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effetti di estratti vegetali - Tec.bio

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Con gli <strong>estratti</strong> <strong>vegetali</strong>il pero si sviluppa meglioIn Emilia-Romagna il pero trova l'ambienteottimale per esaltare le proprie potenzialitàqualitative e quantitative. Tuttavia la sua coltivazionecon il metodo <strong>bio</strong>logico ha scarsa <strong>di</strong>ffusionerispetto ad altre specie frutticole, a causa <strong>di</strong>problematiche <strong>di</strong> natura agronomica (ad esempiola suscettibilità alla clorosi ferrica delle combinazionid’innesto che prevede il cotogno) e fitosanitaria(<strong>di</strong>sponibilità limitata <strong>di</strong> mezzi tecnici efficaci,elevato numero <strong>di</strong> interventi).Gli <strong>estratti</strong> naturali ottenuti dalla macerazione inacqua della porzione epigea <strong>di</strong> alcune specie erbacee(es. Urtica <strong>di</strong>oica, Amaranthus retroflexus) si sono<strong>di</strong>mostrati in grado, a basse concentrazioni, <strong>di</strong>migliorare lo stato nutrizionale e lo sviluppo vegetativodel pesco e del pero allevati in ambiente controllato.Ciò può <strong>di</strong>pendere dalla presenza negli<strong>estratti</strong> <strong>di</strong> molecole organiche chelanti naturali deglielementi minerali e <strong>di</strong> sostanze <strong>bio</strong>-regolatrici. Questirisultati sono stati confermati dall’identificazione(in <strong>estratti</strong> <strong>di</strong> alcune specie erbacee) <strong>di</strong> sostanzein grado <strong>di</strong> stimolare la proliferazione <strong>di</strong> funghimicorrizici e dei batteri presenti sulla lamina fogliare(fillosfera), alcuni dei quali in grado <strong>di</strong> produrresiderofori e citochinine a partire dal metabolismo<strong>di</strong> zuccheri, alcool ed aci<strong>di</strong> organici.Tuttavia è da sottolineare come, a concentrazionipiù elevate, gli <strong>estratti</strong> <strong>vegetali</strong> hanno inibitola crescita dei germogli e l’attività fotosintetica <strong>di</strong>Tab. 1 - Effetto dei trattamenti sul pesosecco totale delle piante grammia fine prova (ottobre 2008).TrattamentoPeso secco totale della pianta (g)A. retroflexusE. arvenseU. <strong>di</strong>oicaApplic. suolo426372426Applic. fogliare373405339Significatività*(2SEM = 44)N. B. Tesi controllo: peso secco totale della pianta = 377 g*Interazione trattamento x modalità significativa all’1%. Interazionetrattamento x dose e trattamento x dose x modalità non significativa.Differenze tra valori: 2 SEM in<strong>di</strong>cano significatività statisticapiante <strong>di</strong> actini<strong>di</strong>a. Irrorazioni alla chioma <strong>di</strong>macerato <strong>di</strong> Equisetum arvense sono risultate efficacinella riduzione dello spacco delle ciliegie,mentre l’apporto al suolo ha significativamenteincrementato l’attività vegetativa <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> peroed actini<strong>di</strong>a in vaso. È noto, inoltre, che i tessuti<strong>di</strong> A. retroflexus contengono chelanti naturali delferro e per questo rappresentano una potenzialealternativa all’impiego <strong>di</strong> chelati <strong>di</strong> ferro sintetici,una pratica agronomica eccezionalmenteammessa per curare la clorosi ferrica nei fruttetigestiti col metodo <strong>di</strong> agricoltura <strong>bio</strong>logica.Foglie e frutti interrati <strong>di</strong> Melia azedarach L. hannoinfluenzato la <strong>di</strong>sponibilità degli elementinutritivi nel suolo (ad esempio, l’azoto) e nei tes-GIOVAMBATTISTASORRENTIELENA BALDIMORENO TOSELLIBRUNO MARANGONIDipartimento<strong>di</strong> Colture Arboree,Università <strong>di</strong> BolognaTab. 2 - Effetto dei trattamenti sul contenuto <strong>di</strong> clorofilla in due epoche e concentrazione fogliaredei nutrienti nella seconda stagione <strong>di</strong> sperimentazione.TrattamentoModalità Dose Contenuto <strong>di</strong> clorofilla fogliare (Unità Spad) Concentrazione dei macroelementi (% s.s.)ControlloFe-chelatoFeSO4Amaranto+ FeSO4AmarantoAmarantoAmarantoAmarantoSuoloSuoloSuoloSuoloFogliareSuoloFogliareSignificatività30 g/l30 g/l15 g/l15 g/lMaggio15,6 c 133,6 a16,1 c23,7 b21,9 b15,4 c21,8 b17,4 bc***Giugno12,7 d25,1 a20,0 bc21,1 ab23,5 ab15,9 cd20,6 ab15,3 d***N1,07 c0,99 c1,15 bc1,30 ab1,37 a1,18 abc1,19 abc1,11 bc*P0,160,10,120,150,170,20,170,14nsK0,61 b0,63 b0,55 b0,82 ab1,05 a0,89 ab0,74 ab0,55 b*Ca1,351,221,511,681,331,851,51,25nsMg0,37 cd0,39 cd0,47 ab0,38 cd0,32 d0,48 a0,41 abc0,40 bc**1All’interno <strong>di</strong> ogni colonna, valori contrassegnati da lettere <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>fferiscono statisticamente tra loro (P< – 0,05). Separazione delle me<strong>di</strong>e effettuata con il test LSD.ns, *, ** e ***: effetto del trattamento non significativo e significativo al 5%, 1% e 0,1%, rispettivamente91OTTOBRE2009


INSERTO • FRUTTICOLTURA BIOLOGICAFoto 1a, 1b, 1c -Distribuzionee successivointerramento in pienocampo <strong>di</strong> frutti (foto1a) e foglie (foto 1b)<strong>di</strong> Melia azedarachalla dose <strong>di</strong> 0,5 kge 1,5 kg <strong>di</strong> pesofresco per pianta,rispettivamente.Tab. 3 - Effetto dei trattamenti sulla<strong>bio</strong>massa microbica del suolo campionatotra 5 e 30 cm <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà (ottobre 2008).TrattamentoControlloEstratto <strong>di</strong> AmarantoEstratto <strong>di</strong> UrticaFoglie <strong>di</strong> M. azedarachFrutti <strong>di</strong> M. azedarachSignificativitàBiomassa microbica(mg C/g suolo )206 bc252 ab276 a179 c301 a**: effetto del trattamento significativo al 5%suti <strong>vegetali</strong> e, conseguentemente, lo sviluppo <strong>di</strong>piante <strong>di</strong> pesco.L’attività <strong>di</strong> sperimentazione che riportiamo <strong>di</strong>seguito ha inteso valutare l’efficacia <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi derivatinaturali sullo stato nutrizionale, lo sviluppovegeto-produttivo e la fisiologia del pero.L’EFFETTO NUTRIZIONALEE BIOSTIMOLANTEUna prima sperimentazione ha valutato l’effetto nutrizionalee <strong>bio</strong>stimolante <strong>di</strong> tre <strong>estratti</strong> <strong>vegetali</strong> apportatiin soluzione acquosa: U. <strong>di</strong>oica,A. retroflexuse E. arvense. Ogni estratto è stato utilizzato a 2 concentrazioni(15 e 30 g/l),con due <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong>applicazione (fogliare ed al suolo) e confrontato conun controllo non trattato. In una seconda prova, invece,è stata verificata l’efficacia nella prevenzionedella clorosi ferrica dell’estratto <strong>di</strong> A. retroflexus apportatoa 2 concentrazioni (15 e 30 g/l), con 2 modalità<strong>di</strong> somministrazione (fogliare ed al suolo),me<strong>di</strong>ante il confronto con piante <strong>di</strong> controllo, piantefertilizzate al suolo con chelato <strong>di</strong> ferro sintetico(4,16 g/l) e piante fertilizzate con solfato <strong>di</strong> ferro -FeSO4(543 mg/l) sia da solo,sia in miscela con estratto<strong>di</strong> A. retroflexus alla concentrazione <strong>di</strong> 30 g/l.Entrambe le sperimentazioni, <strong>di</strong> durata biennale,sono state condotte in ambiente controllatoutilizzando astoni della cultivar Abate Fétel, innestatasu cotogno Sydo. Per entrambe le prove, dallaripresa vegetativa a giugno, sono state effettuate6-10 applicazioni, apportando ad ogni interventocirca 200 millilitri <strong>di</strong> soluzione per i trattamential suolo e fino allo sgocciolamento perquelli fogliari. Infine, nel 2008, è stata valutatal’efficacia degli <strong>estratti</strong> <strong>di</strong> amaranto, <strong>di</strong> ortica e <strong>di</strong>derivati (foglie e frutti) <strong>di</strong> Melia azedarach sul comportamentovegeto-produttivo <strong>di</strong> alberi adulti <strong>di</strong>pero Abate Fétel/Sydo. Gli <strong>estratti</strong> sono stati <strong>di</strong>stribuitiin fertirrigazione (18 grammi <strong>di</strong> sostanzasecca/pianta/intervento), mentre le foglie e i frutti<strong>di</strong> melia sono stati interrati a 10 centimetri <strong>di</strong>profon<strong>di</strong>tà sulla fila (foto 1a, 1b, 1c).I RISULTATI DELLE PROVEAl termine della prova le piante con<strong>di</strong>zionate alsuolo con estratto <strong>di</strong> ortica e <strong>di</strong> amaranto ad entrambele concentrazioni hanno presentato un incre-Foto Arch. Dip. Colture arboree, Università <strong>di</strong> Bologna1aFoto Arch. Dip. Colture arboree, Università <strong>di</strong> Bologna1b92OTTOBRE2009


Foto Arch. Dip. Colture arboree, Università <strong>di</strong> Bologna1cmento significativo del peso secco totale della pianta(tabella 1 <strong>di</strong> pagina 91) e del <strong>di</strong>ametro del fusto.I risultati sembrano confermare l’effetto <strong>di</strong> stimoloriconducibile alle proprietà <strong>bio</strong>regolatricipresenti negli <strong>estratti</strong> a seguito della somministrazioneper via ra<strong>di</strong>cale. Le analisi volte a verificarelo stato nutrizionale delle piante (contenuto<strong>di</strong> clorofilla e concentrazione dei nutrientinelle foglie) non hanno evidenziato <strong>effetti</strong> imputabilial trattamento. La concentrazione fogliare<strong>di</strong> tutti i nutrienti (espressa sul peso secco) èrisultata nella norma per la specie, ad eccezionedell’azoto (0,99 %) e del rame (5,65 ppm= partiper milione), al <strong>di</strong> sotto dei valori consideratiottimali.I sintomi <strong>di</strong> clorosi ferrica, evidenti sulle piante<strong>di</strong> controllo, hanno consentito <strong>di</strong> verificare l’efficaciadell’estratto <strong>di</strong> amaranto nella prevenzionedella fisiopatia. Rispetto alle piante <strong>di</strong> controlloi valori <strong>di</strong> clorofilla fogliare sono stati significativamenteincrementati dall’apporto al suolo<strong>di</strong> chelato <strong>di</strong> ferro e, seppur in misura minore,dall’impiego <strong>di</strong> estratto <strong>di</strong> amaranto per via ra<strong>di</strong>calead entrambe le concentrazioni in<strong>di</strong>pendentementedall’aggiunta o meno del solfato <strong>di</strong> ferro(tabella 2 <strong>di</strong> pagina 91).Inoltre, le piante fertilizzate al suolo con chelato<strong>di</strong> ferro ed estratto <strong>di</strong> amaranto in miscela con solfato<strong>di</strong> ferro hanno fatto registrare i maggiori incrementisul peso secco cumulato dei <strong>di</strong>versi organi(dati non riportati), probabilmente grazie ai beneficiricevuti sulla nutrizione ferrica. Questo risultatoconfermerebbe l’efficacia degli <strong>estratti</strong> <strong>di</strong> amaranto,già alla dose più <strong>di</strong>luita, nel solubilizzare erendere <strong>di</strong>sponibile per l’assorbimento ra<strong>di</strong>cale ilferro naturalmente presente nel suolo.Al contrario, il ripetuto apporto <strong>di</strong> solfato <strong>di</strong> ferroal suolo, analogamente alle irrorazioni con estratto<strong>di</strong> amaranto alla chioma, non è stato in grado<strong>di</strong> prevenire l’insorgenza dei sintomi <strong>di</strong> ferro-deficienza.È noto, infatti, come l’apporto esclusivo delsolfato <strong>di</strong> ferro al suolo non comporti alcun beneficiosulla nutrizione ferrica delle piante, in quantoil sale <strong>di</strong> ferro somministrato in terreni calcareiviene rapidamente ossidato ed insolubilizzato a<strong>di</strong>drossido, così come riportato in <strong>di</strong>verse evidenzesperimentali. L’irrorazione alla chioma dell’estratto,d’altro canto, non ha fornito risultati sod<strong>di</strong>sfacenti,probabilmente in virtù delle dosi limitate apportateper via fogliare rispetto alle necessità nutrizionalidegli astoni durante la fase <strong>di</strong> crescita vegetativa.Analogamente a quanto già osservato, leanalisi condotte sulle foglie delle piante a fine provahanno rivelato concentrazioni <strong>di</strong> nutrienti nellanorma per la specie, ad eccezione dell’azoto edel rame, al <strong>di</strong> sotto dei valori considerati ottimali.Tuttavia, le piante fertilizzate con estratto <strong>di</strong> amaranto,soprattutto quando apportato al suolo, hannopresentato valori superiori nella concentrazionefogliare <strong>di</strong> azoto e potassio rispetto agli altritrattamenti (tabella 2), in<strong>di</strong>cando un effetto beneficodell’estratto sull’assorbimento ra<strong>di</strong>cale deinutrienti.I trattamenti in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> campo non hannomo<strong>di</strong>ficato il comportamento vegetativo e le performancequali-quantitative degli alberi. Tuttavia, gli<strong>estratti</strong> <strong>di</strong> ortica e l’interramento <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> meliahanno influenzato positivamente la <strong>bio</strong>massamicrobica del suolo (tabella 3).I PREPARATI PIÙ PROMETTENTIDai risultati ottenuti al termine <strong>di</strong> un biennio <strong>di</strong>sperimentazione, si in<strong>di</strong>viduano negli <strong>estratti</strong> <strong>di</strong>amaranto e <strong>di</strong> ortica i preparati più promettenti,soprattutto se somministrati al suolo e alla dose<strong>di</strong> 30 grammi <strong>di</strong> sostanza secca/litro. L’apportodell’estratto <strong>di</strong> amaranto al suolo, già alla dosepiù <strong>di</strong>luita, ha offerto un’efficacia simile al ferrochelato nel controllo della clorosi ferrica, conripercussioni positive anche sullo sviluppo e sullostato nutrizionale degli alberi. Le potenzialitàlegate all’impiego dei derivati <strong>vegetali</strong> nella gestionesostenibile del pereto sono attualmente oggetto<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso il Dipartimento <strong>di</strong> ColtureArboree dell’Università <strong>di</strong> Bologna. 93OTTOBRE2009

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