13.07.2015 Views

TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

TESI_FILE INTERO - Università degli Studi di Ferrara

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Cuthbert, & Lang, 1993; Lang, 1995). Anche gli stu<strong>di</strong>osi dell’attenzione si sono serviti dellecaratteristiche modulatorie proprie dello startle per indagare alcuni aspetti del sistemaattentivo e, in particolare, per mettere in evidenza l’influenza esercitata dai processi cognitivisulle attività <strong>di</strong> natura riflessa. E’ stato scoperto, infatti che latenza ed ampiezza dello startlesono modulate dalle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni attentive in cui si trova l’organismo (Anthony &Graham, 1983, 1985; Balaban, 1996). In particolare, l’ampiezza della risposta risultapotenziata quando l’attenzione è focalizzata e quando la modalità sensoriale, acustica o visiva,dello stimolo oggetto <strong>di</strong> attenzione e dello stimolo elicitante lo startle sono congruenti (peresempio, un brano musicale <strong>di</strong> sottofondo e un picco <strong>di</strong> rumore bianco, oppure uno stimolovisivo e un flash <strong>di</strong> luce abbagliante).Sebbene l’indagine della risposta <strong>di</strong> startle non abbia trovato una <strong>di</strong>ffusa applicazionenella ricerca sullo sviluppo, il suo utilizzo nei primi mesi <strong>di</strong> vita ha portato risultati <strong>di</strong> grandeinteresse sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o dei processi affettivi, sia nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o deiprocessi attentivi. Grazie all’indagine della modulazione affettiva della risposta <strong>di</strong> startle inlattanti <strong>di</strong> 5 mesi, Balaban (1995) è riuscita a <strong>di</strong>mostrare che a tale età gli infanti sono in grado<strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare e <strong>di</strong> comprendere il significato affettivo <strong>di</strong> alcune espressioni facciali,inibendo la risposta durante la visione <strong>di</strong> immagini raffiguranti volti sorridenti (in grado <strong>di</strong>determinare, secondo l’autrice, uno stato emozionale positivo), e potenziando la rispostadurante la visione <strong>di</strong> volti arrabbiati (in grado <strong>di</strong> determinare, secondo l’autrice, uno statoemozionale negativo). Inoltre, in due stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinti Richards nel 1998 e nel 2000, haapprofon<strong>di</strong>to gli effetti modulatori dell’attenzione sullo startle nelle prime fasi dello sviluppo.Entrambi gli stu<strong>di</strong> hanno evidenziato una modulazione della risposta <strong>di</strong> startle determinatadalla con<strong>di</strong>zione attentiva <strong>degli</strong> infanti. In particolare, a partire dai 3 mesi <strong>di</strong> vita, la latenza<strong>di</strong>minuiva e l’ampiezza aumentava (facilitazione o potenziamento della risposta) quandol’attenzione del soggetto era rivolta verso lo stimolo <strong>di</strong> sfondo (attenzione ancorata), mentre lalatenza aumentava e l’ampiezza <strong>di</strong>minuiva (inibizione della risposta) durante una fase <strong>di</strong>attenzione libera o non ancorata (Richards, 2000).L’analisi della risposta <strong>di</strong> startle sembra essere in grado <strong>di</strong> fornire, quin<strong>di</strong>,informazioni essenziali circa lo sviluppo delle emozioni e dell’attenzione, proponendosi comeuna nuova e preziosa metodologia utilizzabile sin dalle prime settimane <strong>di</strong> vita. Tuttavia, lericerche pubblicate sono molto poche e questo para<strong>di</strong>gma stenta ancora oggi ad assumere unruolo centrale nella ricerca sullo sviluppo umano. Probabilmente le ragioni fondamentali chegiustificano questo ritardo rispetto alla notevole <strong>di</strong>ffusione del para<strong>di</strong>gma nello stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong>adulti, sono essenzialmente due: l’intrusività e l’invasività della misurazione che2

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!