processamento <strong>di</strong> emozioni positive interagiscano con il circuito neurale primario dello startle.Ad oggi infatti si conosce solamente che parte del circuito neurale esistente tra nucleusaccumbens e globus pallidus (che governa comportamenti legati alla ricompensa) siaimportante per la riduzione della risposta <strong>di</strong> startle in presenza <strong>di</strong> uno stimolo che pre<strong>di</strong>ca unaricompensa (Koch, 1999).La modulazione attentiva della risposta <strong>di</strong> startleLo stu<strong>di</strong>o della mo<strong>di</strong>ficazione dello startle conseguente all’azione dei processi attentivi,come si è visto nel caso della pre-pulse inhibition, è oggetto d’indagine sin dagli anni ’70(Graham, 1975). A partire da allora si sono moltiplicati gli stu<strong>di</strong> che hanno approfon<strong>di</strong>tol’utilizzo dello startle come misura operazionale dello stato attentivo e del processamentoattentivo <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo. Come è successo nello stu<strong>di</strong>o dei processi affettivi, anche glistu<strong>di</strong>osi dell’attenzione si sono infatti serviti delle caratteristiche modulatorie proprie dellostartle per indagare alcuni aspetti del sistema attentivo e, in particolare, per mettere inevidenza l’influenza esercitata dai processi cognitivi sulle attività <strong>di</strong> natura riflessa. E’ statoscoperto, infatti, nell’adulto, e confermato ripetutamente anche nelle prime fasi dello sviluppo,che latenza ed ampiezza del blink sono modulate dalle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni attentive in cui sitrova l’organismo (Anthony & Graham, 1983, 1985; Balaban, 1996; Richards, 1998, 2000). Inparticolare, l’ampiezza del blink risulta potenziata quando l’attenzione è focalizzata e quandola modalità sensoriale, acustica o visiva, dello stimolo oggetto <strong>di</strong> attenzione e dello stimoloelicitante lo startle sono congruenti (per esempio un brano musicale <strong>di</strong> sottofondo e un picco<strong>di</strong> rumore bianco, oppure uno stimolo visivo e un flash <strong>di</strong> luce abbagliante). Questaparticolare modulazione attentiva del blink, scoperta grazie al para<strong>di</strong>gma sperimentale messoa punto da Anthony e Graham (1983, 1985), viene ritenuta la <strong>di</strong>mostrazione che l’attenzionepuò essere selettiva nei confronti delle <strong>di</strong>verse modalità sensoriali, e quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>mostrazioneche esistono sistemi attentivi modalità-specifici sostenuti da strutture e percorsi neurali <strong>di</strong>versi(Richards, 1998, 2000).La risposta <strong>di</strong> startle nell’indagine sulle prime fasi dello sviluppoDa quanto detto sin d’ora, si può quin<strong>di</strong> evincere che l’importanza attribuita dallaricerca neuroscientifica allo stu<strong>di</strong>o della risposta <strong>di</strong> startle può essere ricondotta ai numerosivantaggi che lo startle offre quale misura psicofisiologica nell’indagine dei processiemozionali e attentivi. Uno dei fattori primari del <strong>di</strong>ffuso utilizzo sperimentale della risposta ècertamente il fatto che lo startle rappresenta una risposta fisiologica altamente manipolabile.26
La plasticità della risposta <strong>di</strong> startle ha offerto infatti ai ricercatori l’opportunità <strong>di</strong> utilizzaresemplici para<strong>di</strong>gmi facilmente controllabili per stu<strong>di</strong>are vari processi sensoriali, attentivi edemozionali ed i meccanismi neurobiologici ad essi correlati. La natura riflessa della rispostarende inoltre lo startle invulnerabile sia a controlli intenzionali (Ekman et al., 1985) sia aderrori nell’esecuzione della risposta. Oltre a ciò, la risposta <strong>di</strong> startle è presente sin dallanascita e non richiede, per la sua esecuzione, nessun compito motorio <strong>di</strong> tipo volontario néalcun requisito specifico dei partecipanti, una con<strong>di</strong>zione spesso rilevante nell’indaginepsicologica e <strong>di</strong> particolare significato nella ricerca sullo sviluppo, specialmente nei primimesi <strong>di</strong> vita.Sebbene lo stu<strong>di</strong>o dei processi attentivi sia un ambito primario d’indagine nella ricercasulla risposta <strong>di</strong> startle, è soprattutto la ricerca sulle emozioni che ha tratto vantaggidall’utilizzo <strong>di</strong> questo marcatore biologico. Una delle caratteristiche principali della risposta<strong>di</strong> startle modulata dallo stato emozionale <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo è il fatto <strong>di</strong> presentarsi sempre conun tempo <strong>di</strong> latenza assai breve (dai 20 ai 40 ms) in seguito alla presentazione dello stimoloelicitante. Tale fatto implica che, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> molte altre reazioni <strong>di</strong> tipo emotivo (ad esempiole espressioni facciali), la modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle non sia legata anessun meccanismo <strong>di</strong> tipo cosciente o intenzionale, né possa essere ricondotta ad unacomunicazione socio affettiva (Bradley et al., 1999). La nozione che la risposta <strong>di</strong> startlepossa rivelare la valenza affettiva <strong>di</strong> uno stato affettivo o <strong>di</strong> uno stato motivazionale <strong>di</strong> unin<strong>di</strong>viduo risulta particolarmente attraente per la ricerca psicologica, soprattutto poiché taleproprietà non è presente in nessun altro in<strong>di</strong>ce psicofisiologico tra<strong>di</strong>zionale, come ad esempiola misura elettrodermica o car<strong>di</strong>ovascolare (Grillon & Baas, 2003). Sebbene sia possibileindagare lo stato emotivo <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo utilizzando misure self-report, tali metodologierisentono fortemente <strong>di</strong> fattori quali la percezione in<strong>di</strong>viduale, le caratteristiche del compito ele <strong>di</strong>storsioni intenzionali del soggetto. Inoltre le misure self-report non possono essereutilizzate negli infanti <strong>di</strong> pochi mesi <strong>di</strong> vita. Poiché l’elicitazione della risposta <strong>di</strong> startle nonrichiede nessuna abilità verbale e nessun controllo volontario, il para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> startle si ponepotenzialmente come una importante metodologia per l’indagine dello sviluppo affettivo (ve<strong>di</strong>Appen<strong>di</strong>ce teorica).Nonostante gli importanti risultati ottenuti dalla ricerca neuroscientifica, e nonostantetali premesse, l’utilizzo dello startle probe para<strong>di</strong>gm non ha trovato una <strong>di</strong>ffusa applicazionenella ricerca sullo sviluppo. Il suo utilizzo nei primi mesi <strong>di</strong> vita ha tuttavia portato dei dati <strong>di</strong>grande interesse sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o dei processi affettivi sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>odei processi attentivi. Di seguito verranno <strong>di</strong>scussi i principali contributi scientifici in cui si27
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