TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara
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elettrici, trasdotti ai capi di un opportuno sistema di amplificazione e scalati in Volts, sonoacquisiti da una scheda di input analogico montata nello slot disponibile di un PC portatile.Dal lato software, un ambiente di programmazione grafica ad hoc (National Instruments,Labview Vers. 6.1) esegue le operazioni di gestione e controllo della scheda, nonchél’acquisizione e le memorizzazioni su file dei dati provenienti dalla stessa, implementati daprogrammi appositamente sviluppati.Una particolarità della strumentazione è la capacità di collocare il movimento nellospazio, sulla base dei sensori montati sulle quattro balestre d’acciaio. Grazie a questi, èpossibile ottenere informazioni su quattro canali singoli (avanti X1, dietro X2, destra Y2 esinistra Y1), sulla differenza dei canali su uno stesso asse (avanti-dietro X1-X2 e destrasinistraY2-Y1) ed una somma totale del movimento su tutti i canali.In un ambiente di programmazione Labview sono state quindi calcolate latenza emagnitudine (una misura dell’ampiezza che include il valore 0 per le prove senza risposta;Berg & Balaban, 1999; Meincke et al., 2005) dei segnali registrati. In particolare, nel presenteesperimento, sono stati analizzati i segnali provenienti dal canale somma dello strumento, cheracchiudeva le informazioni relative ai movimenti effettuati dal bambino nelle quattrodirezioni dello spazio. La latenza veniva definita come il tempo intercorrente tra l’onset dellostartle stimulus e l’inizio della risposta di startle (Berg & Balaban, 1999). L’ampiezza distartle era definita come il voltaggio compreso tra il picco massimo dell’evento e la valleimmediatamente precedente, entro una finestra temporale di 600 ms dall’onset dello startlestimulus.Eye-Blink Strenght (EBS) Scale. Nel corso dell’esperimento il volto del bambinoveniva videoripreso con una telecamera digitale posta su un treppiede. L’altezza del treppiedee l’angolo di ripresa della videocamera venivano costantemente monitorati al fine di ottenereuna corretta visuale (primo piano) del volto e degli occhi del bambino. La presentazione deglistimoli veniva marcata mediante un led rosso al fine di consentire un’identificazione piùsemplice degli stimoli in fase di codifica. Le codifiche del comportamento facciale deisoggetti sono state effettuate offline mediante il software Adobe Premiere Pro.Per misurare l’intensità dell’ammiccamento palpebrale conseguente allo startlestimulus è stato utilizzato il sistema di codifica EBS Scale (Essex et al., 2005). L’intensitàdella contrazione muscolare, in particolare, veniva misurata su una scala a sette punti (dabassa ad alta) da due codificatori indipendenti, precedentemente addestrati all’utilizzo delsistema di codifica. Tutte le codifiche sono state condotte analizzando la registrazione avelocità normale e fotogramma per fotogramma. Innanzitutto veniva stabilito dal codificatore56
il livello normale di apertura dell’occhio del bambino prima della presentazione dello stimolo.In seguito, sulla base del livello normale di apertura dell’occhio, il codificatore assegnava unpunteggio da 1 (nessun movimento muscolare) a 7 (blink completo ed intenso) all’intensitàdell’eyeblink conseguente allo startle stimulus. In particolare, la scala prevedeva la seguenteclassificazione dei livelli di chiusura dell’occhio: 1. assenza di movimenti muscolaridell’occhio; 2. piccolo accenno di chiusura (small eyelid flutter) della palpebra; 3. la palpebracopre il primo quarto dell’occhio; 4. la palpebra copre metà occhio; 5. la palpebra copre trequarti dell’occhio; 6. chiusura completa dell’occhio, con contrazione muscolare leggera (fullyclosed, soft eyeblink); 7. chiusura completa dell’occhio, con contrazione muscolare forte (fullhard blink).Figura 3.1. Esempio di riflesso di ammiccamento. La prima immagine raffigura il momento dellastimolazione acustica, la seconda immagine raffigura l’onset (inizio) del riflesso, mentre la terzaimmagine raffigura l’apex (apice) del riflesso.È stato in seguito calcolato l’accordo tra i codificatori relativamente alle codificheeffettuate sull’intensità di chiusura dell’occhio. L’affidabilità tra codificatori (k di Cohen) èrisultata alta (k = .85).Codifica delle espressioni faccialiSulla base della videoregistrazione del volto del bambino, e grazie all’utilizzo delsoftware Adobe Premiere Pro, due codificatori indipendenti, esperti nell’utilizzo dei sistemi dicodifica FACS e Baby FACS, hanno codificato il comportamento facciale degli infanti inconcomitanza alla somministrazione degli stimoli acustici (accensione del led rosso). Inparticolare, allo scopo di rilevare le espressioni positive (sorriso), negative (distress) e dicontrollo (rilassamento muscolare) presenti sul volto del bambino, l’attività facciale è statacodificata seguendo le indicazioni contenute nel Baby FACS (Oster, in corso di stampa).In particolare, i due codificatori avevano il compito di stabilire, attraverso un’analisiframe-by-frame relativa alla videoregistrazione del primo piano del volto, la presenza di un57
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elettrici, trasdotti ai capi <strong>di</strong> un opportuno sistema <strong>di</strong> amplificazione e scalati in Volts, sonoacquisiti da una scheda <strong>di</strong> input analogico montata nello slot <strong>di</strong>sponibile <strong>di</strong> un PC portatile.Dal lato software, un ambiente <strong>di</strong> programmazione grafica ad hoc (National Instruments,Labview Vers. 6.1) esegue le operazioni <strong>di</strong> gestione e controllo della scheda, nonchél’acquisizione e le memorizzazioni su file dei dati provenienti dalla stessa, implementati daprogrammi appositamente sviluppati.Una particolarità della strumentazione è la capacità <strong>di</strong> collocare il movimento nellospazio, sulla base dei sensori montati sulle quattro balestre d’acciaio. Grazie a questi, èpossibile ottenere informazioni su quattro canali singoli (avanti X1, <strong>di</strong>etro X2, destra Y2 esinistra Y1), sulla <strong>di</strong>fferenza dei canali su uno stesso asse (avanti-<strong>di</strong>etro X1-X2 e destrasinistraY2-Y1) ed una somma totale del movimento su tutti i canali.In un ambiente <strong>di</strong> programmazione Labview sono state quin<strong>di</strong> calcolate latenza emagnitu<strong>di</strong>ne (una misura dell’ampiezza che include il valore 0 per le prove senza risposta;Berg & Balaban, 1999; Meincke et al., 2005) dei segnali registrati. In particolare, nel presenteesperimento, sono stati analizzati i segnali provenienti dal canale somma dello strumento, cheracchiudeva le informazioni relative ai movimenti effettuati dal bambino nelle quattro<strong>di</strong>rezioni dello spazio. La latenza veniva definita come il tempo intercorrente tra l’onset dellostartle stimulus e l’inizio della risposta <strong>di</strong> startle (Berg & Balaban, 1999). L’ampiezza <strong>di</strong>startle era definita come il voltaggio compreso tra il picco massimo dell’evento e la valleimme<strong>di</strong>atamente precedente, entro una finestra temporale <strong>di</strong> 600 ms dall’onset dello startlestimulus.Eye-Blink Strenght (EBS) Scale. Nel corso dell’esperimento il volto del bambinoveniva videoripreso con una telecamera <strong>di</strong>gitale posta su un treppiede. L’altezza del treppiedee l’angolo <strong>di</strong> ripresa della videocamera venivano costantemente monitorati al fine <strong>di</strong> ottenereuna corretta visuale (primo piano) del volto e <strong>degli</strong> occhi del bambino. La presentazione <strong>degli</strong>stimoli veniva marcata me<strong>di</strong>ante un led rosso al fine <strong>di</strong> consentire un’identificazione piùsemplice <strong>degli</strong> stimoli in fase <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica. Le co<strong>di</strong>fiche del comportamento facciale deisoggetti sono state effettuate offline me<strong>di</strong>ante il software Adobe Premiere Pro.Per misurare l’intensità dell’ammiccamento palpebrale conseguente allo startlestimulus è stato utilizzato il sistema <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica EBS Scale (Essex et al., 2005). L’intensitàdella contrazione muscolare, in particolare, veniva misurata su una scala a sette punti (dabassa ad alta) da due co<strong>di</strong>ficatori in<strong>di</strong>pendenti, precedentemente addestrati all’utilizzo delsistema <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica. Tutte le co<strong>di</strong>fiche sono state condotte analizzando la registrazione avelocità normale e fotogramma per fotogramma. Innanzitutto veniva stabilito dal co<strong>di</strong>ficatore56