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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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La prima, evidenziata da Grillon e Baas (2003), è legata alla <strong>di</strong>fficoltà nell’in<strong>di</strong>viduarestimolazioni dotate <strong>di</strong> un significato affettivo per infanti nei primi mesi <strong>di</strong> vita, in grado cioè<strong>di</strong> modulare affettivamente la risposta <strong>di</strong> startle. Secondo i due autori, in particolare, leimmagini connotate affettivamente utilizzate per l’indagine della modulazione negli adulti,avrebbero una scarsa salienza affettiva durante la prima infanzia. Tale posizione sarebbeavvalorata dai risultati forniti da McManis et al. (McManis, Berg, Bradley, Cuthbert, & Lang,2001), i quali hanno approfon<strong>di</strong>to i significato affettivo delle immagini utilizzate con soggettiadulti nell’indagine della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle in bambini dai 7 ai 10anni (McManis, Berg, Bradley, Cuthbert, & Lang, 2001). Tale stu<strong>di</strong>o ha messo in evidenzacome le immagini dell’International Affective Picture System (il set <strong>di</strong> immaginistandar<strong>di</strong>zzate ideato da Lang per indagare la modulazione affettiva dello startle; Lang, 1995)non fossero adeguate ad indagare il fenomeno durante l’infanzia, poiché non riuscivano(particolarmente nei soggetti <strong>di</strong> sesso maschile) a determinare l’attivazione dei due statimotivazionali, appetitivo ed aversivo, ipotizzati da Lang (1995). Tuttavia, nonostante la<strong>di</strong>fficoltà nell’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> stimoli dotati <strong>di</strong> salienza affettiva durante i primi mesi <strong>di</strong> vita,si ritiene che la presentazione <strong>di</strong> immagini rimanga una valida metodologia per l’indaginedelle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte sulla risposta <strong>di</strong> startle da parte <strong>degli</strong> stati emozionali positivi enegativi. Testimonianza della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tale metodologia sono i risultati conseguiti daBalaban (1995), la quale adottando un set <strong>di</strong> immagini adatte ad indagare il fenomeno ininfanti <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vita, raffiguranti volti sorridenti, arrabbiati o ad espressione neutra, èriuscita a <strong>di</strong>mostrare l’esistenza della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle già a taleetà.Esiste tuttavia una seconda problematica legata all’utilizzo <strong>di</strong> stimoli nell’indagine dellamodulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle. Normalmente potenziamento e inibizione dellarisposta <strong>di</strong> startle vengono utilizzati per indagare la responsività dell’in<strong>di</strong>viduo ad una serie <strong>di</strong>stimoli connotati affettivamente. Spesso indagando tale fenomeno viene utilizzata laterminologia motivated attention (Lang, Bradley, & Cuthbert, 1997; Schupp, Cuthbert,Bradley, Hillman, Hamm, & Lang, 2004), poiché l’effetto dell’attenzione rivolta agli stimoliaffettivi 3 viene modulato dalla valenza affettiva <strong>degli</strong> stimoli stessi. Tuttavia questopara<strong>di</strong>gma sperimentale non è in grado <strong>di</strong> scindere l’effetto che lo stato attentivo (che èsempre ancorato, cioè rivolto allo stimolo) e lo stato affettivo hanno sulla mo<strong>di</strong>ficazione dellarisposta <strong>di</strong> startle. Poiché infatti sia lo stato attentivo sia lo stato emozionale sono in grado <strong>di</strong>3 Come si è visto nel primo capitolo, una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> attenzione ancorata determina una facilitazione delriflesso, mentre una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non ancoraggio attentivo determina un’inibizione della risposta.47

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