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destro (Y2) dello strumento è risultata essere significativamente più breve rispetto alla latenzaregistrata dal canale sinistro dello strumento (Y1). La lateralizzazione nel parametro dellalatenza della risposta, e nello specifico una latenza più breve sul lato destro del corpo,suggerisce che gli infanti di 5 mesi di vita siano caratterizzati da un bias a destra, comedimostrato da Grattan et al. (1992) nell’indagine del riflesso di prensione palmare. Questorisultato è inoltre in linea con lo studio di Rönnqvist (1995) che ha dimostrato la presenza diun bias a destra nella latenza dei movimenti di abduzione/estensione associati al riflesso diMoro.Per quanto riguarda le analisi effettuate sulla componente facciale della risposta distartle non è stata evidenziata alcuna lateralizzazione né nel parametro della latenza (BabyFACS) né nel parametro dell’intensità (EBS Scale). La discrepanza nei risultati trovati nelledue componenti della risposta di startle può essere connessa alla maggiore sensibilità con cuil’AIMMSS è in grado di rilevare i parametri della risposta di startle rispetto alle altre duemetodologie misurative. In particolare l’elevato campionamento temporale nella raccolta deidati consentito dall’AIMMSS (otto volte maggiore rispetto al campionamento consentito dallatelecamera utilizzata per la registrazione del comportamento facciale dell’infante), può essereconsiderato un elemento fondamentale nella rilevazione delle lievi differenze che possonocaratterizzare l’esecuzione della risposta di startle sui due lati del corpo.La modulazione affettiva della risposta di startle come indice degli stati emozionali positivi enegativi in infanti di 3 e di 5 mesi di vitaLa diffusione dell’indagine della risposta di startle nella ricerca fisiologica eneurofisiologica è legata principalmente al fatto che lo startle può essere utilizzato comesonda o marcatore per rilevare lo stato emozionale presente in un individuo. Come abbiamovisto nel Capitolo 1, le influenze modulatorie degli stati emozionali sulla risposta di startlesono stati approfondite, infatti, in numerose ricerche. In particolare Lang ed i suoi colleghihanno dimostrato come lo startle sia potenziato (minore latenza, maggiore ampiezza) duranteuno stato emozionale negativo, mentre risulti inibito (maggiore latenza, minore ampiezza)durante uno stato emozionale positivo (Lang, 1995; Lang et al., 1998; Lang et al., 2000). Unesiguo numero di ricerche si è servito tuttavia dello startle per indagare gli stati emozionali nelcorso dei primi mesi di vita. Balaban (1995), in particolare, ha dimostrato che lattanti di 5mesi di vita sono in grado di comprendere il significato di espressioni facciali di emozioni,inibendo lo startle durante la visione di immagini raffiguranti un volto sorridente epotenziando la risposta durante la visione di immagini raffiguranti un volto arrabbiato.44

Tuttavia nessuna ricerca ha più replicato tali risultati, né ha mai indagato lamodulazione affettiva della risposta di startle prima dei 5 mesi di vita. È stata perciò condottaun’analisi sperimentale che ha consentito di indagare le influenze modulatorie esercitate daglistati emozionali positivi e negativi sulla risposta di startle in infanti di 3 e di 5 mesi di vita(Dondi, 2008; Franchin, 2006). Mediante l’AIMMSS è stata realizzata un’analisi della latenzae dell’intensità delle risposte di startle elicitate con una stimolazione acustica negli infanti. Glistati emozionali degli infanti sono stati individuati grazie ad un’analisi del comportamentoespressivo-facciale degli infanti. Le espressioni facciali sono state analizzate da duecodificatori indipendenti mediante il sistema di codifica AFFEX (A System for IdentifyingAffect Expressions by Holistic Judgements; Izard, Dougherty, & Hembree, 1983). Talesistema di codifica offre alcuni evidenti vantaggi legati al fatto di poter effettuare dei giudiziolistici, relativamente alle espressioni facciali infantili, sulla base dell’osservazionesimultanea sul volto di specifici pattern motori (Izard, 1982; Izard et al., 1983). Grazieall’utilizzo dell’AFFEX sono state in particolare codificate le espressioni di sorriso e didistress, le quali, secondo Izard, identificano nell’infante, rispettivamente, una condizioneemozionale a tono edonico positivo ed una condizione emozionale a tono edonico negativo(Izard et al., 1983). I bambini sono stati selezionati sulla base di un Affectivity Ratio, un valoreriassuntivo in grado di indicare lo stato emozionale esibito da ciascun infante nel corsodell’esperimento. In particolare, usando tale valore, sono stati selezionati i bambini cheavevano esibito una chiara prevalenza di sorrisi (stato emozionale positivo) ed una chiaraprevalenza di espressioni facciali di distress (stato emozionale negativo) nel corsodell’esperimento. Le analisi hanno perciò confrontato le risposte di startle esibite da infanti di3 e 5 mesi caratterizzati da uno stato emozionale chiaramente negativo e le risposte esibite dainfanti caratterizzati da uno stato emozionale chiaramente positivo.Le analisi hanno rilevato che gli infanti di 5 mesi caratterizzati da uno statoemozionale chiaramente negativo avevano esibito una magnitudine di risposta maggiorerispetto agli infanti caratterizzati da uno stato emozionale chiaramente positivo. Tale risultato,in linea con i dati trovati da Balaban (1995), ha confermato la presenza del fenomeno dellamodulazione affettiva della risposta di startle (in particolare un potenziamento della rispostadurante una condizione emozionale negativa) a 5 mesi di vita. Negli infanti di 3 mesi ètuttavia emerso un trend dei dati differente. In particolare i lattanti che a tale età avevanoesibito nel corso dell’esperimento una chiara prevalenza di espressioni facciali di distress(stato emozionale negativo) tendevano a mostrare una magnitudine minore rispetto ai lattantiche avevano esibito una chiara prevalenza di sorrisi (stato emozionale negativo). Mentre45

destro (Y2) dello strumento è risultata essere significativamente più breve rispetto alla latenzaregistrata dal canale sinistro dello strumento (Y1). La lateralizzazione nel parametro dellalatenza della risposta, e nello specifico una latenza più breve sul lato destro del corpo,suggerisce che gli infanti <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vita siano caratterizzati da un bias a destra, come<strong>di</strong>mostrato da Grattan et al. (1992) nell’indagine del riflesso <strong>di</strong> prensione palmare. Questorisultato è inoltre in linea con lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Rönnqvist (1995) che ha <strong>di</strong>mostrato la presenza <strong>di</strong>un bias a destra nella latenza dei movimenti <strong>di</strong> abduzione/estensione associati al riflesso <strong>di</strong>Moro.Per quanto riguarda le analisi effettuate sulla componente facciale della risposta <strong>di</strong>startle non è stata evidenziata alcuna lateralizzazione né nel parametro della latenza (BabyFACS) né nel parametro dell’intensità (EBS Scale). La <strong>di</strong>screpanza nei risultati trovati nelledue componenti della risposta <strong>di</strong> startle può essere connessa alla maggiore sensibilità con cuil’AIMMSS è in grado <strong>di</strong> rilevare i parametri della risposta <strong>di</strong> startle rispetto alle altre duemetodologie misurative. In particolare l’elevato campionamento temporale nella raccolta deidati consentito dall’AIMMSS (otto volte maggiore rispetto al campionamento consentito dallatelecamera utilizzata per la registrazione del comportamento facciale dell’infante), può essereconsiderato un elemento fondamentale nella rilevazione delle lievi <strong>di</strong>fferenze che possonocaratterizzare l’esecuzione della risposta <strong>di</strong> startle sui due lati del corpo.La modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle come in<strong>di</strong>ce <strong>degli</strong> stati emozionali positivi enegativi in infanti <strong>di</strong> 3 e <strong>di</strong> 5 mesi <strong>di</strong> vitaLa <strong>di</strong>ffusione dell’indagine della risposta <strong>di</strong> startle nella ricerca fisiologica eneurofisiologica è legata principalmente al fatto che lo startle può essere utilizzato comesonda o marcatore per rilevare lo stato emozionale presente in un in<strong>di</strong>viduo. Come abbiamovisto nel Capitolo 1, le influenze modulatorie <strong>degli</strong> stati emozionali sulla risposta <strong>di</strong> startlesono stati approfon<strong>di</strong>te, infatti, in numerose ricerche. In particolare Lang ed i suoi colleghihanno <strong>di</strong>mostrato come lo startle sia potenziato (minore latenza, maggiore ampiezza) duranteuno stato emozionale negativo, mentre risulti inibito (maggiore latenza, minore ampiezza)durante uno stato emozionale positivo (Lang, 1995; Lang et al., 1998; Lang et al., 2000). Unesiguo numero <strong>di</strong> ricerche si è servito tuttavia dello startle per indagare gli stati emozionali nelcorso dei primi mesi <strong>di</strong> vita. Balaban (1995), in particolare, ha <strong>di</strong>mostrato che lattanti <strong>di</strong> 5mesi <strong>di</strong> vita sono in grado <strong>di</strong> comprendere il significato <strong>di</strong> espressioni facciali <strong>di</strong> emozioni,inibendo lo startle durante la visione <strong>di</strong> immagini raffiguranti un volto sorridente epotenziando la risposta durante la visione <strong>di</strong> immagini raffiguranti un volto arrabbiato.44

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