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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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ne è infatti una conseguenza, insieme al<strong>la</strong> teoria <strong>de</strong>i giochi, quel<strong>la</strong> branca <strong>de</strong>l<strong>la</strong> teoria<strong>de</strong>lle <strong>de</strong>cisioni che ha guadagnato sempre più una certa rilevanza nelle scienzeeconomiche a partire dal<strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>l secolo scorso.Anche De <strong>Finetti</strong> si avvicinò di molto a questa formalizzazione, sebbene si fosseoccupato soltanto di <strong>de</strong>finire <strong>la</strong> probabilità. Questo perché inizialmente De <strong>Finetti</strong>pensava che per <strong>de</strong>finire operativamente <strong>la</strong> probabilità dovesse tra<strong>la</strong>sciare l’utilità, <strong>la</strong> cui<strong>de</strong>terminazione sarebbe risultata troppo complicata dal punto di vista formale: «l’i<strong>de</strong>ache il rifiuto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nozione di utilità misurabile da parte di Pareto costituiva unprogresso scientifico […] mi dava l’impressione che ogni riabilitazione di quel<strong>la</strong>nozione fosse un passo indietro» (DE FINETTI 1969, p. 69).Le riflessioni sul soggettivismo, il comportamento razionale e <strong>la</strong> teoria <strong>de</strong>i giochifanno parte <strong>de</strong>l bagaglio di strumenti di cui lo studioso si serve per analizzare <strong>la</strong> realtàeconomica. Le questioni economiche lo avevano affascinato a cominciare dalle lezionidi Ulisse Gobbi al Politecnico di Mi<strong>la</strong>no. Successivamente, <strong>la</strong> Gran<strong>de</strong> Crisi sorprese eincuriosì De <strong>Finetti</strong> che cominciò a <strong>de</strong>dicarsi alle problematiche di <strong>benessere</strong> collettivo.Pareto e le sue opere sono stati i punti di riferimento in economia per De <strong>Finetti</strong>, tanto èvero che le sue prime riflessioni di stampo economico partono proprio dai concettiparetiani, proiettati nel<strong>la</strong> situazione economica <strong>de</strong>gli anni trenta.Il punto di vista <strong>de</strong>llo studioso sulle istituzioni vigenti all’epoca è fortementecontrapposto all’egoismo e al<strong>la</strong> logica <strong>de</strong>l tornaconto individuale. Per questo egli eraconvinto che tutto il sistema economico dovesse essere <strong>de</strong>purato dagli egoismi e cheavrebbe dovuto porsi come unico e supremo scopo soltanto quello di realizzarecollettivamente l’ottimo paretiano, ispirato però a maggiori criteri di equità. Da qui egliparte infatti sia come fulcro fondamentale <strong>de</strong>ll’economia <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong> sia come puntodi partenza per <strong>la</strong> critica al concetto cruciale di ottimo paretiano. L’ottimo, sostiene lostatistico, così come lo aveva teorizzato Pareto, non è <strong>de</strong>tto che <strong>de</strong>bba essere per forzabuono, anzi, qualora un punto di ottimo sociale venga raggiunto, potrebbe trattarsi diuna situazione in cui poche persone stanno benissimo e <strong>la</strong> maggior parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione sta malissimo. Questa, secondo De <strong>Finetti</strong>, è una <strong>de</strong>lle più grandicontraddizioni insite all’interno di un concetto certamente lo<strong>de</strong>vole ma incompletocome quello paretiano; poiché senza valutazioni equitative un ottimo sociale non puòessere consi<strong>de</strong>rato tale.L’obiettivo di questo <strong>la</strong>voro è quello di dare un’interpretazione, il più possibilefe<strong>de</strong>le, <strong>de</strong>l pensiero di <strong>Bruno</strong> De <strong>Finetti</strong> riguardo alle problematiche <strong>de</strong>ll’economia <strong>de</strong>l<strong>benessere</strong>: per perseguire tale scopo si è tentato di capire le i<strong>de</strong>e <strong>de</strong>ll’autore ca<strong>la</strong>ndolenel contesto storico che stava vivendo e proiettandole sul terreno <strong>de</strong>ll’analisi <strong>de</strong>lcomportamento razionale in condizione di incertezza (l’ambito in cui sono stateformu<strong>la</strong>te le sue intuizioni soggettiviste). Il concetto di probabilità e quello di utilità,come ha sostenuto De <strong>Finetti</strong> stesso, sono collegati; per questo gli sviluppi <strong>de</strong>l<strong>la</strong>concezione soggettiva <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità hanno permesso all’economia <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong> dial<strong>la</strong>rgare i propri orizzonti. Che l’incertezza permei tutto l’agire umano è per lo studiosol’unica cosa certa, che però troppo spesso viene ignorata. Riformu<strong>la</strong>re l’economia <strong>de</strong>l<strong>benessere</strong> sul<strong>la</strong> base di questa convinzione significa per De <strong>Finetti</strong> ipotizzare <strong>la</strong>«<strong>geometria</strong> <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong>», ovvero servirsi <strong>de</strong>ll’economia normativa per capire qualisono le situazioni economiche migliori per <strong>la</strong> società. Lo studioso arriva a questeconsi<strong>de</strong>razioni dopo le riflessioni che lo hanno portato a occuparsi, da giovanissimo,<strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità e successivamente al<strong>la</strong> sua connessione con il concetto di utilità e,infine, all’analisi <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong> collettivo.4

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