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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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La plasticità della risposta <strong>di</strong> startle ha offerto infatti ai ricercatori l’opportunità <strong>di</strong> utilizzaresemplici para<strong>di</strong>gmi facilmente controllabili per stu<strong>di</strong>are vari processi sensoriali, attentivi edemozionali ed i meccanismi neurobiologici ad essi correlati. La natura riflessa della rispostarende inoltre lo startle invulnerabile sia a controlli intenzionali (Ekman et al., 1985) sia aderrori nell’esecuzione della risposta. Oltre a ciò, la risposta <strong>di</strong> startle è presente sin dallanascita e non richiede, per la sua esecuzione, nessun compito motorio <strong>di</strong> tipo volontario néalcun requisito specifico dei partecipanti, una con<strong>di</strong>zione spesso rilevante nell’indaginepsicologica e <strong>di</strong> particolare significato nella ricerca sullo sviluppo, specialmente nei primimesi <strong>di</strong> vita.Sebbene lo stu<strong>di</strong>o dei processi attentivi sia un ambito primario d’indagine nella ricercasulla risposta <strong>di</strong> startle, è soprattutto la ricerca sulle emozioni che ha tratto vantaggidall’utilizzo <strong>di</strong> questo marcatore biologico. Una delle caratteristiche principali della risposta<strong>di</strong> startle modulata dallo stato emozionale <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo è il fatto <strong>di</strong> presentarsi sempre conun tempo <strong>di</strong> latenza assai breve (dai 20 ai 40 ms) in seguito alla presentazione dello stimoloelicitante. Tale fatto implica che, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> molte altre reazioni <strong>di</strong> tipo emotivo (ad esempiole espressioni facciali), la modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle non sia legata anessun meccanismo <strong>di</strong> tipo cosciente o intenzionale, né possa essere ricondotta ad unacomunicazione socio affettiva (Bradley et al., 1999). La nozione che la risposta <strong>di</strong> startlepossa rivelare la valenza affettiva <strong>di</strong> uno stato affettivo o <strong>di</strong> uno stato motivazionale <strong>di</strong> unin<strong>di</strong>viduo risulta particolarmente attraente per la ricerca psicologica, soprattutto poiché taleproprietà non è presente in nessun altro in<strong>di</strong>ce psicofisiologico tra<strong>di</strong>zionale, come ad esempiola misura elettrodermica o car<strong>di</strong>ovascolare (Grillon & Baas, 2003). Sebbene sia possibileindagare lo stato emotivo <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo utilizzando misure self-report, tali metodologierisentono fortemente <strong>di</strong> fattori quali la percezione in<strong>di</strong>viduale, le caratteristiche del compito ele <strong>di</strong>storsioni intenzionali del soggetto. Inoltre le misure self-report non possono essereutilizzate negli infanti <strong>di</strong> pochi mesi <strong>di</strong> vita. Poiché l’elicitazione della risposta <strong>di</strong> startle nonrichiede nessuna abilità verbale e nessun controllo volontario, il para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> startle si ponepotenzialmente come una importante metodologia per l’indagine dello sviluppo affettivo (ve<strong>di</strong>Appen<strong>di</strong>ce teorica).Nonostante gli importanti risultati ottenuti dalla ricerca neuroscientifica, e nonostantetali premesse, l’utilizzo dello startle probe para<strong>di</strong>gm non ha trovato una <strong>di</strong>ffusa applicazionenella ricerca sullo sviluppo. Il suo utilizzo nei primi mesi <strong>di</strong> vita ha tuttavia portato dei dati <strong>di</strong>grande interesse sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o dei processi affettivi sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>odei processi attentivi. Di seguito verranno <strong>di</strong>scussi i principali contributi scientifici in cui si27

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