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[PDF] untitled - Sardegna Cultura

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PADRIAIL MUSEO E IL TERRITORIO


© Copyright 1991 by Carlo Delfino editore, Via Rolando 11/A, Sassari


18Francesca GalliSARDEGNA ARCHEOLOGICAGuide e ItinerariPADRIAil museo e il territorioCarlo Delfino editore


Padria, piccolo centro dei Logudoro, è raggiungibile imboccandola SS 292d, all’altezza del km 166 della SS 131 Carlo Felice e percorrendolaper circa 15 chilometri, attraversando l’abitato di Cossoinee lasciandosi sulla destra quello di Pozzomaggiore.II territorio attraverso i secoliIl territorio (kmq 48,03), costituito prevalentemente da rilievi collinaridi modesta altitudine di natura vulcanica e sedimentaria, èstraordinariamente ricco di testimonianze archeologiche uniformementedislocate nell’intero ambito territoriale.Gli insediamenti più antichi paiono risalire al neolitico recente(3500-2700 a.C.) epoca a cui è presumibile che siano da riferire lenon numerose domus de janas spesso raccolte in piccole necropoli(Baddeflare, Monte Ruggiu, Puntas Biancas, Su Pasciale, BaddeUsai, S.Pedru ‘e Concas) e per lo più di semplice architettura e privedi elementi di particolare rilievo.Allo stesso periodo risalgono un lotto di materiali ceramici di <strong>Cultura</strong>di Ozieri e una ricca strumentazione litica confluiti nella CollezioneComunale.I periodi successivi di età preistorica, per i quali mancano dati monumentali,sono documentati dai materiali Abcalzu rinvenuti nell’areadi S.Giuseppe ed in quella limitrofa di Juanne Buldu nel corso diinterventi di scavo condotti negli anni Settanta alla periferia dell’abitato.Ben più capillare fu l’occupazione del territorio in epoca nuragica.Gli oltre quaranta nuraghi di cui ci tramandano notizia le fonti sonoancora oggi – sebbene talvolta in mediocre stato di conservazione e5


pertanto di difficile lettura in massima parte riscontrabili sul terreno.Le ricerche condotte non hanno permesso fino ad ora di rinvenirele tracce della tomba di giganti di Peddalzos di cui dette notizia Lilliunel 1947, n di una fonte sacra, quella di Funtana Coberta, da cuiproverrebbero le insegne oplolatriche bronzee che, insieme ad unbronzetto rappresentante un arciere e a due navicelle, sono quanto dipiù rilevante il territorio ha restituito per quest’epoca (v. oltre).Per quanto riguarda l’epoca punica, assai scarsi sono gli indizi suiquali ricostruire la fisionomia di questo periodo.Fig. 1. Museo di Padria: planimetria6


Fig. 2. Museo di Padria: materiali di cultura ozieriFig.3. Sassari, Museo Nazionale “G.A. Sanna”, barchetta bronzea provenienteda Padria7


Fig. 4. Cagliari, Museo Nazionale bronzetto di guerriero proveniente daPadria8


Fig. 5. Sassari, Museo Nazionale “G.A. Sanna”, insegna oplopatrica in bronzoproveniente da Padria9


Fig. 6. Museo di Padria. Volto femminile con lobo forato per orecchino, daldeposito votivo di S. Giuseppe10


Fig. 7. Museo di Padria. Volto femminile dal deposito votivo di s. Giuseppe11


Fig. 8. Museo di Padria. Testina maschile dal deposito votivo di S. GiuseppeFig. 9. Museo di Padria. Testina maschile dal deposito votivo di S. Giuseppe12


Dal territorio non provengono elementi che ci consentano di affermarnela presenza che invece pare inequivocabilmente attestata inambito urbano dove, un grande muro, sito in località Palattu, è statoinquadrato nell’ambito del V secolo a.C. e considerato una fortificazionedi carattere militare.Relativamente all’epoca romana, poi, occorre operare una distinzionefra il territorio e l’abitato. Assai numerosi sono, infatti, gliinsediamenti sparsi nel territorio; in massima parte ci troviamo difronte alla rioccupazione di siti già precedentemente frequentati.Non e raro il caso che tracce di strutture o di materiali di età romanasi rinvengano presso nuraghi. Ciò accade, ad esempio, nell’arcadei nuraghi di S.Saturnino, Casiddu, Mura Suìlcs, Sas Cheas e TàttariPizinnu.Per quanto riguarda l’abitato è noto che in Padria è stata identificatala Guru/is Vetu.s annoverata nei Geographica di Tolomeo fra ipunti meditcrranei, ma esiste un grande problema costituito dal fattoche l’abitato odierno sorge proprio su quello antico rendendo assaidifficile o studio della topografia urbana di Guru/is Vet us.Dobbiamo inoltre sottolineare che le notizie sulle quali ci possiamobasare per una ricostruzione sono estremamente imprecise sia perle informazioni di carattere cronologico, sia per quelle topografiche.In base a queste è però plausibile ritenere che la parte più notevoledella città (probabilmente l’area pubblica) si estendesse alla basedelle tre collinette di S.Giuseppe, S.Pietro e S.Paolo fino ad inglobare,almeno in parte, l’attuale piazza del Comune.Per quanto riguarda le aree cimiteriali, nella zona di Campusanto(nei pressi dell’odierno cimitero) è stata raccolta la massima partedella documentazione: qui, infatti, si estendeva un’ampia necropoliad inumazione ed incinerazione. Altri rinvenimenti di resti di sepolturesi sono verificati nelle attuali Via XX Settembre, Via Roma e ViaNazionale, ma è difficile poter stabilire se si sia trattato o meno diuna sporadica destinazione funeraria dell’arca.Ricordiamo, infine, che in epoca romana ed anche successivamente,il territorio di Padria fu interessato da una rete viaria che,probabilmente ripercorrendo precedenti tracciati che sfruttavano vienaturali di penetrazione, faceva di quest’area uno dei passaggi obbligatifra la costa occidentale (Bosa) e il Logudoro più interno.13


Talc affermazione è avvalorata dalla presenza di tre ponti di probabileimpianto romano, anche se con tracce di ristrutturazione (PonteEttòri, al confine con Villanova Monteleone, Ponte Ulumu e PonteEnas al confine con il territorio di Bosa).Il MuseoIl Museo Civico Archeologico di Padria, inaugurato nel dicembredel 1989, ha la sua sede nei locali dell’ex Monte Granatico appositamenteristrutturato per questa nuova destinazione; esso si trova neipressi del Municipio accanto alla chiesa di Santa Giulia, notevoleesempio di gotico catalano.Le ridotte dimensioni dell’ambiente (due soli locali) hannocostretto ad una selezione forzatamente drastica dei pezzi da esporre.Questi sono costituiti in prevalenza dallo splendido materialeproveniente dall’area sacra di S. Giuseppe e da quello confluito,attraverso scavi e raccolte di superficie, nella Collezione Comunale.Una ricerca topografica effettuata nel territorio tra il 1987 e ii 1988ha consentito inoltre di fornire una più ampia conoscenza della realtàterritoriale attraverso il tempo.L’esposizione segue un criterio cronologico e topografico insieme.Il periodo preistorico è illustrato dal materiale ceramico e liticodella Collezione Comunale (Vetrine I e 2). Si tratta di frammenti diprovenienza incerta pertinenti all’orizzonte cronologico della <strong>Cultura</strong>di Ozieri. Le forme vascolari attestate sono costituite da vasi biconici,a cestello, emisferici, carenati, globulari a colletto, tripodi e pissidi.I confronti più puntuali pare che possano essere istituiti con imateriali della Grotta di Sa Ucca de su Tintirriolu di Mara (si vedanoin particolare i vasi biconici con anse con sopraelevazione a nasello,o il frammento di vaso ovoide con orlo ingrossato a fettucciaesterna con impressioni a ditate).Assai comuni sono anche le sintassi decorative rappresentate neimateriali esposti (impressioni a ditate, bozze, bande tratteggiate, segmentidentellati; talvolta si hanno anche incrostazioni di ocra rossa opasta bianca).14


Fra gli oggetti litici ricordiamo coltellini in scice, accettine levigatein pietra verde, un macinello di forma ovale lenticolare e tracce diocra rossa, pezzi in selce ed ossidiana; sono presenti anche dellepunte in osso.Due pannelli illustrano l’uno il materiale sopra descritto, l’altro ledomus de janas note del territorio. In particolare sono presentate leplanimetrie della bella tomba di Baddenàre (con impianto a T e duecolonne nella cella principale) e di uno degli ipogei di Monte Ruggiuche conserva sulla parete di fondo della cella una protome taurinascolpita a basso rilievo.Nella totale assenza di materiali pertinenti ad epoca nuragica daFig. 10. Museo di Padria. Volto femmile dal deposito votivo di S. Giuseppe15


esporre, si è supplito con un’ampia documentazione grafica e fotograficadei bronzi conservati nei Musei Nazionali di Cagliari e di Sassarie dei monumenti del territorio.Per quanto riguarda i materiali di bronzo, ricordiamo, innanzitutto, un’insegna oplolatrica (dedicata alla magia della caccia), unicanel suo genere, rinvenuta in località Sos Cunzados o Funtana Coberta(del sito pare non rimanere traccia) oggi esposta al MuseoG.A.Sanna di Sassari.Il manufatto consiste di una placca quadrangolare con due porticineterminante, ai due angoli superiori, con due protomi di cervo ed inFig. 11. Museo di Padria. Frammento di testa con particolare dellacapigliatura maschile dal deposito votivo di S. Giuseppe16


Fig. 12. Museo di Padria. Volti maschili dal deposito votivo di S. Giuseppebasso con una serie di anelli ai quali sono appesi dei pendagli. Alcentro, in alto, una breve guaina sorregge un pugnale, mentre inbasso in un’analoga guaina è infilata la punta di una spada votiva.L’insegna, di cui facevano parte altre due spade, doveva essere assicurataad un supporto.Sempre nel Museo Sanna di Sassari è esposta una barchetta conprua spezzata e fondo piatto con quattro peducci, rinvenuta sporadicapresso l’area sacra di S. Giuseppe.Un’altra navicella, oggi perduta, è stata segnalata come provenienteda Padria. La barchetta ha scafo allungato e prua desinente con unaprotome taurina; elaborato il sistema di sospensione consistente in unponte articolato in quattro sostegni sorreggenti una colonnina centralecon anello sormontato da una colonna.Nel Museo Nazionale di Cagliari è invece conservato un bronzetto,17


Fig. 13. Museo di Padria. Torso femminile con himation panneggiato, daldeposito votivo di S. Giuseppe18


Fig. 14. Museo di Padria. Frammento di torso femminile dal deposito votivodi S. Giusepperinvenuto a Padria in località ignota, raffigurante un guerriero conelmo e due lunghe corna. La corazza, sotto la quale è una tunica, ibracciali e gli schinieri sono decorati a solcature verticali. Con ladestra impugna la spada, mentre con la sinistra sorregge lo scudo.Per quanto riguarda i monumenti di questo periodo, i pannelli (Vetrine3 e 4) documentano alcuni fra i nuraghi meglio conservati (v. schede)quali il Nuraghe Longu, Mura Suiles, Monte Su Furru, Iscala ‘eNughes, Bidighinzos, Basciu, Yroma e Binzas.Al centro di questa sezione è esposto un plastico che, in manieraparticolarmente efficace, illustra la carta di distribuzione dei monumentidel territorio indicati da colori diversi per ogni epoca.Proseguendo, nella seconda sala ha inizio l’ampia zona espositivadedicata all’insediamento di S. Giuseppe.L’importante area si estende ai piedi della collinetta di S. Giuseppeo is Canìles e fu interessata da tre successive campagne di scavo(1973-75). Nel corso degli interventi, al di sotto degli strati relativi aldeposito votivo, furono identificati tre diversificati livelli preistorici19


Fig. 16. Museo di Padria. Parte inferiore di figura maschile dal deposito votivodi S. Giuseppe21


Fig. 17. Museo di Padria. Frammenti di dita dal deposito votivo di S.GiuseppeFig. 18. Museo di Padria. Ceramica a vernice nera22


Fig. 19. Museo di Padria. Urne cinerarie di età repubblicanaFig. 20. Museo di Padria. Thymiateria a testa di dea kernophoros. Età repubblicanarepubblicana fino alla piena età imperiale (III secolo a.C. III secolod. C.).Il Museo espone, come si è detto, una selezione esemplificativa erappresentativa dei materiali recuperati.StraordinariamcRte abbondanti sono le parti del corpo umano per le23


Fig. 21. Museo di Padria. Anforetta di ceramica comune fra coppe a imitazionedi sigillata /età imperiale)Fig. 22. Museo di Padria.Stampo decorato con elementi fitomorfi di ambitoculturale punico24


Fig. 24. Carta di distribuzione dei monumenti e dei siti archeologici del territoriodi Padria1. Necropoli ipogeica di Monte Ruggiu**Si percorra la SP Padria-Montresta per circa km 8; sulla destra unastradina secondaria, chiusa da cancello, conduce alla chiesa diS.Giorgio Dettori; superata la chiesa, un sentiero, dopo circa m 700,porta al Monte Ruggiu.Nella parte più alta del Monte, sul costone Est di un canalone tufaceo,sono scavate una serie di domus de janas. Di probabili altre,completamente distrutte, rimangono le tracce sulle pareti rocciose.Tomba 1: presenta un impianto a T, risultato di una probabileristrutturazione. L’ingresso, orientato a E, immette in un’irregolareanticella che conserva tracce di un portello oggi sfondato. Il portelloche immette nella cella principale, invece, è di bella fattura e reca ben28


visibili, oltre al rincasso per la lastra di chiusura, delle lesene ai lati.La cella principale, di forma subrettangolare, presenta due pilastriall’altezza dei quali il pavimento si rialza a formare una sorta di lettifunebri. Sulla parete di fondo della cella è scolpita in debole rilievouna protome taurina schematizzata.Sulla destra e sulla sinistra della cella principale si aprono due cellecon accesso sopraelevato.Pareti e soffitti sono di discreta esecuzione.Tomba 2: ampio riparo informe.Tomba 3: è costituita da un’anticella e due celle quadrangolari lapiù interna delle quali presenta una colonna il cui basamento non èstato portato a termine ed è ancora unito alla parete.Tomba 4: costituita da tre celle precedute da anticella. I vanicomunicano fra loro per mezzo di portelli di buona esecuzione contracce di risega per la lastra di chiusura. La cella principale ha duecolonne con basamento all’altezza del quale, sulla sinistra e sulladestra, il pavimento è più alto.29


Fig. 25. Padria, necropli ipogeica di Monte Ruggiu. Tomba I: pianta, sezionee particolare della protome taurina30


Fig. 26. Padria, necropli ipogeica di Baddenare. Tomba II: pianta e sezione31


Tomba 5: ampio riparo. Tomba 6: consta di cinque vani senza particolaritàdi rilievo. Più in basso ci sono almeno altre tre tombe, manon agibili. Tutti gli ipogei sono stati violati in antico.2. Tombe ipogeiche di S. Pedru ‘e Concas*Dopo aver percorso per circa 5 km la SP Padria-Montresta siimbocca, sulla sinistra, la strada comunale per S.Saturnino, a circa800 metri dal bivio, sulla destra, si individuano le due tombe. Si trattadi due ipogei monocellulari scavati nel banco calcareo, normalizzatee riutilizzate in epoca posteriore alla loro escavazione, comeattestano le tombe a fossa ricavate nel pavimento.E comunque difficile stabilire l’epoca del riuso, considerato che citroviamo in assenza totale di materiali.Tomba 1: è costituita da una cella rettangolare; nel pavimentosono scavate tre tombe che occupano l’intera superficie dell’ipogeosia in larghezza che in lunghezza. Gli spazi lasciati lungo le pareti efra tomba e tomba ne consentivano la copertura con lastre. Il soffittoe le pareti sono perfettamente piani e normalizzati con un piccometallico. Nella parete sinistra, a cm 67 da terra, è scavata una nicchietta.Tomba 2: cella rettangolare; delle tre fosse che avrebbero dovutotrovare posto sul pavimento solo due ne sono state scavate e di una diqueste non è stata portata a termine la risega per la lastra di chiusura.3. Tombe ipogeiche di Baddenare**Sulla destra, dopo aver percorso per circa km 3,5 la SP Padria-Montresta, si imbocca una strada padronale chiusa da cancello e la sipercorre per 500 metri.Nel costone calcareo, a circa m 150 da un nuraghe in mediocrestato di conservazione, sono scavati due ipogei di diseguale livello diesecuzione.Tomba 1: consta di un’anticella quadrangolare sopraelevata dicirca 1 metro rispetto al piano di campagna. Tramite un rozzo portellosi accede alla cella principale di forma vagamente ellittica. Su questacella si aprono altri due vani irregolari.Tomba 2: un lungo dromos a cielo scoperto (Iungh. oltre 6 metri)immette in una cella quadrangolare collegata, tramite un portello, con32


Fig. 27. Padria, nuraghe Vroma. Pianta e sezioniun’altro vano quadrangolare con due possenti colonne al centrodisposte simmetricamente. Altre due celle si aprono, una sulla paretedi fondo e l’altra sulla destra.4. Tombe ipogeiche di Su Pasciale’A circa 3 km dall’abitato, sulla destra, per chi percorra la SPPadriaMontresta. Visibili dalla strada.Si tratta di quattro ipogei scavati in un costone calcareo.Tomba 1: costituita da due celle precedute da un’anticella crollata.Tomba 2: due celle comunicanti fra loro tramite un portello con listello.Tomba 3: dopo un irregolare padiglione un portello con risega dàaccesso alla prima cella rettangolare. Da questa, per mezzo di un arcoa sesto ribassato si passa in un altro vano sulla sinistra del quale è unletto funebre largo cm 50 e alto cm 20. Sulla cella principale si apreanche un piccolo ambiente a sinistra.33


Fig. 28. Padria, nuraghe Bidighinzos. Pianta e sezioniTomba 4: bicellulare.Altre due domus monocellulari sono a qualche centinaio di metrida queste in direzione di Baddenare, in località “Chizzicanu”. Tuttesono state violate in antico.5. Nuraghe Vroma*Si percorre per circa 4 km la strada comunale per Santu Larentuche si diparte sulla destra della SP Padria-Montresta. Si imbocca,quindi, il sentiero che si trova sulla sinistra e si procede per circa m34


Fig. 29. Padria, nuraghe Suiles. Pianta e sezioniFig. 30. Padria, nuraghe Suiles.300.Il nuraghe Vroma è un rnonotorre costruito in conci regolari diblocchi trachitici ben squadrati.11 monumento, di cui mancano parti consistenti del paramento35


esterno – oltre alla copertura originaria sostituita in epoca recente daun tetto di tegole – ha l’ingresso orientato a SE. Un corridoio, ogginon completo per l’asportazione della parte anteriore adduce allacamera centrale sulla quale si aprono tre nicchie disposte a croce.6. Nuraghe Bidighinzos*E visibile, sulla destra, dalla strada comunale per Santu Larentu,dopo circa km 2,5 dal bivio sulla SP PadriaMontresta.Il nuraghe monotorre sorge in posizione dominante ed è costruitoin sottili filari di blocchi di medie dimensioni in trachite rossa.Il monumento presenta la copertura crollata e quindi la camera par-Fig. 31. Padria, nuraghe Monte Su Furru. Pianta e sezione.36


zialmente ingombra.Sul lato SE si individua l’ingresso con il corridoio piattabandatocompletamente interrato. La camera, del diametro di m 3,50 al livellodel riempimento, ha una nicchia e, di fronte a questa, l’accesso adun vano (corridoio anulare ? scala ?) al di sopra del quale è una nicchiasopraelevata.7. Nuraghe Mura Suiles**Dopo circa km 7,5 della SP Padria-Montresta si imbocca una stradinasulla sinistra chiusa da cancello e la si percorre per m 400 ca.Il monumento sorge su un pianoro, in posizione dominante.E un nuraghe monotorre in regolari filari di blocchi trachitici benlavorati. L’ingresso, orientato S-SE, è stato orribilmente trasformatoin un varco a sesto acuto. Al di sopra si conserva il finestrino di scarico.Un corridoio coperto ad ogiva nella prima parte e a piattabandanella seconda immette nella camera.Sulla destra del corridoio si apre un’ampia nicchia ed a fianco diquesta, in posizione sopraelevata di circa m 2 rispetto al piano di calpestio,si apre il vano della scala. La camera ha la volta (h m 7,00)perfettamente conservata.Sulla destra e sulla sinistra si aprono due nicchie. A N del monumento,sia a fianco, sia sotto il primo filare del nuraghe stesso chepoggia sulla roccia ci sono tracce evidenti di cava.A circa m 10 davanti all’ingresso ci sono i resti di una struttura circolarea doppio paramento.8. Nuraghe Monte su Furru*Dall’abitato di Padria si imbocca la strada che fiancheggia il mattatoionuovo e la si percorre per circa km 3. Sulla destra, a circa 150metri, è visibile il nuraghe.Il monumento è costruito in bellissimi filari di conci basalticiperfettamente lavorati. Dell’ingresso, orientato ad E, residuano glistipiti, mentre la copertura è crollata, cosiccome quella del corridoiosulla sinistra del quale è il vano della scala, mentre di fronte è una37


nicchia.Anche la camera non ha più la copertura originaria, sostituita da unrecente tetto di tegole. Sulla destra e sulla sinistra si aprono due nicchie.Nella parte anteriore del monumento è ancora individuabile unrifascio conservato per due filari.9. Nuraghe Casiddu*Dall’abitato di Padria si imbocchi la strada che fiancheggia ilmattatoio nuovo e la si percorra per circa km 2,5. Sulla destra, incorrispondenza della Casa Tanca de su Conte, si proceda per circa m300.Il monumento, costruito in blocchi trachitici di media pezzatura, rozzamentelavorati e disposti in filari irregolari, ha una struttura nonperfettamente circolare e di non semplice lettura. Sul lato NO si individuaun accesso, mentre la parte superiore è coperta dal crollo.Fig. 32. Padria, nuraghe Longu.38


Assai interessanti sono però le strutture adiacenti.Oltre ad almeno tre capanne, sono individuabili due manufatti particolaririferibili ad epoca posteriore (romana?).Si tratta di due pressoi, per vino o per olio, scavati nella roccia ecostituiti da due vasche – una più grande e meno profonda e una piùpiccola, ma più profonda comunicanti fra loro tramite un foro. Leduevasche più piccole hanno sul fondo una cuppella per la decantazionedel liquido.10. Nuraghe Vigna*Ad Ovest dell’abitato di Padria, a circa 300 metri sulla sinistra,della SP PadriaMontresta.È un nuraghe monotorre costruito in blocchi basaltici ben lavoratidisposti in corsi regolari.Il monumento ha un ingresso sopraelevato di circa cm 70 dall’attualepiano di campagna. L’architrave è sormontato da un finestrinodi scarico a luce rettangolare. L’andito, lungo oltre 4 metri sale versola camera cd ha copertura ogivale nella parte vicino all’ingresso e apiattabanda in quella vicino alla camera. Sulla destra del corridoio siapre la scala, mentre sulla sinistra è una nicchia trapezoidale piattabandata.La camera, ingombra del crollo della copertura, ha sulla destra unanicchia.Sul lato S del monumento è una sorta di ampio cortile rettangolare(m 13,00x 14,00 ca.) al cui interno ve ne è un altro più piccolo. Difficilestabilire l’epoca di questa struttura.11. Mesu Nuraghe 1*A circa 150 metri sulla destra della SP 292d Pozzomaggiore-Padria, poco prima del bivio per Padria.Il nuraghe sorge su un pianoro basaltico; è un monotorre in blocchidi basalto ben lavorati. La torre, circolare, del diametro di ca m13 si conserva per un’altezza massima di m 3,10 sul lato O dove residuanosei filari.La camera, lievemente eccentrica, presenta, nella parte superiore,due ingressi, uno di fronte all’altro, forse riferibili alle finestre del 1°39


Fig. 33. Padria, nuraghe Longu. Pianta e sezionepiano. Sul lato O è addossata una possente struttura da interpretarsi,presumibilmente, come antemurale. Residua, infatti, un accessoarchitravato con corridoio piattabandato.12. Mesu Nuraghe 2*A circa m 150 dal precedente. Sulla destra (visibile dalla strada)della SP 192d Pozzo maggiore Padria.È un nuraghe monotorre in blocchi basaltici ben lavorati.L’ingresso, individuabile nonostante il forte interramento, è visibilesul lato S; al di sopra dell’architrave è un finestrino di scarico. Ilcorridoio di accesso alla camera è piattabandato; sulla sinistra è visibilel’avvio della scala.Sul lato S-SO del nuraghe è una sorta di cortile ampio circa m40


3,50x2,00 delimitato, nella parte anteriore, da un muro dello spessoredi oltre 5 metri. A Ca. m 10 sono i resti di una capanna circolare.13. Nuraghe Turriggia**Si percorra la SP Padria-Montresta per ca. km 5 e si imbocchi, sullasinistra, la strada comunale per S.Saturnino; si proceda per 300 metri,punto dal quale è visibile il nuraghe raggiungibile dopo altri m 400 apiedi.È un monumento monotorre in regolari filari di blocchi basaltici.Un corridoio piattabandato, con nicchia sulla sinistra, adduce allacamera, lievemente eccentrica. Su di essa si aprono due nicchie concopertura a piattabanda.14. Nuraghe LongutDall’abitato di Padria, costeggiando il campo sportivo, si segue lastrada appositamente costruita per circa 2 km.Il nuraghe, in posizione estremamente dominante, è senza dubbioil monumento meglio conservato del territorio.E in blocchi basaltici di media pezzatura, assai ben lavorati.L’ingresso, orientato E-NE, è sopraelevato di circa cm 50 rispettoall’attuale piano di campagna. Il corridoio, lungo ca m 4,00, è copertoad ogiva con un rapido innalzamento rispetto all’architrave diingresso (h m 2,30-4,20). La camera circolare conserva intatta lacopertura a tholos (h m 7,00 ca.).Sulla destra si apre una nicchia, mentre sulla sinistra è la scala, ilcui accesso è notevolmente rialzato rispetto al pavimento della camera.La scala sale verso sinistra e con 22 gradini conduce fino al secondopiano ingombro del crollo della copertura.Sul lato SE, a fianco dell’apertura della scala, si apre una finestraarchitravata con copertura a ogiva.Il primitivo impianto monotorre subì aggiunte di notevole entità. Suilati E e S furono costruite due torri, oggi noCevolmente distrutte e interrate; esse furono unite tra di loro e collegate col corpo centrale daun muro di rifascio sui lati N, O e S.Di fronte al primitivo ingresso venne a crearsi un irregolare cortile41


Fig. 34. Padria, nuraghe Basciu.Fig. 35. Padria, muro punico in località Palattu42


con due accesi: l’uno, lungo quasi tre metri, di cui è visibile l’architraveesterno e quello interno, che non è chiaro dove conducesse; l’altro,lungo oltre due metri, che porta alla torre E.Sulla destra dell’ingresso, un muro di media pezzatura si appoggia(così come il rifascio) alla torre principale; ha andamento irregolaree pare ricongiungersi, sul lato N, al muro di rifascio stesso (il crollosu questo lato non permette di essere più precisi).Numerose sono le strutture abitative che si individuano nell’arcacircostante il monumento (in particolare a S e SE).15. Nuraghe Basciu**Si percorre per circa 1 km la SS 292 Padria-Suni; sulla destra si imboccauna stradina e la si percorre a piedi per circa m 500.Il nuraghe sorge in un terreno pianeggiante ed è delimitato da unostrapiombo sui lati N e NE dove la torre ha subito un crollo.E un monotorre costruito in grossi blocchi basaltici ben lavorati.L’ingresso, orientato s-so, è sormontato da un finestrino di scaricoa luce rettangolare ed immette in un andito con copertura ogivalesulla sinistra del quale è una nicchia.La camera, completamente riempita dal crollo si conserva perquasi 5 metri (9 filari).Sul lato destro della camera è visibile una nicchia ricavata nellospessore murario.16. Muro punico di Palattu**Alla base della prima delle tre collinette che delimitano l’abitato diPadria, quella di S. Paolo (il nome deriva dall’omonima chiesettaoggi scomparsa).Si tratta di un muro a grossi blocchi poligonali, con struttura asecco, con un fronte rettilineo di oltre 65 metri ed un’altezza massimaconservata di circa 5 metri. Nell’angolo di sinistra, rispetto a chiguarda, si conserva uno spigolo con un grande masso bugnato.Il muro è stato interpretato come una fortezza a carattere militaredi pertinenza feniciopunica.17. Insediamento di Tattari Pizzinnu***Si percorre per circa km 4 la SP Padria-Montresta, da qui si imboc-43


ca un sentiero, sulla destra, e lo si percorre a piedi per circa 500metri.Su un vasto altipiano calcareo insiste un ampio insediamento digrande interesse. Le fonti bibliografiche segnalano la presenza di unnuraghe, i cui resti sono forse da individuare in una struttura circolareconservata a livello di fondazioni.Il massimo sviluppo del sito si ebbe però in epoca romana e probabilmenteper un lungo arco di tempo, come attesta il materiale che ingrande abbondanza si raccoglie in superficie.Di particolare interesse sono due strutture, una quadrangolare di m9,00x7,50 in grossi blocchi ed un’altra, al limite E dell’insediamento,che è in pietre e malta.Non è possibile avanzare ipotesi circa l’utilizzo e la funzione diqueste strutture, anche se è probabile che ci si trovi di fronte ad uninsediamento rurale, probabilmente legato ad attività produttive comelascerebbe intuire la presenza di un articolato pressoio a qualchedecina di metri in direzione N.Si tratta di una vasca rettangolare (m 2,15x2,50 Ca.; prof. 0,25) checonserva l’alloggiamento per il palo; tramite un foro ed una canaletta,siti nella parte inferiore del lato sinistro, il liquido (quasi certamentevino) passava in una vasca di decantazione rivestita in cocciopestoin comunicazione anche con un’altra vasca. Si tratta con ognievidenza di una struttura legata alla pigiatura dell’uva.18. Cisterna di Monte S.Pietro**In uno dei terrazzamenti che segnano il colle centrale, quello diS.Pietro, è una grande cisterna composta da due vasche rettangolaricomunicanti fra loro.E in grossi blocchi basaltici e nella parte interna conserva uno spessostrato di intonaco, tipo cocciopesto.Il primo ambiente (metri 4x3; h m 4,50) con due pilastri, conservanella parte terminale una copertura in grossi blocchi monolitici. Unaltro pilastro è addossato alla parete O poco lontano dal secondo.Tramite due passaggi a luce rettangolare ampi entrambi cm 50, apertia quota pavimento, il primo vano comunica con il secondo (m3,10x4,lO)44


del quale non è possibile stabilire la profondità a causa del quasi totaleriempimento.Fra i due ambienti non pare esserci dislivello di quota. Non sonostate individuate canalizzazioni di adduzione né di fuoriuscita dell’acqua.Sul pianoro immediatamente soprastante si conservano le tracce divani pavimentati in cocciopesto che hanno parzialmente utilizzato ilfronte roccioso come muratura.19. Ponte EttoriDopo km 6 della SP Padria-Montresta, si imbocca, sulla destra, unastrada secondaria che conduce direttamente al ponte che è sito al confinefra i Comuni di Padria e di Villanova Monteleone e serviva all’attraversamentodel Temo. Nella tradizione la strada che vi passava eradenominata “Caminu de su Alghcresu”.Delle cinque arcate originarie (Iungh. totale m 38) ne residuanodue di differente dimensione oltre alla spalletta e parte dell’intradossodi una terza sulla sponda opposta.Il ponte, nella parte a vista e in quella superiore, è costruito inconci calcarei con anima in opus coementicium ed ha consistenti traccedi malta. E orientato SENO.La prima arcata, oggi parzialmente interrata per il mutato corso delfiume, è a sesto acuto. All’interno residuano evidentissime le traccedell’incannucciato per le centine.All’interno della seconda arcata è ben visibile la parte di fondazionecostituita da rozzo pietrame; una risega separa questo zoccolodalla prima parte della muratura realizzata in corsi regolari di blocchitrachitici; al di sopra sono stati impiegati blocchi in calcare.Fra la seconda e la terza arcata, oggi perduta, si conserva il rostrofrangicorrente in trachite.Sulla sponda sinistra residua l’intradosso dell’ultima arcata e laspa!letta che poggia su roccia affiorante.Il parapetto è solo parzialmente conservato.I! ponte di impianto romano deve aver subito delle ristrutturazioniprobabilmente in epoca medievale.45


BibliografiaGeneralità:G.SPAN0, Memoria sopra l’antica città di Guru/is Vetus, oggiPadria, Cagliari 1867.V. ANGIUS, in CAsALIS, Dizionario geografico, storico, statistico,commerciale degli Stati di S.M. il Re di <strong>Sardegna</strong>, vol. XIV, s.v.Padria, pp. 17-47.A.TARAMELLI, Edizione Archeologica della Carta d’Italia, Foglio193, Firenze 1940.G.LILL!U, Notiziario, “Studi Sardi” VII (1947), pp. 251 e 261262.Sui bronzi:A.FERRER0 DELLA MARMORA, Voyage en Sardaigne-Antiquité,ParisTurin 1840, p. 332; Atlas, tav. XXV, n. 166; tav. XXVII, n. 96.G.LILLIU, Sculture della <strong>Sardegna</strong> nuragica, Verona 1966, n. 97,pp. 184 Ss.; fl. 258, pp. 364 Ss. con bibliografia precedente.F.Lo SCHIAVO, Scavi e Scoperte, “Studi Etruschi”, XLII (1974),pp. 547-48, tav. CHI a, f.Sul deposito votivo di S. Giuseppe:G.T0RE, Notiziario. S. Giuseppe-Padria (Sassari), “Studi Sardi”XXIII (1975), pp. 374-379.Sul muro punico di Palattu:G.T0RE, Località Pa/at/u, in AA.VV., I Sardi, Milano 1984, p. 291(con bibliografia precedente).Sulla tomba di giganti di Peddaizos:G.LILLIU, La civiltà dei Sardi dal paleolitico all’età dei nuraghi,Torino, 1988, pp. 329-330.Sul museo e il territorio:F.GALLI, V.SANTONI, G.T0RE, Padria, in AA.VV., L’Antiquariu,narborense e i civici musei archeologici della <strong>Sardegna</strong>, Milano 1988,pp. 177-128.47


AA.VV., Padria. Museo Civico Archeologico, a cura di F.Galli, editadal Comune di Padria nel 1989.48


GlossarioAbealzu (<strong>Cultura</strong> di) In <strong>Sardegna</strong>, cultura dell’Eneolitico (2500ca.).Addizione(Frontale, laterale, concentrica, etc.). Dicesinell’architettura nuragica della sistemazionedelle torri aggiunte del bastione in rapportoal mastio in generale.AnsatoProvvisto di manico o presa (biansato = condue manici).AnticellaNelle domus de janas, vano che precede lacella principale.Arco a sesto acuto Arco in cui la curva di intradosso si costituiscedi due archi di circonferenza formantiun vertice ed aventi i centri, spesso, aidue lati della luce.AryballosVaso con corpo panciuto, collo stretto,bocca con orlo appiattito e ansa verticale.AskosVaso di forma chiusa atto a versare un liquidoda un beccuccio o da un orlo stretto.CentinaElemento ligneo di supporto per la costruzionedi un arco.CocciopestoTipo di pavimento o di rivestimento confunzione impermeabilizzante, costituito datritume di mattoni e calce.ConcioPietra appositamente lavorata per esseremessa in opera nella muratura.CorsoFila di pietre disposte orizzontalmente inmuratura. Dicesi anche assise o filare.CuppellaCavità, in genere emisferica, scavata nellaroccia.DolioGrosso contenitore, solitamente di ceramica,per la conservazione di derrate alimentari.Domus de janas Tombe a grotticella scavate nalla roccia,neo litiche ed eneolitiche, in <strong>Sardegna</strong>.49


DromosFinestrino di scaricoGuttusIncinerazioneIntradossoInumazioneIpogeoIsodoma (Tecnica)LacusLesenaNecropoliNuraghe a corridoioOplolatricoOzieri (<strong>Cultura</strong> di)Opus coementiciumPateraPianta a “T”PiattabandaPozzo o fonte sacraCorridoio di accesso a camera funeraria.Vuoto lasciato nelle murature subito, sopraun architrave per evitare che il peso delleme desime gravi sul centro dell’architravestesso provocandone la rottura.Piccolo recipiente con corpo schiacciato,ansa e beccuccio per rifornire di olio lelucerne.Rito funerario che implica la combustionecompleta dei resti umani.Curva interna dell’arco.Rito funerario che implica deposizione delcadavere in una tomba.Architettura sotterranea, grotticella artificiale.Tecnica edilizia che prevede l’uso di blocchisquadrati.Cavità per la raccolta e la decantazione deiliquidi di spremitura.Fascia verticale in rilievo, semipilastro.Area destinata a sepolture (testualmente:città dei morti).Nuraghe in cui in luogo della camera a tholossiha un corridoio di varia articolazione.Legato al culto delle armi.<strong>Cultura</strong> del Neolitico Recente in <strong>Sardegna</strong>.Tipo di muratura di età romana ottenuta mediante una concrezione di malta, pozzolana,sabbia, spesso con frammenti di ceramica.Bassa ciotola priva di manici.Schema planimetrico tipico di molte domusde janas nel quale la seconda cella, generalmente rettangolare, è disposta trasversalmenterispetto all’asse della tomba.Sistema di copertura costituito da lastre oblocchi di pietra disposti orizzontalmente.Edificio di età nuragica destinato al cultodelle acque.50


Protome taurinaRifascioRincassoSchinieriSigillataStrigileTholosThymiatenonTomba di gigantiTorcularVernice neraTesta di toro.Incamiciatura muraria che rilascia la strutturadel nuraghe semplice o del bastione inun nuraghe complesso.Solco, cornice ribassata rispetto al piano diparete che orna i portelli delle celle o costituiscel’alloggiamento per chiusini o lastre.Parte dell’armatura a difesa degli stinchi.Produzione ceramica a carattere “industriale”di età imperiale che ha inizio in Italia ein Gallia e, successivamente, si concentranelle province dell’Africa Settentrionale. Ilnome deriva dall’uso di forme e di decorazionia stampo.Strumento a forma di pettine, curvo, conmanico, usato per detergere la pelle dalsudore.Falsa cupola costituita da filari di pietre inaggetto usata in <strong>Sardegna</strong> nelle camereinterne dei nuraghi o nei templi a pozzo.Incensiere.In <strong>Sardegna</strong>, sepoltura tipica dell’età delbronzo solitamente costituita da un vanofunerario piattabandato preceduto da un’esedrae chiuso da una stele centinata.Cavità di alloggiamento del fondo di unpressoio.Produzione ceramica di età repubblicanacaratterizzata da una superficie nera lucida.51


Fotografie di:Marco Crillissi: 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19,20, 21, 22, 23, 30, 32, 34, 35. Raimondo Sanlucci: 2, 3, 5.Disegni di:Raimonda Fais, Patrizia Secci.Carta di distribuzione dei monumenti:Giuseppe Grafitti.52


INDICEIl territorio attraverso i secoli 5Il Museo 14I monumenti 261. Necropoli ipogeica di Monte Ruggiu 262. Tombe ipogeiche di S.Pedru ‘e Concas 283. Tombe ipogcichc di Baddenare 294. Tombe ipogeiche di Su Pasciale 295. Nuraghe Vroma 316. Nuraghe Bidighinzos 327. Nuraghe Mura Suiles 328. Nuraghe Monte Su Furru 339. Nuraghe Casiddu 33IO. Nuraghe Vigna 3611. Mesu nuraghe 1 3712. Mesu nuraghe 2 3713. Nuraghe Turriggia 3714. Nuraghe Longu 3815. Nuraghe Basciu 3816. Muro punico di Palattu 3917. Insediamento di Tattari Pizzinnu 4018. Cisterna di Monte S. Pietro 4119. Ponte Ettori 41Bibliografia 45Glossario 4753

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