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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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MetodoPartecipantiHanno partecipato all’esperimento 26 bambini sani e nati a termine: 13 infanti (4femmine) <strong>di</strong> 3 mesi d’età (12 ±1 settimane) e 13 (4 femmine) <strong>di</strong> 5 mesi d’età (19 ±1settimane). Sono stati inoltre esclusi dalle analisi altri 14 bambini, che non hanno completatola sessione sperimentale a causa <strong>di</strong> sonnolenza, fame o eccessiva irrequietezza. Ilreclutamento dei soggetti è avvenuto utilizzando le liste dell’anagrafe del comune <strong>di</strong> Padova,inviando una lettera ai genitori, e chiedendo loro la <strong>di</strong>sponibilità a collaborare. In seguito igenitori sono stati contattati telefonicamente per fissare, se <strong>di</strong>sponibili, l’appuntamento.L’esperimento, condotto presso il Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia dello Sviluppo e dellaSocializzazione (DPSS) dell’Università <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> Padova, aveva inizio solo dopo che ilgenitore aveva letto e firmato il consenso informato. Tutte le co<strong>di</strong>fiche e le analisi dei datisono state invece condotte presso l’Early Infancy Lab dell’Università <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>. Iltrattamento <strong>di</strong> tutti i soggetti è avvenuto nel pieno rispetto dei principi etici dell’APA(American Psychological Association).Misurazione della risposta <strong>di</strong> startleLe risposte <strong>di</strong> startle sono state registrate me<strong>di</strong>ante l’utilizzo dell’AIMMSS. Ledeformazioni meccaniche delle balestre d’acciaio dello strumento, grazie all’utilizzo <strong>di</strong> alcunisensori estensimetrici, producevano un segnale in Volt, integrato da un amplificatore,proporzionale al cambiamento <strong>di</strong> sforzo applicato dai movimenti del bambino sul seggiolino(per maggiori dettagli sulle caratteristiche della strumentazione si veda il Capitolo 2).In un ambiente <strong>di</strong> programmazione Labview sono state calcolate latenza all’onset (onsetlatency), latenza al picco (peak latency) ed ampiezza dei segnali registrati (Balaban, 1995;Richards, 1998, 2000). In particolare, nel presente esperimento, sono stati analizzati i segnaliprovenienti dal canale somma dello strumento, che racchiudeva le informazioni relative aimovimenti effettuati dal bambino nelle quattro <strong>di</strong>rezioni dello spazio. La latenza all’onsetveniva definita come il tempo intercorrente tra l’onset dello startle stimulus e l’inizio dellarisposta <strong>di</strong> startle (Berg & Balaban, 1999). La latenza al picco corrispondeva al tempointercorrente tra l’onset dello startle stimulus ed il picco massimo della risposta <strong>di</strong> startle(Berg & Balaban, 1999). L’ampiezza <strong>di</strong> startle era definita come il voltaggio compreso tra ilpicco massimo dell’evento e la valle imme<strong>di</strong>atamente precedente, entro una finestratemporale <strong>di</strong> 600 ms dall’onset dello startle stimulus.74

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