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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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italiano ha iniziato a scrivere, negli anni trenta <strong>de</strong>l secolo scorso, una serie di importanti<strong>la</strong>vori sul<strong>la</strong> probabilità, riformu<strong>la</strong>ndo un concetto che fino ad allora assumeva i contornitipici di quegli strumenti matematici che si consi<strong>de</strong>rano tali ‘per <strong>de</strong>finizione’. De <strong>Finetti</strong>era convinto che <strong>la</strong> probabilità non esistesse ‘per <strong>de</strong>finizione’, ma che fosse piuttostol’individuo, con le sue ‘cre<strong>de</strong>nze’, ad attribuire un valore al verificarsi di un evento. Lealtre <strong>de</strong>finizioni <strong>de</strong>l concetto di probabilità che non sono soggettive 4 non <strong>de</strong>finiscono, inrealtà, alcun comportamento probabilistico, ma anzi offuscano il vero senso <strong>de</strong>l<strong>la</strong>probabilità, che è quello di esprimere il grado di fiducia (vale a dire <strong>la</strong> speranza o iltimore) nel fatto che qualcosa di sperato o di temuto si verifichi. La probabilità, dunque,per De <strong>Finetti</strong>, così come si era abituati ad inten<strong>de</strong>r<strong>la</strong> secondo <strong>la</strong> sua accezione c<strong>la</strong>ssica,non esiste.Fino a circa <strong>la</strong> prima metà <strong>de</strong>l secolo scorso, infatti, <strong>la</strong> concezione prevalente <strong>de</strong>l<strong>la</strong>probabilità era stata quel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssica di P.S. Lap<strong>la</strong>ce, che veniva <strong>de</strong>finita come il rapportotra il numero <strong>de</strong>i casi favorevoli e il numero <strong>de</strong>i casi possibili. Oltre a questa concezionevi era quel<strong>la</strong> cosid<strong>de</strong>tta frequentista, attribuita a L. von Mises, in base al<strong>la</strong> quale <strong>la</strong>probabilità di un evento è associata al<strong>la</strong> frequenza con cui esso si verifica, a fronte di uncospicuo numero di tentativi. De <strong>Finetti</strong> e Frank Ramsey, l’altro importante artefice<strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>a di probabilità soggettiva, sviluppano, indipen<strong>de</strong>ntemente, <strong>la</strong> concezionesoggettivista, partendo dall’approccio bayesiano. 5 Rispetto alle due prece<strong>de</strong>nti4 Lo studioso spiega che <strong>la</strong> nozione di probabilità può essere riconducibile a una <strong>de</strong>lle seguenti c<strong>la</strong>ssi:a) il giudizio soggettivo individuale di fronte ad eventi incerti;b) i casi ugualmente possibili (o simmetrici), come il <strong>la</strong>ncio <strong>de</strong>i dadi;c) <strong>la</strong> frequenza di osservazioni statistiche.Tutti e tre gli aspetti fanno capo al<strong>la</strong> nozione di probabilità, tuttavia diverse sono le applicazioni che sipossono fare <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità se si sceglie il primo aspetto: «La prima via (concezione soggettiva)conduce al punto di vista più <strong>la</strong>rgo e incondizionato: essa non presuppone che il fatto <strong>de</strong>lle nostrevalutazioni di probabilità, e le regole di coerenza logica al<strong>la</strong> quale è necessario assoggettarle» (DEFINETTI 1955, p. 471).Lo studioso <strong>de</strong>finisce così le applicazioni <strong>de</strong>i tre aspetti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> probabilità: «Concetto c<strong>la</strong>ssico: applicabilesolo ove si possano enumerare <strong>de</strong>i ‘casi possibili’ presentanti una ‘simmetria’. P. es. gettando due dadi sihanno 36 possibili coppie di facce; dato che ottenere 4 si può in tre modi (tre ‘casi favorevoli’: 1 + 3, 2 +2, 3 + 1), per ‘<strong>de</strong>finizione’ <strong>la</strong> probabilità è 3/36 = ‘numero <strong>de</strong>i casi favorevoli/numero <strong>de</strong>i casi possibili’.Concetto statistico: applicabile solo a ‘prove ripetibili’. P. es. osservando che un tiratore colpisce ilbersaglio in media, supponiamo, 62 volte su 100, si dice per ‘<strong>de</strong>finizione’ che <strong>la</strong> sua probabilità di riuscitaè 62/100 = ‘frequenza statistica’. Concetto soggettivo: applicabile ovunque qualcuno esprima giudizi difiducia nell’avverarsi di un evento qualsiasi (p. es. anche gare sportive, fatti politici, prognosi mediche,ecc.). Applicabile in partico<strong>la</strong>re ad entrambi i casi prece<strong>de</strong>nti, dove <strong>la</strong> probabilità di ‘3’ con due dadisarebbe ancora 3/36, ma non per ‘<strong>de</strong>finizione’ o per il fatto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> simmetria, ma ‘se ed in quanto talesimmetria mi fa giudicare ugualmente probabili i 36 casi possibili’, e <strong>la</strong> probabilità di riuscita <strong>de</strong>l tiratoreal prossimo colpo sarebbe 62/100 non ‘per <strong>de</strong>finizione’ ma supposto che io preveda una frequenza futuraprossima a quel<strong>la</strong> osservata’, ecc. (simmetria, frequenza, hanno insomma il me<strong>de</strong>simo ruolo pratico, maentrano non come elementi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>de</strong>finizione, ma come elementi di giudizio). I casi riconducibili a metodidi valutazione di tal genere sono praticamente i più importanti per <strong>la</strong> maggior facilità di valutazioniconcordanti fra i diversi individui, ma non è concettualmente diversa ogni valutazione rispon<strong>de</strong>nte aun’opinione personale» (DE FINETTI 1955, p. 471).5 Dal famoso teorema di Bayes (noto anche come rego<strong>la</strong> di Bayes), è scaturito il cosid<strong>de</strong>tto approcciobayesiano, di cui Ramsey e De <strong>Finetti</strong> possono consi<strong>de</strong>rarsi <strong>de</strong>i sostenitori. Secondo l’approcciobayesiano, <strong>la</strong> probabilità misura i gradi di cre<strong>de</strong>nza di un individuo posto di fronte a situazioni diincertezza. Ma anche all’interno <strong>de</strong>l gruppo di coloro che si ritengono “bayesiani” vi è chi rifiuta <strong>la</strong>concezione soggettiva; questo dimostra i numerosi “adattamenti” che <strong>de</strong>l termine “bayesiano” si è fattonel corso <strong>de</strong>gli anni. I maggiori esponenti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> visione oggettiva <strong>de</strong>ll’approccio bayesiano sono EdwinThompson Jaynes e Harold Jeffreys. Sta di fatto che sia Ramsey sia De <strong>Finetti</strong> partono dall’approccio2

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