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Prof. Marini Alessandra 08/06/2012 - Ordine degli Ingegneri della ...

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NORME TECNICHE 20<strong>08</strong> - NTC 20<strong>08</strong><br />

Costruzioni esistenti in muratura<br />

- indagini diagnostica -<br />

<strong>Alessandra</strong> <strong>Marini</strong><br />

Università di Brescia<br />

alessandra.marini@unibs.it<br />

Sondrio, 8 giugno <strong>2012</strong>


RIFERIMENTI TECNICI:<br />

‐ NORME TECNICHE COSTRUZIONI – NTC 20<strong>08</strong><br />

‐ EUROCODICE 6 – EC6<br />

RIFERIMENTI TECNICI<br />

‐ LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE E RIDUZIONE DEL RISCHIO<br />

SISMICO DEL PATRIMONIO CULTURALE con riferimento alle<br />

norme tecniche per le costruzioni


NTC 20<strong>08</strong><br />

EX: Copertura Palazzo <strong>della</strong> Loggia di Brescia<br />

>> Giunzioni progettate ad attrito


NTC 20<strong>08</strong><br />

valutazione <strong>della</strong> sicurezza e progetto <strong>degli</strong> interventi sono affetti da un grado di<br />

incertezza diverso da quello <strong>degli</strong> edifici di nuova progettazione.<br />

LIVELLO DI APPROFONDIMENTO DELLE INDAGINI<br />

� LIVELLO DI CONOSCENZA – LC1,LC2,LC3<br />

� FATTORI DI CONFIDENZA – FC<br />

–FC differenti per i BENI MONUMENTALI


BENI MONUMENTALI –SLDB danno bene artistico<br />

NTC 20<strong>08</strong>


�� Valutazione <strong>della</strong> sicurezza con riferimento ai soli Stati limite ultimi ultimi.<br />

� Dovrà effettuarsi ogni qual volta si eseguano interventi strutturali<br />

NTC 20<strong>08</strong><br />

� Il Progettista dovrà esplicitare, in un’apposita relazione, i livelli di sicurezza<br />

già presenti e quelli raggiunti con l’intervento, nonché le eventuali conseguenti<br />

limitazioni da imporre p<br />

nell’uso <strong>della</strong> costruzione.


NTC 20<strong>08</strong><br />

Sono individuate tre categorie di intervento:<br />

� Adeguamento<br />

�� Miglioramento<br />

� Riparazione<br />

� Collaudo statico obbligatorio sia per gli interventi di<br />

adeguamento che per quelli di miglioramento.<br />

miglioramento


ΔP=+10%<br />

NTC 20<strong>08</strong>


… QUALCHE OSSERVAZIONE<br />

Il recupero del sottotetto comporta obbligo di adeguamento ???<br />

Cosa dice la norma…<br />

8.4.1 INTERVENTO DI ADEGUAMENTO<br />

È fatto obbligo di procedere alla valutazione <strong>della</strong> sicurezza e, qualora necessario,<br />

all’adeguamento g <strong>della</strong> costruzione, a chiunque intenda:<br />

a) sopraelevare la costruzione;<br />

b) ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione;<br />

c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso duso che comportino incrementi<br />

dei carichi globali in fondazione superiori al 10%;<br />

d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un<br />

insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal<br />

precedente.<br />

Una variazione dell’altezza dell’edificio, per la realizzazione di cordoli<br />

sommitali, sempre che resti immutato il numero di piani, non è considerata<br />

sopraelevazione o ampliamento, ai sensi dei punti a) e b).<br />

In tal caso non è necessario procedere all’adeguamento, salvo che non ricorrano le<br />

condizioni di i i di cui i ai i precedenti d ti punti ti c) ) o d) d).<br />

… Valutare caso per caso …


NTC 20<strong>08</strong><br />

�� La valutazione <strong>della</strong> sicurezza è obbligatoria; è finalizzata a determinare<br />

l’entità massima delle azioni cui la struttura può resistere con il grado di<br />

sicurezza richiesto e riguarda la struttura nel suo insieme, oltre che i possibili<br />

meccanismi locali.<br />

� Si tratta di interventi che fanno variare significativamente la rigidezza, la<br />

resistenza e/o la duttilità dei singoli elementi o parti strutturali e/o<br />

introducono nuovi elementi strutturali strutturali, così che il comportamento strutturale<br />

locale o globale, particolarmente rispetto alle azioni sismiche, ne sia<br />

significativamente modificato (La variazione dovrà avvenire in senso<br />

migliorativo migliorativo, ad esempio riducendo le irregolarità in pianta e in elevazione elevazione,<br />

trasformando i meccanismi di collasso da fragili a duttili).


NTC 20<strong>08</strong><br />

� l’intervento comporta variazioni trascurabili di rigidezza e di peso e non cambia<br />

significativamente il comportamento globale <strong>della</strong> struttura:<br />

EX: ricadono in questa categoria:<br />

‐ Interventi di rinforzo delle connessioni tra elementi strutturali diversi (ad es. tra<br />

pareti murarie, tra pareti e travi o solai, anche attraverso l’introduzione di<br />

catene/tiranti), in quanto comunque migliorano anche il comportamento globale <strong>della</strong><br />

struttura, particolarmente rispetto alle azioni sismiche.<br />

‐ Sostituzione di coperture e solai (a condizione che ciò non comporti una variazione<br />

significativa di rigidezza nel proprio piano, importante ai fini <strong>della</strong> ridistribuzione di<br />

forze orizzontali, né un aumento dei carichi verticali statici).


PROGETTO DEL PIANO DELLE INDAGINI DIAGNOSTICHE<br />

- Identificazione dell’organismo strutturale !!!<br />

- Verifica stato di conservazione !!!<br />

Deve contenere i criteri di scelta e finalità delle singole indagini.<br />

NTC 20<strong>08</strong>


INCREMENTO DELLE<br />

SOLLECITAZIONI DOVUTO<br />

ALLA RIGIDEZZA DEI<br />

TAMPONAMENTI<br />

Sd<br />

ag<br />

SA<br />

SD<br />

ag<br />

TA<br />

INFILLED FRAME<br />

1/q<br />

TD<br />

“ELASTO-PLASTIC”<br />

BARE FRAME<br />

NTC 20<strong>08</strong><br />

ELASTIC BARE FRAME<br />

Tratto da: Preti M. Giuriani E. (2010) Sustainable Development Strategies for Constructions in Europe and China, Roma, April 19th, 2010.


� Ricerca archivistica:<br />

disegni originali di progetto<br />

ricostruzione la storia progettuale e costruttiva<br />

identificazione fasi edilizie (storia destinazioni d’uso)<br />

storie di carico (ex: terremoti)<br />

�� Considerazioni sullo sviluppo storico del quartiere in cui ll’edificio edificio è situato. situato<br />

� Regole dell’arte locali e storia delle tecniche.<br />

NTC 20<strong>08</strong>


� Ricerca archivistica:<br />

disegni originali di progetto<br />

ricostruzione la storia progettuale e costruttiva<br />

identificazione fasi edilizie (storia destinazioni d’uso)<br />

storie di carico (ex: terremoti)<br />

�� Considerazioni sullo sviluppo storico del quartiere in cui ll’edificio edificio è situato. situato<br />

� Regole dell’arte locali e storia delle tecniche.<br />

NTC 20<strong>08</strong>


Indagine storica


Analisi STRATIGRAFICA e<br />

Ricostruzione FILOLOGICA<br />

RILIEVO RILIEVO:<br />

� GEOMETRICO<br />

� STRUTTURALE e dei dettagli costruttivi<br />

RILIEVO<br />

� MATERICO<br />

� DEL DEGRADO<br />

� QUADRI FESSURATIVI E DEFORMATIVI ed<br />

interpretazione<br />

� EIDOTIPO (con edifici in adiacenza)<br />

�� MONITORAGGIO<br />

Fasi <strong>della</strong> conoscenza: non sequenziali ma integrate.


RILIEVO:<br />

� GEOMETRICO<br />

� STRUTTURALE/MATERICO E DEGRADO<br />

RILIEVO<br />

NB: Geometria organizzazione strutture e particolari<br />

NB: Geometria, organizzazione strutture e particolari<br />

costruttivi prioritari rispetto alle proprieta’ dei materiali!


RILIEVO IMPALCATI<br />

- Rilievo sezioni di mezzeria e SEMPRE<br />

analisi appoggi (b, h)<br />

- Eventuali lesioni orizzontali agli appoggi<br />

- <strong>Prof</strong>onfità appoggio<br />

- Analisi dei carichi<br />

RILIEVO<br />

(REF. Giuriani , <strong>2012</strong>)


RILIEVO VOLTE<br />

- <strong>Prof</strong>ilo intradossale<br />

- sezione chiave e reni<br />

- analisi carichi<br />

RILIEVO<br />

(REF. Giuriani , <strong>2012</strong>)


RILIEVO COPERTURE<br />

- Orditura primaria e secondaria:<br />

- sezioni mezzeria e appoggi<br />

- vincolo gronda/colmo<br />

- analisi carichi (ex (ex. piode)<br />

- Capriate (rilievo sezioni e rilievo nodi)<br />

RILIEVO


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

‐ COLLEGAMENTO tra le murature ortogonali<br />

NB:<br />

effetto stabilizzante del peso e<br />

componente verticale del sisma


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

‐ Presenza di irregolarità<br />

‐irregolarità delle strutture in elevazione<br />

‐murature portanti con aperture non allineate<br />

penalizzazione <strong>della</strong> resistenza nel piano!<br />

(REF. ( Giuriani , <strong>2012</strong>) )<br />

Rilievo di ciascuna parete.<br />

Successiva schematizzazione eidotipo!


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

‐ Difforme presenza di murature resistenti nelle due direzioni principali<br />

GGrande d eccentricità iiàGG e CT<br />

� Torsione<br />

CT=G<br />

CT<br />

G


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

PRESENZA DI CAVITA’ CAVITA (nicchie (nicchie, canne fumarie)<br />

Presenza di canne<br />

fumarie nello<br />

spessore del muro


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

EFFICACIA DEI COLLEGAMENTI MURATURE‐SOLAI MURATURE SOLAI E MURATURE‐COPERTURA<br />

MURATURE COPERTURA<br />

‐ verifica del collegamento di murature e solai<br />

‐ Rilievo di solai eccessivamente deformabili nel piano e non collegati alle murature<br />

‐ Rilievo di coperture e solai orditi solo in una direzione e non collegati al piano


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

Martellamento coperture<br />

MMeccanismo i ffuori ipiano i iindotto d tt dl dal martellamento tll t dll <strong>della</strong> ttrave di<br />

colmo e delle terzere <strong>della</strong> copertura


EFFICACIA DEGLI INCATENAMENTI<br />

RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

‐ insufficiente incatenamento di volte e archi<br />

‐ catene lignee degradate<br />

‐ efficacia del sistema di ancoraggio


insufficiente<br />

incatenamento di volte<br />

e archi per soll. sismiche<br />

RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

Rocking <strong>degli</strong> archi diaframma


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

CONDIZIONI DI RIPOSO:<br />

il tiro <strong>della</strong> catena è in generale inferiore alla spinta dell’arco<br />

per la presenza dell’effetto contrafforte.<br />

CONDIZIONI SISMICHE:<br />

SOVRATENSIONE DELLA CATENA:<br />

‐viene viene meno l’effetto leffetto contrafforte<br />

‐aumenta la spinta dell’arco a causa dell’incremento <strong>della</strong> luce<br />

Rocking<br />

differenziale<br />

<strong>degli</strong> archi<br />

diaframma


Presenza di pesanti cordoli in c.a<br />

RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

vulnerabilità.


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

Presenza di pesanti solette solette in c.a. su murature fatiscenti<br />

Rottura per taglio‐scorrimento<br />

dove la resistenza ad attrito è<br />

modesta


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

Edifici in aggregato e consolidamenti parziali<br />

edificio non consolidato affianco<br />

ad edifici consolidati aventi solai o coperture rigidi e pesanti


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

Struttura<br />

in c.a.


FONDAZIONI<br />

-Tipologia (fondazioni continue/isolate), <strong>Prof</strong>ondità (h)<br />

Densità<br />

[n.pali/mq]<br />

Terreni incoerenti:<br />

RILIEVO<br />

Dipendono dal coeff.<br />

d’attrito.<br />

Se h=b � la resistenza triplica<br />

rispetto al caso di h=0<br />

h


MURATURE: Indagini visive<br />

VERIFICA QUALITÀ DELLA TESSITURA IN PROSPETTO E IN SEZIONE<br />

Di particolare importanza risulta la presenza o meno di elementi di collegamento trasversali (es.<br />

diatoni), la forma, tipologia e dimensione <strong>degli</strong> elementi, la tessitura, l’orizzontalità delle giaciture, il<br />

regolare sfalsamento dei giunti, giunti la qualità e consistenza <strong>della</strong> malta. malta<br />

� Singolo o doppio paramento, con sacco?<br />

� con diatoni di collegamento?<br />

�� Muratura regolare/irregolare;<br />

l /i l<br />

omogenea/disomogenea?<br />

� Muratura listata<br />

�� AAmmorsatura t<br />

Rimozione 100x100cm intonaco: (1) Interno/esterno � diatoni<br />

(2) Angolate � ammorsatura


Muratura in pietra squadrata a<br />

tessitura regolare<br />

MURATURE: Indagini visive<br />

Muratura in pietra NON squadrata a<br />

tessitura irregolare


Muratura irregolare<br />

Muratura listata<br />

MURATURE: Indagini visive<br />

Verificare pb. di FATISCENZA o<br />

scarsa qualità dei materiali<br />

costituenti i i (malta ( l scadente d o<br />

troppo magra, mattoni, muratura in<br />

ciotoli)


MURATURE: Analisi <strong>della</strong> sezione<br />

Intonaco<br />

cementizio di<br />

5-6 cm<br />

Assenza diatoni


RILIEVO <strong>degli</strong> elementi di vulnerabilità<br />

VERIFICA FONDAZIONI<br />

‐ <strong>Prof</strong>ondità del piano di fondazione<br />

‐ Natura del terreno omogenea/disomogenea<br />

‐ Struttura in parte su roccia e in parte su terreno<br />

‐ Presenza di materiali sabbiosi quasi saturi soggetti a rischio di liquefazione


RILIEVO quadri fessurativi e deformativi<br />

Cl Classificazione ifi i fessure: f<br />

‐ vecchie (scure con cigli fessurativi<br />

consumati) e nuove<br />

(bianche e frastagliate);<br />

‐ stuccate ‐ riaperte<br />

‐ passanti o superficiali<br />

‐ pronunciate o cavillature<br />

Rappresentazione:<br />

1 2<br />

‐Isolare Isolare i quadri fessurativi<br />

3<br />

di differente severità su<br />

differenti Layer. (La visualizzazione<br />

dei soli layer y contenenti le fessure ppiù severe consente in ggenerale<br />

di interpretare il quadro fessurativo).<br />

‐ Isolamento blocchi rigidi : identificazione di sottostrutture<br />

‐ descrizione delle lesioni: distacco, rotazione, scorrimento nel o fuori del piano<br />

‐ descrizione delle deformazioni (fuori piombo, rigonfiamenti, depressioni volte.<br />

� identificazione cinematismi<br />

Rimedi:<br />

‐ Eliminazione delle cause, a meno che il fenomeno non sia esaurito (esiti monitoraggio)<br />

LINEE GUIDA + CIRCOLARE 2009


RILIEVO quadri fessurativi e deformativi<br />

VALUTAZIONE PERICOLOSITA’ PERICOLOSITA QUADRI FESSURATIVI


RILIEVO quadri fessurativi e deformativi<br />

VALUTAZIONE PERICOLOSITA’ PERICOLOSITA QUADRI FESSURATIVI


monitoraggio<br />

MONITORAGGIO <strong>degli</strong> spostamenti verticali e orizzontali orizzontali, fuori piombo piombo,<br />

apertura di fessura<br />

‐ Operazione necessaria per la verifica <strong>della</strong> presenza di cedimenti in atto.<br />

‐ richiede la preliminare interpretazione del meccanismo di dissesto.<br />

‐ Prima/durante/dopo l’intervento di recupero. Importante per la verifica<br />

<strong>della</strong> corretta rimozione delle cause scatenanti i dissesti.<br />

Progressione<br />

accelerata �<br />

Quadro fessurativo<br />

Progressione<br />

ritardata poi arresto �<br />

Quadro fessurativo in<br />

in evoluzione evoluzione poi stabilizzato<br />

Progressione uniforme �<br />

Quadro fessurativo in<br />

evoluzione<br />

� Strumento per la manutenzione


monitoraggio<br />

Monitoraggio allontanamento imposte delle centine


Indagini diagnostiche<br />

� Il PIANO DELLE INDAGINI è predisposto nell’ambito di un quadro generale<br />

volto a mostrare le motivazioni e gli obiettivi delle indagini stesse stesse.<br />

� lndagini MINIMAMENTE INVASIVE<br />

� Nel caso in cui vengano effettuate PROVE SULLA STRUTTURA, attendibili ed in<br />

numero statisticamente significativo, i valori delle resistenze resisten e meccaniche dei<br />

materiali vengono desunti da queste e prescindono dalle classi discretizzate<br />

previste nelle NTC.<br />

� Per quanto q riguarda g le costruzioni in muratura, le Regioni g possono p definire, ad<br />

integrazione <strong>della</strong> Tabella C8B.1 in Appendice C8B, TABELLE SPECIFICHE PER LE<br />

TIPOLOGIE MURARIE ricorrenti sul territorio regionale.<br />

NB: Geometria organizzazione strutture e particolari<br />

NB: Geometria, organizzazione strutture e particolari<br />

costruttivi ‐ VS ‐ proprieta’ dei materiali


MURATURE: proprietà meccaniche<br />

Nel caso delle MURATURE STORICHE, i valori indicati sono da riferirsi a condizioni di muratura<br />

con malta di scadenti caratteristiche, giunti spessi ed in assenza di ricorsi o listature che, con<br />

passo costante, regolarizzino la tessitura ed in particolare l’orizzontalità dei corsi. Inoltre si<br />

assume che le murature siano a paramenti scollegati, ovvero manchino sistematici elementi di<br />

connessione trasversale (o di ammorsamento per ingranamento tra i paramenti murari).


MURATURE: proprietà meccaniche<br />

Al i i i li<br />

Altrimenti prove sperimentali<br />

o tabelle regionali


TERMOGRAFIA<br />

Si impiega p g una telecamera sensibile<br />

all’infrarosso che legge il flusso di<br />

energia emesso da una superficie e<br />

lo elabora in immagine.<br />

Dal differente comportamento<br />

termico dei componenti è possibile<br />

identificare:<br />

‐ Tessitura muraria,<br />

‐ discontinuità nella tessitura.<br />

Utile nel progetto delle indagini<br />

diagnostiche per l’identificazione dei<br />

punti ti di indagine<br />

i d i<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche


ENDOSCOPIE<br />

Ispezione delle murature con ripresa<br />

fotografica per la verifica <strong>della</strong><br />

consistenza muraria.<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

+ MICROCAROTAGGI cm x cm<br />

densità muro/peso struttura


CAROTAGGI<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

� osservazione diretta dei materiali costitutivi <strong>della</strong> sezione muraria e del relativo<br />

stato di conservazione.<br />

Asportazione del mattone Esecuzione del carotaggio<br />

N


INDAGINI SONICHE<br />

� qualificare lo stato di<br />

aggrgazione <strong>della</strong> compagine<br />

muraria (presenza di vuoti, difetti<br />

o lesioni);<br />

� Per la verifica di interventi di<br />

consolidamento (iniezioni ( di<br />

malte e resine), verificando i<br />

cambiamenti delle caratteristiche<br />

fisiche dei materiali.<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

Si stima il modulo elastico e<br />

resistenza a partire dalla misura + ideale per murature abbastanza omogenee.<br />

<strong>della</strong> velocità di propagazione di<br />

vibrazioni indotte con colpo<br />

meccanico.<br />

- Presenza cavità � riduzione <strong>della</strong> velocità:<br />

bene per individuare cavità ma attenzione a<br />

non sottostimare le caratteristiche meccaniche<br />

� indagini estese. Non ideale per murature<br />

miste con cavità.<br />

+ Nelle murature a sacco: Interessante la<br />

valutazione delle caratteristiche meccaniche di<br />

sacco e paramenti


MURATURE: Indagini diagnostiche


MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

La prova consiste nel rilevare deformabilità e resistenza <strong>della</strong> muratura applicando uno<br />

stato di sforzo monoassiale (ASTM C 1197:1997).<br />

SINGOLO MARTINETTO: determinazione dello stato di sollecitazione<br />

martinetti piatti<br />

olio in pressione<br />

t'<br />

t<br />

b'<br />

B<br />

P<br />

σ = Km ×Ka ×p<br />

dove:<br />

Km = costante che tiene conto delle caratteristiche geometriche del martinetto e <strong>della</strong><br />

rigidezza <strong>della</strong> saldatura di bordo, determinabile tramite prova di compressione in laboratorio;<br />

Ka = rapporto tra l’area in pianta del martinetto e l’area del taglio;<br />

p = pressione occorrente per ripristinare le originarie condizioni <strong>della</strong> muratura.


MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

La prova consiste nel rilevare deformabilità e resistenza <strong>della</strong> muratura applicando uno<br />

stato di sforzo monoassiale (ASTM C 1197:1997).<br />

SINGOLO MARTINETTO: determinazione dello stato di sollecitazione<br />

martinetti piatti<br />

t'<br />

t<br />

b'<br />

B<br />

P<br />

- Da eseguire lontano da lesioni e zone critiche<br />

olio in pressione<br />

- Valutare se i risultati siano o meno estendibili al resto delle murature<br />

σ = Km ×Ka ×p<br />

dove: - Su muri in pietrame misto i risultati sono spesso inattendibili<br />

Km - Non = costante adatto che all’analisi tiene conto di muri delle a caratteristiche sacco geometriche del martinetto e <strong>della</strong><br />

rigidezza <strong>della</strong> saldatura di bordo, determinabile tramite prova di compressione in laboratorio;<br />

- Non<br />

Ka = rapporto<br />

eseguire<br />

tra l’area<br />

la prova<br />

in pianta<br />

all’ultimo<br />

del martinetto<br />

piano � rischio<br />

e l’area<br />

sollevamento<br />

del taglio;<br />

muratura<br />

p -= Problemi pressione di occorrente correlazione per ripristinare (Influenza le <strong>della</strong> originarie forma condizioni del martinetto <strong>della</strong> muratura. e dell’intaglio)


DOPPIO MARTINETTO: determinazione<br />

delle caratteristiche di deformabilità<br />

50cm<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

deformometro<br />

30cm


n° n colpi<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

11-O<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

<strong>Prof</strong>ondità [cm]<br />

PROVE PENETROMETRICHE<br />

Si tratta di uno sclerometro<br />

opportunamente tarato e strumentato.<br />

Mediante curve di correlazione è<br />

possibile stimare la resistenza del giunto<br />

di malta dal numero di colpi necessario<br />

per infiggere di una quantità prefissata la<br />

punta nel l giunto i di malta. l


14° piano<br />

12° piano<br />

10° piano<br />

8° piano<br />

6° piano<br />

15-O<br />

3O 3-O<br />

4-O<br />

1° piano<br />

Z<br />

linea di terra<br />

0<br />

19-O 20-O<br />

13-O<br />

14-O<br />

16-O 16 O 17 17-O O<br />

18-O<br />

9-O 10-O<br />

12-O<br />

11-O<br />

7-O 8-O<br />

5-O 6-O<br />

2-O<br />

1-O<br />

X<br />

Prospetto ovest<br />

438<br />

527<br />

525<br />

570 504<br />

544<br />

222<br />

183<br />

134<br />

353<br />

3334<br />

221<br />

4004<br />

301<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

PROVE DI INFISSIONE<br />

10-O<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

1 2 3 4 5<br />

n° colpi<br />

<strong>Prof</strong>ondità [cm]<br />

11-O<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

n° colpi<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

n° colpi<br />

<strong>Prof</strong>ondità [cm]<br />

12-O<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

<strong>Prof</strong>ondità [cm]<br />

13-O<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

n° colpi<br />

<strong>Prof</strong>ondità [cm]<br />

PROVE DI FLESSIONE<br />

E COMPRESSIONE<br />

l<br />

0<br />

F<br />

b<br />

F<br />

a<br />

h<br />

bb<br />

h


Indagini di LABORATORIO<br />

MURATURE: Indagini diagnostiche<br />

PROVE DI COMPRESSIONE SU PORZIONI DI<br />

MURATURA PRELEVATE IN CANTIERE<br />

Per la verifica <strong>della</strong> resistenza a compressione p<br />

delle murature esistenti.<br />

Questa prova è in generale SCONSIGLIATA a causa:<br />

‐ <strong>della</strong> distruttività <strong>della</strong> prova;<br />

‐ <strong>della</strong> difficoltà di prelievo, conservazione e<br />

trasporto del campione;<br />

‐ <strong>della</strong> scarsa rappresentatività delle reali<br />

condizioni di confinamento e di vincolo <strong>della</strong><br />

muratura reale.


LEGNO: Indagini diagnostiche<br />

INDIVIDUAZIONE DELLA SPECIE �� GGeneralmente l t a vista i t<br />

� Conifera o Latifoglia?<br />

CONIFERA LATIFOGLIA<br />

(Piazza et al. 20<strong>06</strong>)


CONIFERE E LATIFOGLIE<br />

Legno di conifera (pino) Legno di latifoglia (quercia)<br />

LEGNO<br />

Ref. [3]<br />

Proprietà del materiale in funzione <strong>degli</strong> anelli di accrescimento:<br />

Conifera: anello ampio � + legno primaverile � materiale cedevole<br />

Latifoglia: anello ampio � + legno tardivo � materiale + resistente 63


CONIFERE E LATIFOGLIE<br />

Legno primaverile<br />

Legno autunnale<br />

Conifera: pino marittimo Latifoglia: rovere<br />

LEGNO<br />

individuazione specie: colore, sezione e fianchi del segato con valutazione<br />

<strong>della</strong> conformazione <strong>degli</strong> anelli di accrescimento.<br />

64


PROVE PENETROMETRICHE /<br />

PROVE DI INFISSIONE<br />

� valutare la resistenza del legno (curve<br />

di correlazione E,fc – N colpi)<br />

� l’estensione e la profondità<br />

dell’eventuale degrado.<br />

LEGNO: Indagini diagnostiche<br />

MC


PROVE PENETROMETRICHE<br />

LEGNO: Indagini diagnostiche<br />

- Core drilling: prova distruttiva e<br />

valida solo per misure locali. Può<br />

essere impiegata per correlare le<br />

misure delle prove penetrometriche<br />

Attenzione agli appoggi eseguire anche vicino a zone dove<br />

la muratura presenta umidità


LEGNO: Indagini diagnostiche


LEGNO: Indagini diagnostiche<br />

PROVE RESISTOGRAFICHE / PROVE DI PERFORAZIONE<br />

� Individuazione le variazioni di densità del legno lungo un percorso preso in esame;<br />

� valutazione delle dimensioni <strong>della</strong> sezione.<br />

Resistograph


LEGNO: Indagini diagnostiche<br />

PROVE PENETROMETRICHE COMBINATE A PROVE RESISTOGRAFICHE<br />

50<br />

110 160<br />

274<br />

350<br />

240<br />

280<br />

290<br />

50<br />

350<br />

PALAZZO DELLA LOGGIA<br />

Prove di infissione sulla trave perimetrale (10 e 12 marzo 2010)<br />

270<br />

200<br />

280<br />

270<br />

430<br />

320<br />

390<br />

325<br />

100<br />

415<br />

97<br />

43<br />

Pianta del sottotetto con evidenziato lo stato di degrdo<br />

240<br />

780<br />

510<br />

190<br />

140<br />

230<br />

530<br />

100 160<br />

190<br />

260 123<br />

Amplitude [%]<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

n° colpi<br />

< 2<br />

2 8<br />

Livello di<br />

degrado<br />

DEGRADATO<br />

LOCALMENTE<br />

DEGRADATO<br />

BUONO<br />

ZONA NON ISPEZIONABILE<br />

Sezione 23<br />

Orizzontale<br />

Verticale<br />

0<br />

0 50 100 150 200 250 300 350<br />

Drilling depth [mm]


- Stato di conservazione <strong>della</strong> volta:<br />

esistono quadri fessurativi significativi?<br />

- Stato di sollecitazione (se le catene<br />

metalliche son soggette gg a sforzi<br />


PROVA DINAMICA<br />

CATENE: Indagini diagnostiche<br />

� determinare la frequenza propria <strong>della</strong> vibrazione <strong>della</strong> catena dalla quale si ricava<br />

l’azione assiale N.<br />

2 2<br />

N 4 f L Aρ<br />

= sse f >1hz !!!<br />

dove:<br />

f = la frequenza misurata con accelerometro;<br />

L = la lunghezza g <strong>della</strong> catena; ;<br />

A = l’area <strong>della</strong> sezione;<br />

ρ = la massa specifica, con<br />

γ s ρ =<br />

g


PROVA STATICA<br />

� Determinare la tensione nella catena.<br />

N<br />

FL<br />

4η<br />

dove:<br />

F = forza orizzontale applicata;<br />

L = la lunghezza <strong>della</strong> catena;<br />

η = lo spostamento misurato.<br />

F [kg]<br />

120<br />

100<br />

80<br />

CATENE: Indagini diagnostiche<br />

100 950<br />

100<br />

= F<br />

300<br />

Catena n°1 n1 catena f[Hz] f [Hz] Nv [kg] Ns [kg]<br />

60 4<br />

40<br />

20<br />

0<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

η [mm]<br />

1<br />

2<br />

3<br />

5<br />

6<br />

7<br />

4.0<br />

4.3<br />

3.7<br />

40 4.0<br />

3.9<br />

4.1<br />

4.6<br />

η<br />

8320<br />

9614<br />

7118<br />

8320<br />

7909<br />

8741<br />

11003<br />

8550<br />

9500<br />

7125<br />

7837<br />

Sez.<br />

3<br />

8310<br />

9970<br />

12350<br />

8 4.1 8741 8736<br />

6


PROVA DI IMPRONTA PROFONDA<br />

CATENE: Indagini diagnostiche<br />

� determinare la resistenza allo snervamento f y delle catene metalliche.<br />

STRUMENTO UTILIZZATO<br />

a = ppunta nta conica<br />

b = vite di carico<br />

c = flessimetro<br />

millesimale ill i l<br />

d = due bielle<br />

incernierate


Vantaggi: prova semplice e poco onerosa.<br />

CATENE: Indagini diagnostiche<br />

Svantaggi: i risultati sono molto dispersi (si ottiene solo una indicazione sulle<br />

resistenze)<br />

è necessario adottare margini di sicurezza alti.<br />

NB: Il cuore delle catene esistenti è più tenero <strong>della</strong> superficie � opportuno<br />

prescrivere prove di impronta profonda con rimozione “corteccia”


NTC 20<strong>08</strong><br />

resistenza di verifica dei<br />

materiali = res.media / FC<br />

f d = f m /FC<br />

per elementi fragili:<br />

f d = f m /(FC γ M )


LINEE GUIDA – beni architettonici


Edifici in muratura soggetti a carichi verticali<br />

[Ref. 1]


Edifici in muratura in zona sismica<br />

Laresistenzadeimuriaforzeagentinel piano del muro è molto maggiore rispetto a<br />

quella rispetto a forze agenti ortogonalmente al piano, e quindi è maggiore la loro<br />

efficacia come elementi di controventamento<br />

controventamento.<br />

(da Touliatos)<br />

Stt Setto resistente it t e rigido iidnel l piano i<br />

Maschio murario non resistente e<br />

non rigido fuori piano


Edifici in muratura in zona sismica<br />

l’edificio l edificio è mo<strong>della</strong>to come una serie di elementi “indipendenti” indipendenti opportunamente<br />

assemblati:<br />

‐ muri con funzione portante e/o di controventamento<br />

‐ solai sufficientemente rigidi g e resistenti per p ripartire p le azioni tra i muri (diaframma)<br />

( f )<br />

(da Touliatos)<br />

MECCANISMI NEL PIANO (II Modo)<br />

MECCANISMI FUORI PIANO<br />

(I Modo)


MECCANISMI FUORI PIANO<br />

Edifici in muratura in zona sismica<br />

Vulnerabilità <strong>degli</strong> edifici �� Meccanismi locali fuori piano.<br />

Mitigazione del rischio sismico:<br />

�� prevenire o ritardare i meccanismi fuori piano<br />

Disorganizzazione<br />

totale<br />

<strong>della</strong> scatola


ANALISI SISMICA GLOBALE<br />

ANALISI SISMICA LOCALE<br />

NTC 20<strong>08</strong>


ANALISI SISMICA MECCANISMI LOCALI<br />

ANALISI SISMICA GLOBALE<br />

NTC 20<strong>08</strong>


EDIFICI IN AGGREGATO<br />

COMPLESSO<br />

ARCHITETTONICO<br />

UNITA’ STRUTTURALE<br />

NTC 20<strong>08</strong>


EDIFICI IN AGGREGATO<br />

RIDISTRIBUZIONE tra pareti<br />

SOLO SE solai rigidi<br />

viceversa, distribuzione lungo i<br />

maschi hi murari i di uno stesso t<br />

allineamento<br />

NTC 20<strong>08</strong>


ANALISI SISMICA GLOBALE<br />

Analisi sismica globale<br />

• L’analisi <strong>della</strong> risposta p globale g di un edificio ha significato g quando q sono impediti p i<br />

meccanismi di collasso locali fuori dal piano (presenza di catene, cordoli…).<br />

• In questo caso, la risposta dell’edificio è governata dalla resistenza nel piano delle<br />

pareti pareti.<br />

• In edifici inseriti in un aggregato, il significato dell’analisi è convenzionale, a causa<br />

dell’interazione con gli edifici adiacenti.<br />

• Quando la costruzione non manifesta un chiaro comportamento d’insieme, ma<br />

piuttosto tende a reagire al sisma come un insieme di sottosistemi (meccanismi locali), la<br />

verifica su un modello globale non ha rispondenza rispetto al suo effettivo<br />

comportamento sismico. In tali casi la verifica globale può essere effettuata attraverso un<br />

insieme esaustivo di verifiche locali.<br />

• ANALISI LINEARE STATICA<br />

• ANALISI DINAMICA MODALE<br />

Edifici fortemente irregolari<br />

• ANALISI NON LINEARE STATICA � PUSHOVER (palazzo con barchesse)<br />

• ANALISI DINAMICA NON LINEARE Chiesa (navata (na ata abside<br />

campanile)


Metodi di analisi<br />

R D>S D


TECNICHE DI MODELLAZIONE<br />

MURATURA<br />

Mo<strong>della</strong>zione<br />

ad elementi<br />

finiti<br />

materiale composito: realizzato con blocchi<br />

di laterizio o di pietra legati tra loro da giunti<br />

di malta; lt<br />

materiale anisotropo con direzioni di<br />

scorrimento preferenziali: i giunti di malta<br />

sono piani di debolezza;<br />

materiale con comportamento quasi fragile,<br />

con buona resistenza a compressione e<br />

scarsa resistenza a trazione<br />

Mo<strong>della</strong>zione<br />

a<br />

macroelementi<br />

Micro<br />

mo<strong>della</strong>zione<br />

Micro-mo<strong>della</strong>zione dettagliata<br />

blocchi e giunti rappresentati da elementi<br />

continui mentre interfacce blocchi-giunti da<br />

elementi discontinui.<br />

Micro-mo<strong>della</strong>zione semplificata<br />

blocchi rappresentati da elementi continui<br />

elastici mentre il comportamento dei letti di<br />

malta e dell'interfasccia blocco-malta è<br />

concentrato in elementi discontinui.<br />

Macro<br />

mo<strong>della</strong>zione<br />

sistema murario rappresentato con<br />

elementi continui ed omogenei;<br />

Tecniche di<br />

omogeneizzazione (es. Pande)<br />

permettono di stabilire sforzi e<br />

deformazioni medie a partire dalle<br />

caratteristiche meccaniche <strong>degli</strong> elementi<br />

costituenti la muratura<br />

METODO POR<br />

(Tomazevic, Dolce)<br />

MODELLO PEFV<br />

(D'Asdia e Viskovic)<br />

MODELLO NON REAGENTE A TRAZIONE<br />

(Braga, Liberatore e Spera)<br />

METODO SAM A TELAIO EQUIVALENTE<br />

(Magenes e Della Fontana)<br />

METODO TREMURI A TELAIO EQUIVALENTE<br />

(Lagomarsino, Penna e Galasco)<br />

Tecniche di mo<strong>della</strong>zione<br />

COMPORTAMENTO<br />

MECCANICO<br />

NON-LINEARE<br />

Modello bidimensionale di<br />

interface cap model<br />

Tension cut-off<br />

per i meccanismi di rottura a trazione;<br />

attrito alla Coulomb<br />

per i meccanismi di rottura a taglio e<br />

scorrimento;<br />

elliptical cap model<br />

per la rottura a compressione.<br />

Modelli costitutivi nei quali si<br />

considerano criteri combinati di<br />

plasticizzazione.<br />

LEGAMI COSTITUTIVI<br />

ISOTROPI:<br />

- Criterio di Mohr-Coulomb;<br />

- Criterio di Drucker-Pruger.<br />

LEGAMI COSTITUTIVI<br />

ANISOTROPI:<br />

- combinazione del<br />

Criterio di Hill per la compressione e del<br />

Criterio di Rankine per la trazione.<br />

Vedere Appendice<br />

PROPAGAZIONE<br />

DELLA<br />

FESSURAZIONE<br />

Discrete crack method<br />

con l'introduzione di interfacce la fessurazione è<br />

considerata in modo esplicito; si considera un<br />

comportamento elastico lineare in tutta la struttura ad<br />

eccezione <strong>della</strong> punta <strong>della</strong> fessura ("zona di<br />

processo"), dove si sviluppa una singolarità nello<br />

stato di sforzo, il comportamento è non-lineare e si<br />

dissipa energia per proseguire alla rottura rottura.<br />

Smeared crack approach<br />

le discontinuità locali (le fessurazioni) sono spalmate<br />

su una certa area di pertinenza.<br />

Multi directional fixed crack model<br />

si ipotizza la nascita di fessurazioni con<br />

piani perpendicolari alle trazioni principali<br />

nei punti in cui viene raggiunto il limite<br />

massimo di snervamento. In questi punti le<br />

fessurazioni rimangono bloccate e si<br />

allargano seguendo una legge di softening<br />

multilineare;<br />

Rotating crack model


Telaio l equivalente l a macroelementi<br />

l<br />

Tecniche di mo<strong>della</strong>zione


ANALISI LIMITE PER MECCANISMI LOCALI<br />

• approccio statico/cinemativo<br />

• Si considerano cinematismi tra blocchi rigidi<br />

Analisi dei meccanismi locali<br />

• Si considera una distribuzione di forze proporzionali ai pesi (λW) o ad una distribuzione<br />

variabile con l’altezza, scalata secondo un moltiplicatore (λ).<br />

•Si cerca di valutare il valore minimo moltiplicatore (λMIN) che attivi un meccanismo di<br />

collasso.<br />

ABACHI GNDT<br />

Meccanismi Locali nel piano<br />

e fuori dal piano<br />

‐ Edifici in aggregato<br />

‐ Chiese<br />

‐ Edifici isolati


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

ANALISI DEI MECCANISMI LOCALI DI COLLASSO<br />

Analisi limite dell dell’equilibrio equilibrio, secondo ll’approccio approccio cinematico cinematico, che si basa sulla scelta<br />

del meccanismo di collasso e la valutazione dell’azione orizzontale che attiva tale<br />

cinematismo.<br />

Il metodo consiste nel:<br />

• individuare parti di muratura a comportamento monolitico;<br />

• individuare i cinematismi possibili;<br />

• il moltiplicatore dei carichi orizzontali che porta ad una perdita di equilibrio del<br />

sistema (innesco del cinematismo) è il moltiplicatore di collasso;<br />

• confrontare tale valore con l’accelerazione di riferimento.<br />

NB: l’analisi assume significato se è garantita una certa monoliticità <strong>della</strong> parete<br />

muraria, tale da impedire collassi puntuali per disgregazione <strong>della</strong> muratura.<br />

O i il bl è ll di i di id i i i i<br />

Operativamente il problema è quello di individuare tutti i meccanismi<br />

di collasso possibili, ovvero quelli a cui corrispondono i valori più<br />

piccoli dei moltiplicatori di collasso.


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

L’analisi a a s limite te valuta auala a condizione co d o e di d equilibrio equ b o di d una u as struttura u u alabile, ab e, costituita cos u a<br />

dall’assemblaggio di porzioni murarie rigide.<br />

Si ipotizza:<br />

‐ limitata deformabilità (ipotesi accettabile per le murature)<br />

‐ resistenza nulla a trazione <strong>della</strong> muratura (a favore di sicurezza)<br />

‐ assenza di scorrimento tra i blocchi;<br />

‐ resistenza a compressione infinita <strong>della</strong> muratura (cerniere puntuali. L’ipotesi è<br />

a sfavore di sicurezza).<br />

Per una simulazione più realistica del comportamento, è opportuno considerare,<br />

in forma approssimata:<br />

a) ) gli li scorrimenti i tittra i bl blocchi,considerando hi id d llapresenzadell’attrito; d ll’ tt it<br />

b) le connessioni, anche di resistenza limitata, tra le pareti murarie;<br />

c) la limitata resistenza a compressione <strong>della</strong> muratura, considerando le cerniere<br />

adeguatamente arretrate rispetto allo spigolo <strong>della</strong> sezione;<br />

R<br />

R


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

MECCANISMI FUORI FUORI PIANO (DI I MODO) MECCANISMI NEL PIANO (DI II MODO)<br />

_ Ribaltamento al piede <strong>della</strong> parete<br />

λW<br />

_ Flessione fuori piano delle pareti<br />

W<br />

W λW<br />

_ Fessurazione del piano di massima resistenza<br />

Fessure a croce di<br />

SSant’Andrea t’A d (per ( ttaglio) li )


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

Ipotesi iniziali:<br />

1 _ Murature non ammorsate<br />

COEFFICIENTE DI VULNERABILITÀ SISMICA<br />

2 _ Copertura non in grado di trattenere la parete sede del cedimento<br />

3 _ Diatoni di collegamento presenti<br />

4 _ Assenza di solai intermedi<br />

5 _ Centro di rotazione coincidente con il punto più esterno<br />

R<br />

R


CASO 1<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

IPOTESI: x<br />

b<br />

M1, STAB = WP+ WCd 2<br />

⎛ H ⎞<br />

M1, RIB = λ ⎜WP+ WCH⎟ ⎝ 2 ⎠<br />

M > M ⇒ok<br />

1, STAB 1, RIB<br />

b<br />

WP + WCd ponendo M 2<br />

1, STAB = M1,<br />

RIB ⇒ λ1<br />

=<br />

H<br />

WP + WCH 2<br />

Sistemi Sste a 1 GGDL:<br />

Applico il PLV oppure equilibrio di Mrib.<br />

e Mres.<br />

Fx<br />

y<br />

1<br />

4<br />

b<br />

1<br />

H<br />

ϕ<br />

d<br />

b<br />

2<br />

3<br />

W Wc λWc<br />

Wp λW<br />

p<br />

H/2<br />

λ1<br />

H


CASO 2<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

⎡ ⎛ b2 ⎞ ⎛ b2<br />

⎞⎤<br />

M M2, STAB = M M1, STAB + ⎢ W W2 ⎜ b b1 + ⎟ + W WC2 ⎜ b b1<br />

+ ⎟<br />

3 2<br />

⎥<br />

⎣ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠⎦<br />

⎛ 2H<br />

⎞<br />

M2, , RIB = M1, , RIB + λ ⎜ ⎜W2 + WC2H ⎟<br />

⎝ 3 ⎠<br />

M > M ⇒ok<br />

2, STAB 2, RIB<br />

⎛ b ⎞ ⎡ ⎛ b 2 ⎞ ⎛ b 2 ⎞ ⎤<br />

⎜WP + WC d ⎟+ W2 b 1 WC2 b<br />

1<br />

2<br />

⎢ ⎜ + ⎟+ ⎜ + ⎟<br />

3 2<br />

⎥<br />

⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠<br />

λ2<br />

=<br />

⎣ ⎦<br />

⎛ H ⎞ ⎛ 2H<br />

⎞<br />

⎜ ⎜W P + W C CH ⎟ ⎟+ ⎜ ⎜W 2 + W C 2 2H<br />

⎟<br />

⎝ 2 ⎠ ⎝ 3 ⎠<br />

λ λ<br />

>> b b 1<br />

2<br />

2 1<br />

y<br />

H<br />

1<br />

1<br />

4<br />

b<br />

λWc1<br />

λW1<br />

d<br />

W<br />

W<br />

c1<br />

1<br />

2<br />

b /3<br />

2<br />

b /2<br />

2<br />

W<br />

2<br />

W<br />

3<br />

H<br />

c2<br />

λ2>>λ1<br />

x<br />

λWc2<br />

λW 2<br />

2/3H


CASO 2<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

⎡ ⎛ b2 ⎞ ⎛ b2<br />

⎞⎤<br />

M M2, STAB = M M1, STAB + ⎢ W W2 ⎜ b b1 + ⎟ + W WC2 ⎜ b b1<br />

+ ⎟<br />

3 2<br />

⎥<br />

⎣ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠⎦<br />

⎛ 2H<br />

⎞<br />

M2, , RIB = M1, , RIB + λ ⎜ ⎜W2 + WC2H ⎟<br />

⎝ 3 ⎠<br />

M > M ⇒ok<br />

2, STAB 2, RIB<br />

⎛ b ⎞ ⎡ ⎛ b 2 ⎞ ⎛ b 2 ⎞ ⎤<br />

⎜WP + WC d ⎟+ W2 b 1 WC2 b<br />

1<br />

2<br />

⎢ ⎜ + ⎟+ ⎜ + ⎟<br />

3 2<br />

⎥<br />

⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠<br />

λ2<br />

=<br />

⎣ ⎦<br />

⎛ H ⎞ ⎛ 2H<br />

⎞<br />

⎜ ⎜W P + W C CH ⎟ ⎟+ ⎜ ⎜W 2 + W C 2 2H<br />

⎟<br />

⎝ 2 ⎠ ⎝ 3 ⎠<br />

λ >><br />

λ<br />

2 1<br />

y<br />

1<br />

4<br />

b<br />

2<br />

3<br />

H<br />

λ2>>λ1<br />

x


CASO 3<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

M1, STAB b1<br />

M 33, STAB = = P 1 + N 1 1d 1<br />

4 2<br />

⎛ H<br />

⎞<br />

M 3, RIB = M1, RIB = λ ⎜( P1+ P2) + ( N1+ N2) H⎟<br />

⎝ 2<br />

⎠<br />

M > M ⇒ok<br />

3, STAB 3, RIB<br />

1<br />

λλ3 = λλ1<br />

4<br />

H<br />

d1<br />

N 1<br />

λ3


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

4<br />

CASO 4 3<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

4.a) Presenza di solaio intermedio ordito in<br />

ddirezione ┴ al l sisma<br />

1<br />

y<br />

4 W<br />

2<br />

3<br />

x<br />

Fx<br />

Fx<br />

λλ =<br />

λλ<br />

y<br />

4a1 1<br />

travetti<br />

b<br />

assito<br />

2<br />

H<br />

λWc<br />

λW<br />

λ4=λ1<br />

x<br />

W<br />

c<br />

1


1<br />

CASO 4<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

4.b) Presenza di solaio intermedio ordito in<br />

direzione // al sisma<br />

y<br />

4<br />

2<br />

3<br />

x<br />

Fy<br />

( )<br />

M = M + W d<br />

4 bSTAB , 1, STAB S S<br />

⎛ H ⎞<br />

M4 bRIB , = M1, RIB+ λ ⎜2WS⎟ ⎝ 2 ⎠<br />

λ


CASO 5<br />

Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

IPOTESI: 1 2 3 4 5<br />

H<br />

1<br />

W + N<br />

H 2<br />

=<br />

N<br />

W + N<br />

1+ 2<br />

N<br />

b ⎡ N ⎛ H ⎞⎤<br />

λ5<br />

= 2+ ⎜ + 1⎟<br />

H<br />

⎢<br />

W H −1<br />

⎥<br />

1 ⎣ W ⎝ H 1 ⎠ ⎦<br />

N<br />

λW λW2 W W2<br />

H 2<br />

λW1 W1<br />

H1 b<br />

H<br />

λ5>>λ1


Verifica di vulnerabilità per meccanismi locali<br />

Meccanismi di Secondo modo<br />

I meccanismi di II modo sono quelli provocati da azioni agenti nel piano delle pareti. Si<br />

instaurano in luogo di quelli di I modo o in seguito ad essi se le pareti di facciata sono<br />

efficacemente ammorsate con i muri di controvento e, nella maggior parte dei casi,<br />

comportano coefficienti di collasso superiori a quelli del I modo.<br />

Nb: α0=λ


SLU – verifica a pressoflessione nel piano


SLU – verifica a pressoflessione nel piano<br />

fd = fm/FC<br />

Costruzioni nuove<br />

Costruzioni esistenti<br />

d dU = <strong>08</strong>%H 0.8% HP


SLU – verifica pressoflessione fuori dal piano


SLU – verifica a taglio nel piano


SLU – verifica a taglio nel piano<br />

/FC<br />

d U = 0.4% H P


• Ei Ezio Giuriani. Gi i i CConsolidamento lid d<strong>degli</strong> liedifici difi i SStorici. i i UTET UTET, <strong>2012</strong>. <strong>2012</strong><br />

Bibliografia di riferimento<br />

• Felicetti R. and Gattesco N. (1998). A penetration test to study the mechanical response of<br />

mortar in ancient masonry building building. Materials and Structures Structures, Vol Vol.31, 31 pp pp. 350‐356. 350 356<br />

• Piazza M., Tomasi R., Modena R. Strutture in legno. Biblioteca tecnica HOEPLI. Milano. 20<strong>06</strong>.<br />

• E. Giuriani, A. <strong>Marini</strong>. 20<strong>08</strong>. Experiences from the Northern Italy 2004 earthquake:<br />

vulnerability assessment and strengthening of historic churches churches. VI International Conference<br />

on Structural Analysis of Historical Constructions SAHC 20<strong>08</strong>. 2‐4 July, Bath, England. pag. 13‐<br />

24. Ed. Taylor and Francis, London, UK.<br />

• E.Giuriani, , A. <strong>Marini</strong>, , C. Porteri, , M. Preti. 2009. Seismic vulnerability y of churches associated to<br />

transverse arch rocking. International Journal of Architectural Heritage, 3: 1–24, 2009. Ed.<br />

Taylor & Francis Group, LLC.<br />

• Ferrario L., <strong>Marini</strong> A., Riva P., Giuriani E. 2010. Proportioning criteria for traditional and<br />

innovative Extrados techniques for the strenghtening of barrel vaulted structures subjected<br />

to rocking of the abutments. pp.1‐15. Vol. 4, N.5, May 2010. Journal of Civil Engineering and<br />

Architecture –David Publishing Company, USA.

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