore. Nonci sono preclusioni di sorta: direcente, siamo intervenuti perun analogo provvedimento anchea favore dei malati di celiachìa”.


IL MESSAGGERO SARDO 12APRILE 2003Il salvataggio della chimicasarda passa attraverso l’asseNuoro-Cagliari-Venezia.L’incontro previsto a Nuoro,tra il presidente della ProvinciaFrancesco Licheri e il sindacodi Venezia Paolo Costa, serviràper studiare una strategia comuneda proporre poi al Governoper salvaguardare le industriedell’Enichem (presenti anchea Porto Marghera, vicino aVenezia), e quelle che operanonel settore chimico, in <strong>Sardegna</strong>.In attesa dei prossimi incontri,in tutta l’isola si mobilitano leforze politiche e quelle socialiper salvaguardare i livelli occupazionalidelle grandi industriedi Cagliari, Ottana e Porto Torres.La notizia della decisionedell’Enichem di dismettere alcuniimpianti industriali, emersanegli ultimi mesi a margine dialcuni incontri avvenuti aRoma, e poi durante la riunionedell’Osservatorio regionale dellaChimica, convocato d’urgenzadall’assessore regionale dell’industriaGiorgio La Spisa, haavuto un effetto devastante sulsettore chimico isolano. Lo dimostrala partecipazione alle ultimemanifestazioni di protesta,messe in atto a Ottana e Assemini.Negli stabilimenti dellaMontefibre che hanno sede nelcentro <strong>Sardegna</strong>, gli operai sonorientrati da poco al lavoro, dopoun periodo di cassa integrazione.Al rientro, hanno avutol’amara sorpresa: nessuna notiziasu Ottana, ma un quadro atinte fosche è stato dipinto daicolleghi di Macchiareddu, conl’annunciata chiusura, che i verticiEnichem continuano a negareapertamente, nonostante lacircostanza sia emersa nell’incontrodello scorso 25 febbraioa Roma, presente il ministro delleattività produttive. Fatto stache nei giorni scorsi, propriomentre a Ottana era in corso unariunione del consiglio provincialenello stabilimento dellaMontefibre, da Cagliari sonogiunte notizie poco confortanti:una nave carica di materie primedestinate allo stabilimento diMacchiareddu è ripartita dalporto di Cagliari senza che il caricovenisse portato ad Assemini.Le conseguenze di questa situazionepreoccupano non pocogli operai degli altri stabilimentiEnichem della <strong>Sardegna</strong>, nonfosse altro per il fatto che daSi è concluso con un’accusadi inconcludenza edi genericità da parte deirappresentanti della Cgil lariunione svoltasi nei giorniscorsi a Roma col ministrodelle Attivita’ produttive econclusa con la firma di unverbale fra Regione e ministerocon cui il governo s’impegnaad affrontare i problemidell’industria sarda secondola piattaforma concordata frasindacati e Giunta. “Un incontrodeludente e inconcludente”.Pino Marras, segretariodella Cgil sarda è tornato aCagliari amareggiato, “perchènon abbiamo ottenuto risposteconcrete sui punti che abbiamosottoposto, ma solo un genericoimpegno a proseguireil confronto di merito, senzaneppure un calendario”. “Ciincontreremo di nuovo fra 30giorni”, riferisce il segretariodella Uil Gino Mereu, il qualeinvece valuta positivamentel’apertura del tavolo con ilgoverno su problemi che - se-INDUSTRIACRESCE LA MOBILITAZIONEPER IL SALVATAGGIODELLA CHIMICA SARDAMacchiareddu parte la materiaprima, l’acrinonitrile, utilizzataalla Montefibre (gruppo Orlandi)di Ottana per sfornare fibreacriliche. Tenuto conto che attualmentenell’isola si produconoappena 50 mila tonnellate difibre acriliche, contro le potenziali95 mila, le speranze che sipossa continuare l’attività nelcaso in cui Machiareddu dovessechiudere, sembrano legate aun filo molto sottile. Tutto questoè la conseguenza della strategiamessa in atto dall’Enichemnell’isola. «Ogni piano d’investimentoviene dirottato neglistabilimenti veneti di PortoMarghera», hanno denunciato isindacati, «oppure a quelli spagnolidi Miranda». I contratti difornitura dell’Enichem di Macchiareddu,inoltre, sembra chescadano il prossimo 30 maggio.Se poi questo non bastasse, bisognaaggiungere che nello stabilimentodi Ottana, operanoanche gli americani dell’Aes,società che gestisce la centraletermoelettrica che poi forniscel’energia alle altre aziende. Sedovesse venir meno il principaleutilizzatore di quella energiaelettrica, la Montefibre appunto,tavolo del Governo, rivolti abloccare qualsiasi tipo di iniziativaunilaterale nel settore chimico».L’assessore regionaleGiorgio La Spisa e lo stesso presidenteMauro Pili, al terminedella riunione dell’Osservatorioregionale della chimica (il 3aprile), hanno rivolto un nuovoaccorato appello al presidentedel Consiglio dei ministri, al responsabiledel dicastero dell’EconomiaGiulio Tremonti e aquello delle attività produttiveAntonio Marzano, affinché intervenganoper far cambiarestrategia all’Eni e impediscanola distruzione dell’intero compartochimico in <strong>Sardegna</strong>. Laprima condizione per arrivarealla firma dell’accordo di programmaper la chimica, ha osservatoLa Spisa, è il rispettodegli impegni assunti dalle imprese.Nei giorni scorsi, inoltre, ilconsiglio provinciale di Nuoro,riunito negli stabilimenti di Ottana,ha prodotto un ordine delgiorno nel quale viene stigmatizzato«il comportamento irresponsabiledella società Enichemche persegue colpevolmentela politica di disimpegnoINCONTRO INTERLOCUTORIOCON IL MINISTRO MARZANOSUL FUTURO DELL'INDUSTRIAne risentirà l’intero sistema industrialedel centro <strong>Sardegna</strong>, acominciare dalle nuove aziendedel Contratto d’area ,che si stannoinsediando nei territori deiComuni di Ottana e Bolotana. Iposti di lavoro a rischio, dunque,sono centinaia: duecentosettantasono quelli che operanonei capannoni della Montefibre.Ma la stima che fanno i sindacati,per tutta l’isola, tra dismissionidirette e indotto, supera il migliaiodi posti di lavoro (500operai sono occupati nello stabilimentoEnichem di Macchiareddu).Nell’ultimo mese, dunque, sisono susseguite le iniziative diprotesta contro i pericoli che assillanola chimica sarda. Oltrealla mobilitazione degli operaidi Macchiareddu e Ottana, conla partecipazione allo scioperonazionale proclamato per il 14aprile, il mondo politico sardo siè attivato per trovare una soluzioneal problema. Lo stessopresidente della Regione MauroPili ha espresso una forte preoccupazione.«È evidente», hascritto in una nota, «come l’atteggiamentodell’Enichemsconfessi gli impegni assunti aldi Giuseppe Deianacondo il sindacato - non potevanoessere affrontati soltantodalla Regione.“Il governo l’ha delegata apredisporre uno studio sulpassaggio in <strong>Sardegna</strong> delmetanodotto dall’Algeria.Inoltre, il ministro si e’ impegnatoa trattare su tutti i temiche abbiamo proposto: chimica(con il rilancio dei siti sardie l’Accordo di programmaquadro), energia e carbonedel Sulcis. Gli esiti dell’incontrosono stati salutati positivamentedal presidentedella Regione Mauro Pili edall’assessore dell’IndustriaGiorgio La Spisa.“Per la prima volta il governoha aperto un tavolo nazionalecon la Regione sarda edha accolto positivamente le richiestedelle parti sociali”.Cosi’ ha commentato il presidentedella Regione MauroPili il protocollo d’intesa suenergia, carbone e chimica siglatocon il ministro AntonioMarzano, sottolineando diaver chiesto un “impegno decisivoper il futuro industrialedella <strong>Sardegna</strong>”. Illustrandoalcune parti del documento,Pili ha messo in evidenza,per il settore energia, la confermadel progetto di gassificazioneper cui il ministero“potra’ considerare, in particolare,l’eventuale integrazionedel processo industrialein un ciclo unico produttivo‘miniera-produzione dienergia elettrica”.Per quanto riguarda la chimicae’ stato ribadito il no delgoverno alle dismissioni dell’ENI.La Regione ha inoltrechiesto al ministro la possibilita’di estendere anche a questosettore i benefici delle leggeche prevede il salvataggiodella siderurgia.“Oggi ci aspettavamo qualcherisposta in piu’” –ha affermatoil segretario regionaleGiovanni Matta, “ma e’fondamentale l’apertura di untavolo di confronto nazionaleche spiana la strada a una pro-finalizzata unicamente al profitto,denotando l’assenza di strategiedi mercato vincenti fondatesulla competitività, valorizzazionee qualificazione del polochimico in <strong>Sardegna</strong>». Oltre aciò, i rappresentanti della Provincia,oltre a esprimere solidarietàa sostegno delle rivendicazionidei lavoratori, si impegnanoa intraprendere insieme aglialtri soggetti istituzionali iniziativeper il mantenimento e il rilanciodelle produzioni. Dellaquestione si sta discutendo inoltreanche a Roma dove i parlamentarisardi, sia alla Camerache al Senato, hanno presentatointerrogazioni e interpellanzesulla situazione della chimicasarda. All’interrogazione preparatadal senatore diessino GianniNieddu ha fatto seguito un’interpellanza,presentata il 3 aprileda Antonello Soro, SalvatoreLadu e Tonino Loddo (esponentidella Margherita), AntonelloCabras, Francesco Carboni ePietro Maurandi (tutti dei Ds) efirmata anche da Francesco Rutelli,Pierluigi Castagnetti, ArturoParisi, Enrico Letta e FabioMussi. Nell’interpellanza, simette in risalto la situazionedrammatica in cui grava lo stabilimentodi acrilonitrile di Assemini«che chiudendo entro ilprossimo mese di giugno determinerebbeuna crisi irreversibilesullo stabilimento della Montefibredi Ottana, utilizzatricedelle materie prime prodotte adAssemini, con la conseguentechiusura dell’impianto e con ilcoinvolgimento fra le due realtàindustriali di non meno di 1500lavoratori, ingenerando una sicuracrisi al sistema delle impresedelle due aree industriali inquestione».E si sollecita dunque il ministrodelle attività produttive «all’individuazionedelle necessarierisorse finanziarie atte a porrein essere in tempi stretti l’accordodi programma per la riqualificazionedei poli chimicidella <strong>Sardegna</strong>». Una richiestaripresa dai sindacati confederaliCgil, Cisl e Uil, che continuerannoa portare avanti ogni formadi mobilitazione, per salvaguardareun sistema industrialeche coinvolge tre importantiaree dell’isola: la <strong>Sardegna</strong> centrale,la zona di Porto Torres equella di Macchiareddu ad Assemini.Tre zone legate da ununico destino.grammazione negoziata.Speriamo che fra 30 giorni,come promesso dal ministro,venga inserito tra le priorita’il rilancio industriale dellearee di Porto Torres, Ottana eMacchiareddu, relative allariqualificazione dei poli chimicie a valutare, d’intesa conla Regione, “le piu’ opportunesoluzioni a valere sugli strumentidella programmazionenegoziata aventi l’obiettivo dideterminare significative ricadutedi sviluppo nelle areein cui si collocano i poli chimiciregionali”.L’assessore all’IndustriaGiorgio La Spisa ha sottolineato“il frutto di un lavoro dipreparazione di diversi mesiche ha portato il ministero ariconoscere la specialita’ dellasituazione industriale dell’isola”.Per dare sostanza a questodocumento, ha aggiunto, “occorrera’studiare i contenitori,e cioe’ i contratti di programmaper Sulcis, Porto Torres,Ottana e Assemini”.


IL MESSAGGERO SARDO 21APRILE 2003CULTURASTORIE DIMENTICATELA VITA ROMANZESCADI MONS. P.R. CALVISIASa ‘e Manca, vicinoalla tomba di PrededduChirone c’è quella dimonsignor Pier RaimondoCalvisi. Era nato a Bitti da unafamiglia di pastori il 12 gennaio1892, secondogenito dopoTeresa, prima di Antonio eEredina. Voleva farsi sacerdotee restato orfano lo prese consé lo zio Giovanni Borra, preteanch’egli. Pier RaimondoCalvisi morì a Nuoro il 5 marzodel 1978. Una messa in suamemoria c’è stata la settimanascorsa al Sacro Cuore. L’havoluta l’Agesci, l’associazioneguide e scout cattolici italianidi cui Calvisi fu infaticabileanimatore. Alla messa c’eranoscout vecchi e giovani: l’avvocatoDomenico Mannironi, ErnestoCeccarelli, Antonello eKaty Calzia. E altri. Sono venutianche da Cagliari. Per accresceretestimonianza, neigiorni successivi, da Oschiri èarrivato Nanni Foddai, che furover negli anni ’40-’50, nelgruppo di Volpe Randagia,nome scout di monsignor Calvisi.Che fu anche arcipretedella cattedrale, prelato d’onoredel Papa, decano del cleronuorese e altri titoli. Ma soprattuttosacerdote di grandeumanità, ricercatore e scrittore.I memento si intersecano.Dice Deddeddu Casu al telefono,che da bambino, a Bitti,nonnu, Raimondo Calvisi fratellodella nonna Teresa, lomandava a casa dei Corello perraccogliere “poesias de irmuju”,e cioè stroncature, in malu controquesto o quell’altro. Con iCorello-Delogu c’era amicizia.Pier Raimondo era padrino diSalvatore, che poi sarà rettoredel seminario e vescovo. Lepoesie le ritroveremo nei libridi Remunnu Truncu: così lo definisceuna vulgata bittese, prendendodal soprannome di famiglia.La scrittura, specie come organizzazionedi libri, verrà perRimunnu in tarda età, quandogià aveva superato la settantina.Nei cinque volumi che hannocome struttura narrativa la memoriaetno-antropologica, cisono il retaggio di un passato maanche una parte considerevoledella sua esistenza. Una vita chesi legge come un romanzo. Densadi personaggi solari e oscuri,di magie e innato senso dellabeffa. Di bardane e di feste. Diquestuanti e ladri, di fame maanche di carità. Fu lo spirito dicarità, il senso della Provvidenzaa valere molto nella vita diCalvisi. Sia che progettase siache vestisse i panni dell’educatore.Ordinato sacerdote nel1920 fu vicedirettore del seminarioe del convitto vescovile,“consigliere fidato e stimato daigiovani” così lo definisce il canonicoPietro Marcello. Lo sentivanocome “dinamico sostenitoredi iniziative culturali esportive più che censore e sorvegliantedella disciplina”. Inquel clima, nella Nuoro inquieta,“laica e sardista” del primoDopoguerra, nacque lo scoutismobarbaricino. Ricordandoquei tempi, Ariuccio Carta parladi “francescana povertà dimezzi” unita però a grande entusiasmo.Dichiarato illegale dalfascismo nel 1926, lo scoutismorinacque a Nuoro nel 1946-47,sempre per opera di monsignorCalvisi e di Giovanni AntonioPala, prete olianese. I ragazzi siriunivano nella chiesa di SantaCroce. Mario Sirca che vissequei giorni ricorda le uscite aLollove, per la festa di San Biagio,i campeggi all’Ortobene e aValverde. Sostenevano lo scoutismoOrazio Offeddu, PasqualeCorrias e l’avvocato Mannironi.Ma l’anima, il centro motore eralui, Pier Raimondo Calvisi.“Nonnu it semprer in movimentu,lestru, sempre in movimentoe di fretta”, dicono le nipoti Raimondae Giovanna, figlie diAntonio. Non che fosse un santo.Impareggiabile nell’operaresacerdotale, l’uomo aveva i suoidifetti. “Una volta corresse lasua età in un foglio, si voleva piùgiovane”. Era comunque severo.“In famiglia pretendeva ordine”.Dice Raimonda che lo zioda giovane “era irruento nell’operare,troppo ferreo in casa.Si è addolcito di carattere da anziano.Lucidissimo sino allafine, ha sopportato con serenitàimpressionante una dolorosamalattia. Chiedeva perdono aDio dei peccati di presunzione”.Aggiunge Giovanna della voltache ritornò a casa a criticare unprete che vide scendere dalladi Natalino PirasRICORDATI A PAVIAI MAESTRI XILOGRAFIDELLA SARDEGNAL’esperienza dei maestrixilografi sardi, espertinell’incisione rilievograficasu tavolette di legno, è stataillustrata ai soci ed agli amicidel Circolo sardo “Logudoro”di Pavia dalla dott.ssa DanielaRuju, di famiglia sassarese.La manifestazione è stataorganizzata in occasione dellafesta della donna nel salonedel Circolo culturale dei Sardiemigrati nel Pavese.Alla conferenza delladott.ssa Ruju, laureata all’universitàdi Pavia, è seguita ladistribuzione delle mimosealle donne presenti.La manifestazione si è conclusacon un’esibizione delcantautore sardo-pavese AntonioCarta.fermata del pullman con la sottanaunta, male in arnese. Luiinvece ci teneva ad essere pulito,tonaca e cotta bene stirate.Giovanna ha vissuto con nonnuRaimondo fin dai 15 anni, nelleparrocchie in cui è stato reggente.Era lei ad accudirlo. Lula,Olzai, Siniscola: dal 1925 al1955, quando fu nominato canonicoe destinato alla Solitudine,a Nuoro. “Tre stanzette umide,a fianco della chiesetta, messea disposizione dal Comune”,ricorda Giovanna. “Ci abitammofino a che, contro il parere dinonnu, decisi di prendere dellestanze in affitto, in via Marconi”.Poi il terreno comprato invia Peppino Catte e l’inizio dicostruzione della casa, che èun’altra considerevole storia.La stessa casa dove Giovanna eRaimonda elaborano adesso lamemoria dello zio, sedute intornoal tavolo dello studio popolatodi libri, quadri antichi e moderni,lo stesso tavolo dove posaronola bara di RemunnuNomi come quelli di GiuseppeBiasi, definito il padre diquesta tecnica incisoria, MarioDelitala, Remo Branca, StanisDessy, Carmelo Floris e MarioMossa De Murtas meriterebbero- ha commentato PaoloPulina, Vicepresidente del Circolo“Logudoro di Pavia e ResponsabileInformazione e Comunicazionedella Federazionedelle associazioni Sarde inItalia (FASI) - di essere conosciutifuori dai confini della<strong>Sardegna</strong>. In particolare è da ricordareche Delitala e Dessy,gli esponenti più illustri dellatradizione xilografica sarda,hanno ottenuto negli anni Trentasignificativi riconoscimentisia in Italia che all’estero.La FASI ha contribuito inmaniera determinante, negliultimi quattro anni, alla presentazionefuori della <strong>Sardegna</strong>delle opere di alcuni diquesti importanti artisti. Nelgiugno 1999, a Milano, con lamostra “Tracce d’identità. Pittorisardi della prima metà delNovecento”. Nel settembre2000, a Padova, con l’esposizionedei dipinti e delle operegrafiche di Stanis Dessy per ilcentenario della nascita. Unagrande antologica è stata dedicataa Roma, nell’ottobre2001, a Giuseppe Biasi. L’iniziativadel Circolo d Pavia – haconcluso Pulina - si inseriscequindi in questa operazione direcupero, innanzitutto conoscitivo,del lascito degli artistisardi del Novecento.Truncu. Prima in cattedrale poia Sa e ‘e Manca lo accompagnòun grande folla. C’erano il vescovoMelis, canonici e preti, ilsindaco. E molta gente comune,la stessa, una lunga lista dinomi, che firmò il registro dellepresenze. Questo l’uomo e unaparte del suo lascito: non ricchezzema fama di giusto e savio.Gli inizi non furono facili.Giovanna ricorda di quandononnu le raccontava la festa diSantu Viasu a Lollove, una storiapoi diventata racconto, ingentilitadallo stesso protagonista:“La festà di Alarvé” con cuiapre il primo dei cinque libri. Inquella festa, alla processione,due fazioni avverse iniziaronouna sparatoria. I portatori mollaronoil santo fatto di legno poveroe parimenti tinto con colori dipoco valore. Ci fu un fuggi fuggigenerale. Prete Calvisi fu l’ultimoad abbandonare il camponon prima di essersi rivolto allastatua di legno: “Santu Viasumeu si a bois bo nche secanconca, se vi tagliano la testa, vela rifannno. A mie nono”. Il giovaneprete attraversò altre “vignesterpose”, la waste land delladiocesi, le varie Loduì, Sorrotha,Piralata e altri nomi immaginifici-maquanto mai aderential reale- che popolano ilsuo cantare barbarico. Una terrasospesa, densa del fascino chesolo una narrazione come quellacalvisiana riesce a dare. Eraamico di Raffaello Marchi, dicui, ricordano le nipoti, “ammiravala competenza di studiosodi tradizioni popolari”, lo stessomondo magico da lui esperito.Era amico di Josetto Manconi,comunista. Fu Manconi che lochiamò ad insegnare lettere all’Agrario.Dopo Siniscola,quando venne a Nuoro, Calvisifu nominato canonico ma evidentementenon bastava. “Nonnu”dice Giovanna “non fu mairicco. Né accumulò tesori. Tuttoquello che entrava lui lo ridistribuiva”.A lei, nonnu lasciò ineredità cose di valore acquisitenel tempo della ricerca etnologicain vari paesi: costumi, strumenti,oggetti preziosi. Li compròl’Istituto Etnografico e conil ricavato Giovanna costruì latomba per lo zio.Frenetico e generoso: RimunnuTruncu. Coinvolgevasempre i nipoti. Deddeddu- DiegoCasu, oggi presidente dell’Apisarda, imprenditore traSarroch e Cagliari, ricorda chequanto diceva nonnu “it legge”.Per lui, per la madre Munneddae per la sorella Bustiana. ADeddeddu impose di tradurredal latino alcune parti di un quadernoritrovato nell’archivioparrocchiale di Bitti. Un quadernocon la coperta nera pieno diformule e riti magici. Anchequel quaderno diventerà libro,iniziato da Rimunnu battendo amacchina con il “metodo aquila”,dice Deddeddu, “a duedita”. Metodo aquila in toto,Remunnu Truncu. Dice Giovannache a Siniscola, alla novenadelle Grazie, nonnu imponeva ilda farsi a don Fronteddu, unodei viceparroci. “Tonì in sa preica,all’omelia, incurtzia, abbrevia,taglia. Se no la gente non tista ad ascoltare, non segue più”.Metodo aquila, che è pure linguaggioscout, così come severocontro certo cattolicesimo.Nella Chiesa nuorese contavaamici e avversari. Grande latinistanon voleva il latino alla messa:molte pie donne lo storpiavano.Era un prete conciliare,giovanneo. Nello studio di viaCatte, c’è l’immagine di papaGiovanni. Dicono le nipoti che èrestata così da quando lo ziol’ha sovrapposta a quella di PioXII. Giovanneo, umile, ma ancheconsapevole del suo valoredi ricercatore e scrittore. Neicinque libri, nelle prefazioni glirendono omaggio studiosi comePaolo Toschi, Alberto Cirese ealtri. Fernando Pilia lo ricordòcome “simpatico uomo di cultura”.Scrisse che monsignorCalvisi si vantava di essere unpuro sardo vecchio stampo.Tutta vanità a confronto dellamemoria della gente di cui fuparroco. E altra gente, altri luoghie tempi. Associazioni, istituzioni.La Poa, le monache benedettinedi Olzai, la PontificiaCommissione Assistenza Pastori,centro regionale sardo aSiniscola. Nel 1949 diede allestampe un libretto “La mia guida”,ricco di preghiere ma anchedi consigli pratici. Parlavadi soccorsi d’urgenza alle personee di come combattere ilcarbonchio, terribile malattiache colpiva le greggi. PreteCalvisi si sentiva anch’egli “errantefra queste campagne”. Epoi i rapporti con i sardisti, conl’avvocato Oggiano, con i comunisti.E la carità continuata,mai smessa. In un bell’articolodi memoria, Diego Calvisi,oggi missionario in Argentina esuccedutogli nella parrocchiadi Siniscola, parla dei funeralidi Rimunnu Truncu. Una donnasiniscolese si avvicinò alferetro e disse: “Mussignò,babbu ‘e sos poveros, cantarvortas azis cossolatu sa zentechi eniat a domo ostra, quantevolte avete consolato la genteche veniva a casa vostra”. Nonsembri cosa da poco. Padre deipoveri, pater pauperum, è unadelle invocazioni rivolta alloSpirito Santo.


Chi da Sassari imbocca la“direttissima” per Olbia,e vuole verificarnela definizione di “strada dellechiese romaniche”, ha la primaconferma al comparire, dopoun dosso, della Santissima Trinitàdi Saccargia, rivolta versola carrozzabile con la facciatae il campanile bicolori. È uncaso unico: le altre sono tutteappartate e quasi nascoste. Pervedere Santa Maria del Regno,ad esempio, bisogna deviare,pochi chilometri più avanti,per Ardara. La chiesa sorgealla periferia del paese, su unpianoro dominante sulla sottostantevallata del rio S’Adde.È insolitamente rivolta a sud,forse per collegarsi meglio alcastello di cui resta un unicogrande rudere a breve distanza,in pietre bianche e nere alternate.Fu costruita infatti come“cappella palatina”, annessa alfortilizio abitato dai giudici diTorres intorno al 1000-1100.Man mano che, a causa delleincursioni dal mare, perdevaimportanza la loro prima sede,Porto Torres – e quando Sassarinon era ancora cresciuta asufficienza –, essi avevano infattiscelto Ardara come lororesidenza alternativa.In seguito il castello, teatrodi avvenimenti importanti perla storia della <strong>Sardegna</strong> settentrionale,riuscì a superare indennegli assalti dei Doria ePAESI DI SARDEGNAAPRILE 2003Conserva i resti di due castelli e una storia ricca di episodi.La cappella palatina di Santa Maria del Regno con i suoiaffreschi e il suo retabloARDARA CAPITALEDEL GIUDICATODI TORRESdegli Aragonesi; ma poi, persoil suo ruolo, non ha resistitoall’incalzare del tempo e soprattuttoagli assalti degli Ardaresi,che lo hanno utilizzatoa lungo come cava da cui trarrei materiali per edificare leloro abitazioni e il palazzo delComune.Per fortuna si è salvata lachiesa, anche perché è statatrasformata in parrocchiale,ruolo che svolge tuttora e contribuiscea mantenerla viva,sempre aperta ai fedeli e ai visitatori.Delle sue strutture,che risentono di influssi pisanie lombardi, colpisce il colorescuro, dovuto all’impiego dellatrachite nera presente neidintorni. Lo slancio della facciataè accentuato da alcunelesene, e l’eleganza è accresciutada una bifora che si apreal centro. Su un fianco sta ilcampanile quadrato, la cui costruzionefu interrotta e completatacon una struttura a doppiavela.L’interno è a tre navate, diviseda una doppia fila di colonnericoperte da affreschiche con tratti ingenui e popolareschirappresentano gli apostolie i dottori della Chiesa.Sul fondo campeggia il grandepolittico (o retablo) del XV-XVI secolo che, restaurato direcente, splende con i suoi coloribrillanti, tra i quali dominanoil rosso e l’oro. Le numerosetavole raccontano la vitadella Madonna – che compareanche in una statua in legnodorato – intercalata a quelladel Cristo. Al fianco esternodi Salvatore Tola23sono rappresentati personaggiche avevano profetizzato ilgrande evento: Davide, Mosè eDaniele, che in un cartiglio annunciano:«Ecco il Figlio dell’uomovenire tra le nubi delcielo».Il villaggio si stende a brevedistanza, con un piccolo centrostorico discretamente conservatoe una periferia di villettemoderne e strade piacevolmenteampie e alberate. Quisono sorte importanti strutturesportive che comprendonocampi da tennis, per il calcio euna piscina.Gli abitanti sono risultati846 al censimento del 2001, increscita rispetto ai 705 del1981, ma certo ancora lontanidagli oltre mille degli anniCinquanta e Sessanta del secoloscorso. Il recente incrementoè dovuto anche all’arrivo difamiglie di allevatori provenientidal Goceano e dalla Barbagia,grazie alle quali è cresciutoil patrimonio zootecnico,che è la fonte principale disostentamento del paese. Il latteprodotto viene conferito aicaseifici di Mores, Chiaramontie Thiesi.Per avere un’idea del territorio,costituito di colline basse earrotondate e di due distesepianeggianti, quella di Chilivanie quella detta Tola di Mores,basta salire sul “belvedere”segnalato alla periferia dell’abitato,all’uscita per Siligo:dal piazzale della chiesetta diSan Pietro la vista si espandesenza ostacoli; e per qualchetratto, specie verso nord, dovepassa anche la ferrovia, l’armoniosoalternarsi dei pascoli coicoltivi e col biancheggiare deicasolari richiama le suggestionidella pittura rinascimentale.La festa maggiore è per lapatrona, Santa Maria del Regno,e si svolge il 9 maggiocon le modalità consuete a tantipaesi, meno che per la processione:non vi si porta infattiuna statua ma tutta una teoriadi bandiere che raffiguranola Madonna; negli ultimi anni,tenuto conto che gli emigratinon possono prendervi parte,se ne fa per loro una replica,anche se in tono minore, a Ferragosto.LUOGOSANTOTRA MITIE LEGGENDEdi Franco FresiDA GERGEILA RISCOSSADEL TEATRO SARDOdi Gianni Perrotti«Locusantu, Locusantu,/ locu di li diàuli:/ tutti a imbroglie e a fàuli / e a ghjuramentifalzi. / Monti ‘Juann, no t’alzi? / Ghjrati, falal’innantu./ Locusantu,Locusantu», «Luogosanto,Luogosanto, / il paese dei diavoli: /tutti imbrogliano, mentono / e giurano il falso./ Monti Juanni, perché non ti sollevi daterra? / Girati, cadigli addosso. / Luogosanto,Luogosanto».Ecco un altro paese in Gallura che ha qualcosain comune con il diavolo. I versi del poetagallurese Efisio Cocco non sono che unrimprovero a Monti Juanni, la piccola montagnache si erge per 420 metri alle spalledell’abitato, perché non si decide a distruggereun paese protetto dal diavolo per la falsitàdegli abitanti. E per un luogo santo, cosìsanto che è difficile trovarne in <strong>Sardegna</strong> unaltro che lo eguagli, questa accusa non è cosada poco. Basti pensare che il santuario della“Vergine di Luogosanto”, elevato agli onoridi basilica con “porta santa” dal papaOnorio III, morto nel 1227, venne costruito,si tramanda, assieme ad altre due chiese dedicatea San Nicola e a San Trano (una cappelletta,questa, mezzo chiesa e mezzo concanaturale di granito ancora in ottime condizioni),da due frati francescani reduci dallaPalestina, nel 1220. Addirittura, secondoun’antica tradizione religiosa abbastanza accreditata,in quel “luogo santo”, sarebbe statocostruito, prima del 1226, data della mortedi Francesco d’Assisi, il primo conventofrancescano in <strong>Sardegna</strong>: e cioè quando ilsanto era ancora in vita. Ultimo fatto religioso,in ordine di tempo,ma non per importanza,l’incoronazione della Vergine a Reginadella Gallura, avvenuta l’8 settembre del1954. La devozione verso la Madonna, sentitain tutta la Gallura, si fortificò enormemente:e ora è più viva che mai. Dai tempiesidon Gavino Pes, e più tardi Gorgio Sechi,fino all’appassionato luogosantese deglistazzi Francesco Mannoni, più noto comeCicchéddhu di Baltolu, appena scomparso,molti poeti hanno tessuto le lodi della Regina.C’è da dire poi che vicinissimi al pese cisono due castelli medioevali che anche sehanno poco a che fare con la religione, unabuona porzione d’onore a Luogosanto glielafanno. E uno, quello di Balaiana, la suaimportanza, oltre alla leggenda di aver ospitatoDante in persona, doveva averla se nel1146 si riunirono a Bonarcado, nel giudicatod’Arborea, i quattro giudici sardi per dirimereuna controversia sul suo possesso tra ilgiudice di Gallura Costantino II e la famigliadel curatore Comita Spanu. Il secondo, il Palazzodi Baldo o di Santo Stefano, è una villache i restauri in atto rivelano giorno pergiorno sempre più raffinata ed elegante. Lavilla, che forse conobbe il suo prestigio nellaseconda metà del secolo XIII, era secondoalcuni storici, la “seconda casa” con villaggioe ampi territori intorno, del vescovodi Civita. Anch’essa ha la sua leggenda: risiederebbeancora tra le sue rovine l’ultimocuratore o forse proprietario, Don Ubaldo,che si mostra anche oggi a chi gli pare perstramaledire il re Alfonso d’Aragona, responsabile,secondo lui, di avergli distruttoil maniero. Più di uno tra i vecchi locusantési,giurava, qualche anno fa, di averlo incontrato.Ora da quelle parti non si pensa più alleleggende e alle apparizioni; tranne una:quella dell’inventore della Costa Smeralda,che ha dato lavoro ai paesi vicini, Luogosantocompreso. Così da centro “benestante” diimpiegati, insegnanti e piccoli e grandi proprietariterrieri con sugherete e cave di granito,è diventato anche paese che offre lucrosamanodopera al paradiso dei ricchi. Intelligenticome sono, li luchisantési, in questomomento 2.800 in tutto, dopo aver vinto lasfida con il diavolo,mandandolo a farsi rimaledire,s’impegnano ora a vincere quellacon l’avvenire. E Monti Juanni è meglio cherimanga dov’è. Dov’è sempre stato.Dalla pasticceria al palcoscenico. VirgilioUlzega, classe 1935, ex muratore, convertitodalla moglie all’industria dolciaria,oltre a dedicarsi all’impresa familiare,condisce le sue giornate con attività culturali:è presidente della Pro loco e ancheattore. Attore molto apprezzato che fa partedella compagnia teatrale di Gergei “SuSessini”. «Nel 1985 abbiamo costituito laPro loco –racconta il pasticciere- e poi, subito,ci è venuto in mente di fare una rassegnadi teatro sardo a Gergei, dedicata alcanonico Luigi Matta, autore di “Sa coiade Pitanu”, un classico del teatro dialettale.Allora c’era una compagnia di ragazzi,che si chiamava “I giovani”, e la rassegnaera stata pensata per dare una mano a questiragazzi, per dar loro la possibilità dipresentarsi in pubblico. Dopo qualcheanno, il terzo della rassegna, questi giovaniattori vengono da me con un copione,tratto dal “Medico suo malgrado” di Moliére,tradotto in sardo, con il titolo “Dottoriamarolla”, dalla signora Adriana PudduAnedda, la stessa che dirigeva il gruppodi giovani e che recita nella compagnia.Mi chiedono di dare un parere su chi potevainterpretare la commedia. Io la leggo,mi seu mortu arriendi, e ho detto “è bellissima”.E allora mi propongono di interpretarlaio.I tempi erano stretti, mancavano menodi due mesi alla data della rassegna e alloradissi “proviamo, non vi dò la disponibilità;però se ce la facciamo bene; altrimentisul palco io non ci vado”. Avevo promessoun’offerta a Sant’Antonio perchéfacesse piovere per non fare la commedia:eravamo in condizioni pietose. L’abbiamofatta, invece, e abbiamo avuto un grandesuccesso. E da lì abbiamo iniziato. Era il1988».Da allora la compagnia è andata avantie ha messo in cartellone altre commedie:“Maladiu?! a conca” (da il “Malato immaginario”),poi un’altra: “Candu una feminadetzidit”, tratta da “La sensale dei matrimoni”.Così è nata l’attività della compagniateatrale “battezzata” “Su Sessini”(prende il nome da un’antica tradizioneper la festa di San Biagio a Gergei) che hagià superato i dieci anni di vita. «Abbiamoal nostro attivo –racconta Ulzega- sulleduecento rappresentazioni. Abbiamo giratoun po’ dappertutto, abbiamo avuto lafortuna di partecipare alle rassegne di Sassari,al teatro Civico, e di Guspini. Poi siamoandati anche a Tempio e a Cagliari perbeneficenza. E comunque le piazze della<strong>Sardegna</strong> le abbiamo fatte tutte».Il teatro è quindi un’attività importanteper Gergei; può dare, se non proprio lavoro,possibilità di guadagno. «E perché no?Lo stanno facendo altri –osserva Ulzegaenon vedo la differenza! C’è una ragazzadi Isili, molto giovane, che a mio parere èbravissima, che ha addirittura sostituitodue persone in due serate. Un altro giovane,inserito l’anno scorso, si è dimostratobravo e l’abbiamo inserito in una commedia.Ora non facciamo più teatro in strada:il Comune non chiudeva al traffico la piazzae non si poteva più recitare fra il frastuonodei motorini e i giochi dei bambini.Ora abbiamo ripiegato nel Centro socialedove è stato ricavato un palco per unteatrino di 250 posti che per Gergei vabene. La compagnia teatrale è inserita nellaPro loco, perché la compagnia aiuta laPro loco. Ma se si vuole criticare è facile;però noi siamo riusciti anche a fare la cenadopo lo spettacolo. E non è la quantità dellepietanze che conta ma è lo stare insiemesino alle due del mattino. La gente apprezzaqueste cose; siamo soddisfatti perché lanostra rassegna teatrale ha un nome ed è lapiù vecchia della <strong>Sardegna</strong>».Come si può immaginare la Gergei delfuturo? Il pasticciere non ha dubbi: «Conuna grossa compagnia teatrale».


Anche Alghero ha volutoavere una parte nelle commemorazionidelle vittimedelle foibe, delle persecuzioni politichee dell’odio etnico che,dopo la seconda guerra mondiale,costrinsero ad un doloroso esodocentinaia di migliaia di Italianidalle terre dell’Istria e della Dalmazia,finite sotto il regime titoista.Fu infatti a Fertilia e nella piccolaborgata di Maristella, tra i vigneti,che una piccola comunità diesuli giuliani trovò – negli anniCinquanta – lavoro e accoglienzadopo un lungo e doloroso girovagareper l’Italia tra “centri di raccoltaprofughi”, privi di tutto, isolatie soggetti al disprezzo deglistessi italiani. Raccontata in un libro,La memoria negata, la vicendaautobiografica di una profugaistriana, Marisa Brugna, immigratanella città catalana dal 1959,ha fatto luce su un pezzo di storiadimenticata, e rimossa, che intrecciai vissuti di tanti uomini e donneagli eventi della grande Storia.Finito il conflitto mondiale, inbase alle trattative con gli Angloamericanidel giugno 1945, gliIugoslavi si erano ritirati sullabase di una spartizione provvisoriache assegnava al controllo degliAlleati la zona A, comprendenteTrieste, una parte del Carso,Gorizia e una fascia di territoriocompreso tra il vecchio confinedel 1915 e gli altipiani sulla sinistradell’Isonzo.Sotto l’amministrazione jugoslavaera posta la zona B , comprendentela parte orientale dellaprovincia di Gorizia, l’Istria, conl’eccezione di Pola, e Fiume. LaConferenza di Parigi per la definizionedei trattati di pace che discusseil problema tra l’aprile e illuglio del 1946 adottò una soluzionedi compromesso. in basealla quale fu costituito il territoriolibero di Trieste, creato il 16 settembre1947. Alla nomina di ungovernatore designato dall’ONUperò non si giunse mai dato il nonaccordo delle potenze interessate:si mantennero quindi due amministrazioni,quella anglo-americanasu Trieste e la zona A e quellajugoslava sul territorio istriano.La Venezia Giulia venne così atrovarsi nella terribile condizionedi terra di confine tra due poderosiblocchi politico-sociali contrapposti(il blocco sovietico e ilblocco occidentale), schiacciatadal nuovo regime jugoslavo, impegnatoa costruire l’edificio delregime socialista. Una realizzazioneattuata attraverso comitatipopolari di Liberazione, politicadegli ammassi, sequestri e confischedei patrimoni, istituzione dicooperative, e tutta una serie dimisure vissute come prepotenzedalla popolazione. Per la quale siusava l’equazione italiani ugualefascisti. In più la pressione di unsistema poliziesco e oppressivoera inasprita da pregiudizi nazionalisticia danno degli Italiani: equesto implicava la negazionedelle libertà individuali e l’uso disinvoltodella cosiddetta “giustiziarivoluzionaria” attraverso i tribunalidel popolo che generaronoviolenti risentimenti nella popolazione, anche perché moltissimi,agivano in nome di bassi e oscuriinteressi personali, e non certodegli ideali del socialismo. In più,ad accrescere in quelle comunitàrisentimento e rabbia, c’era il fattoche delle strutture del potere titoistafacevano parte cittadinigiuliani di nazionalità italiana, difede comunista, che vi erano innome dell’unità della lotta di liberazione.In patria, la base comunista,incalzata dalla propagandadella guerra fredda , considerava“traditori” e “fascisti” i profughiPARLIAMO DELLA SARDEGNACULTURAAPRILE 2003a cura di Manlio BrigagliaIN UN LIBRO LE MEMORIEDI UNA PROFUGA ISTRIANATRAPIANTATA A FERTILIAgiuliani: i portuali di Ancona e iferrovieri di Bologna arrivarono aboicottare i treni e le imbarcazionisulle quali viaggiavano.Una sensazione di generale oppressionefini per inginerare untotale rifiuto da parte degli Istrianidi una prassi che comportavaun totale sconvolgimento delleloro vite.Emarginati e impoveriti; colpitida provvedimenti che si caratterizzavanoper la valenzasnazionalizzatrice, gli Italianicominciarono ad abbandonarePola e Fiume e, in seguito, tutti icentri minori. Un esodo biblicoche durò dal 1945 al 1956: oltre300.000 persone, secondo alcunestime, si allontanarono dall’Istria.Violenza, sopraffazione,perseguimento razionale diun progetto di annientamento ditutto ciò che era Italia e italiano,di Eugenia TognottiCULTURALA PREMATURA SCOMPARSADI MAURIZIO SALABELLENARRATORE DI GRANDE TALENTOdi Giovanni MameliIl suo cognome non ricordaquelli più diffusi nella nostraisola. Eppure lui è natoa Cagliari nel 1959, da madresarda e padre di origine campana.La sua scomparsa a soliquarantatré anni (avvenuta aPescia dove insegnava all’Istitutoprofessionale “Sismondi-Pacinotti”) ha spinto molti criticie amici scrittori a ricordarela sua figura e le sue operesui più importanti quotidianinazionali.Maurizio Salabelle era unnarratore di grande talento,che avrebbe avuto un successopiù ampio se non fosse stato unuomo schivo e riservato. Nonamava comparire in televisioneo promuovere i suoi libricon presentazioni a tappeto.Esordì nel 1992 col romanzo“Un assistente inaffidabile”, alquale seguirono “Il mio unicoamico”, “Il maestro Atomi”,“Il caso del contabile” e “L’altroinquilino”. Cinque opereche hanno fatto di lui un autoreapprezzato soprattutto dalettori esigenti e da recensoriseveri.A differenza di altri autorisardi, per lo più inclini al realismo,Salabelle puntava su situazionistravaganti, nelle qualiagivano personaggi eccentrici,uomini e donne dai trattioriginali. Sin dalle prime paginedei suoi libri si entra in unmondo in bilico tra la cronacae il sogno. Il termine cronacanon deve sembrare eccessivose si pensa che sulla stampaspesso sono raccontati fatti inquietantie anomali, che sem-anticipata dalle stragi del settembre– ottobre 1943, continuaronoin modo sistematiconegli anni successivi in Istria, aFiume, nella Dalmazia, cadutesotto controllo Jugoslavo e dacui le popolazioni erano costrettea fuggire.Gli arresti, le deportazioni avvenivanosenza che nessuno intervenissea difendere quegli infelici,colpevoli solo di essereitaliani. Moltissimi di loro trovaronouna morte atroce nellefoibe. Le tensioni dovute all’irrigidirsidel clima della guerra fredda,lo scoppio della guerra in Corea,si ripercuotevano, esasperate,nella Venezia Giulia, terra diconfine tra i due mondi.Qui, si incrociavano divisioni efurori che interessavano diversipiani e anche chi era del tutto al difuori dalla politica veniva investitodagli eventi e sperimentaval’intollerabilità della situazione:non era consentito neppure parlarela propria lingua: nella scuolasi insegnava solo il croato ed eraseveramente bandita la dolce parlatalocale.Nel libro di Marisa Brugna questitremendi avvenimenti, sonoindirettamente evocati negli effettidevastanti che producono sullasua famiglia. La difficile e dolorosascelta di lasciare Orsera e lapiccola patria istriana è del 1949.Genitori e figli si portano dietro larabbia, contenuta, ma esplosivanel loro triste viaggio come “esuli”,come “profughi”.Dapprima sono condotti a Triestein un enorme capannone, unalveare ronzante, chiamato centrodi prima accoglienza e di smistamentoper gli esuli giuliani. Diquale “accoglienza” si trattasse, labrano frutto della fantasia diuno scrittore surreale.A prima vista poteva sembrareche Salabelle si divertissea raccontare vicende fantastiche,nelle quali il gioco e ildivertimento avevano un ruolodecisivo. In realtà la moraledei suoi romanzi ha a che farecon la nostra vita quotidiana,nella quale gli scarti e le sorpresesono sempre più frequenti.Nel recensire il suo ultimolibro sull’inserto culturalede “La Stampa”, Dario Voltoliniha colto il segno nell’osservare:“Il mondo di Salabelleva visitato con calma, e apoco a poco si rivelerà in tuttala sua compattezza. Appare all’iniziocome un mondo inbianco e nero, dai suoni attutitie lontani, poi la scala dei grigiprende a dispiegarsi sontuosamente,i suoni si armonizzano,lo stupore passa dai personaggial lettore come un profumoche vada al lettore di stanzain stanza. Salabelle inventadecine di situazioni ciascunadelle quali farebbe la fortunadi un film made in Taiwan.”Scrittore internazionale,dunque, non legato a realtà regionali:i suoi libri potrebberoessere ambientati in ogniluogo e in epoche differenti.Per lui quello che contava erail dispiegamento di trovate altempo stesso comiche e tragiche.Il suo umorismo assurdo(al quale non è estraneo unmaestro come Kafka) coinvolgeciascuno di noi. Infatti Salabellemette sempre in primopiano pregi e difetti, tic e atteggiamentidai quali non siamoimmuni.Il suo messaggio sembra essereche la normalità non esiste.Anzi più si è normali maggioreè il tasso di follia dellepersone cosiddette comuni.Ma uno dei suoi pregi più immediatiè la chiarezza dellascrittura, uno stile limpido eaccessibile a tutti i lettori. Nellesue pagine manca ogni formadi compiacimento o l’usodi vocaboli ricercati che spiazzanofasce di persone per lequali la lettura è un piacere immediato.Val la pena concludere il discorsocon due testimonianzesignificative e di grande spessore.Sul Corriere della SeraErmanno Paccagnani ha scritto:“Trame impossibili da riassumere.Perché da godere, purnella coscienza del tragico sottesoa ogni comicità. Per un filonenarrativo raffinato checon Salabelle perde il suo migliorerappresentante”. Invecesu La Repubblica così lo ha ricordato,in un lungo articolo,Ermanno Cavazzoni: “Mi accorgoche parlo di Salabellecome avesse fatto un solo lungoromanzo a puntate; e in effetticredo sia così. C’è sempreun giovane sprovveduto cheosserva e si cimenta in questomondo in tranquilla rovina,senza meravigliarsi di nulla.”Sicuramente i suoi romanzi,dopo la sua improvvisa scomparsa,saranno ristampati presto.Per consentire a chi non liconosce di leggerli per la primavolta.24famigliola lo capì subito : due pagliericcifatti di foglie secche digranturco e delle coperte. Nientecuscini e niente lenzuola e notti diinsonnia- defraudati dalla preziosaintimità- a pensare alla casa eagli affetti perduti.Da lì la famigliola fu avviata alcentro raccolta profughi di Latina.Il soggiorno a Latina è di brevedurata: ecco la famigliola riprendereil treno e ripartire per un altroCentro Raccolta a Marina di Carrara.Si chiamava – per una ironiadella sorte – fermata Paradisoquella dell’autobus che, dopo ilviaggio in treno, li porta a destinazione:un reticolato chiude il CentroRaccolta Profughi dove la famigliaritrova parenti e amici. Edè tutto un intrecciarsi di lacrime,di sospiri, di domande ansiose suciò che succedeva nelle loro terresotto il tallone del governo croato,deciso a cancellare ogni tracciadella lingua, dei canti, dei modi divivere dell’industriosa e civile comunitàdegli Istriani.In quel luogo la famiglia rimanedieci anni.La successiva e ultima tappasarebbe stata la <strong>Sardegna</strong>. È in<strong>Sardegna</strong> infatti che comincia unaltro capitolo della storia dellafamiglia. Già dal 1947 si era insediatoa Fertilia un gruppo di istrianie di dalmati, per interessamentodi don Francesco Dapiran, parrocodi Orsera. Ormai non c’erapiù nessuna speranza di tornare inPatria: il 5 ottobre 1954 Stati Uniti,Gran Bretagna, Italia e Iugoslaviaavevano firmato un memorandumd’intesa: all’Italia era tornataTrieste e la zona A, alla Iugoslavia,previa rinuncia dell’Italia, lazona B: uno status quo, ormai, chesarà sancito nel 1975 col trattatodi Osimo. Occorre dire che la <strong>Sardegna</strong>non era certo, allora, unparadiso nell’immaginario collettivo(una terra spopolata, dallegrandi solitudini, una terra di punizionee di esilio).Ma quando al capofamiglia erastato assegnato uno dei poderidell’ETFAS, l’Ente di trasformazionefondiaria e agraria, istituitodopo le leggi di riforma agrariadel 1950, genitori e figlie si eranotrasferiti in <strong>Sardegna</strong>.Addio, finalmente, al campoprofughi. Fertilia, nonostante tutto,rappresenta un approdo, pur trale fatiche richieste dal disboscamentoe dalla coltivazione dei vigneti:le vie, sono chiamate con itoponimi dei paesi della patriaperduta, Pola, Rovigno, Orsera,Parenzo, Zara, Fiume. Niente piùparaventi di fortuna che a stentoriuscivano a proteggere un po’d’intimità; niente reticolati : i Brugnaavranno una delle case nuovedestinate agli assegnatari. A Fertiliatrovano la loro gente, profughicome loro, con cui condividonoil dolore e la rabbia per la patriaperduta, la crudele odissea a cui liaveva costretti la madrepatria.Nessun senso di esclusione, finalmente.Gli antichi valori dell’ospitalitàe dell’accoglienza deiSardi fanno sì che la comunità deiGiuliani e degli istriani si integrassefelicemente nella nuovapiccola “patria”.Marisa Brugna studia a Sassarie diventa maestra, un lungo sognoaccarezzato negli anni della “profuganza.La memoria di quell’esodo è rimastatroppo a lungo confinatanel recinto di una testimonianzaminoritaria.È necessario che la memoria diquell’esodo non venga cancellatae che aiuti tutti a non dimenticarequanto grandi, terribili e devastantisiano le sventure prodottedalle guerre.


Il Messaggero sardo” ha acquisitodi recente una nuovaattenta lettrice: si tratta diGiuseppina Francesca Nieddu,insegnante nata a Nuoro chevive a Frascati. Si è avvicinataal giornale mossa soprattuttodalla passione per la poesia, initaliano e in sardo, che coltivada anni. Ha appena pubblicatouna prima raccolta, e il pensierodella <strong>Sardegna</strong> l’ha indotta a intitolarlaPietre vive (pubblicatada Sovera Editore, via Brunacci55, 00146 Roma, tel.06.5585265, costa 7 euro).Le composizioni, quasi tuttein versi sciolti italiani, si dividonoin quattro sezioni; la prima,“Terra mater”, è dedicata all’isola;la seconda agli “Affetti”, la terzaalle “Meditazioni” e l’ultima alle“Gioie”. Lo stile, sempre semplice edimmediato, trasmette senza mediazioniil pensiero dell’autrice, ed anche le sueesperienze di vita, fatte di avvenimentidolorosi, come la morte prematura diPARLANDO IN POESIAAPRILE 2003PIETREVIVEa cura di Salvatore Tola25un fratello, ma anche delle gioie che levengono dai due figli adottivi che vivonocon lei. Al di là dei fatti contingentiil suo intento è, scrive Giulio Panzaninella prefazione, quello di «nobilitareeventi e personaggi, ambienti e scorcidel circostante, raffigurati in quel ricordoche è poi un luogo oltre ogni confine,oltre ogni tempo».Da Pietre vive trascriviamo la composizioneMare nostrum, nella qualel’autrice rievoca momenti d’incantovissuti a contatto col mare della sua terra.E proseguiamo con altre poesie dedicatealla <strong>Sardegna</strong>, sempremolto numerose tra quelle chearrivano la giornale. Emergonole preoccupazioni per le coseche non vanno come, nei versi diGiuseppe Sida, il vandalismoche si è abbattuto sulla tartarugadi Cala Girgolu (la località cuifa riferimento anche la Nieddu)o, nella protesta di Santino Dessì,per le perplessità che nasconoalla notizia della progettataistituzione di tante nuove province.Ma poi prevale e dominala nostalgia, come si vede dalleopere di Luigina Piredda Piludu,Bruno Scano, Giovanni Melis,Giuseppe Secchi ed EmanueleFais, che scrive in francese per ifigli dei nostri emigrati che parlanoquella lingua. L’amarezza affioranelle quartine di Antonio Selis, subitovinta dal fascino che l’isola esercita suEfisio Ledda e su un non sardo come AngeloRoj; mentre Cristoforo Puddu chiudecon un appello ai «valori di libertà»che sono «dentro noi sardi».MARE NOSTRUMNel mare della mia terrail guscio della nostra barchettascivola lento al tramonto.Il cielo sereno staseramuto, si specchia nel mare senz’onda.La poppa indica dritta il sole imbronciato:da due frecce ferito, appare spezzato,esangue, sdraiato nel letto.L’acqua ci culla,ad un bagno ci invita.Un pesce lento, argenteo, mi guidanegli antri di Cala Girgolu,magiche grotte si apronomi accolgono, invitanoa scoprir della vita il mistero.Il silenzio mi avvolge, mi nutreil sole ora dorme tranquillo,senza stelle è la sera, foriera di piogge.Tuoni e rombi nel cuor della notteaccendon nel cielo improvvisi bagliori,scrosci d’acqua come campaneannuncian dell’eclisse il mistero,preparano degli astri e degli uominiuna nuova apocalisse,un abbraccio intimo e vero.Giuseppina Francesca NiedduSAS PROVINCIASAppu biu is piagas tuas de sa gherra,s’effettu chi at portau, e cantu mali,cantu disastru s’odiu razziali:cussu dolori t’oberiat sa terra.Appu biu sa genti in fila po pani,su sacrificiu mann’e s’operaiu,fin’a candu torràda sa fest’e majupo no essi prus trattaus che cani.Is beccius torranta de su confinu,sa lotta cruenta in miniera,generosus sardistas a schierastrintus a pari a s’antigu sinu.T’anti promittiu ver’autonomia,ma aspettendu su pilu e’ biancu,su fisicu puru e’ giai stancu,sperat chi torrit Emiliu messia.Hoi is fillus tuus, de fidi noedda,a su postu de su chi as pedìuti proponinti setti statareddus.Santinu DessìLA TARTARUGAScolpita dal vento, dall’onda del mareesile stelo verso il cielo teso,splendida creatura.Grata presenza a quanti navigantihanno solcato i mari:ai mercanti fenici, ai legni di Cartagine,alle triremi romane colme di otri d’olio e di grano,di piombo e di ferro cavato ad metalla…Notte senza luna, notte scura,ora propizia a ladri e assassini:fatti mano ramata di ferro e di cementohanno infierito, frantumato l’inerme creaturacreata dal vento, scolpita dal mare…Togli le bende ai mori isola mia,la tromba suoni che Amsicora ritorniall’antica ronda per i suoi nuraghiper le mura di Nora e delle antiche querce,e perché l’aurora eterna sui graniti splenda.Giuseppe SidaSU BELLU FAEDDAREA sa Sardigna miala penso dogni diepro no l’immentigare.A sa Saldigna miach’appo lassadu iniesu bellu faeddaree sa mia pitzinnia.Za bi cheria torrarech’apo lassadu iniesa mia pitzinniae su bellu faeddare.Si fagher lu podiach’apo lassadu iniesu bellu faeddarecun tota sa cumpanzia.Luigina Piredda PiluduL’ÎLE QUE J’AIMESalut, pays cher à mon père,tu es ma île, tu es ma terre:je reviendrais un jour peut-être,car c’est toi qui m’as vu naître.Du jour qui je t’ai quittéeplusieurs annèes sont passèes.Salut, île de mes ancêtres,tant de troupeaux j’ai vu paîtredans tes verts pâturages.Je pense souvent aux gris nuageschargès de pluieau vent, qui dans la nuitsifflait très fort à mes oreilleset me racontait tes merveilles,à la mer que je voyai de ma fenêtre,aux agneaux qui voulaient paîtredans l’herbe verte de tes plaines,au silence de ton domaine…Emanuele FaisCORRONO LE STRADECorrono le strade fra selvaggi monti,tra rocce e pascoli bruciati,lì tra rupi fanno spicco i pontigettati sopra gli abissi mal tagliati.Negli occhi si chiudono gli orizzontidove i pascoli e gli stazzi sembrano disegnati.Le acque corrono sotto silvestri forre,brillano i sassi dal tempo consumatie si sbriciolano al sole dei millenni.Verso il cielo svettano le cime,da quando il tempo qui si è fermato?Fiumi limpidi scorrono perennidove la parola serve con le rime,lì tutto è fisso ed immutato.Efisio LeddaESSE COME SARDEGNASalve <strong>Sardegna</strong>,stella solare,solenne sassaia,silente sperduta.Sorgente salina,salmastra, salutare,scogliere smeralde,solitudini sterminate,sentieri solitariscrigni segreti.Storia secolarescolpita silenziosa,sacrari solennislavati sperduti.Sfingi svettanti.sirene silenti,sponde scoscese,selvagge sinuose…Angelo RojATTAS DE CORAZUSos pinzos de libertadesun intro ’e nois sardos,in sa limba reberde ’e sos condaghes,sun in su Deus “Babbai”de sa terra laorada e illacanada,sun in sas dies chenza lastimasde chie crarizat s’orizonteche omine iscarazzadu ’e trobeas.E sa cursa sighit atzudache caddittos de Giara.Sighit tra lorumos de cuntierrase accraramentos de ideaspro sestare ’e tzertesas sos dubbios,sighit pro corriattu bisonzu ’e identidadee pro esser meres de corazuin su mudimine fungudu ’e una terra.A sas attas de corazu,a s’idealidade ’e milli banderas,intregamus alenos de sabiesa antigae istrumpas de sentidos innidosaffundados in sa die ch’avreschet.Cristoforo PudduSOLA IN MEZZO AL MARELa mattina quando mi svegliomi affaccio al mio balconee penso a te dolce terra mia,perché tu ti allontani da mesempre di più.Che Dio ti benedica, isola del mio cuore,tu fai innamorare anche gli assenti,anche se la spada al fiancodà grande dolore.Trovi conforto per tutte le genti,chi vien da te s’innamoraanche se di te non si curano i potentisolo perché sei sola in mezzo al mare.Tutti cercano in te una dimoracol desiderio di poter sognare,ma messi di fronte alla realtàil dono che Dio t’ha datonon paga affatto la tua bontà.Bruno ScanoDE TROPPU TEMPUSTerra mia bella stimada,de troppu tempus t’appo lassadama a tui sempri seu pensendi,finzas candu seu dormendi.Mancu un’ora mi seu scaresciude su logu aundi seu cresciue non biu s’ora de torraicun soddisfazioni a t’ammiraipoita tui mi donas allegria,bella stimada terra mia.Giovanni MelisBENEDITTA DAE DEUSIn coro ti appo sempre riservadaa tie cun sintzera nostalgia,dae me tantu istimada,pro te mi nde leo sa berrittade sa tua sintzeridade.Dae Deus ses beneditta,rejna ses de s’umanidade,in mesu de su mare ses situada,ricca ses de dogni bellesa,dae tottu su mundu ammirada.Giuseppe SecchiLE SENTENZELa mia <strong>Sardegna</strong> ancora primitiva,amaramente dovuta abbandonaresol perché ho cercato di fermarechi affamava gente produttiva.Trent’anni il mio peregrinare,da produttore a disoccupato,per salvare il risparmio sudatoed una nuova vita incominciare.Sempre il sommo Dio ho lodato,voluntas Dei, non mi sono arreso,il mio sudore ho sempre difeso,a ottant’anni sono arrivato.Amareggiato perché ancor’offesodall’indifferenza dei governantiche il proprio lo mettono avantipoiché il disoccupato porta peso.Guardatevi allo specchio tutti quanti,esaminate le vostre coscienze,chiedete perdono a Dio e santi,decretate per voi ardue sentenze.Antonio Selis


SARDEGNA NOTIZIE26APRILE 2003LA SARDEGNA IN FORZEALLA PIU' IMPORTANTEMOSTRA DEL REGNO UNITORICONOSCIMENTO A NURAGUSPAESE PIU' GENEROSO D'ITALIAPER LE DONAZIONI A TELETHONNon c’è alcun dubbio: la cittadinapiù generosa d’Italia èNuragus perché tra i suoi milleabitanti è stata raccolta laragguardevole cifra di 22 milaeuro, la donazione più alta inrapporto al numero degli abitanti.A sottolineare l’importanterisultato è stato il direttore organizzativodel Comitato TelethonFondazione Onlus, Niccolo’Contucci, nel corso dellacerimonia di premiazione delpaese sardo che ha ricevuto,nelle mani del sindaco, unaSignificativa presenza della<strong>Sardegna</strong> in quella che vieneunanimemente ritenuta la piùimportante fiera alimentare delRegno Unito. Si tratta dell’InternationalFood Exibition(IFE) di Londra che ha potutoannoverare tra i suoi espositorila società cooperativa“S’Atra Sardigna”, società cooperativache dal 1982 produceesclusivamente prodottibiologici. L’occasione è statapropizia per l’attivazione diuna serie di notevoli contatticommerciali. Inoltre, è stataavviata una ‘piattaforma distributivanella capitale e stipulatoun contratto con la SardiniaOrganic che ne curerà lalogistica.Il nostro interesse per il mercatoinglese – ha spiegato ilpresidente Mario Cirronis -rientra nelle strategie commercialidella cooperativa. Vendiamoin diversi Paesi europei,ma l’Inghilterra e’ stata sempreun po’ assente. Con questonuovo accordo commerciale,speriamo di aumentare le venditein questo paese, stimolandola produzione, anche se laqualità richiesta in Inghilterrae’ molto elevata e le difficoltàsicuramente non mancheranno.L’interesse principale deibuyers e’ stato verso i prodottitrasformati come olio, formaggie salumi, ma due catene dellaGDO hanno mostrato moltointeresse ai prodotti freschi.Purtroppo - precisa Cirronis -non siamo in grado di produrretutto quanto ci viene richiesto,la domanda e’ superioreall’offerta, soprattutto per iprodotti serricoli. Siamo semprealla ricerca di nuovi serricoltoridisponibili a programmia lungo termine.PUBBLICATI GLI STUDIE I SAGGI TEOLOGICIDEL CARDINALE POMPEDDA“Studi in onore del CardinaleMario Francesco Pompedda”,Edizioni Della Torre,è una preziosa raccolta disaggi teologici e storici dedicatial neo porporato sardo davalenti studiosi, laici e religiosi,cordinati da Mons. ToninoCabizzosu.L’opera – promossa dallaFaco1tà Teologica della <strong>Sardegna</strong>,la Diocesi di Ozieri, ilSeminario Regionale Sardo el’ Archivio Arcivescovile diCagliari con il concorso dellaFondazione Banco di <strong>Sardegna</strong>– esprime il giubilodella Chiesa Sarda nel vedereannoverato nel Sacro Collegioun presbitero isolanodopo ben centosessantaquattroanni dal cardinalato diLuigi Amat di San Filippo.La Miscellanea – comescrive S.E. Ottorino PietroAlberti nell’introduzione – èomaggio duraturo e concretosegno per un avvenimentoche è entrato nella storia dellaChiesa. Gli studi attingononelle radici storico sociali ereligiose in <strong>Sardegna</strong>. Interessantela riscoperta eva1orizzazione della figura diNicolò Navoni, vescovo nellasede sulcitana si Iglesias e arcivescovodi Cag1iari dal 1818al 1836. Viene proposta unasua circolare al clero, in linguasarda variante campidanese,relativa alla istruzione catechisticacon note e studio del Prof.Mario Puddu, studioso e vocabolaristadi Lingua Sarda.Il volune indica vari percorsidi riflessione e indagine sultarga ricordo.Sorto nel 1997, il Comitatospontaneo di Nuragus e’ diventatoun’importante testimonianzadi solidarietà socialegrazie alla straordinaria partecipazionedei cittadini, maanche di enti, istituzioni, operatorieconomici e artisti provenientida tutto il territoriosardo.Da allora si e’ impegnatonella raccolta fondi da destinarealla ricerca scientifica sullemalattie genetiche, ottenendodi anno in anno risultati importanti.Erano presenti alla cerimoniache si e’ svolta nellapalestra comunale di Nuragus,oltre al sindaco ApollinareLadu, il responsabile AreaTerritoriale <strong>Sardegna</strong> BNLSergio Minolfi e la responsabileCustomer Care della DirezioneGenerale BNL AngelaVicentini.Nuragus - ha aggiunto Contucci- e’ la prima città che vogliamoringraziare quest’annocon questa iniziativa che e’stata organizzata per celebrareil successo della raccolta.tema dell’identità sacra mentale,spiritualità e ministerodel vescovo tra teologia e storia.E ancora spazia sulla Torah,l’origine del soccorsosolidale nelle prime comunitàcristiane e 1’ urgente attenzione– attraverso fondamentibiblici e patristici – sullasa1vaguardia della naturacon 1’intervento del Vescovodi Nuoro Mons. Pietro Meloni.Complessivamente 1’impiantodell’opera, ricca fontedi formazione, rapppresentaun concreto approccio conoscitivoper approfondire temiteologici e momenti storicisignificativi della cultura sarda.Non manca un’essanzialenota biografica e bibliograficasug1i scritti del Card.Pompedda attualmente Prefettodel Supremo Tribunaledella Segnatura Apostolica ePresidente della Corte diCassazione dello Stato dellaCittà del Vaticano.Cristoforo PudduOLIO SARDOPREMIATOA SPOLETOPrestigioso riconoscimentoper un’azienda agraria di Cabras.Si tratta della ditta diFrancesco Atzori che si è aggiudicatoil primo premio perla categoria “fruttato medio”al concorso tra oli extraverginidi qualità di Spoleto intitolatoa “Ercole Oliario”.Punto di riferimento da undicianni per le produzioni olivicoleitaliane di qualità, ilpremio ha visto anche quest’annol’assegnazione dei riconoscimentialle tre categoriedi oli extravergini d’oliva eDOP ammessi al concorso.Sono stati premiati il “fruttatoleggero”, “il fruttato medio”e il “fruttato intenso”, mentreuna segnalazione speciale è andataad Amphora Olearia per lamiglior confezione.Promosso da Unioncamere,dal ministero delle PoliticheAgricole e Forestali, da variecamere di commercio, UNA-PROL, CNO e dall’AccademiaNazionale dell’Olivo, il premiosi è concluso nei giorniscorsi a Spoleto.Vi hanno presoparte 300 produttori in rappresentanzadi tutte le aree olivicoleitaliane. Per la categoria“fruttato leggero” il primopremio è andato all’aziendaagraria D’Ali Maria Aurelia eMaria Stella di Trapani mentreper il “fruttato intenso” è andatoall’olio extravergine delFrantoio Franci di Castel delPiano (Grosseto).È NATO ROMEOCUCCIOLODI DELFINOÈ stato avvistato nei giorni scorsi dai ricercatori del CTS chel’hanno subito battezzato col nome di Romeo il primo “cucciolodi delfino” nato quest’anno nell’Arcipelago della Maddalena. Laprima volta che è stato notato aveva appena 20 giorni. Al momentodell’avvistamento, il primo piccolo nato nel 2003 nuotava conla madre e con altri 6 esemplari del gruppo familiare di delfinicostieri (Tursiops Trucantus). I ricercatori del Centro RicercaDelfini di Caprera del CTS, che operano da diversi anni sull’isola,sostengono che finora non erano mai state registrate nascitecosì precoci. Il gruppo di cetacei si eè lasciato avvicinare abbastanzafacilmente, cercando di proteggere il piccolo mantenendolosempre al centro del branco. Romeo ha tutte le carte in regolaper diventare la baby mascotte del Centro per il 2003 e per tutti isuoi visitatori, ma la sua nascita è soprattutto un segnale positivodel buono stato di salute della popolazione di delfini di unodegli angoli più belli ma anche più a rischio del nostro mare.PICCOLA RIVOLUZIONENEGLI UFFICI POSTALIDELL'ORISTANESEUn operatore unico al postodelle figure, ora distinte, di impiegatoe portalettere. La rivoluzioneche sta interessandogli uffici postali ha interessatonelle ultime settimane altri treuffici postali della provincia diOristano. Il provvedimento,proposto dalla direzione di Posteitaliane, interessa le sedi diPau, Villaverde e Gonnoscodinaa completamento del programmache ha già ridimensionatogli uffici di Albagiara,Assolo, Allai, Villanova Truschedu,Nureci, Sant’Antonio,Ruinas, e Asuni. Nell’ambitodella stessa ristrutturazione,era stato trasferito a Cagliari ilCentro di smistamento dellaposta: con i nuovi ridimensionamenti,si arriverebbe ai primiveri tagli del personale inprovincia di Oristano.Negli anni scorsi le Posteavevano fronteggiato gli esuberidichiarati mandando inpensione 150 lavoratori senzasostituirli con altra forza lavoro.“Per quanto riguarda Oristano”,conferma Angelo Medde,segretario provinciale dellaUil, “negli ultimi cinque osei anni abbiamo perso circa150 figure lavorative, andati inpensione e mai sostituiti. Sonostati penalizzati soprattutto ipiccoli centri”. La razionalizzazionedecisa dai vertici dellasocietà e’ contestata dai sindacati.“L’azienda sostiene che inuna provincia come la nostra cisono degli esuberi”, prosegueMedde, “ma il personale deveancora smaltire moltissimegiornate di ferie accumulatenegli ultimi anni. Per non parlaredell’elevato numero di oredi straordinario. Questa è laprova”, conclude il segretario,“che nel nostro territorio nonsolo non ci sono esuberi, maancora forti carenze”.


EMIGRAZIONE27APRILE 2003LA FIEICONDANNALA GUERRASETTIMANA SARDAA SAN PAOLOTRA MUSICA E CULTURADal 17 al 24 marzo si è svoltala prima Settimana Sarda aSan Paolo che, come ha raccomtatoAngela Licciardi alMessaggero Sardo, è statamolto emozionante. In particolareil 17 marzo sono giunti igruppi Nati Strani, Humaniora,Penta Rei, Carlo Doneddu,Maria Speranza Russo per presentarelo spettacolo PremioFaber Sonos & Cantos, i presidentidelle Acli Ottavio Sanna,Walter Piscedda, Luciano Turin,Mario Rizzu, FrancescoManca il direttore dell’OsservatorioIndustriale della <strong>Sardegna</strong>,Francesco Manca. AncheAcli e Faes hanno dato laloro collaborazione. Il 19 Marzoil Gruppo ha fatto una presentazionenella Scuola EugenioMontale, è stato un incontroemozionante perché glialunni stimolati dai canti esuoni sardi hanno cantato insardo, è stato uno dei primimomenti emozionanti di questosogno sardo con la presenzadella preside Rosana Pollastrie dei professori della scuola.Poi nel Teatro Italia per piudi 200 invitati il Gruppo hapresentato uno spettacolo dovesono stati presentati suoni ecanti della <strong>Sardegna</strong>.Ancora, il 21 Marzo mattinail Gruppo nella Scuola DanteAlighieri ha presentato aglialunni, che sono rimasti meravigliati,strumenti e suoni perloro nuovi. La sera del 21 nelcorso di una cena è stato fattoun omaggio alla delegazionesarda ed anche all’artista dellanovela Terra Nostra 2, EmilioOrciollo detto il “Marcello”,da parte del Circolo Sardo diSan Paolo. Il 23 Marzo vi è statala visita a S. Caetano delCircolo Su Nuraghe dove davantia Bechere, Sanna e a tuttii soci, il gruppo ha cantatomusiche molto apprezzate. Il24 vi è stato anche un incontro,nella Camera di Commercio,con imprenditori brasiliani perillustrare il potenziale della<strong>Sardegna</strong> per gli scambi commerciali.San Paolo potrebbediventare un ponte per gliscambi economici fra <strong>Sardegna</strong>e Brasile. La Settimana siè conclusa fra la gioia e la soddisfazionedi chi l’ha organizzatae di chi vi ha partecipato.I GIOVANIE LA CRISIARGENTINALa crisi Argentina vista daun emigrante. È quanto havoluto scrivere al MessaggeroSardo Salvatore Sannaper raccontare con le sue paroleil disagio che si vive eper lanciare un appello periniziative a favore dei giovanisardi in Argentina, granparte dei quali sono disoccupaticome tanti milioni di argentini.“Parliamo dei nostrifigli e nipoti, giovani chehanno studiato, giovani digrandi ideali, però senza lavoro- ha detto Sanna - perciòio come padre e nonno,ed anche come dirigente diuna Associazione sarda, propongoun piano difficile marealizzabile per dare occupazioneai giovani in una nazioneche ha accolto negliLa FIEI nei giorni scorsi hacondannato la decisione delgoverno Usa di lanciare un ultimatumche equivale ad unavera e propria dichiarazione diguerra all’Iraq. Si tratta di unadecisione unilaterale, contrariaalla volontà del Consigliodi sicurezza dell’Onu e contrarioalla volontà della stragrandemaggioranza della comunitàinternazionale.La FIEI ha quindi chiamatogli italiani all’estero e gli immigratiin Italia a prendereparte attiva alla mobilitazionecontro la guerra. La decisioneUsa - è detto in una nota dellaFiei - mette in gioco il mantenimentodel diritto internazionalee il riconoscimento dell’Onucome luogo di composizionedelle controversie internazionali.La Fiei ha, inoltre,condannato la volontà del Governoitaliano di sostenerel’azione militare Usa, ed hafatto appello a tutte le organizzazionidegli italiani all’esteroperché esprimano la condannadella guerra e chiedano ai Ministridegli Esteri e degli Italianinel Mondo di farsi interpretedella volontà di pace, dicooperazione e del rispetto deldiritto internazionale.La FIEI si è, infine, auspicatache la prossima assembleaplenaria del CGIE di aprile,esprima con una posizione fortela chiara volontà di pace fragli italiani nel mondo, invitandotutti gli italiani, ovunqueessi risiedano, ad aderire allemanifestazioni contro la guerra.anni milioni di emigranti”.Ebbene 20 sardi hanno treettari di superficie, terra diottima fertilità, in un puntodi alto valore strategico vicinoalla città dove si possonoavviare varie iniziative: produzionedi formaggio,avicoltura, apicoltura, maanche una industria di dolcie prodotti sardi, nonché coltivarediversi ortaggi dacommercializzare anche conla costituzione di un mercatocooperativo. “Questo sognopuò diventare realtàperò è necessario un aiutodella Regione sarda - ha conclusoSanna - che potrebbecomprare per un milione dieuro questo terreno che sitrova a fianco del Colleggiodi Salesiani”.SUCCESSO A TORONTODELLE SERATEDI CUCINA SARDALa prima delle “Serate di Cucinadella <strong>Sardegna</strong>”, organizzatedall’Ufficio di Toronto delSardinia Trade Network si e’svolta nei locali della trattoria“Oregano”. L’accogliente localea conduzione familiare, situatonella zona nord-ovest dellametropoli canadese, ha offertoai numerosi ospiti un menùrigidamente di tradizione sardacon prodotti giunti dall’Isola.Tra i partecipanti che hannopotuto gustare le specialitàsarde il Viceconsole d’Italia,Riccardo Zanini; il Vicepresidentedella CHIN Radio, UmbertoManca; Carlo Settembrinidell’Istituto Italiano di Cultura;Francesco Riondino delCorriere Canadese; e rappresentantidella comunità sardadell’Ontario.Agli ospiti sono stati consegnatidepliants, cartine tematichee materiale promozionaleturistico sulla <strong>Sardegna</strong>, suiprodotti agro-alimentari e sulleprincipali attivita’ produttive.Hanno concluso l’incontroconviviale la degustazione del“mirto”, tradizionale amarodell’isola, e l’impegno di trasformarele “Serate di Cucinadella <strong>Sardegna</strong>” in un appuntamentofisso per riscoprire epromuovere le specialità alimentaridell’Isola.


EMIGRAZIONE28APRILE 2003ESTESA ANCHE ALL'ESTEROLA DISCIPLINA SUL CUMULOPENSIONE-REDDITOLa normativa italiana che disciplinail cumulo tra pensionee reddito da lavoro si applicaanche ai pensionati che vivonoe svolgono l’attività all’Estero.Le novità, infatti, sono stateestese alle pensioni liquidatein regime internazionale(accordi bilaterali e regolamentiCEE di sicurezza sociale).Si tratta delle pensioni ilcui diritto è stato perfezionatotramite il meccanismo della totalizzazionedei periodi assicurativifatti valere sia in Italiache nei Paesi comunitari e convenzionati.La legge finanziaria per il2003 stabilisce che dal primogennaio di quest’anno i titolaridi pensione di anzianità iquali, al momento del pensionamento,avevano almeno 58anni di età e 37 anni di contribuzione,hanno la facoltà dicumulare totalmente la pensionecon i redditi da lavoro dipendenteo autonomo senza incorrerein alcuna sanzione openalizzazione.Allo stato attuale della normativaquindi, tenendo contoUNA CORSA A PARIGLIAVINCE IL PREMIO FOTOGRAFICODEL CIRCOLO DI UDINECon la diapositiva “La festa”,grondante di luminosi colori,la signora Simonetta Violinodi Povoletto (UD) si è aggiudicatail primo premio (unsoggiorno di una settimana in<strong>Sardegna</strong>) al concorso fotografico,organizzato dal Circolodei Sardi di Udine, per tutticoloro che hanno trascorso levacanze nell’isola. La manifestazione,dal titolo “I coloridell’Isola”, ha ospitato 40 fotografiche hanno presentatoun totale di 400 diapositive.Al posto d’onore è risultatoFranco Paravano di Udine cheha ricevuto una macchina fotograficaprofessionale. A MarioPierro di Gradisca d’Isonzo(Gorizia), terzo classificato, èandato un porcetto sardo. Glialtri vincitori sono stati nell’ordineMaurizio Zilli di Udine,Luigi Gibellini di Cremona,Roberto Della Vedova diSagrado (Gorizia), Pietro Vezzosidi Casalmaggiore (Cremona),Franco Pagot di FelettoUmberto (Udine), GiannaAlessi di Santulussurgiu (Oristano)e Nicoletta Segale diUdine. Tutti hanno ricevutosimpatici premi dell’enogastronomiasarda. Le fotografie rilevatedalle diapositive vincenti equelle ricavate da un buon numerodi diapositive ritenute da“segnalare”, per il rilevante interessein esse espresso rimarrannoesposte per alcuni giorninella sede del Circolo.La giuria - composta dai fotografiFulvio e Marco Pregnolatodello studio “Fotofulviocolor”di Udine, PatrizioLogar dello studio fotografico“Immagini” di Maiano (Udine),dal Sig. Ivo Molaro, fotoamatoree socio simpatizzantedel Circolo, presieduta dall’Assessoreal Turismo e Vicesindacodi Udine Dott. ItaloTavoschi - ha selezionato le400 diapositive, non senzal’imbarazzo della scelta perl’ottima qualità del materiale.Il Concorso dei Sardi di Udineha coinvolto – come ha precisatoil Presidente del CircoloGiorgio Mannu - non solo sardie friulani ma anche turisti dimolte Regioni del Continenteche con le diapositive hannoimmortalato non soltanto leloro vacanze ma hanno tangibilmentecontribuito a divulgaree far conoscere il grandedelle disposizioni precedentiancora in vigore e delle novitàdella finanziaria 2003, i pensionatidi anzianità hanno dirittoal cumulo totale dellapensione con i redditi da lavoroautonomo o dipendente sesoddisfano i seguenti requisiti:1) la pensione è stata liquidatasulla base di un’anzianitàcontributiva di almeno 40 anni(anche tramite il meccanismodella totalizzazione);2) la pensione è stata liquidatasulla base di un’anzianitàcontributiva pari o superiore ai37 anni (anche tramite il meccanismodella totalizzazione) eun’età di 58 anni al momentodel pensionamento;3) il titolare della pensionedi anzianità ha già compiutol’età richiesta dalla legislazioneitaliana per il pensionamentodi vecchiaia (60 anni per ledonne, 65 per gli uomini).Tutti coloro i quali possiedonoi requisiti indicati hannodiritto alla totale cumulabilitàsenza incorrere in sanzioni epenalizzazioni.Coloro che invece sono andatiin pensione prima del2003 e che non possiedono irequisiti avrebbero potuto accedereal regime di cumulo totalepresentando la domandaentro 17 marzo scorso e versandoun importo “una tantum”o un “ticket”. Per maggioriinformazioni su questapossibilità e sulle eventuali deroghealla data del 17 marzo2003 i pensionati emigrati possonorivolgersi ai Patronatioperanti all’estero o alle Autoritàconsolari competenti, o telefonareal numero verde dell’INPSrelativo al paese di residenza.Analoga situazione per ipensionati di anzianità i qualihanno illegittimamente continuatoa lavorare e percepire unreddito in passato, senza quindidarne comunicazione all’INPS.Possono infatti rivolgersi aicompetenti uffici con riferimentosoprattutto alla eventualeproroga del 17 marzoscorso, dato entro cui avrebberodovuto presentare domandae versare quanto dovuto.patrimonio orografico, turisticoe di cultura, ancora moltoda scoprire, che la natura hadonato alla <strong>Sardegna</strong>.La premiazione dei vincitoriha avuto luogo nella sede dell’Associazione,presenti il PrefettoVicario Maria AssuntaMarrosu, una folta partecipazionedi soci, la giuria e granparte dei concorrenti. GiorgioMannu, a nome del Direttivo,ha ringraziato per la presenzale Autorità intervenute, la giuria,gli sponsor, i presenti ed inparticolare i concorrenti peraver saputo cogliere con sensibilitàe rara bravura gli aspettipiù significativi e reso testimonianzadel grande patrimonioturistico di cui dispone la<strong>Sardegna</strong>.VIRGILIO MAZZEICONFERMATO PRESIDENTEDEL “SARDA TELLUS”Il Circolo ricreativo sardo“Sarda Tellus” di Genova, consede in via San Luca n. 6, harinnovato gli organi collegiali.Presidente e’ stato eletto, per laquarta volta consecutiva, ilCav. Virgilio Mazzei. Sarà affiancatonell’Esecutivo dai VicepresidentiGiuseppina Demuru,nominata anche Tesorieree Fausto Onnis, che svolgerel’incarico operativo di SegretarioAmministrativo. Completanoil Direttivo i Consiglieri:Michelangelo Carboni; FabrizioPilu; Antonello Porcu; GiuliaPorru; Camillo Minnai; GiuseppinoLoriga; Angelo Atzori;Lucio Corosu; Antonello Senes;Teresina Setzu; Diana Barruie Angelo Carta.Sono stati chiamati a far partedel Collegio dei Revisori deiConti: Luigi Lullia, Presidente;Giovanni Serra e MichelangeloAngius, componenti effettivi;Angelo Manca e PaolicoMassidda, supplenti.Il Collegio dei Probiviri, presiedutoda Giovanni Carta, ècomposto da Quintino Falchi eGiovanni Oggianu componentieffettivi e da Antonio Cellesi eMario Fresu, supplenti.RACCOLTA IN 500 PAGINELA RASSEGNA STAMPADEL CIRCOLO DI PAVIAIl 16 marzo scorso, nell’ambitodell’assemblea ordinariadei soci del Circoloculturale sardo Logudoro diPavia, sono stati presentati itre volumi, di quasi 500 pagine,con la rassegna stampacompleta degli articoli dedicatial Circolo dai giornalidella provincia di Pavia edalla stampa sarda.Significative le valutazioniche sono state espressedal curatore dei tre volumiche è anche vicepresidentedel “Logudoro”, Paolo Pulina,dall’attuale presidentedel Circolo, Gesuino Piga, edall’ex presidente FilippoSoggiu.In particolare Pulina ha ricordatodi avere spesso insistitosulla necessità che ciascunacomunità conservi,preservi e valorizzi i documentirelativi alla propria attività.Ogni Circolo di Sardi rappresentaun aggregato unico,irripetibile, di “vissuti” individualie di esperienza associativa.L’intendimento praticoche è derivato da questecoordinate teoriche è statoquello di mettere a disposizionedel Circolo di Pavia,dei suoi soci e dei suoi estimatoripavesi e non pavesi,un archivio portatile checontenesse la rassegna stampacompleta dei testi dedicatidalla stampa della provinciadi Pavia e da quella sardaa qualsiasi vicenda riguardanteil Circolo Logudoro:mettendo insieme le 200 paginerelative al primo decenniocon le quasi 500 riferiteal secondo decennio si ha untotale di quasi 700 pagine diritagli stampa.Secondo il presidente Pigasi è trattato di una intensissimaattività quella fra svoltanel 1992-2001 e dopo il volumesul primo decennale divita (1982-1991) del Circolo(che Piga guida dal 1996dopo esserne stato il delegatoper le attività culturali nelprecedente periodo) ha annunciatola pubblicazionedei tre volumi di rassegnastampa che documentanol’attività del Circolo nel decennio1992-2001.Il curatore della prima e diquest’ultima pubblicazioneè stato Paolo Pulina.“A lui si deve il 90% deitesti pubblicati e per questodobbiamo essergli riconoscenti– ha affermato – visono documentate le notevoliiniziative che sono stateconcretizzate dal nostro Circolo,nel decennio nei più diversiambiti: dagli aspettistorici e culturali ai problemidella <strong>Sardegna</strong> (istituzionali,dei trasporti, della sanità),dalle esposizioni di prodottialle attrazioni turistiche,con le esibizioni del folcloreisolano.Infine Soggiu, presidenteonorario anche della Fasi, haparlato di quando “vent’annifa avemmo l’idea di costituireil circolo sardo a Pavia”.Nello scorrere gli articolidella rassegna stampa insiemealle pagine scorrono anchei ricordi di oltre vent’annidi impegno e di successiche hanno portato il Circoloall’attenzione positiva siadella cittadinanza e delleistituzioni del Pavese siadelle istituzioni sarde, ponendoloall’avanguardia nelleattività che contraddistinguonoil lavoro dei Circolisardi.Soggiu ha quindi ricordatodi avere fondato il Circoloassieme all’amico GavinoGanzu, in una giornata di lavoro(siamo nel 1981) quando,impegnati ad assemblaremacchine per caffé in unaofficina di Pavia, si disse:“Perché non costituiamo unCircolo sardo anche a Paviacome succede in altre cittàdove sono presenti gli emigratisardi?”.Il Circolo prese vita e intanti diedero il loro contributoper raggiungere i successiche si possono annoverareoggi.


EMIGRAZIONE29APRILE 2003Impegno solidale della Federazionedelle Associazioni degli EmigratiSardi (FAES) e della CaritasDiocesana di Cagliari per affrontarel’emergenza povertà in Sudamerica.Aiuti economici e sociali, maanche formazione e lavoro finanziaticon i fondi raccolti dal neonato“Comitato di solidarietà per leemergenze dell’emigrazione e dell’immigrazione”.Il nuovo organismono-profit, creato con l’intentoprincipale di reperire risorse per alleviarei disagi dei nostri corregionaliin difficoltà nel paese d’accoglienza,nasce sulla spinta della crisiche ha stravolto il sistema politicoed economico argentino. Da oltreun anno, infatti, i 30.000 emigratisardi, che da generazioni hanno attraversatol’Atlantico per cercarefortuna nella Terra delle Pampas,subiscono i pesanti contraccolpi delcrollo finanziario della RepubblicaSudamericana, messa in ginocchioda un’inflazione galoppante che hatrascinato i redditi procapite al disotto della soglia di povertà. Una situazionedi instabilità drammaticaper il mondo migratorio, alla qualeil Comitato intende porre rimediodestinando il denaro raccolto daEnti pubblici e privati, da comunicittadini e da altre istituzioni, a sostegnodi quanti, emigrati o immigrati,si trovino in difficoltà economicheper il verificarsi di eventi eccezionalidi vario tipo. La finalitàdel Fondo di solidarietà, gestito dalComitato Faes - Caritas tramite ilconto corrente n. 41985/9 del Bancodi <strong>Sardegna</strong>, non si esaurisceperò solo nel fronteggiare l’emergenza.L’intervento è rivolto, infatti,anche all’affermazione dei dirittifondamentali del singolo e della famigliacon azioni specifiche per ilmiglioramento delle condizioni divita.In particolare, secondo quantoprevisto dal regolamento del Comitato,i contributi verranno indirizzatiallo studio delle problematiche inerentile migrazioni, alla promozionee al coordinamento di attività di ricercain materia migratoria, alla formazionesociale e all’aggiornamentoculturale degli emigrati e immigratiattraverso seminari, rivistespecializzate e scambio di informazioni,esperienze e documentazionevaria sui fenomeni migratori. “Gliemigrati – ha sottolineato l’Assessoreregionale al Lavoro e all’EmigrazioneMatteo Luridiana nel corsodella presentazione alla stampadell’iniziativa – sono uno dei nostripunti di forza grazie, soprattutto,alla loro profonda identità culturaleche mantiene inalterato il senso diCOMITATO DI SOLIDARIETA'DI FAES E CARITAS DI CAGLIARIPER L'EMERGENZA ARGENTINAdi Valentina Orgiuappartenenza alla terra d’origine”.Intanto il Comitato, composto dallarappresentante Caritas, MariucciaCocco, dal rappresentante dellaFaes, Giovanni Marras, e dai rappresentantidelle Federazioni dell’Argentina,Vittorio Vargiu, dell’Italia,Tonino Mulas, e della Svizzera,Domenico Scala, si appellanon solo e soltanto al buon cuore ealla generosità dei sardi quanto all’impegnodella Regione <strong>Sardegna</strong>per la ricerca di soluzioni in soccorsodegli oltre 750.000 sardi sparsinei cinque continenti. Ancora oggi,ogni anno, oltre 1.000 persone lascianol’isola pieni di speranze attiratidalla prospettiva del benessereeconomico che, spesso, si rivela unachimera.Un “cosmopolitismo quasi obbligato”che ha richiesto, nel 2002,l’intervento straordinario di oltre 1milione di euro di risorse regionali,destinate a risollevare, almeno parzialmente,le sorti di 400 corregionaliin Argentina. I bisognosi però,secondo le stime approssimativesulla povertà e sulla disoccupazioneriportate dai rappresentanti dei Circolidei sardi nel paese sudamericano,sono molti di più. E proprio inArgentina e specificamente in soccorsodegli emigrati di origine sardaresidenti, la Faes coordinerà, secondoquanto stabilito in un’appositaconvenzione siglata con l’Assessoratoregionale al Lavoro, corsidi formazione per l’avviamento allavoro finalizzati alla creazione dipiccole imprese.Tra le 500 richieste di partecipazionefinora ricevute, emerge chiaramentela voglia dei giovani sardoargentinidi migliorare la loro qualitàdi vita con la prospettiva finaledella sicurezza economica. “Ma lerisorse che provengono dalle amministrazionipubbliche – ha spiegatoil rappresentante della Faes GiovanniMarras - sono ancora inadeguatea compensare le esigenze dei tantiindigenti.Il carattere di assistenzialismodella normativa regionale sull’emigrazione,per quanto meritevole diaver contribuito a rafforzare i legamicon i nostri conterranei costrettia partire, ha affievolito il supportodelle associazioni e del volontariato”.Con questo spirito, la Faes sipropone ora di intervenire nuovamente,sulla spinta dell’azione chenel 1965 portò all’adozione dellalegge regionale a favore degli emigrati,per il rilancio della solidarietàsociale e della partecipazione collettivaai problemi del mondo migratorio.In questa direzione, si muovonoanche le associazioni Acli, Aitef-Craies-Unaie, Filef, Lussu e Santi e,sotto l’egida dell’Arcivescovo diCagliari Mons. Ottorino Alberti, laCaritas Diocesana che affianca esupporta la Faes nella realizzazionedell’iniziativa. “Cercheremo dicoinvolgere in questo percorso – haaggiunto la rappresentante della Caritasin città Mariuccia Cocco – tutticoloro che, privati e istituzionipubbliche, si mostrino sensibili alproblema migratorio, offrendo lapossibilità di intraprendere un’attivitàorganizzata, trasparente e senzascopo di lucro e, in quanto tale,ancora più efficace di un’azione lasciataalla buona volontà e all’improvvisazionedei singoli”.I contributi al Fondo di solidarietàpotranno essere versati nel contocorrente n. 41985/9 del Banco di<strong>Sardegna</strong>, codice Cab 04800 e codiceAbi 1015, intestato al Comitatodi solidarietà Emigrazione e Immigrazione.Ulteriori informazioni verranno,invece, fornite contattando i numeritelefonici 070-4520788 e 070-44061.GLI STUDENTI DEL LICEODI MACOMER OSPITIDEL CIRCOLO KINTALESDONNE FESTEGGIATEAL CIRCOLO SARDO“S. EFISIO” DI TORINOGli alunni delle classi dell’opzionespettacolo del Liceodella Comunicazione “Madonnadi Bonaria” di Macomer, inprovincia di Nuoro, hanno partecipatoad un seminario distudio con i Sardi emigrati dell’Associazione“Kintales” diTorino. Quarantanove studentidelle cinque classi del Liceo,accompagnati dagli insegnanti,realizzeranno un Laboratorioteatrale sull’emigrazionenell’ambito delle attività finanziatedalla Legge regionalesulla cultura e la lingua sarde.Il Consigliere Comunale torineseEnzo Cugusi, originario diGavoi, ha illustrato la storiadell’emigrazione a Torino, raccontandola nascita dei circolidei Sardi in Italia ed all’Esteroe le diverse fasi della diasporadi oltre mezzo milione di abitantidell’isola. Michela Muroni,socia del circolo, ha espostoi risultati dello studio storico esociologico sulla comunità deisardi a Torino dal secondo Dopoguerraai giorni nostri, oggettodella sua tesi di Laurea.Tra gli altri interventi, particolarmenterilevanti, quelli diFrancesco Manai, scrittore sardoche ha vissuto in prima personala condizione dell’emigrato;Laura Deiana, consiglieredel Kinthales e rappresentantedel movimento femminile, chesi è soffermata sul ruolo delledonne in emigrazione e GiovannaMonzitta, socia del circoloe vincitrice del PremioDonne al Traguardo.Gli studenti hanno intervistatoalcuni soci e i componentidel Direttivo per acquisire diverseesperienze e testimonianzedi emigrati indispensabiliper l’attuazione del progetto teatrale.Gli insegnanti ed il Direttivodel Circolo – come haprecisato Michela Muroni -hanno apprezzato molto l’iniziativaassunta dal Liceo diMacomer che dimostra quantostia crescendo la funzione culturaledelle associazioni degliemigrati e l’utilità delle collaborazionicon le scuole sarde.Simpatica festa l’otto marzo, in omaggio alle donne in generaleed a quelle del Circolo in particolare, nei locali dell’Associazione“Sant’Efisio” di Torino. Nella sede del Circolo dei Sardi,in via degli Abeti 15, si è svolto il pranzo sociale. È stata – hascritto il Presidente dell’Associazione Angelo Loddo - una feliceoccasione per dimostrare alle donne affetto, amore e riconoscenzaper l’immenso lavoro che quotidianamente svolgono nellafamiglia e nella società. Spesso silenziosamente con abnegazionee spirito di sacrificio. La presenza femminile nel Circolo“Sant’Efisio” ha un ruolo rilevante come dimostra la partecipazioneattiva anche nel Consiglio Direttivo. Del resto la donnehanno scritto una pagina importante e fondamentale nella drammaticastoria dell’emigrazione. Sono state sostegno e incoraggiamentoper far superare alle famiglie le difficoltà iniziali dovuteall’inserimento nelle nuove realtà lontano dalla terra natia.I locali del Circolo sono stati addobbati con ramoscelli di mimosaquasi ad annunciare, in concomitanza con una bella giornata,l’arrivo dell’imminente primavera. A conclusione del pranzo,dopo il caloroso saluto alle partecipanti del Presidente AngeloLoddo, la festa è proseguita tra balli, musica e canti.


IL MESSAGGERO SARDO 30APRILE 2003SPORT / Per i rossoblusembra finitoil lungo letargo invernaleche aveva fatto precipitarela squadra in classifica.Con il bel gioco arrivanoanche punti importanti.Ma le possibilità di risaliree lottare per la promozionesono molto scarseCon l’arrivo della primavera,anche il Cagliarisembra essere uscito dalletargo invernale che gli avevacausato un lungo periodo di involuzione,sia tecnica che infatto di risultati. La primaveraha riportato bel gioco e preziosipunti in classifica in casarossoblù, dopo i tre mesi peggioridella gestione Venturache avevano fatto precipitare ilCagliari dalla prima posizione(metà dicembre, dopo la vittoriasulla Sampdoria nel neutrodi Tempio Pausania) alla zonacalda della classifica, a seguitodi un periodo nero in trasferta(sette sconfitte consecutive)e di una scarsa brillantezzaanche in casa.Dopo la vittoria di misurasul Bari, datata 12 gennaio, infatti,sono dovuti passare addiritturatre mesi prima di vederedi nuovo il Cagliari vittoriosoal Sant’Elia. Il largo successocontro il Cosenza dell’exAntonio Sala (tornato sullapanchina della società calabrese,dopo essere stato esoneratoad inizio campionato, propriopochi giorni prima di affronatreil Cagliari), ottenuto conuna prestazione positiva, fattadi bel gioco in avanti e sicurezzain difesa, ha consentito airossoblù di tagliare quota 40punti e staccare così di bennove punti la quartultima inclassifica. Contemporaneamente,per chi crede ancora aimiracoli (calcistici, ma in serieB tutto è possibile) guardandola parte alta della classifica, sipuò ancora sperare di avvicinarsialla zona promozione,magari centrando un filotto divittorie consecutive. Il calendario,d’altra parte, offre alCagliari un’opportunità ghiottae impedibile: dopo la vittoriasul Cosenza, infatti, i sardisono attesi da due trasferte sullacarta non proibitive, a Messinae a Salerno, quindi giocherannoin casa due ipoteticiscontri diretti con Triestina edAncona.Se si vuole andare in serie A,bisogna vincerle tutte e quattroqueste partite. Sarà anche fantacalcio,ma sognare non èpeccato e se si dovessero vincerele due partite fuori casacon Messina e Salernitana,ecco che le gare al Sant’Eliacon Triestina e Ancona assumerebberoun fascino imprevistosino a poche settimane fa.Staremo a vedere. Intanto, ègià una cosa positiva aver cancellatoil “mal di trasferta” eavere ritrovato la strada delsuccesso anche in casa. Dopol’incredibile striscia negativadi risultati oltre Tirreno, il Cagliariha inanellato in trasfertaIL CAGLIARI RITROVALA VIA DELLA VITTORIAE CONTINUA A SPERAREquattro risultati utili consecutivi(una vittoria, con il Genoa, etre pareggi, contro Ascoli, Veronae Lecce). Merito dell’allenatore,che è riuscito a registrarebene la difesa, che hatrovato in Modesto un leaderindiscusso, e nei “mastini”Cudini e Loria (oltre a Lopez,ultimamente finito in panchina)due marcatori sicuri e affidabili.Il centrocampo, poi,con il ritorno di Carrus in cabinadi regia e la definitiva consacrazionedi Abeijon e Capone(quest’ultimo, impiegato inun ruolo per lui inedito, si statogliendo quest’anno dellegrosse soddisfazioni), ha riacquisitosicurezza, mentre l’attaccoha finalmente ripreso asegnare, dopo un lungo periododi appannamento.Sembra un paradosso, ma ilreparto offensivo ha cominciatofinalmente a girare quandodi Andrea FrigoPERSONAGGILA CONSACRAZIONEDI DAVIDE CARRUS“TAMBURINO SARDO”Si chiama Davide Carrus lapiù sorpresa più bella del Cagliaridi qeust’anno. Ritrovatosititolare quasi per caso,dopo il grave infortunio al ginocchiodi Conti (reduce dalprestito alla Spal, in C1, erapartito in ritiro in attesa di sistemazionein altra squadra), ilregista cagliaritano, classe1979, dopo la fiducia accordataglida Sonetti, che mai l’avevavisto in azione ma che subitoha puntato su di lui, ha avutoanche quella di Ventura chelo ha schierato titolare sinoalla completa guarigione diConti (con due sole eccezioni,quando contro Salernitana eAncona gli preferì Colasante,poi ceduto al Catania). Perso ilposto dopo il ritorno dell’exromanista, Carrus, nonostanteun ottimo campionato, si è accomodatoin panchina, senzafare polemiche. Pur consciodel suo valore, ha aspettato insilenzio la possibilità di riavereuna chanche. Possibilità cheè giunta dopo poche settimane,visto che Conti (comunque insoddisfacente,ma c’è da capirlodopo tanti mesi passati lontanodai campi di gioco), si è dinuovo infortunato e ha lasciatodi nuovo il posto a Carrus,che ha ripreso in mano le redinidel gioco rossoblù con la sicurezzadi un veterano. E controLecce e Cosenza i risultatisi sono visti. Peccato che ungiocatore di tale bravura, pergiunto cresciuto in casa e costatonulla alla società, sia inscadenza di contratto e sinoranon abbia ancora rinnovato.Sarebbe davvero un errore imperdonabilefarselo sfuggire afine stagione, anche perchémolte società (Modena e Atalantasu tutte) gli hanno da tempomesso gli occhi addosso.Ventura ha deciso di optareper la nuova formula che nonprevede l’utilizzo di un centravantivero e proprio, del classicouomo d’area di rigore. E ilCagliari, nel suo organico, neha ben due di questi giocatori:Cammarata e Bucchi. Entrambisono finiti in panchina, perchéil tecnico rossoblù, dandopiena fiducia alle due ali Esposito(a destra) e Langella (a sinistra)ha puntato tutto su Suazoprima punta. Una scommessa,visto che il veloce attaccantehonduregno era sempre statoutilizzato, dai precedenti allenatori,come seconda punta ouomo in grado di partire dalontano, al fianco di un attaccantedi peso. Ma Ventura, sisa, ha sempre giocato con il tridente,dai tempi di Vasari-Silva-Muzzinell’anno della promozionein A. E ha capito cheper meglio sfruttare le caratteristichee le potenzialità diSuazo, era meglio farlo giocaredi fronte alla porta e non largosulle fasce.Una scommessa cominciatain quel di Marassi, contro ilGenoa, e cominciata bene, vistoche il Cagliari ha vinto per3-1 e proprio Suazo ha datol’avvio alle danze. Una scommessache, però, si è dovutasubito interrompere, perchél’attaccante della nazionalehonduregna si è prima infortunatoe poi è stato squalificatoper un turno, ma una volta tornatoin campo ha fatto vederedi che pasta è fatto (davverobello il gol realizzato al Cosenza:una staffilata all’incrocioa conclusione di un’azionein velocità con dribbling adanno di due difensori avversari).Contemporaneamente èesploso, in maniera definitiva,Mauro Esposito, giunto nellagara con il Cosenza, alla suanona rete stagionale, capocannonieredella squadra. Espositonon è una novità, né una sorpresa,nel senso che in molti lohanno indicato come migliorgiocatore di questo Cagliari, ein molti lo considerano anche“sprecato” per questa categoria.Sta di fatto che pur partendodalla destra, il piccolo attaccantecampano, va spessoin rete, oltre a svolgere in manieraincessabile e proficua ilsuo “normale” gioco fatto didribbling ubriacanti e crossverso il centro dell’area.Il Cagliari, dunque, ha ripresoa segnare, e non solo con isuoi bomber, ma anche con idifensori. Loria, ad esempio,uno che nei pronostici dellavigilia avrebbe dovuto faretanta panchina, non solo è diventatoun titolare inamovibile,ma ha già segnato tre gol.Dalla vittoria di Marassi aquella con il Cosenza, i rossoblùsono andati a segno 13 volte,contro i 21 gol realizzatinelle precedenti 23 partite dicampionato.Un’accelerazione improvvisache, calendario alla mano,fa ben sperare per il finale dicampionato. Perché le sorprese,in serie B, non finisconomai e sino al 7 giugno i giochisono ancora aperti.


IL MESSAGGERO SARDO 31APRILE 2003La Coppa America divela in <strong>Sardegna</strong> nel2007 potrebbe apparirequasi probabile.Il campo di gara potrebbeessere quello di Porto Cervo,paradiso dei ricchi, che si arricchirannoulteriormentedalla presenza di imbarcazioni, sponsor, addetti ai lavorie quant’altro gira attorno altrofeo più prestigioso delmondo velico.Le visite effettuate recentementenell’isola da un quartettodi nomi eccellenti, ilPrincipe Karim l’Aga Khan,il nuovo padrone della CostaSmeralda, l’americano TomBarrack, il Ministro per le InfrastrutturePietro Lunardi eil numero due di “Alinghi”,la barca svizzera, vincitricedell’ultima edizione, MichelBonnefous, sembrano averchiarito le idee a tutti.Mare da favola, scenariomozzafiato, servizi eccellentinel bel mezzo dell’isola piùbella del Mediterraneo.La concorrenza spietatadelle altre località candidatead ospitare la Coppa America,(ce ne sono sette in gara :Napoli, Elba, Lisbona, Marsiglia,Valencia, Barcellona eMaiorca) potrebbe, forse,crollare davanti all’entusiasmodei protagonisti di questavicenda iridata e dei sindacidella zona, Arzachena,La Maddalena, Palau, GolfoAranci e Olbia.Per non parlare del Presidentedella Regione MauroPili, che ha dichiarato: “Tuttii Sardi vogliono la CoppaAmerica nell’isola”.Un brindisi anticipato perl’evento? Forse è ancora presto,ma certamente si sonogettate le “basi americane”(La Maddalena, docet) peraccogliere il grande circodella vela. Non a caso ErnestoBertarelli, patron di Alinghi,è socio dello Yacht clubSPORTPorto Cervo e laMaddalenapotrebbero ospitarela prestigiosamanifestazione.Sopralluogo delrappresentante diAlinghi.All'incontropresenti ilpresidente dellaRegione, il ministroLunardi e TomBarrack.Bisogna batterauna concorrenzamolto agguerritaLA COSTA SMERALDASI CANDIDAPER LA COPPA AMERICAdi Andrea PorcuCosta Smeralda, (ottimi rapporticon il principe Karim)che ha già ospitato manifestazioniinternazionali.Un ruolo importante potràaverlo anche il nuovo capodella Starwood, il finanziereTom Barrack. Della serie unamericano sposa la Coppa astelle e strisce sull’onda delmare sardo, perché intende rilanciarealla grande la Costa.Insomma la Costa riccabrinderebbe in Coppa.Vista cosi sembra già unafavola, molto concreta sulpiano economico, da lietofine, a quattro anni dallagrande kermesse. Ma qualcheproblema c’è. È inutile negarlo.Riusciranno i nostri eroivelici ad essere tutti ospitatiin quel territorio? Quanto diciò che è rimasto nell’Arsenaledella Marina Militare aLa Maddalena potrà essereutilizzato dai team della CoppaAmerica? Ognuno avrà uncantiere sul mare, con impiantiper l’alaggio e il varo?.Domande che pesano sulfuturo della manifestazionenell’isola dei nuraghi.Il primo cittadino di LaMaddalena, Rosanna Giudiceè stata esplicita “Non credo sipotrà ospitare tutti gli insediamentiprevisti, che andrebberoquindi spalmati suun territorio più vasto”.E allora che fare, comemuoversi? E se arrivasse unMaster Plan Barrack, con finanziamentiadeguati? Possibile,ma chissà quanti storcerebberoil naso.Certo la Coppa America èun piatto troppo appetitoso,per lasciarselo sfuggire cosi.La parata di stelle caduta sullaCosta nel primo ipoteticoassaggio di Coppa, lascia intendereche i propositi pertrovare soluzioni, ci sono.Ma occorrono molti soldi ecertezze sul piano logistico.E poi c’è da pensare al sistemaviario che in <strong>Sardegna</strong>presenta non poche pecche.Anche lassù nel Nord isolanoc’è poco da stare allegri. DaPalau alla Costa Smeralda itormenti, più che i tornantisono parecchi.Ma la magia potrebbe faremiracoli. Magari si realizzauna nuova strada e non cisarà il rischio che i regatanti,abbiano un “mal di strada”più che un mal di mare. Masi! bisogna essere ottimisti.Con un colpo di coda e divento, tutto potrebbe ancoraaccadere.Non erano questi i programmidella vigilia. IlTerra Sarda Tortolìconserva il posto in A2 femminilema solo grazie ad un ripescaggioche attende ora la sanzioneufficiale della Lega. Lasquadra di GiandomenicoDalù chiude la stagione alquartultimo posto (retrocedonole ultime quattro) e soltantoun gran colpo di fortuna lepermetterà di non fare immediatoritorno in serie B1 dopouna sola stagione. “Inutile nascondereche siamo delusi”,ammette il direttore sportivoRocco Gallucci: “abbiamo allestitoun organico che avevatutte le carte in regola per salvarsi,inserendo anche atlete diprim’ordine. Basta pensarealle nostre due straniere: nonc’è società che non ci invidiaVania Sokolova e LucianaMarques. Ma non abbiamoavuto quel carattere e quelladeterminazione necessari persuperare i momenti più difficili.Troppe volte ci siamo arresialle prime difficoltà, senza lottare,senza aiutarci a vicenda”.L’esempio più clamoroso èarrivato proprio in chiusura distagione: una volta certo delrispescaggio Tortolì ha praticamentetirato i remi in barca,lasciandosi sfuggire l’occasionedi acciuffare il quintultimoposto, che era alla sua portata eche avrebbe garantito la salvezzasul campo. “È questaVOLLEYLA DELUSIONEDELLE RAGAZZEDEL TORTOLI'l’amarezza più grande: le ultimepartite sono state inguardabili.Il quintultimo posto eraraggiungibilissimo ma non abbiamofatto nulla per tentare diconquistarlo. Nei momenti decisivitroppo spesso abbiamolasciato via libera alle nostreavversarie senza opporre laminima resistenza. Piangerciaddosso comunque non ci aiutae non serve a niente; bisognaguardare anche l’altro latodella medaglia. Per noi questaera la prima esperienza in uncampionato selettivo comel’A2 e abbiamo dovuto fare iconti con tanti di quei problemidi varia natura che, tirate lesomme, la cosa che conta è averconservato la categoria. Vabene anche se ci siamo riuscitiattraverso un ripescaggio”.I problemi che la societàogliastrina ha dovuto affrontaredall’ottobre scorso ad oggisono stati davvero mille. Ildi Liliana Fornasiercambio di allenatore dopo leprime quattro giornate di digiuno(Giandomenco Dalù alposto di Salvatore Brancato);fughe di giocatrici (Arimattei eDe Liso); nuovi acquisti (il liberoParenzan) e soprattuttouna netta frattura all’internodella società che ha portato alcunidei soci “storici” ad usciredal direttivo guidato dalpresidente Nieddu. “Tutti problemigrossi”, conferma Gallucci,“che hanno scosso l’ambienteed hanno messo a duraprova la nostra capacità di reagirealle avversità. Sicuramenteabbiamo fatto degli errorima di questa esperienzafaremo tesoro per la prossimastagione”. Che, a quanto si vocifera,si baserà su un’autenticarivoluzione. Tortolì sembradeciso a presentarsi al via conuna veste totalmente nuova, acominciare dall’organico, chedovrà essere sicuramente ringiovanito.“La nostra è unasquadra che ha un’età media di28 anni”, spiega ancora il direttoresportivo ogliastrino;“sarà necessario inserire dellegiovani per dare nuova linfa ecreare maggiori stimoli”. Dideciso ovviamente non c’è ancoraniente, anche perchè ilcampionato finisce il 27 aprilee prima di fare qualunque mossabisogna attendere l’ufficialitàdel ripescaggio. “Ma,squadra a parte, sarà necessarioportare avanti un progettopiù ampio che coinvolga anchele altre società ogliastrine”,spiega ancora Gallucci. “ E’necessario lavorare a fondo einvestire sul settore giovanileper tirare fuori anche in <strong>Sardegna</strong>qualche giocatrice di categoria.Pescare da fuori è indispensabile,il livello dell’A2 èaltissimo, ma dobbiamo riusciread esprimere qualche atletasarda. Se non nell’immediatoper un prossimo futuro”.Che si spera sia più roseodelle ultime stagioni. Mentrein campo maschile il volleysardo sa ormai difendersi moltobene ed è riuscito in passatocon Sant’Antioco ad entrarepersino nel paradiso dell’A1,in campo femminile stentasempre a decollare. Due annifa era stata la Novitas Sestu adentrare per la prima volta inA2, rendendosi protagonista diun’impresa senza precedenti.Ma non aveva retto l’impattocon la serie superiore: il campionatodell’esordio si eraconcluso con l’immediata retrocessione;e con la retrocessionesi era aperta una crisi cheaveva travolto anche la società,oggi sparita dal panoramadel volley nazionale isolano. Araccoglierne l’eredità l’estatescorsa è stato il Tortolì cheperò non ha avuto miglior fortuna,conducendo una stagioneche ha regalato ben poche soddisfazioni.“Ma siamo riuscitiugualmente a restare a galla”,fa notare Gallucci; “e perquanto possa sembrare stranoquesta esperienza, seppure negativa,ci ha aiutato a crescere.Faremo tesoro degli erroricommessi. Tortolì e l’Ogliastrahanno tutte le carte in regolaper rappresentare la <strong>Sardegna</strong>in un campionato di altissimolivello come la serieA2 e difenderne con onore icolori”.


di Gherardo GherardiniIL MESSAGGERO SARDO 32APRILE 2003Sono passati 60 anni daibombardamenti su Cagliari,che provocaronola morte di oltre 2.000 personee la devastazione del capoluogosardo, ma è come se il temponon fosse mai passato. Il ricordo,che non cancella neancheil gravissimo, inspiegabileepisodio di Gonnosfanadigadove la morte si accanì soprattuttosu donne intente a lavarei panni e bambini che uscivanodalla scuola, è vivido tra i testimoni.Gli scampati miracolosamenteagli spezzoni chetrafissero Cagliari non hannomai più potuto dimenticare eoffrono il contributo alle piùgiovani generazioni. Tra diloro molti dei nostri lettori,presenti in quella drammaticacircostanza. È il caso di AnnibaleBernardini che, appassionatoautore di diverse ricerchee insignito di ambiti riconoscimenti,ha vissuto quei momentinella città restandone profondamentecolpito. Per lui,come per tanti, quelle giornatesono divenute un solco incolmabilenella memoria.Sessant’anni dopo, mentre laguerra parla ancora facendotacere gli uomini incapaci ditrovare la strada del dialogo edella ragione, sono state dedicateagli eventi bellici del1943 numerose iniziative. Leamministrazione comunali diCagliari e Gonnosfanadigahanno promosso speciali programmiper lasciare ai più giovaniun’eredità da conservaree tramandare, senza retorica. Ilmessaggio più radicale è che lavita merita davvero rispetto enon c’è obiettivo, finalità oscopo che possa giustificare lamorte anche di una sola persona.È la negazione di un qualsivogliasenso della guerra, maè soprattutto un’opportunitàper riflettere sulle azioni degliuomini ed in particolare suquelle decisioni che si trasformanoin condanne a morte senzaappello per innocenti.Anche il mondo della scuolaè stato mobilitato in questoimpegno al recupero della memoria,all’incontro tra generazioni.Da un’idea iniziale deiLions Club, la collaborazionecon l’amministrazione cagliaritanae l’Istituto Regionale diRicerca Educativa hanno prodottoappuntamenti con testimonie studiosi. Con il coordinamentoscientifico dello storicoFrancesco Floris, è natoun dialogo che ha indagato gliaspetti più diversi dell’esperienza.Primo fra tutti la ricercadel perché proprio Cagliarisia stata investita da tanta distruzione.Un interrogativo, inparte ancora senza risposta,specialmente se si pensa aquanto è accaduto a Gonnosfanadiga.La motivazione ufficialedata dagli americani riguardala strategia militare:deviare l’attenzione dei tedeschiverso la <strong>Sardegna</strong>, mentresi preparava lo sbarco in Sicilia.Il pensiero dei civili peròesprime ancora scetticismo:era proprio indispensabile seminaretanta morte e distruzione?All’impegno profuso daibombardieri contro donne ebambini si può dare una giustificazione?Negli incontri peròsi è parlato anche di altre esperienze:quello dello “sfollamento”,che ha gettato un pontetra città e territorio, e dellaricostruzione.È stato inoltre promosso unconcorso. Studenti e insegnantilavoreranno insieme, con ilSTORIA / Il 60º anniversario celebrato con varieiniziative. Il contributo di Dario Dessì che raccontala storia di un bambino di dieci anniRICORDATI A CAGLIARII BOMBARDAMENTI DEL 1943CHE DISTRUSSERO LA CITTA'supporto tecnico-scientifico diun gruppo di lavoro in cui figurano,tra gli altri, i nomi diGianni Filippini, Antonio Romagnino,Marco Coni, AldoAccardo, per produrre materiali.Il 13 maggio, ultimogiorno di quel calendario deldolore che si diffuse inesauribile60 anni fa, ci sarà un convegnoconclusivo e la cerimoniadi premiazione. Un appuntamentoimportante per la cittàe le più giovani generazioniche potranno ripercorrere letappe del più recente passatotenute per mano dai testimonioculari.La ricorrenza non poteva lasciareindifferenti i quotidianidell’isola che hanno pubblicatointerventi, documenti e approfondimenti.“L’UnioneSarda”, il 28 febbraio scorso,ha pubblicato uno “speciale”di 8 pagine, curato da MarcoMostallino, in cui sono riprodotteanche inedite testimonianzetratte dal diario di unsottufficiale dell’Aviazione distanza a Monserrato.“Il Messaggero Sardo”, chenel mese di giugno di un annofa, aveva anticipato le iniziativee i programmi commemorativi,accoglie in questa circostanzail contributo di DarioDessì, un emigrato sardo diTreviso. Responsabile del settorecultura dell’associazione“Amicizia sarda nella marcatrevigiana”, Dessì racconta lastoria di Mario, un bambino di10 anni. La ricostruzione uniscedati oggettivi tratti dalledi Maria Grazia CaligarisSI INTITOLA “FEMINAS”LA MOSTRA FOTOGRAFICAALLESTITA A BRESCIADuecento immagini perraccontare una storiafatta spesso di sogni,speranze, illusioni e disillusioni,ma anche di coraggioe determinazione nell’inseguire,per sé e per i proprifigli, un futuro migliore: fortementevoluta dal CircoloSu Nuraghe, che per mesi halavorato alla ricerca delleimmagini che costituisconola rassegna, la mostra “Feminas:donne sarde a Biella”è la storia di un’intera comunitàraccontata da scattispesso casuali, rubati in ungiorno di festa oppure attentamentestudiati per creareun ricordo del giorno dellapartenza dall’Isola.L’esperienza della migrazionecoinvolge infatti in<strong>Sardegna</strong> moltissime donne,madri e mogli di migranti,ma anche solitarie pioniereche affrontano il viaggioopere di Francesco Alziator eNicola Malizia e da “Memoriedi guerra” del quotidiano cagliaritano,al ricordo personale.Al centro della vicenda sicolloca l’esperienza dei bombardamentisulla città di Mario,alunno della quinta elementaredella scuola “SebastianoSatta”, ubicata nella viaGiovanni Maria Angioy all’angolocon via Crispi, affidataal maestro Sebastiano Pirodda.La storia, che vi proponiamoanche se non in modo integrale,ha inizio il 17 febbraio del1943, data del primo terribilespezzonamento e bombardamento,quando le lezioni vengonosospese e Mario lascia ilcaseggiato scolastico per fareritorno a casa.“Dopo essersi reso conto chetanta gente, mentre parlava didanni, di feriti e di morti, stavaaffrettandosi verso un’unicadirezione, un po’ per curiositàe un po’ anche perché non sidiscostava tanto dal solito tragittoverso casa, Mario nonpoté resistere all’impulso diseguire quella folla concitata.Arrivò così in piazza Santa Restitutae si ritrovò, a dieci anniappena compiuti, davanti auno scenario tipico da film diguerra. In pratica un unico velivolo,quasi sicuramente unLightning P38, staccatosi inpicchiata dalla formazione,aveva fatto scempio di una folladi persone mentre, accalcatacontro i sacchetti di sabbiadella paratia di protezione disole, a volte attratte dai raccontie dagli appoggi fornitida sorelle, cugine e zie partiteprima di loro, secondo unatradizione antichissima chevede sull’Isola le donne protagonistenon solo dell’educazionedei figli, ma anchedell’economia.A queste donne e alla loroavventura è stata dedicata lamostra allestita presso inuovi locali espositivi delCircolo e inaugurata proprioin occasione della Festa dellaDonna.Le immagini che costituisconola rassegna rappresentanoun vero e proprioarchivio dell’immigrazionesarda a Biella, oltrechè unasorta di piccolo “Amarcord”della comunità sarda,sono infatti state raccoltegrazie all’aiuto delle sociedi Su Nuraghe che hannomesso a disposizione i propriarchivi privati.Questi scatti, che nei primigiorni di apertura hanno vistosfilare tantissime personeincuriosite dalla possibilitàdi rivivere la propria storiaattraverso le immagini inmostra, raccontano di fatica,sogni e speranze costituite ilpiù delle volte dalla possibilitàdi svolgere lavori umilicome la donna di servizio ol’operaia. Spesso questedonne compaiono in costumesardo di fronte a monumentisignificativi di Biella,città ospite e tutta da scoprireper chi giungeva dallalontana <strong>Sardegna</strong>.Una mostra dunque rivoltanon solo ai Sardi, ma ancheai Biellesi che in essa potrannocogliere spunti di osservazioneinediti della propriacittà, vista con gli occhidei migranti.Federica Chilàun rifugio, stava cercando disperatamentedi accedere aduna delle due entrate per mettersial riparo”.Nel testo di Dessì, che abbiamodovuto “ritoccare” per esigenzedi spazio, viene ricordatala sequenza, strada per strada,dell’operazione ed emergequanto avvenuto a Gonnosfanadiga.“Il giorno dopo, poco primadi mezzogiorno, una zia maternaaccompagnò Mario adAssemini, al sicuro a casa deinonni materni. I giornali avevanoannunciato la chiusuradelle scuole elementari. In unpomeriggio quasi assolato etiepido di venerdì 26 febbraio,Mario si trovava assieme aduno zio in un terreno, ad ovestdell’idroscalo di Elmas, seminatoa grano. Improvvisamentevidero e udirono in lontananzauna ventina di fortezzevolanti. Erano munite di 13mitragliere calibro 12,7 millimetri,a protezione del velivolo,e potevano recare un caricomassimo di bombe pari a5.800 chilogrammi. Cominciòa cadere su Cagliari, in una sequenzaesasperante, una miriadedi grappoli di bombe. Stranamente,forse a causa deglischerzi bizzarri dei venti in<strong>Sardegna</strong>, quasi non si percepivanole deflagrazioni e gliscoppi. Si distinguevano peròben nitide le colonne di fumoframmisto a fiamme e bagliori.Nel tardo pomeriggio la cittàrisultò irriconoscibile. A tardasera si udì bussare freneticamenteal portone della casa deinonni materni di Mario. La madree due fratelli, sopravvissutialle devastazioni, avevano decisodi abbandonare la città emettersi al sicuro nella casa diGiovanni Andrea Mereu”.Appena due giorni dopo, domenica28 febbraio – ricordaDessì – tre ondate successivecondotte da una cinquantina diB17 scortati da altrettanti cacciabombardieri P38 lasciaronocadere oltre 120 tonnellatedi bombe sul capoluogo.“Nel mese di marzo, duranteun periodo di tregua, ma semprecon la paura di un’incursione,uno zio e due fratelli diMario riuscirono ad organizzareil trasporto delle suppellettilidalla casa di Cagliari adAssemini, per evitare l’azionesistematica degli sciacalli. Fucosì che a casa dei nonni arrivòuna radio Marelli, a tecnologiaalquanto avanzata perquei tempi. E fu così che tuttele sere, con le luci oscurate, arrivavada Radio Belgrado lavoce roca, sensuale e promettentedi Lale Andersen checantava Lili Marlene. Per Marioera come una ninna nanna.Il 31 marzo una grossa formazionedi fortezze volanti e dicaccia pesanti di scorta bombardaronoancora il porto di Cagliarie gli aeroporti: pochissime vittimenel capoluogo, molte aMonserrato. Navi e aerei distruttio resi inutilizzabili. Nelmese di aprile, vennero bombardateCarloforte, la Maddalena,dove venne affondato il Triestealla fonda nella baia di Mezzoschifo,gli aeroporti di Elmas,Monserrato, Alghero-Fertilia eVillacidro, Portotorres, Arbatax,e Sant’Antioco.Toccò nuovamente a Cagliariil 13 maggio subire due incursioni:quella diurna degli americanie q\uella notturna degli inglesi.Crollarono le ultime case,anche quella di Mario”.Pochi sanno – ricorda infineDessì – che Cagliari, dopo Napoliè stata la città più bombardata.Pochissimi sanno che èstata la città che ha subitomaggiori danni a livello diConventry (Inghilterra) o diDresda (Germania), ma senzaalcuna ragione plausibile. ForseCagliari, a cui nel 1995 èstata dedicata un’emissione filatelicainsieme a Vittorio Venetoe Firenze, insignite diMedaglia d’Oro per il coraggioe la resistenza delle popolazionicivili, ha solo avuto iltorto di trovarsi, quale comodopoligono di addestramento, apoche miglia dalle basi alleatein Marocco, Algeria e Libia.“Dopo aver sostenuto l’esamedi ammissione al ginnasiodi San Gavino Monreale, Mariorivide Cagliari nel mese diottobre, quando dovette recarsia Pirri per iscriversi a scuola.Allora un unico treno collegavaAssemini all’estrema periferiadi Cagliari e per raggiungereil capolinea deltramvai bisognava attraversarea piedi la città. Nel ricordo anchequalche campo di prigionieritedeschi tra le rovine, ibivacchi delle truppe alleate eil traffico di automezzi americanie inglesi. Parecchi annidopo, nel 1958, Mario, mentrevisitava una base in Arizona,non potè fare a meno di vedereuna linea di volo con centinaiadi B17, gli stessi che feceroscempio su Cagliari. Provòun brivido: le industrie avevanocontinuato a produrre anchea guerra finita”.

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