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StMor 42/2 La cultura - Studia Moralia

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454 GIUSEPPE QUARANTAmente di consistenza, fino ad occupare lo spazio di un interocapitolo in Potenza e impotenza della religione 11 . Ma non solo.Quanto alla formulazione del concetto di <strong>cultura</strong>, in modo altrettantoevidente e documentabile emerge la dipendenza diHäring dai lavori di intellettuali affermati e versatili come il filosofoviennese J. Messner e lo storico inglese della <strong>cultura</strong> Ch.Dawson 12 . L’importanza del loro contributo, sinteticamentepresentato nella dissertazione, è estremamente rilevante perl’obiettivo dell’indagine. Questi autori, infatti, pur muovendosientro ambiti disciplinari diversi – la filosofia morale l’uno e lastoria della <strong>cultura</strong> l’altro – danno prova d’ispirare le loro riflessionial nuovo concetto di <strong>cultura</strong> elaborato dai pionieri dell’antropologia<strong>cultura</strong>le (C. Kluckhohn, per quanto riguarda Messner;E.B. Tylor, B. Malinowski, F. Boas, R. Benedict e A. Kroeber,quanto a Dawson), consentendoci di verificare un contattosignificativo, seppure indiretto, tra Häring e gli antropologi diarea inglese e nordamericana dei primi decenni del Novecento.Sorretti da questi primi riscontri, una volta delineata l’architetturagenerale della teologia morale di Häring, ci è risultatochiaro che per raggiungere l’obiettivo iniziale sarebbe statonecessario articolare la ricerca intorno a tre nuclei: in primoluogo, la ricostruzione di un possibile “contesto ermeneutico”entro cui situare l’opera häringhiana; in secondo luogo, sullabase di un’idea di <strong>cultura</strong> più puntuale, l’analisi di tutte e singolele principali opere di Häring; infine, l’elaborazione di alcunelinee di riflessione sistematica. Costruiti sulla base di questi rilieviecco, allora, i tre ampi capitoli in cui si suddivide il volume:il primo capitolo espone un triplice itinerario di ricerca: a)11B. HÄRING, “Religione e <strong>cultura</strong>”, in ID., Potenza e impotenza della religione,Paoline, Roma 1958, 264-302 [orig. ted.: 1956]. Frutto di una serie dilezioni, di conferenze e di indagini empiriche nel campo della sociologiareligiosa, lo scritto è concepito come necessario completamento a <strong>La</strong> leggedi Cristo. Häring è convinto, infatti, che la morale casistica non è da consideraredel tutto superata e superflua, ma richiede piuttosto di essere completatae sviluppata da una pastorale sociale che, sulla solida base dell’indaginesociologica, persegua la cristianizzazione della società.12Cf. J. MESSNER, Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethikund Persönlichkeitsethik, Tyrolia, Innsbruck-Wien-München 1954; CH.DAWSON, Religione e <strong>cultura</strong>, Paoline, Alba 1960 [orig. ingl.: 1948].

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