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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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Bradley, Berg, Cuthbert, & Lang, 2001; Springer, Rosas, McGetrick, & Bowers, 2007), nellostu<strong>di</strong>o dell’attenzione (Ashare, Hawk, & Mazzullo, 2007; Balaban, 1996; Filion, Dawson, &Shell, 1993; Lang, Simons, & Balaban, 1997; Ornitz, 1999) e più in generale nella ricercapsicofisiologica (Davis, 1984; Davis, Hichcock, & Rosen, 1987; Dawson, Schell, & Böhmelt,1999; Kettle, Andrewes, & Allen, 2006; Lang et al., 2000; Ornitz, Russell, Yuan, & Liu, 1996;McDowell, Brown, Lazar, Camchong, Sharp, Krebs-Thomson, et al., 2006). Come vedremonel corso <strong>di</strong> questo capitolo, tuttavia, questi vantaggi si riducono sensibilmente nella ricercasullo sviluppo, la quale deve invece fare i conti con l’invasività, per quanto moderata, el’intrusività che caratterizzano la registrazione elettromiografica, in particolare nei primi mesi<strong>di</strong> vita.La scoperta della mo<strong>di</strong>ficabilità della risposta <strong>di</strong> startleDopo aver analizzato le caratteristiche funzionali e strutturali, ed aver approfon<strong>di</strong>to lemodalità sviluppate per elicitare e misurare la risposta <strong>di</strong> startle, rimangono ora da chiarire imotivi che hanno spinto la ricerca neuroscientifica ad attribuire tale importanza allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>un “semplice riflesso”. Lo startle, come si è anticipato all’inizio del capitolo, può esseremo<strong>di</strong>ficato da <strong>di</strong>versi fenomeni, tuttavia la ricerca si è concentrata principalmente sullemo<strong>di</strong>ficazioni della risposta indotta da fenomeni <strong>di</strong> natura attentiva e fenomeni <strong>di</strong> naturaemozionale. La ricerca ha quin<strong>di</strong> scoperto le con<strong>di</strong>zioni che consentono <strong>di</strong> modulare,potenziandola o inibendola, la risposta <strong>di</strong> startle e se ne è servita come in<strong>di</strong>ce, marcatore oprobe (sonda) per inferire attività cognitive, motivazionali o emozionali non <strong>di</strong>rettamenteosservabili. In psicologia, in particolare, la risposta <strong>di</strong> startle viene utilizzata come in<strong>di</strong>ce deicambiamenti <strong>di</strong> tipo psicofisiologico le cui fluttuazioni <strong>di</strong>pendono da attività psicologiche,come i processi cognitivi o le emozioni.Già nel 1863 Sechenov (Sechenov, 1863/1965) descriveva un fenomeno secondo cui iriflessi potevano essere ampiamente mo<strong>di</strong>ficati da cambiamenti che avvenivano nell’ambientesensoriale. Contrariamente a quanto si credeva, infatti, i riflessi non sono reazioni stereotipatee invarianti, ma piuttosto sono altamente mo<strong>di</strong>ficabili da una varietà <strong>di</strong> eventi ambientali, equin<strong>di</strong> <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni psicofisiche, che precedono o che si verificano simultaneamente alla loroelicitazione (Ison & Hoffman, 1983). È però solo a partire dagli anni ’70 del secolosuccessivo sotto la spinta dei lavori condotti da stu<strong>di</strong>osi come Graham e Davis (Davis &Astrachan, 1978; Graham, 1975), che l’indagine della mo<strong>di</strong>ficazione della risposta <strong>di</strong> startleha subito una incremento esponenziale (Filion et al., 1998). Graham, in particolare, sostenevache la mo<strong>di</strong>ficazione dello startle poteva essere considerata un importante strumento per la16

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