TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara
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modificare latenza ed ampiezza della risposta di startle (si veda Capitolo 1), non è possibile,mediante la presentazione di immagini, indagare separatamente il ruolo esercitato daattenzione ed emozione nel fenomeno della modulazione affettiva della risposta di startle. Inuna serie di esperimenti si è cercato di separare i due effetti, simulando, attraverso compiti diimmaginazione, gli stati affettivi esperiti spontaneamente da un individuo (Cook, Hawk,Davis, & Stevenson, 1991; Hawk, Stevenson, & Cook, 1992; Vrana, 1995; Vrana & Lang,1990; Witvliet & Vrana, 1995). In questi esperimenti veniva chiesto ai soggetti di immaginaredelle situazioni caratterizzate da una valenza affettiva positiva e da una valenza affettivanegativa. I risultati ottenuti in questi esperimenti non concordano tuttavia con il patternclassico, caratteristico della modulazione affettiva: ciò che spesso è stato trovato, infatti, è chesia nel caso dell’immaginazione di una situazione positiva sia nel caso dell’immaginazione diuna situazione negativa vi era potenziamento della risposta di startle (Bradley, Cuthbert, &Lang, 1995). Sembrerebbe infatti che la risposta durante i compiti di immaginazione siamodificata soprattutto dal grado di arousal associato alla situazione immaginata.Sebbene il paradigma della presentazione di immagini, attraverso il fenomeno dellamotivated attention, abbia consentito a Lang ed al suo gruppo di ricerca di dimostrare il ruolodella valenza affettiva nella modulazione della risposta di startle, non è in grado di spiegare segli stati affettivi esibiti spontaneamente da un individuo sono in grado di modificare larisposta di startle.La funzione principale della presentazione di immagini è la possibilità di elicitare conmodalità e tempistiche altamente controllabili stati emozionali a valenza positiva e negativa.Tale metodo riesce innanzitutto ad ovviare all’incapacità di controllare ed inferire attraversoaltri indici altrettanto affidabili lo stato emozionale presente in un individuo. L’esibizionedelle emozioni è soggetta infatti all’interno di ogni gruppo socio-culturale a quelle che Ekman(Ekman, 1972; Matsumoto, 1993) ha definito display-rules, cioè ad alcune norme cheregolano implicitamente o esplicitamente l’esibizione delle emozioni. La componenteespressivo-motoria delle emozioni non può essere perciò considerata un indice totalmenteaffidabile dello stato emozionale esperito da un individuo.Tale problematica tende tuttavia a scomparire man mano che si procede a ritroso nellosviluppo. Le regole di esibizione sociale incominciano ad influenzare l’espressione delleemozioni durante il secondo ed il terzo anno di vita allorquando i bambini incominciano adesibire un’intenzionalità nell’espressione delle emozioni (in particolare nell’esibizione delsorriso e del pianto) e riescono ad esibire l’emozione appropriata a seconda della situazione edella persona con cui stanno interagendo (Bolzani, Messinger, Yale, & Dondi, 2002; Camras,48
Chen, Bakeman, Norris, & Cain, 2006; Rinn, 1984). Tuttavia il comportamento espressivofacciale durante i primi mesi di vita si differenzia ampiamente dal comportamento espressivonella sua forma adulta, sia dal punto di vista morfologico sia dal punto di vista del significatoaffettivo (Dondi, 1999; Oster, 1978, 2005). Le medesime espressioni facciali che si ritrovanoin individui adulti possono avvenire ad esempio durante i primi mesi di vita in conseguenza asituazioni totalmente differenti (Camras, 1992; Dondi, 1999). Sebbene alcuni autori abbianoteorizzato che sin dalla nascita vi sia una corrispondenza tra espressioni facciali ed emozionidi base (Izard, 1978, 1984), oggi si ritiene che non sia possibile associare un’espressionefacciale infantile ad una specifica emozione (Camras, 1991, 1992; Dondi, 1993; Oster, 2005).Grazie tuttavia ad un’ampia serie di studi che ha indagato il comportamento facciale infantilein conseguenza a diverse stimolazioni (acustiche, gustative, etc.) e situazioni (Lilley, Craig, &Grunau, 1997; Mastropieri & Turkewitz, 1999; Rosentein & Oster, 1988; Steiner, 1973,1979),sono stati individuati alcuni indici nell’espressività facciale infantile ritenuti segniincontrovertibili della negatività o positività dello stato affettivo presente in un bambino.In particolare un’azione facciale fortemente associata nei primi mesi di vita allanegatività è l’aggrottamento delle sopracciglia (l’azione che caratterizza maggiormentel’espressione facciale di distress, l’espressione che precede, accompagna e segue il pianto;Dondi, 1999; Oster, 2005). Un’azione facciale strettamente connessa con uno stato positivo èinvece il sollevamento degli angoli delle labbra (l’azione che caratterizza maggiormentel’espressione di sorriso) (Oster, 2005). Le azioni muscolari responsabili negli adulti di questedue azioni facciali (in particolare, la contrazione del muscolo corrugatore determinal’aggrottamento delle sopracciglia, mentre la contrazione del muscolo zigomatico determina ilsollevamento degli angoli delle labbra) sono state indagate, tramite misurazioneelettromiografica, in associazione con la modulazione affettiva della risposta di startle. Nellospecifico è stato dimostrato che una maggiore attività del muscolo corrugatore si associa conil potenziamento della risposta, mentre una maggiore attività del muscolo zigomatico èassociata con l’inibizione della risposta.Nello studio che ha indagato la modulazione affettiva della risposta di startle in infantidi 3 e di 5 mesi di vita (Dondi, 2008; Franchin, 2006), gli stati emozionali esibiti dagli infantinel corso della prova sperimentale sono stati derivati da un’analisi del comportamentoespressivo-facciale dei bambini. In particolare analizzando le espressioni facciali di sorriso edi distress esibite nel corso della sessione sperimentale dai bambini è stato possibileindividuare gli infanti caratterizzati alle due età da uno stato emozionale estremamentenegativo e da uno stato emozionale estremamente positivo. Mediante un’analisi delle49
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Chen, Bakeman, Norris, & Cain, 2006; Rinn, 1984). Tuttavia il comportamento espressivofacciale durante i primi mesi <strong>di</strong> vita si <strong>di</strong>fferenzia ampiamente dal comportamento espressivonella sua forma adulta, sia dal punto <strong>di</strong> vista morfologico sia dal punto <strong>di</strong> vista del significatoaffettivo (Don<strong>di</strong>, 1999; Oster, 1978, 2005). Le medesime espressioni facciali che si ritrovanoin in<strong>di</strong>vidui adulti possono avvenire ad esempio durante i primi mesi <strong>di</strong> vita in conseguenza asituazioni totalmente <strong>di</strong>fferenti (Camras, 1992; Don<strong>di</strong>, 1999). Sebbene alcuni autori abbianoteorizzato che sin dalla nascita vi sia una corrispondenza tra espressioni facciali ed emozioni<strong>di</strong> base (Izard, 1978, 1984), oggi si ritiene che non sia possibile associare un’espressionefacciale infantile ad una specifica emozione (Camras, 1991, 1992; Don<strong>di</strong>, 1993; Oster, 2005).Grazie tuttavia ad un’ampia serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che ha indagato il comportamento facciale infantilein conseguenza a <strong>di</strong>verse stimolazioni (acustiche, gustative, etc.) e situazioni (Lilley, Craig, &Grunau, 1997; Mastropieri & Turkewitz, 1999; Rosentein & Oster, 1988; Steiner, 1973,1979),sono stati in<strong>di</strong>viduati alcuni in<strong>di</strong>ci nell’espressività facciale infantile ritenuti segniincontrovertibili della negatività o positività dello stato affettivo presente in un bambino.In particolare un’azione facciale fortemente associata nei primi mesi <strong>di</strong> vita allanegatività è l’aggrottamento delle sopracciglia (l’azione che caratterizza maggiormentel’espressione facciale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stress, l’espressione che precede, accompagna e segue il pianto;Don<strong>di</strong>, 1999; Oster, 2005). Un’azione facciale strettamente connessa con uno stato positivo èinvece il sollevamento <strong>degli</strong> angoli delle labbra (l’azione che caratterizza maggiormentel’espressione <strong>di</strong> sorriso) (Oster, 2005). Le azioni muscolari responsabili negli adulti <strong>di</strong> questedue azioni facciali (in particolare, la contrazione del muscolo corrugatore determinal’aggrottamento delle sopracciglia, mentre la contrazione del muscolo zigomatico determina ilsollevamento <strong>degli</strong> angoli delle labbra) sono state indagate, tramite misurazioneelettromiografica, in associazione con la modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle. Nellospecifico è stato <strong>di</strong>mostrato che una maggiore attività del muscolo corrugatore si associa conil potenziamento della risposta, mentre una maggiore attività del muscolo zigomatico èassociata con l’inibizione della risposta.Nello stu<strong>di</strong>o che ha indagato la modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle in infanti<strong>di</strong> 3 e <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vita (Don<strong>di</strong>, 2008; Franchin, 2006), gli stati emozionali esibiti dagli infantinel corso della prova sperimentale sono stati derivati da un’analisi del comportamentoespressivo-facciale dei bambini. In particolare analizzando le espressioni facciali <strong>di</strong> sorriso e<strong>di</strong> <strong>di</strong>stress esibite nel corso della sessione sperimentale dai bambini è stato possibilein<strong>di</strong>viduare gli infanti caratterizzati alle due età da uno stato emozionale estremamentenegativo e da uno stato emozionale estremamente positivo. Me<strong>di</strong>ante un’analisi delle49