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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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scetticismo nei confronti di qualsiasi precetto etico, consi<strong>de</strong>rato inverificabile dal puntodi vista scientifico: «The group of scientists and philosophers that in the 1920s gatheredin Vienna to form the Verein Ernst Mach had the double goal of enhancing Mach’s 11empiricist tenets – such as the <strong>de</strong>nial of a priori statements – and opposing themetaphysical attitu<strong>de</strong> of German-speaking philosophers» (GIOCOLI 2003, p. 28). Il‘Circolo di Vienna’ 12 costituiva il contesto storico in cui si sviluppò il neopositivismo,<strong>la</strong> corrente filosofica che si differenzia dal positivismo ottocentesco per il carattere piùcritico verso <strong>la</strong> scienza e per <strong>la</strong> completa a<strong>de</strong>sione all’empirismo. Tra le maggiori i<strong>de</strong>eguida <strong>de</strong>l Circolo di Vienna vi è <strong>la</strong> necessità di stabilire che l’unica fonte di conoscenzaè rappresentata dall’osservazione e dall’uso <strong>de</strong>i metodi <strong>de</strong>ll’analisi quantitativa; <strong>la</strong>combinazione di osservazione empirica e rigore analitico permetterebbe così di‘c<strong>la</strong>ssificare’ le proposizioni significative. Per fornire una <strong>de</strong>finizione operazionaleoccorre fare riferimento agli esperimenti sia nel semplice caso di stabilire in cosaconsista una qualità sia nel più complesso caso di comparare situazioni alternative. Maquali sviluppi apporta un approccio operazionale rispetto a un altro non fondato sugliesperimenti? I punti di vista che si distaccano da quello operativo sono «costruzioniautonome e astratte i cui termini sono introdotti arbitrariamente senza fare riferimentoad alcuna interpretazione concreta e il cui collegamento ad applicazioni reali appareall’ultimo momento come qualcosa di acci<strong>de</strong>ntale e di male afferrabile» (DE FINETTI1952, p. 688). Una concezione di questo tipo si basa sul<strong>la</strong> scelta di un aggettivo daapporre a una qualità e, come è facile supporre, non si tratta di un modo rigoroso diproce<strong>de</strong>re, bensì di un punto di vista arbitrario, suscettibile di diverse interpretazioni esfumature. Il movimento operazionalista, sorto nello stesso periodo in fisica ad opera diP. Bridgman, si estese all’economia e alle scienze sociali nel<strong>la</strong> prima metà <strong>de</strong>lNovecento, caratterizzandosi specialmente per il rifiuto <strong>de</strong>i principi a priori. Anchenelle scienze economiche, il principio <strong>de</strong>l<strong>la</strong> verificabilità empirica generò una notevolerisonanza, poiché, in base ad esso, un’affermazione poteva consi<strong>de</strong>rarsi significativasolo se era suscettibile di verifica empirica. In partico<strong>la</strong>re, il concetto di utilità comeespressione <strong>de</strong>lle componenti psicologiche umane venne ampiamente criticato daglistudiosi influenzati dal Circolo di Vienna, tanto che esso iniziò ad essere <strong>de</strong>purato ditutti quegli aspetti edonistici che risultano non verificabili.La possibilità di misurare l’utilità, spiega De <strong>Finetti</strong>, dipen<strong>de</strong> proprio dal metodopiù o meno rigoroso che si inten<strong>de</strong> adottare nell’analisi. Se si adotta il metodooperazionale, infatti, si <strong>de</strong>finisce <strong>la</strong> preferibilità o maggiore utilità solo in seguitoall’osservazione <strong>de</strong>lle scelte; l’eventuale misura <strong>de</strong>ll’utilità dipen<strong>de</strong> dall’esistenza difatti osservabili che rimandino chiaramente ad essa. Se invece non si fa appelloall’esperienza, all’osservazione di fatti concreti, <strong>la</strong> nozione di utilità rischia di basarsi suun giudizio <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mente, ma che non è osservabile. È chiaro che poi risulta alquantodifficile dare una spiegazione scientifica <strong>de</strong>l perché una scelta fra situazioni alternativevenga fatta in un certo modo e in base al<strong>la</strong> maggiore utilità (Ivi, p. 689).La <strong>de</strong>finizione operazionale comporta, in ogni caso, <strong>de</strong>i rischi, poiché è difficile damantenere: o essa viene applicata al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> esperienza – vale a dire al comportamento11 Ernst Mach (1838-1916), professore di fisica e poi di filosofia all’Università di Vienna, parte dal<strong>la</strong>concezione biologica <strong>de</strong>l<strong>la</strong> conoscenza, come se essa scaturisse da un progressivo adattamentoall’esperienza. L’adattamento <strong>de</strong>i pensieri ai fatti avviene attraverso l’osservazione, mentre i pensieri siadattano fra di loro tramite <strong>la</strong> teoria. Teoria e osservazione, quindi, non possono separarsi.12 Il Circolo di Vienna era costituito da una cerchia di filosofi e scienziati che si incontravano a Vienna trail 1924 e il 1938. Nel 1929 scrissero il loro manifesto intito<strong>la</strong>to La concezione scientifica <strong>de</strong>l mondo.7

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