concezione relativa alle espressioni facciali espressa dallo stesso autore: esse farebberoriferimento principalmente agli stati motivazionali in grado <strong>di</strong> generare un rapporto conl’ambiente (Frijda, 1986; Frijda & Tcherkassof, 1997). In particolare, secondo Frijda, leespressioni facciali sarebbero stati <strong>di</strong> prontezza all’azione che specificano la propensionedell’organismo a stabilire e mantenere (propensione all’approccio) o a cambiare ed evitare(propensione all’evitamento) uno stato interattivo con l’ambiente (Frijda & Tcherkassof,1997). Sebbene il comportamento facciale infantile abbia delle peculiarità che locaratterizzano e lo <strong>di</strong>stinguono dal comportamento facciale adulto, anche all’interno delrepertorio espressivo-facciale infantile sono state in<strong>di</strong>viduate alcune azioni facciali chepossono essere ritenute <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>ci affidabili attraverso i quali comprendere le <strong>di</strong>sposizionidel bambino, ovvero la negatività o la positività dello stato affettivo dell’infante (Lilley, Craig,& Grunau, 1997; Messinger, 2002; Oster, 2005; Oster & Rosentein, 1988; Steiner, Glaser,Hawilo, & Berridge, 2001). Nello specifico, un’azione facciale fortemente associata nei primimesi <strong>di</strong> vita ad uno stato affettivo negativo è l’aggrottamento ed abbassamento dellesopracciglia (l’azione che caratterizza maggiormente l’espressione facciale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stress, cioèl’espressione che precede, accompagna e segue l’emissione dei vocalizzi <strong>di</strong> pianto; Don<strong>di</strong>,1999; Oster, 2005). Un’azione facciale esclusivamente connessa con uno stato positivo èinvece il sollevamento <strong>degli</strong> angoli delle labbra (la principale componente dell’espressione <strong>di</strong>sorriso; Oster, 2005).Una delle ipotesi teoriche maggiormente <strong>di</strong>ffuse nell’indagine neurofisiologica delcomportamento affettivo è la Motivational Priming Hypothesis proposta da Lang (Lang, 1995;Lang et al., 1998; Lang et al., 2000). Secondo tale ipotesi le emozioni sarebbero <strong>di</strong>sposizioniall’azione e rifletterebbero l’attivazione <strong>di</strong> strutture e vie neurali relativamente a due sistemimotivazionali: il sistema motivazionale appetitivo (a cui sono collegati comportamentid’alimentazione, sessuali e <strong>di</strong> cura della prole) e il sistema motivazionale aversivo (a cui sonocollegati comportamenti protettivi, <strong>di</strong> fuga e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa). La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tale ipotesi si fondaprevalentemente sui dati che hanno mostrato il ruolo modulatorio delle emozioni sullarisposta <strong>di</strong> startle. Lang e i suoi collaboratori hanno infatti <strong>di</strong>mostrato (Bradley, Co<strong>di</strong>spoti,Cuthbert, & Lang, 2001; Bradley, Co<strong>di</strong>spoti, & Lang, 2006; Bradley, Cuthbert, & Lang, 1993;Co<strong>di</strong>spoti, Bradley, & Lang, 2001; Cuthbert et al., 1996; Lang, 1995) che lo startle simanifesta più rapidamente, cioè con una latenza minore e con una maggiore intensità, quandoil sistema motivazionale aversivo è attivato (quando cioè lo stato emotivo è caratterizzato datono edonico negativo), mentre risulta inibito oppure ridotto in ampiezza quando è attivato ilsistema appetitivo (quando cioè lo stato emotivo è caratterizzato da tono edonico positivo).52
Grazie all’utilizzo dello startle probe para<strong>di</strong>gm, un para<strong>di</strong>gma sperimentale che si basa sullamodulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle, Balaban (1995) è riuscita a <strong>di</strong>mostrare che a 5mesi <strong>di</strong> età gli infanti sono in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare e <strong>di</strong> comprendere il significato affettivo <strong>di</strong>alcune espressioni facciali, inibendo la risposta durante la visione <strong>di</strong> immagini raffigurantivolti sorridenti (a causa dell’attivazione del sistema motivazionale appetitivo) e potenziandola risposta durante la visione <strong>di</strong> volti arrabbiati (a causa dell’attivazione del sistemamotivazionale aversivo). In un recente stu<strong>di</strong>o (Don<strong>di</strong>, 2008; Franchin, 2006) è stato inoltrepossibile <strong>di</strong>mostrare la presenza della modulazione affettiva in infanti <strong>di</strong> 3 e <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vita.Grazie all’analisi delle espressioni facciali <strong>di</strong> sorriso e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stress esibite dagli infanti nel corsodella prova sperimentale, è stato possibile in<strong>di</strong>viduare i soggetti caratterizzati da uno statoemozionale estremamente negativo (in base ad una netta prevalenza <strong>di</strong> espressioni facciali <strong>di</strong><strong>di</strong>stress) e da uno stato emozionale estremamente positivo (in base ad una netta prevalenza <strong>di</strong>espressioni facciali <strong>di</strong> sorriso). Le analisi delle risposte <strong>di</strong> startle elicitate in questi due gruppi<strong>di</strong> bambini (negativi e positivi) hanno <strong>di</strong>mostrato come la magnitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> infanti <strong>di</strong> 5 mesicaratterizzati da una netta prevalenza <strong>di</strong> espressioni facciali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stress sia potenziata rispettoagli infanti caratterizzati da una netta prevalenza <strong>di</strong> espressioni facciali <strong>di</strong> sorriso.Scopo del presente esperimento è l’indagine della modulazione affettiva della risposta<strong>di</strong> startle elicitata in concomitanza dell’esibizione spontanea da parte <strong>di</strong> infanti <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong>vita <strong>di</strong> espressioni facciali positive (sorriso) e <strong>di</strong> espressioni facciali negative (<strong>di</strong>stress).Sebbene infatti sorriso e <strong>di</strong>stress possano essere considerate due espressioni facciali peculiari<strong>di</strong> uno stato emozionale a tono edonico positivo e negativo nella prima infanzia, nessunostu<strong>di</strong>o sino ad ora ha mai indagato la modulazione della risposta <strong>di</strong> startle (cioè l’attivazionedei due sistemi motivazionali ipotizzati da Lang, 1995) proprio in concomitanzadell’esibizione <strong>di</strong> tali espressioni facciali. Lo startle elicitato in concomitanza delleespressioni facciali <strong>di</strong> emozioni potrebbe <strong>di</strong>ventare un marcatore per indagare, nel corso delleprimissime fasi dello sviluppo, la relazione tra espressioni facciali e attivazione dei sistemimotivazionali che sostengono le emozioni. Questo esperimento si pone come la primaesplorazione della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle elicitata in corrispondenzadell’esibizione spontanea <strong>di</strong> espressioni facciali non solo nell’infante, ma nell’essere umanoin generale. Me<strong>di</strong>ante l’utilizzo dell’AIMMSS, l’apparato sperimentale che permette lamisurazione non invasiva dello startle, è stato possibile misurare latenza e magnitu<strong>di</strong>ne dellarisposta motoria globale <strong>di</strong> startle esibita dagli infanti in seguito ad una stimolazione acustica.Inoltre, l’intensità del riflesso <strong>di</strong> ammiccamento palpebrale (la prima componente dellarisposta <strong>di</strong> startle a comparire in seguito alla stimolazione) è stata co<strong>di</strong>ficata me<strong>di</strong>ante53
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IndiceIntroduzione 1Background teor
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Langsdorf, P., Izard, C., Rayais, M
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Steiner, J. E., Glaser, D., Hawilo,