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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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L’economia neoc<strong>la</strong>ssica ha individuato il punto di ottimo in quel<strong>la</strong> condizione,<strong>de</strong>finita punto di equilibrio, ove il <strong>benessere</strong> è massimo per tutti, date le dotazioni dipartenza. È il mercato, tramite l’iniziativa privata, che rego<strong>la</strong> il raggiungimento<strong>de</strong>ll’ottimo; questo aspetto assicura anche un certo grado di equità nel<strong>la</strong> redistribuzione,dal momento che ciascuno go<strong>de</strong> <strong>de</strong>llo stesso <strong>benessere</strong> che ha contribuito a formare.Questa è <strong>la</strong> lettura di De <strong>Finetti</strong> <strong>de</strong>l concetto di equilibrio paretiano, di cui critica sia ilmeccanicismo sia l’entità <strong>de</strong>ll’ottimo, che, a suo giudizio, sarebbe tutt’altro che<strong>de</strong>si<strong>de</strong>rabile. L’analisi paretiana è tuttavia quel<strong>la</strong> che, grazie al suo metodo quantitativo,meglio si presta come appiglio da cui De <strong>Finetti</strong> trova terreno utile per e<strong>la</strong>borare unacritica costruttiva. Il Cours di Pareto è stato per De <strong>Finetti</strong> <strong>la</strong> fonte di ispirazione, ilmo<strong>de</strong>llo vigente, <strong>la</strong> colonna portante di un’economia che stava andando in frantumi.Pertanto lo studioso non rifiuta <strong>de</strong>l tutto <strong>la</strong> teoria paretiana, ma ne coglie i contenuti piùrigorosi, tra<strong>la</strong>sciando i risvolti che egli <strong>de</strong>finisce più ‘storici’ e che hanno impedito aPareto di al<strong>la</strong>rgare il campo <strong>de</strong>lle indagini a tutte le ipotesi possibili, inclu<strong>de</strong>ndo anchequelle mai verificatesi nel<strong>la</strong> realtà.L’aspetto normativo è dunque prepon<strong>de</strong>rante nell’analisi <strong>de</strong>finettiana: in questo èprecursore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nuova economia <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong>, <strong>la</strong> trattazione teorica <strong>de</strong>ll’equilibrioconcorrenziale che parte dalle teorie paretiane per conciliare l’efficienza con l’equità.De <strong>Finetti</strong> propone uno schema teorico che circoscriva una <strong>geometria</strong> <strong>de</strong>ll’utilità ingrado di individuare, in astratto, possibili punti di ottimo <strong>de</strong>terminati dalle preferenzeindividuali. In questo modo, nel momento in cui si sceglie un partico<strong>la</strong>re punto diottimo, si ricorre a valutazioni di equità <strong>de</strong>lle varie situazioni di ottimo, rappresentate datali punti. Queste consi<strong>de</strong>razioni ‘politiche’ <strong>de</strong>vono essere preliminari al<strong>la</strong> «meccanica<strong>de</strong>ll’utilità» per individuare le libertà e i vincoli che conducono al raggiungimento<strong>de</strong>ll’ottimo prescelto. Il mo<strong>de</strong>llo neoc<strong>la</strong>ssico avrebbe invece anteposto alleconsi<strong>de</strong>razioni politiche sul<strong>la</strong> <strong>geometria</strong> <strong>de</strong>ll’utilità <strong>la</strong> meccanica <strong>de</strong>ll’utilità con i suoivincoli di bi<strong>la</strong>ncio individuali: «non si studia subordinatamente a <strong>de</strong>terminati vincoli,ma si studiano i vincoli a seconda <strong>de</strong>l<strong>la</strong> loro rispon<strong>de</strong>nza al problema» (DE FINETTI1943, p. 36-37).La critica di De <strong>Finetti</strong> all’«anarchia autorego<strong>la</strong>ntesi» è radicale: il fatto cheognuno <strong>de</strong>bba realizzare il massimo <strong>de</strong>l proprio tornaconto individuale, contrariamentea quanto sostenuto da Pareto, non conduce al massimo <strong>benessere</strong> per <strong>la</strong> società intera.Lo studio <strong>de</strong>ll’economia non può esaurirsi nel<strong>la</strong> mera soddisfazione <strong>de</strong>i soli interessiindividuali, ma anzi <strong>de</strong>ve esten<strong>de</strong>re i propri obiettivi anche al rapporto <strong>de</strong>gli individuicon <strong>la</strong> società e con gli interessi generali. Il compito <strong>de</strong>l<strong>la</strong> scienza economica è in primoluogo quello di distinguere tra situazioni possibili e impossibili, dopo di che sceglierequale tra queste è più o meno gradita a ciascun individuo e infine chie<strong>de</strong>rsi comecaratterizzare le situazioni di massimo godimento per tutti. Per <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>re quale tra levarie situazioni di ottimo si configura come quel<strong>la</strong> di massimo godimento per <strong>la</strong>collettività, De <strong>Finetti</strong> auspica il ricorso ai giudizi di valore, in quanto è necessaria unavalutazione etica per scegliere un ottimo che sia nel contempo efficiente ed equo.sistema <strong>de</strong>i prezzi in re<strong>la</strong>zione al fenomeno <strong>de</strong>l<strong>la</strong> ‘rendita <strong>de</strong>l consumatore’: I dubbi riaffiorarono edivennero più assil<strong>la</strong>nti quando, negli anni ’30, l’argomento <strong>de</strong>l<strong>la</strong> crisi (nel sistema o <strong>de</strong>l sistema?), <strong>de</strong>l<strong>la</strong>X-Crise come <strong>la</strong> <strong>de</strong>finì un economista francese rimarcando il paradosso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sovrapproduzione congiuntaa miseria, le i<strong>de</strong>e keynesiane, le notizie sull’economia sovietica e le prospettive di un’economiaprogrammata (sia pure in senso corporativo) anche in Italia, formavano oggetto di accese discussioni e divivace interessamento. Trovai in Pareto, allora, <strong>la</strong> base più soddisfacente per provarmi a riflettere» (DEFINETTI 1969, p. 26).14

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