nuovamente esaminati e messi a confronto tra loro utilizzando, tra le altre con<strong>di</strong>zioni, lostartle probe para<strong>di</strong>gm.Allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una situazione sperimentale eticamente accettabile, chemettesse in evidenza la reazione del bambino nei confronti <strong>di</strong> uno stimolo nuovo, essiutilizzarono il para<strong>di</strong>gma, ben conosciuto in letteratura, dello stranger approach (Ainsworth,Blehar, Waters, & Wall, 1978; Ainsworth & Witting, 1969). Tale para<strong>di</strong>gma prevedel’interazione del bambino con un adulto sconosciuto. In presenza dell’estraneo e durantel’interazione con il bambino, gli sperimentatori somministravano per due volte lo stimoloacustico in grado <strong>di</strong> elicitare lo startle. Successivamente latenza e ampiezza del riflesso <strong>di</strong>ammiccamento venivano confrontati con le stesse variabili ottenute nella situazione in cui ilbambino interagiva con la madre (baseline). I risultati mostrarono un potenziamento dellarisposta <strong>di</strong> startle, rispetto alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> controllo, nel gruppo <strong>di</strong> soggetti che a 4 mesiaveva mostrato alcune caratteristiche dell’inibizione comportamentale, mentre questasituazione non determinava alcuna variazione della risposta negli altri due gruppi <strong>di</strong> bambini(Schmidt & Fox, 1998). E’ importante sottolineare che i tre gruppi non si <strong>di</strong>versificavano traloro relativamente ai valori <strong>di</strong> baseline della risposta, mentre le <strong>di</strong>fferenze emergevano inmodo significativo quando si confrontavano i valori registrati durante la situazione-stimolo(presenza dell’estraneo).Analogamente ai risultati ottenuti dalla ricerca condotta dalla Balaban (1995), ancheSchmidt e Fox (1998) hanno messo in evidenza in modo chiaro come lo stato affettivo delbambino sia in grado <strong>di</strong> modulare le caratteristiche della risposta <strong>di</strong> startle, proprio comeavviene nell’adulto. La misurazione dello startle può perciò essere ritenuta una nuova epromettente metodologia per lo stu<strong>di</strong>o dell’ontogenesi dei fenomeni emotivi, dal momentoche è in grado <strong>di</strong> fornire informazioni precise circa la valenza affettiva <strong>degli</strong> eventi percepiti,sin dalle prime settimane <strong>di</strong> vita.Modulazione attentivaNumerose ricerche (Balaba, 1996; Balaban, Anthony, & Graham, 1989; Richards,1998, 2000), allo scopo <strong>di</strong> indagare se nel corso del primo sviluppo si verificano deicambiamenti nelle caratteristiche dell’attenzione selettiva, hanno utilizzato un para<strong>di</strong>gmamesso a punto per la prima volta da Anthony e Graham (1983), il quale prevede lapresentazione <strong>di</strong> uno stimolo <strong>di</strong> sfondo “interessante” oppure “non interessante”, solitamente<strong>di</strong> tipo visivo o u<strong>di</strong>tivo, e, dopo quattro secon<strong>di</strong>, la somministrazione dello stimolo elicitante ilblink (anch’esso <strong>di</strong> tipo visivo o u<strong>di</strong>tivo).30
Come già accennato in precedenza, stu<strong>di</strong>ando un gruppo <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> 16 settimane,Anthony e Graham (1983) registrarono un significativo aumento dell’ampiezza del blinkquando l’attenzione dei soggetti era rivolta verso gli stimoli <strong>di</strong> sfondo “interessanti” e quandolo stimolo elicitante il blink e lo stimolo <strong>di</strong> sfondo con<strong>di</strong>videvano la stessa modalitàsensoriale, cioè erano entrambi <strong>di</strong> tipo visivo oppure u<strong>di</strong>tivo. Questo significa che quandol’attenzione era focalizzata e quando lo stimolo <strong>di</strong> sfondo e lo stimolo elicitante eranocongruenti piuttosto che incongruenti per modalità sensoriale, il picco <strong>di</strong> rumore bianco(modalità u<strong>di</strong>tiva) e il flash <strong>di</strong> luce (modalità visiva) venivano processati con maggioreefficienza dai bambini. Questo aumento o <strong>di</strong>minuzione del blink nelle con<strong>di</strong>zioni congruenti(match) o incongruenti (mismatch) per modalità sensoriale, ha rivelato per la prima volta glieffetti <strong>di</strong> un’attenzione selettiva modale ad un’età molto precoce nell’infanzia (Anthony &Graham, 1983; Richards, 1998, 2000).Con l’obiettivo <strong>di</strong> ampliare e approfon<strong>di</strong>re i dati ottenuti nel corso <strong>degli</strong> anni Ottantada Anthony e Graham (1983, 1985), Richards ha condotto due <strong>di</strong>stinti stu<strong>di</strong> nel 1998 e nel2000: nel primo, utilizzando stimoli <strong>di</strong> sfondo visivi oppure u<strong>di</strong>tivi, cioè <strong>di</strong> tipo unimodale, haindagato un gruppo <strong>di</strong> bambini tra le 8 e le 26 settimane <strong>di</strong> età; nel secondo, pur utilizzando lastessa metodologia precedentemente adottata, ha presentato ai bambini stimoli <strong>di</strong> sfondo <strong>di</strong>tipo multimodale, cioè stimoli composti <strong>di</strong> tipo sia visivo sia u<strong>di</strong>tivo. La novità introdotta daqueste ricerche, oltre al <strong>di</strong>segno longitu<strong>di</strong>nale, era l’utilizzo <strong>di</strong> una nuova metodologiame<strong>di</strong>ante la quale venivano in<strong>di</strong>viduate le <strong>di</strong>verse fasi attentive del bambino (baseline,attenzione sostenuta oppure in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>sancoraggio attentivo) sulla base <strong>di</strong> specifichemo<strong>di</strong>ficazioni della frequenza car<strong>di</strong>aca (Richards, 1997).Entrambi gli stu<strong>di</strong> evidenziarono una modulazione del riflesso <strong>di</strong> ammiccamentodeterminata dalla con<strong>di</strong>zione attentiva <strong>degli</strong> infanti. In particolare, l’ampiezza del blinkaumentava quando l’attenzione del soggetto era rivolta verso lo stimolo <strong>di</strong> sfondo (attenzioneancorata), quando cioè veniva registrata una decelerazione del battito car<strong>di</strong>aco, mentre<strong>di</strong>minuiva quando l’accelerazione della frequenza car<strong>di</strong>aca e il ritorno ai valori <strong>di</strong> baselinein<strong>di</strong>cavano una fase <strong>di</strong> attenzione libera o non ancorata. Richards (1998, 2000) ha, inoltre,messo in evidenza un aumento della modulazione del riflesso al crescere dell’età dei bambini.La facilitazione del blink, cioè il suo aumento in ampiezza, cresceva, infatti, tra le 8 e le 26settimane nella situazione in cui l’attenzione dei soggetti era ancorata, cioè rivolta neiconfronti dello stimolo <strong>di</strong> sfondo. Questo invece non si verificava nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>controllo. Tale risultato implica che tra i 2 e i 6 mesi l’attenzione selettiva, e in particolarel’attenzione sostenuta, sia sottoposta a mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> tipo evolutivo.31
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