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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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<strong>de</strong>finizioni completamente slegate dalle valutazioni individuali, pren<strong>de</strong> corpo quindil’impostazione soggettivista, ove <strong>la</strong> probabilità è assegnata esclusivamentedall’individuo.Le leggi insite all’interno <strong>de</strong>l calcolo soggettivo <strong>de</strong>lle probabilità, inoltre, sonoleggi di non contraddittorietà in quanto non limitano <strong>la</strong> libertà di ciascuno nell’attribuirequalsiasi valore al<strong>la</strong> probabilità di ciascun evento cui si è posti di fronte. Secondo questavisione, qualsiasi valutazione di probabilità è soggettiva, limitandosi a rappresentarenumericamente il grado di cre<strong>de</strong>nza, che è una gran<strong>de</strong>zza psicologica <strong>de</strong>sumibile dalcomportamento in condizioni di incertezza.Questa cruciale svolta nel<strong>la</strong> teoria <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità si è sviluppata compiutamentesolo a partire dagli anni cinquanta <strong>de</strong>l Novecento, quando lo statistico americanoLeonard Savage pubblica The Foundations of Statistics (1954). Savage si servì <strong>de</strong>l<strong>la</strong>probabilità soggettiva per fondare una teoria <strong>de</strong>l<strong>la</strong> razionalità individuale coerente e‘operazionale’, caratterizzata dall’approccio assiomatico e dal<strong>la</strong> teoria <strong>de</strong>ll’utilità attesasoggettiva, a cui riconduce tutto il comportamento individuale in situazioni diincertezza. 6 Savage chiarisce subito che <strong>de</strong>ve a De <strong>Finetti</strong> il concetto di probabilitàsoggettiva, che egli chiama ‘probabilità personale’: «This book presents a theory of thefoundations of statistics which is based on a personalistic view of probability <strong>de</strong>rivedmainly from the work of <strong>Bruno</strong> De <strong>Finetti</strong>» (SAVAGE 1972, p. 4).In che modo questa esaltazione <strong>de</strong>l soggettivismo proveniente dal<strong>la</strong> statistica hainfluenzato l’economia e le scienze sociali? La risposta è quasi scontata dal momentoche l’economia è <strong>la</strong> scienza sociale ove gli strumenti quantitativi trovano maggiorapplicazione. Dagli anni cinquanta in avanti, infatti, ossia da quando si è cominciato afare un <strong>la</strong>rgo uso <strong>de</strong>i concetti probabilistici e di tutta <strong>la</strong> teoria assiomatica sulcomportamento razionale e individuale, le scienze sociali hanno subito un notevolecambiamento: <strong>la</strong> consapevolezza <strong>de</strong>i fattori aleatori ha permesso l’abbandono <strong>de</strong>l<strong>de</strong>terminismo (secondo cui il mondo è un perfetto meccanismo rego<strong>la</strong>to da leggi rigi<strong>de</strong>)a favore <strong>de</strong>llo studio <strong>de</strong>l comportamento individuale di fronte all’incertezza. Quando èl’individuo a valutare <strong>la</strong> probabilità di un <strong>de</strong>terminato evento è, secondo De <strong>Finetti</strong>,molto più ampio l’insieme di applicazioni che di essa si può fare nelle scienze sociali.L’introduzione <strong>de</strong>i concetti probabilistici come parte integrante <strong>de</strong>lle scienze sociali,infatti, ha contribuito a ‘trasformarle’, poiché l’analisi <strong>de</strong>i fattori aleatori nelle realtàeconomiche ha permesso una trattazione più a<strong>de</strong>guata e pertinente sia nelle <strong>de</strong>cisioniprese dai singoli individui, sia nel<strong>la</strong> contrattazione tra due o più individui, sia nelle<strong>de</strong>cisioni che coinvolgono una collettività intera.Il collegamento <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità con il concetto di utilità, come è noto, è stato ilprimo e fondamentale passo verso l’applicazione <strong>de</strong>i metodi statistici alle categorieeconomiche. La teoria <strong>de</strong>ll’utilità attesa di J. von Neumann e O. Morgenstern nel 1944bayesiano per sviluppare l’intuizione soggettivista, perché esso è stato il primo tentativo che hacontemp<strong>la</strong>to l’i<strong>de</strong>a di razionalità individuale.6 Nel<strong>la</strong> teoria <strong>de</strong>lle <strong>de</strong>cisioni si distingue tra scelta in condizioni di certezza, rischio e incertezza. Nelprimo caso sussiste un legame diretto tra le azioni e le conseguenze. Se un individuo mira ad ottenere unrisultato tramite un’ azione collegata, può farlo. La teoria <strong>de</strong>ll’utilità attesa di von Neumann eMorgenstern è stata formu<strong>la</strong>ta per <strong>la</strong> scelta in condizioni di rischio, quando le probabilità oggettive <strong>de</strong>glieventi sono note. Nel<strong>la</strong> scelta in condizioni di incertezza, le probabilità <strong>de</strong>gli eventi sono soggettive oimpossibili da assegnare. Per una <strong>de</strong>scrizione <strong>de</strong>ttagliata si veda Knight (1933). In base a questadistinzione, nel caso si accetti <strong>la</strong> concezione soggettiva <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità le condizioni di rischio edincertezza sarebbero equivalenti.3

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