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StMor 42/2 La cultura - Studia Moralia

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460 GIUSEPPE QUARANTAnesimo contemporaneo 23 si riflette nella centralità riservata adun’impostazione della morale di tipo personalistico e connotata,di conseguenza, in termini di responsabilità, di libertà e difedeltà creativa; b) l’intima correlazione di natura e <strong>cultura</strong>, altroelemento evidenziato da GS 24 , costituisce il presupposto basilareche impegna l’etica teologica a riflettere sulla questioneambientale e a proporre modelli <strong>cultura</strong>lmente alternativi di relazionecon i beni e le risorse del creato 25 ; c) il significato sociologicoed etnologico di <strong>cultura</strong> 26 , che permette di declinare alplurale il termine stesso, si rivela particolarmente efficace perricomprendere la missione evangelizzatrice della Chiesa e pernon trascurare l’incidenza del linguaggio, dei costumi e23Cf. GS 55: EV 1/1496.24Cf. GS 53: EV 1/1492.25<strong>La</strong> pertinenza dell’etica ecologica riposa sulla constatazione che“l’ambiente umano è una «matrice di elementi» che derivano dalla naturaper mezzo dell’evoluzione e che vengono progettati dall’uomo per mezzodella <strong>cultura</strong>” (HÄRING, Liberi e fedeli, III, 214).26Cf. GS 53: EV 1/1494. Sottolineando come la <strong>cultura</strong> dica riferimentoad un “diverso modo di far uso delle cose, di lavorare, di esprimersi, di praticarela religione, di formare i costumi”, GS consente a HÄRING di affermareche gli elementi primari del dato <strong>cultura</strong>le (il linguaggio, i costumi e leusanze) “incarnano un ethos, cioè un rapporto basilare con i valori decisivi”(Liberi e fedeli, III, 266). Grazie a questa acquisizione, a differenza di quantoindicato ne <strong>La</strong> legge di Cristo, il costume, fattore determinante per la crescitamorale della persona, è incluso entro l’idea di <strong>cultura</strong>. Di conseguenza,l’esistenza di una pluralità di costumi costringe l’etica cristiana ad un’intelligenzapiù profonda e consapevole della pluralità delle culture (dato presente,ma solamente accennato nelle opere sociologiche). In questa linea,Häring può valorizzare la dimensione simbolica della <strong>cultura</strong>. Se i simboli,infatti, sono “modelli” che governano l’immaginazione e mediano l’esperienzadel e l’incontro con il mondo (cf. HÄRING, Liberi e fedeli, I, 78; 83; 92),allora essi sono “oggetti <strong>cultura</strong>li”, sia perché plasmati dalla <strong>cultura</strong> (e quindidiversamente interpretabili a seconda dei diversi contesti), sia perché aloro volta generatori di <strong>cultura</strong> attraverso l’interazione con l’esperienza vissuta.In quest’ottica, pur se mediante un’esposizione più rapsodica chesistematica, il nostro autore valorizza i temi della bellezza, dell’arte, dellafesta e del gioco, e dell’umorismo (cf. HÄRING, Liberi e fedeli in Cristo.Teologia morale per preti e laici, II. <strong>La</strong> verità vi farà liberi [Gv 8,32], Paoline,Roma 1980, 130-189 [orig. ingl.: 1979]).

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