l’intensità della risposta in infanti caratterizzati da uno stato emozionale positivo non variavatra le due età testate, l’intensità della risposta è risultata maggiore a 5 mesi rispetto a 3 mesi ininfanti caratterizzati da uno stato emozionale negativo. La <strong>di</strong>fferenza riscontrata nellamodulazione della risposta alle due età è stata perciò imputata al <strong>di</strong>fferente effettomodulatorio esercitato a 3 e a 5 mesi <strong>di</strong> vita da uno stato emozionale negativo. In particolaresi è ipotizzato che il tipico potenziamento dello startle esercitato da uno stato emozionalenegativo maturi tra i 3 ed i 5 mesi <strong>di</strong> vita (Don<strong>di</strong>, 2008; Franchin, 2006). È possibile infattiipotizzare che le strutture cerebrali coinvolte nella modulazione della risposta <strong>di</strong> startle nonabbiano ancora raggiunto una maturazione completa ai 3 mesi <strong>di</strong> vita.L’utilizzo dell’AIMMSS si è rivelato fondamentale in tale stu<strong>di</strong>o per rilevare ilfenomeno della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle e, grazie alle <strong>di</strong>fferenze rilevatenell’esecuzione della risposta <strong>di</strong> startle, nel <strong>di</strong>mostrare la presenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fferente patternmodulatorio in infanti <strong>di</strong> 3 mesi <strong>di</strong> vita.Da stimoli affettivi ad in<strong>di</strong>ci espressivo-facciali: una nuova proposta per l’indaginedello sviluppo della mo<strong>di</strong>ficazione della risposta <strong>di</strong> startleCome è stato esplicitato nel primo capitolo, il tentativo <strong>di</strong> importare le metodologieadottate nello stu<strong>di</strong>o della mo<strong>di</strong>ficazione dello startle negli adulti ha limitato la <strong>di</strong>ffusionedello startle probe para<strong>di</strong>gm nell’indagine della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startlenei primi mesi <strong>di</strong> vita. In particolare due erano le problematiche fondamentali emerserelativamente alla scarsa <strong>di</strong>ffusione del para<strong>di</strong>gma nella prima infanzia: l’invasività el’intrusività della misurazione elettromiografica (Agnoli et al., 2007) e le problematichederivanti dall’utilizzo <strong>di</strong> immagini connotate affettivamente per l’indagine dellamo<strong>di</strong>ficazione affettiva dello startle nella prima infanzia (Grillon & Baas, 2003).Come è emerso dagli stu<strong>di</strong> che hanno utilizzato l’AIMMSS nell’indagine della rispostanei primi mesi <strong>di</strong> vita (Agnoli et al., 2007; Don<strong>di</strong>, 2008; Don<strong>di</strong> et al., 2005; Franchin, 2006;Franchin et al., 2007), è possibile ottenere una misurazione affidabile dello startle in unamodalità alternativa rispetto alla misurazione effettuata me<strong>di</strong>ante una registrazioneelettromiografica. L’utilizzo dell’AIMMSS consente infatti <strong>di</strong> ottenere una misura obiettivaed affidabile dei parametri della risposta <strong>di</strong> startle esente dai problemi <strong>di</strong> intrusività e<strong>di</strong>nvasività legati all’utilizzo della tecnica elettromiografica nella prima infanzia. Per quantoconcerne la presentazione <strong>di</strong> stimoli nell’indagine della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong>startle sono principalmente due le problematiche legate al loro utilizzo nella prima infanzia.46
La prima, evidenziata da Grillon e Baas (2003), è legata alla <strong>di</strong>fficoltà nell’in<strong>di</strong>viduarestimolazioni dotate <strong>di</strong> un significato affettivo per infanti nei primi mesi <strong>di</strong> vita, in grado cioè<strong>di</strong> modulare affettivamente la risposta <strong>di</strong> startle. Secondo i due autori, in particolare, leimmagini connotate affettivamente utilizzate per l’indagine della modulazione negli adulti,avrebbero una scarsa salienza affettiva durante la prima infanzia. Tale posizione sarebbeavvalorata dai risultati forniti da McManis et al. (McManis, Berg, Bradley, Cuthbert, & Lang,2001), i quali hanno approfon<strong>di</strong>to i significato affettivo delle immagini utilizzate con soggettiadulti nell’indagine della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle in bambini dai 7 ai 10anni (McManis, Berg, Bradley, Cuthbert, & Lang, 2001). Tale stu<strong>di</strong>o ha messo in evidenzacome le immagini dell’International Affective Picture System (il set <strong>di</strong> immaginistandar<strong>di</strong>zzate ideato da Lang per indagare la modulazione affettiva dello startle; Lang, 1995)non fossero adeguate ad indagare il fenomeno durante l’infanzia, poiché non riuscivano(particolarmente nei soggetti <strong>di</strong> sesso maschile) a determinare l’attivazione dei due statimotivazionali, appetitivo ed aversivo, ipotizzati da Lang (1995). Tuttavia, nonostante la<strong>di</strong>fficoltà nell’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> stimoli dotati <strong>di</strong> salienza affettiva durante i primi mesi <strong>di</strong> vita,si ritiene che la presentazione <strong>di</strong> immagini rimanga una valida metodologia per l’indaginedelle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte sulla risposta <strong>di</strong> startle da parte <strong>degli</strong> stati emozionali positivi enegativi. Testimonianza della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tale metodologia sono i risultati conseguiti daBalaban (1995), la quale adottando un set <strong>di</strong> immagini adatte ad indagare il fenomeno ininfanti <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vita, raffiguranti volti sorridenti, arrabbiati o ad espressione neutra, èriuscita a <strong>di</strong>mostrare l’esistenza della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle già a taleetà.Esiste tuttavia una seconda problematica legata all’utilizzo <strong>di</strong> stimoli nell’indagine dellamodulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle. Normalmente potenziamento e inibizione dellarisposta <strong>di</strong> startle vengono utilizzati per indagare la responsività dell’in<strong>di</strong>viduo ad una serie <strong>di</strong>stimoli connotati affettivamente. Spesso indagando tale fenomeno viene utilizzata laterminologia motivated attention (Lang, Bradley, & Cuthbert, 1997; Schupp, Cuthbert,Bradley, Hillman, Hamm, & Lang, 2004), poiché l’effetto dell’attenzione rivolta agli stimoliaffettivi 3 viene modulato dalla valenza affettiva <strong>degli</strong> stimoli stessi. Tuttavia questopara<strong>di</strong>gma sperimentale non è in grado <strong>di</strong> scindere l’effetto che lo stato attentivo (che èsempre ancorato, cioè rivolto allo stimolo) e lo stato affettivo hanno sulla mo<strong>di</strong>ficazione dellarisposta <strong>di</strong> startle. Poiché infatti sia lo stato attentivo sia lo stato emozionale sono in grado <strong>di</strong>3 Come si è visto nel primo capitolo, una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> attenzione ancorata determina una facilitazione delriflesso, mentre una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non ancoraggio attentivo determina un’inibizione della risposta.47
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all’attivazione dei sistemi neura
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