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Bruno de Finetti e la geometria del benessere

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chi, rilevandone le manchevolezze, volesse troppo precipitosamente correggerle; dire inveceche ciò che è, <strong>de</strong>ve essere, non significa studiare un problema realisticamente, ma nonstudiarlo affatto. (Ivi, p. 19)Attenendosi al metodo conforme all’economia normativa, De <strong>Finetti</strong> vuole stabilireun percorso di analisi scientifica che si ponga come obiettivo quello <strong>de</strong>ll’economia pura,ovvero un’economia ‘neutra’ che non abbia nul<strong>la</strong> a che ve<strong>de</strong>re con casi istituzionalipartico<strong>la</strong>ri. Ciò spiega il ricorso al<strong>la</strong> sostituzione <strong>de</strong>l termine economia <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong>con ‘<strong>geometria</strong> <strong>de</strong>l <strong>benessere</strong>’, come a voler rafforzare l’intento puramente scientificoteoricodi quel<strong>la</strong> branca <strong>de</strong>lle scienze economiche che in quel periodo si stavaaffermando prepotentemente nel panorama scientifico.Il confronto e l’analisi <strong>de</strong>i sistemi economici, inoltre, avviene attraverso duemetodi: uno <strong>de</strong>duttivo, l’altro induttivo. Il metodo <strong>de</strong>duttivo si avvale di mo<strong>de</strong>lligenerali ed astratti a cui vengono fatti risalire tutti i possibili ordinamenti economici, oin altre parole, si parte da leggi generali ed astratte per poi spiegare <strong>la</strong> realtà.Successivamente, dopo accurate verifiche matematiche, si stabilisce quale, tra quellianalizzati, risulta il sistema economico più adatto per quel<strong>la</strong> data epoca. Il metodoinduttivo, invece, parte direttamente dall’esame di elementi reali per testare <strong>la</strong>compatibilità di <strong>de</strong>terminati ordinamenti economici con <strong>la</strong> realtà <strong>de</strong>ll’epoca analizzata(Ivi: p. 18). De <strong>Finetti</strong> non propone un’applicazione totale né <strong>de</strong>ll’uno né <strong>de</strong>ll’altrometodo, ma auspica «una via di mezzo» tra l’astrattezza <strong>de</strong>l <strong>de</strong>duttivo e <strong>la</strong> concretezza<strong>de</strong>ll’induttivo. Il connubio <strong>de</strong>i due metodi porterebbe a tracciare uno schema teoricogenerale e poi ad avanzare <strong>de</strong>lle conclusioni sul<strong>la</strong> situazione oggetto di interesse, che inquesto caso sarebbe supportata dall’osservazione <strong>de</strong>i fatti. È questo che ren<strong>de</strong> ‘feconda’<strong>la</strong> ricerca, impe<strong>de</strong>ndole di per<strong>de</strong>rsi nel<strong>la</strong> sterilità <strong>de</strong>l ‘freddo calcolo’.La teoria neoc<strong>la</strong>ssica, secondo De <strong>Finetti</strong>, ha cercato di esten<strong>de</strong>re il punto di vista<strong>de</strong>l<strong>la</strong> meccanica <strong>de</strong>terminista all’economia. Ma è azzardato imporre il <strong>de</strong>terminismo<strong>de</strong>l<strong>la</strong> meccanica razionale al comportamento umano poiché ciascun individuo èinteressato a conseguire il proprio <strong>benessere</strong> e gli interessi di ciascuno non danno comerisultante il <strong>benessere</strong> collettivo.Molte pseudo dimostrazioni si basano su pretese analogie con <strong>la</strong> meccanica, doveeffettivamente il passaggio a configurazioni di energia potenziale più bassa avviene in modospontaneo, e l’equilibrio si raggiunge quindi spontaneamente quando l’energia si riduce alminimo. [...] o gli uomini tendono a fini <strong>de</strong>gni <strong>de</strong>l loro <strong>de</strong>stino coordinando disciplinatamentevolontà e forze secondo un piano che l’intelletto permette loro di preordinare e accettare, oaltrimenti, se abdicano a tale loro capacità, sarà vano atten<strong>de</strong>re che i loro egoismi possanoautomaticamente guidarli a un fine comune. (DE FINETTI 1969, p. 41)Secondo De <strong>Finetti</strong>, solo una parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> trattazione paretiana rimarrà il fondamentodi qualunque teoria economica. Ciò che in essa è pregevole è l’i<strong>de</strong>a di ricondurre lostudio <strong>de</strong>l fenomeno globale <strong>de</strong>ll’economia all’analisi <strong>de</strong>lle condizioni di equilibrio fra igusti di ogni singolo individuo che fa parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> società. Il criterio fondamentale ditutto questo studio è stato individuato nel<strong>la</strong> nozione di optimum, ossia quel<strong>la</strong> situazioneda cui non è possibile spostarsi per raggiungere un’allocazione alternativa in cui almenoun individuo stia meglio e nessuno stia peggio. Dal punto di vista matematico i punti dioptimum si presentano come problemi di massimi vinco<strong>la</strong>ti, tali condizioni consistononell’assicurare l’uguaglianza <strong>de</strong>lle utilità marginali. Ora, secondo <strong>la</strong> meccanica un puntodi massimo è i<strong>de</strong>ntificato con un punto di equilibrio e l’analogia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> teoria paretianacon <strong>la</strong> meccanica consisterebbe nell’accettare che il punto di ottimo, in date condizioni,12

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