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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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percettivamente tra <strong>di</strong>verse espressioni facciali (Haviland & Lelwica, 1987; Langsdorf, Izard,Rayais, & Hembree, 1983), ma non era ancora stato possibile <strong>di</strong>mostrare in modo definitivo lacapacità <strong>di</strong> comprenderne il significato da un punto <strong>di</strong> vista comunicativo.Il para<strong>di</strong>gma dello startle probe è stato utilizzato anche nello stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>fferenzetemperamentali, in particolare nelle indagini relative alle origini dell’inibizione o timidezzacomportamentale (Schmidt & Fox, 1998; Schmidt, Fox, Rubin, Sternberg, Gold, Smith, et al.,1997; Schmidt, Fox, Schulkin, & Gold, 1999). L’inibizione comportamentale riflette unatendenza a mostrare paura e/o una eccessiva circospezione in risposta a stimoli nuovi. Ibambini con un comportamento inibito mostrano, infatti, una <strong>di</strong>fficoltà maggiore rispetto aglialtri bambini nell’avvicinare cose e persone sconosciute, in presenza delle quali reagisconoricercando uno stretto contatto con la madre. Inoltre, questi bambini tendono ad esibire piùfrequentemente emozioni negative (per es. paura, rabbia), manifestando spesso irritabilità edepiso<strong>di</strong> <strong>di</strong> pianto. Queste tendenze comportamentali osservabili nel corso dei primissimi anni<strong>di</strong> vita sembrano costituire un fattore <strong>di</strong> rischio rilevante per lo sviluppo dei <strong>di</strong>sturbi d’ansianell’infanzia e nell’adolescenza (Hirshfeld, Rosenbaum, Biederman, Bolduc, Faraone,Snidman, et al., 1992).L’utilizzo della risposta <strong>di</strong> startle ha assunto in questo contesto un ruolo fondamentalenelle ricerche condotte da Schmidt e Fox (Schmidt & Fox, 1998; Schmidt et al., 1997;Schmidt et al., 1999), impegnati a verificare una ipotesi biologica circa le originidell’inibizione comportamentale (una eccessiva eccitabilità dell’amigdala, v. Kagan, Reznick,& Snidman, 1987, 1988), e quin<strong>di</strong> interessati ad in<strong>di</strong>viduare le caratteristiche che laspecificano sempre più precocemente nel corso dello sviluppo. Questi stu<strong>di</strong>osi ritengono, inparticolare, che il para<strong>di</strong>gma dello startle probe possa fornire informazioni affidabili circa lacon<strong>di</strong>zione emozionale del bambino in età preverbale in risposta a stimoli e situazionimanipolate sperimentalmente. E’ proprio per avere accesso a tali informazioni non<strong>di</strong>rettamente osservabili che Schmidt e Fox (Schmidt & Fox, 1998; Schmidt et al., 1997;Schmidt et al., 1999) si sono serviti ripetutamente del para<strong>di</strong>gma.Questi stu<strong>di</strong>osi, per esempio, hanno indagato longitu<strong>di</strong>nalmente un gruppo <strong>di</strong> bambinia partire dal quarto mese <strong>di</strong> vita. A tale età, sulla base <strong>di</strong> numerose prove comportamentali,registrazioni psicofisiologiche e compilazione <strong>di</strong> questionari da parte delle madri, i bambinisono stati sud<strong>di</strong>visi in tre gruppi, il primo dei quali presentava le caratteristiche chedefiniscono gli aspetti temperamentali propri dell’inibizione comportamentale, cioè frequentimanifestazioni <strong>di</strong> affettività negativa associate ad una elevata attività motoria in risposta allanovità (Kagan & Snidman, 1991). A 9 mesi questi tre gruppi <strong>di</strong> bambini sono stati29

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