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202 - Dipartimento di Economia e Statistica

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200Questi hanno il compito <strong>di</strong> eliminare dal confronto ciò che è inutile e nel contempo preservare il legame tra lavariabilità e la sua misura.Esempio:F. Vinci (1920) riflette: Occorre <strong>di</strong>stinguere due scopi <strong>di</strong>versi ai quali una misura della variabilità <strong>di</strong> rapporti può essere rivolta. Quando,infatti, dalla variabilità della serie dei rapporti in esame interessi <strong>di</strong> risalire alla variabilità della serie dei numeratori, sarebbe erratofondarsi su me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> scostamenti o <strong>di</strong>fferenze desunte <strong>di</strong>rettamente dai rapporti medesimi e su coefficienti <strong>di</strong> variabilità ottenutiragguagliando tali me<strong>di</strong>e al valor me<strong>di</strong>o dei rapporti o dei valori singoli, ma converrebbe, invece, determinare la relazione in cui codestemisure <strong>di</strong> variabilità stanno a quelle relative ai singoli elementi dei rapporti, al fine <strong>di</strong> poter correttamente calcolare i coefficienti <strong>di</strong>variabilità dei numeratori attraverso quelli dei rapporti. Ma quando, invece, una serie <strong>di</strong> rapporti abbia un significato a sé stante, <strong>di</strong>versoda quello degli elementi che la compongono ed interessi misurare appunto la variabilità delle nuove misure risultanti da quei rapporti,è legittima l’applicazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci che ignorino la natura <strong>di</strong> rapporto della variabile.Tra le trasformazioni più frequenti vi è:Y i =X i −X ( 1)X ( n)+ X 1; i = 1,2,…,n; con campo <strong>di</strong> variazione: R = X ( n) − X ( 1)( ) X ( n)+ X ( 1)Ora R è “normalizzato” cioè ha valori nell’intervallo unitario con R=0 che denota l’assenza <strong>di</strong> variabilità e conR=1 che descrive una situazione <strong>di</strong> variabilità massima (“una” e non “la”, perché la massima <strong>di</strong>spersione puòessere definita in mo<strong>di</strong> alternativi secondo il tipo <strong>di</strong> fenomeno analizzato). La normalizzazione rende comparabili<strong>di</strong>stribuzioni con <strong>di</strong>fferenti campi <strong>di</strong> variazione. Non solo, ma il campo <strong>di</strong> variazione ora esprime la variabilitàriscontrata come percentuale del massimo raggiungibile in quella rilevazione aggiungendo così un utile elementointerpretativo. Inoltre, R è invariante rispetto a mo<strong>di</strong>fiche proporzionali ed è quin<strong>di</strong> anche “standar<strong>di</strong>zzato”:bX ( i)− bX ( 1)bX ( n)+ bX 1= b b * X ( i) − X ( 1)= X ( i) − X ( 1)per ogni b ≠ 0( ) X ( n)+ X ( 1)X ( n)+ X ( 1)Un’altra trasformazione interessante è: Y i=X i/|M e| che standar<strong>di</strong>zza le modalità. Ad esempio, la <strong>di</strong>fferenzainterquartilica e lo scarto assoluto me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>ventano:DI = Q 3 − Q 1M e;k∑i=1X i − M eM ef i = S MeM e= CDSe le {X i} subiscono una trasformazione moltiplicativa la DI ed il coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione CD (scarto assolutome<strong>di</strong>ano rapportato alla me<strong>di</strong>ana) adesso non cambiano.Esempio:Gastwirth (1982) illustra un interessante uso del coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione nella tassazione dei cespiti immobiliari. Se X i =V i /P i è ilrapporto tra il valore presunto V i <strong>di</strong> un bene e P i è il suo prezzo <strong>di</strong> mercato allora il CD <strong>di</strong> “n” cespiti è:CD =V i⎛ 1 ⎞ X i − M e⎝ n ⎠∑ ki=1 M = ⎛ 1 − Pk i⎞ M ee⎝ n ∑⎠ i=1 P ie CD misura l’accuratezza delle stime del valore <strong>di</strong> valore <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> terreni e fabbricati.Altre trasformazioni utili sono: 1) Y i=X i/|µ|; 2) Y i=0.5(X i/|µ|); della prima interessa lo scarto quadratico me<strong>di</strong>onoto come coefficiente <strong>di</strong> variazione; della seconda si considera la deviazione me<strong>di</strong>a.Coeff . <strong>di</strong> var.:2k ⎛ X i −µ ⎞∑ ⎜⎝ µ⎟ f i = σ⎠ µ ; Dev. me<strong>di</strong>a rel.: 1 k X i −µ∑ f i = S µ2 µ 2µi=1i=1

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