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TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

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La conseguenza più evidente risultante dall’utilizzo <strong>di</strong> una stimolazione visiva èinvece una rapida chiusura dell’occhio determinata dal riflesso <strong>di</strong> ammiccamento palpebrale,la prima componente della complessa risposta motoria che caratterizza lo startle. L’utilizzo <strong>di</strong>questa modalità <strong>di</strong>fficilmente si associa infatti ad una reazione motoria completa (Yeomans etal., 2002). Per elicitare il riflesso vengono solitamente utilizzati dei brevi flash <strong>di</strong> luce <strong>di</strong>rettinegli occhi dei soggetti. Questa tecnica è <strong>di</strong>ffusa in particolar modo nella pratica pe<strong>di</strong>atriconeurologica,laddove la corretta esecuzione del riflesso è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> integrità del SNCdell’infante (Prechtl & Beintema, 1964).L’utilizzo <strong>di</strong> stimoli u<strong>di</strong>tivi è certamente la tecnica più utilizzata in letteratura perl’indagine dello startle (Balaban, 1996; Berg & Balaban, 1999; Yeomans & Frankland, 1996;Dawson, Schell, & Böhmelt, 1999). La risposta viene elicitata me<strong>di</strong>ante stimoli acustici brevi,improvvisi e <strong>di</strong> una certa intensità. Negli stu<strong>di</strong> pionieristici sulla risposta <strong>di</strong> startle condotti daLan<strong>di</strong>s e Hunt (Hunt, Clarke, & Hunt, 1936; Hunt & Lan<strong>di</strong>s, 1938; Lan<strong>di</strong>s & Hunt, 1939), lostartle veniva provocato con uno sparo <strong>di</strong> pistola. Ovviamente, con il passare <strong>degli</strong> anni e conl’affinarsi delle conoscenze sullo startle sono state elaborate delle tecniche meno invasive perelicitare il riflesso: solitamente oggi vengono utilizzati dei brevi picchi <strong>di</strong> rumore bianco conun’intensità superiore agli 80 dB (Berg & Balaban, 1999; Balaban, 1996; Filion, Dawson, &Schell, 1993, 1998; Yeomans et al., 2002). L’utilizzo della modalità acustica si è <strong>di</strong>ffusoinnanzitutto poiché, rispetto alle tecniche precedentemente descritte, prevede unasomministrazione <strong>degli</strong> stimoli relativamente semplice. Inoltre, l’utilizzo <strong>di</strong> stimoli acustici<strong>di</strong>fficilmente interferisce con i compiti sperimentali richiesti al soggetto, che solitamente, perquanto riguarda la ricerca con la risposta <strong>di</strong> startle, prevedono la presentazione <strong>di</strong> immagini.Sebbene lo startle possa essere provocato utilizzando <strong>di</strong>verse modalità sensoriali, glistimoli devono possedere alcune proprietà fisiche essenziali per essere in grado <strong>di</strong> elicitare larisposta. Le due proprietà ritenute centrali in letteratura (Blumenthal & Goode, 1991) per loscaturire del riflesso, sono il carattere improvviso e l’intensità dello stimolo. Questi dueparametri sono infatti in grado <strong>di</strong> influenzare l’intensità, la probabilità e la velocità <strong>di</strong>comparsa della risposta. Per quanto riguarda in particolare gli stimoli acustici, questi devonoperciò essere caratterizzati da un tempo <strong>di</strong> ascesa (il tempo necessario allo stimolo perraggiungere il massimo della sua intensità) pressoché imme<strong>di</strong>ato e da un’intensità che superigli 80 dB (Berg & Balaban, 1999). Lo startle è inoltre sensibile al fenomeno dellasommazione <strong>degli</strong> stimoli. Somministrando, cioè, contemporaneamente due o più stimoli, lostartle risulta maggiore rispetto alla somministrazione <strong>di</strong> un singolo stimolo, ed, in particolare,l’intensità della risposta risulta proporzionale alla somma dell’intensità delle stimolazioni11

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