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202 - Dipartimento di Economia e Statistica

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1703.1.7 Uso dei valori me<strong>di</strong>I valori me<strong>di</strong> danno conto del centro della <strong>di</strong>stribuzione che può essere visto sia come il punto da cui le modalità <strong>di</strong>stanomeno che come la modalità tipica o riscontrata in una posizione tipica della <strong>di</strong>stribuzione. Il loro uso non può essere<strong>di</strong>sgiunto dall’apporto informativo <strong>di</strong> altre statistiche e dall’essere riferiti ad una rilevazione campionaria o totale, percui le considerazioni qui svolte saranno incomplete. La compatibilità con la scala <strong>di</strong> misurazione è un requisitoessenziale: la me<strong>di</strong>a aritmetica (e le me<strong>di</strong>e potenze) richiedono la scala metrica: è vero che in <strong>di</strong>verse indaginile scale or<strong>di</strong>nate o parzialmente or<strong>di</strong>nate sono tradotte in numeri (un esempio del genere è, come abbiamo visto,il calcolo del voto me<strong>di</strong>o sugli esami sostenuti), ma è arbitrario ed ogni altro insieme <strong>di</strong> numeri che producesseuna me<strong>di</strong>a antagonista non potrebbe essere contestata. Il principio <strong>di</strong> Chisini è un buon ausilio per scegliere lame<strong>di</strong>a: l’idea che essa sia funzionale alla preservazione <strong>di</strong> un aspetto particolare fornisce un’in<strong>di</strong>cazione imme<strong>di</strong>atae comprensibile su come orientarsi ed abbiamo visto varie circostanze in cui era preferibile ora l’una oral’altra me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> potenze. C’è da notare però che tali me<strong>di</strong>e stanno tra <strong>di</strong> loro in una relazione d’or<strong>di</strong>ne ed è <strong>di</strong>fficileche conclusioni tratte ad esempio sulla base della me<strong>di</strong>a aritmetica siano sconvolte o sostanzialmente alteratedall’uso della me<strong>di</strong>a geometrica o armonica. D’altra parte se manca una finalità da inquadrare nel principio <strong>di</strong>funzionalità, qualsiasi me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> potenza potrebbe essere la prescelta.Esempi:a) Monari (1981) scrive: “...Scegliere la me<strong>di</strong>a aritmetica come misura <strong>di</strong> sintesi equivale a ritenere ugualmente probabili gli errori <strong>di</strong>uguale ammontare in eccesso o in <strong>di</strong>fetto. Quando invece vi è ragione <strong>di</strong> ritenere ugualmente possibili gli errori che danno luogo arapporti <strong>di</strong> uguale ammontare in eccesso o in <strong>di</strong>fetto, la misura <strong>di</strong> sintesi più conveniente <strong>di</strong>venta la me<strong>di</strong>a geometrica.”b) Yule e Kendall (1968, p.114-115) ritengono che, se la rilevazione trattata è parte <strong>di</strong> una indagine più ampia che prevede lacombinazione <strong>di</strong> più rilevazioni, allora la me<strong>di</strong>a aritmetica è quella che si presta meglio alla aggregazione <strong>di</strong>retta degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> centralità(ciò non è possibile per la me<strong>di</strong>ana e per la moda) ed è algebricamente più complesso per le altre me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> potenze.c) Un vecchio metodo per il calcolo della ricchezza privata <strong>di</strong> una nazione quando non si <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> rilevazioni più specifiche sibasava sull’ammontare dei beni trasmessi in ere<strong>di</strong>tà in un singolo anno moltiplicato per la durata me<strong>di</strong>a dell’intervallo tra duesuccessivi trapassi: il cosiddetto intervallo devolutivo me<strong>di</strong>o (Boldrini, 1968, p. 457, De Finetti, 1966/1990). A questo fine era utilizzatala me<strong>di</strong>a aritmetica degli anni che intercorrono tra la morte dei genitori e quella dei figli, ma si trattava <strong>di</strong> un errore: l’intervallo me<strong>di</strong>onon interessa come durata, ma come velocità <strong>di</strong> trasferimento dei patrimoni per cui doveva essere usata la me<strong>di</strong>a armonica. Si abbiano“n” patrimoni i cui valori siano v 1 , v 2 , …,v n e che siano trasferiti -per donazione o lascito- con gli intervalli temporali in anni t 1 , t 2 , …,t n ;la quantità <strong>di</strong> ricchezza annualmente trasferita per l’i-esima persona è r i =v i /t i . L’uguaglianza tra la somma dei valori patrimonialitrasferiti v i e la somma dei prodotti delle r i per il comune intervallo devolutivo comporta:n∑ vn ni∑ v i = ∑ r i I d ⇒I d = i=1ni=1 i=1 ∑ r ii=1n∑ v i= i=1n∑ itii=1vd) Nel mercato d’arte non è la qualità che fa il prezzo, ma, almeno fino ad un certo punto, è il prezzo che fa la qualità; perciò, volendoriassumere con un unico dato il valore dei quadri <strong>di</strong> De Chirico battuti da Southeby’s conviene servirsi della me<strong>di</strong>a quadratica (a=2) che riflettemaggiormente i prezzi superiori. (Boldrini ed al. 1962, p.101).Più attraente è l’idea delle me<strong>di</strong>e troncate e delle me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> quantili come guida all’uso <strong>di</strong> misure meno sensibiliai valori anomali che possono affacciarsi nelle rilevazioni e che, in mancanza <strong>di</strong> una spiegazione della loroesistenza o <strong>di</strong> un preciso vincolo <strong>di</strong> completezza si preferisce emarginare dai calcoli.Valori anomali ed ampiezza della rilevazioneUn’altra scelta, pure dotata <strong>di</strong> una certa attrattiva, è la winsorizzazione dei valori troppo piccoli o troppo gran<strong>di</strong>cioè la loro sostituzione con valori meno selvatici. Una strada che, alla luce <strong>di</strong> ciò che si è detto sui valori anomali,deve essere percorsa con prudenza: i valori anomali o remoti sono tali solo se si ha una conoscenza adeguata dellospettro dei valori riscontrabili in un fenomeno. Di solito, le modalità osservate sono troppo poche rispetto a quellepotenzialmente rilevabili e questo può indurre a valutazioni errate sull’anomalia.Esempio:Nelle rilevazioni piccole si può avere il seguente paradosso: nel primografico la A sembra anomala. Nella rilevazione più grande, la A risultaperfettamente allineata, ma è il resto della prima rilevazione che puòessere considerato anomalo. Certi suoni a frequenza molto bassa omolto alta sono “remoti” rispetto al nostro u<strong>di</strong>to che infatti non li percepisce;questo però non significa che non esistono, anzi sono fondamentaliper la sopravvivenza <strong>di</strong> altri esseri.Rilevazione piccolaARilevazione grande

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