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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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ambino <strong>di</strong> muoversi e <strong>di</strong> toccarsi il volto durante la registrazione, interferendo, in entrambi icasi, con la qualità dei dati ottenuti. Questi limiti, che derivano dalle modalità stesseattraverso le quali viene rilevata la risposta <strong>di</strong> startle, hanno spinto gli stu<strong>di</strong>osi ad utilizzarecon parsimonia il para<strong>di</strong>gma dello startle probe nella ricerca sullo sviluppo, nonostante le suegran<strong>di</strong> potenzialità, coinvolgendo, come abbiamo visto, soltanto bambini sani e relativamentegran<strong>di</strong>, a partire, cioè, dai 2 mesi <strong>di</strong> vita.Un secondo problema a cui la ricerca sulla modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong>startle nei primi mesi <strong>di</strong> vita si è trovata a fare fronte, è legato all’utilizzo <strong>di</strong> stimoli(denominati in letteratura foreground stimuli) in grado <strong>di</strong> determinare uno stato emozionalepositivo o negativo negli infanti. Come in parte hanno <strong>di</strong>mostrato McManis et al. (2001), glistimoli solitamente utilizzati nell’indagine <strong>di</strong> questo fenomeno negli adulti (come ad esempiole immagini della IAPS) risultano spesso privi <strong>di</strong> significato ed inappropriati per i bambini(Grillon & Baas, 2003). Prima <strong>di</strong> adottare un para<strong>di</strong>gma sperimentale basato sullapresentazione <strong>di</strong> stimoli emozionali sarebbe perciò necessaria un’approfon<strong>di</strong>ta riflessionesulle tipologie <strong>di</strong> stimoli realmente salienti per gli infanti. Per comprendere lo sviluppo <strong>degli</strong>stati affettivi è necessario infatti chiedersi come elicitare tali stati nel corso dello sviluppo.Soprattutto a tale domanda la ricerca sullo sviluppo della modulazione affettiva dello startleha cercato <strong>di</strong> trovare una risposta. Su tale domanda la ricerca si è però anche arenata,determinando in parte quel notevole ritardo che caratterizza l’utilizzo dello startle probepara<strong>di</strong>gm nei primi mesi <strong>di</strong> vita rispetto alla <strong>di</strong>ffusione del para<strong>di</strong>gma nello stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong> adulti(Grillon & Baas, 2003). A questo punto ci si potrebbe persino domandare se tale questione siarealmente fondata. Per indagare lo sviluppo della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong>startle è cioè necessario affidarsi ad una metodologia basata sulla presentazione <strong>di</strong> stimoli ingrado <strong>di</strong> determinare uno stato emozionale positivo o negativo negli infanti? Non è possibileinvece indagare lo sviluppo <strong>degli</strong> stati affettivi e della modulazione della risposta basandosi supara<strong>di</strong>gmi sperimentali adatti alla prima infanzia senza che questi derivino necessariamentedallo stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong> adulti? A tali domande la parte sperimentale <strong>di</strong> questo lavoro ha cercato <strong>di</strong>dare risposta, indagando attraverso metodologie e para<strong>di</strong>gmi sperimentali creatiappositamente per la prima infanzia, la modulazione affettiva ed attentiva della risposta <strong>di</strong>startle nei primi mesi <strong>di</strong> vita.33

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