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FRA NOI - Frati Cappuccini Italiani

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<strong>FRA</strong> <strong>NOI</strong>FOGLIO INFORMATIVO<strong>FRA</strong>TI CAPPUCCINI DI LOMBARDIANumero 134ottobre 2009VIII° Centenario dell’approvazione della Forma Vitae di san FrancescoPensiamo di fare cosagradita offrire alla riflessionedi tutti l’omeliache il card. Dionigi Tettamanziha tenuto durantela celebrazionenella basilica di S. Ambrogio-Milanoil 2 ottobreu.s.Come Francescod’Assisinell’oggi dellaChiesaCarissimi confratellinell’episcopato, carissimesorelle e fratelli dellaFamiglia francescana chepartecipate a questo incontrodi grazia e di gioia,il Signore vi dia pace!Sì, il Signore vi diapace! E’ l’augurio con cuiFrancesco d’Assisi iniziavae terminava le sue e-sortazioni. E’ il saluto rivelatoglida Dio con cuiegli si presentava ed entravain relazione con lagente del suo tempo: conil “Signor Papa” e con ilebbrosi, con il Sultanod’Egitto e con i “fratellibriganti”, con i suoi <strong>Frati</strong>e con tutti coloro che incontravamentre annunciavale “profumate paroledel Signore, che sonospirito e vita”.La memoria di un grandeeventoÈ una grande gioiaessere qui insieme a voiper fare memoria di ungrande evento, che è sìlontano nel tempo di ottosecoli, ma che, pure, continuaa sprigionare messaggidi attualità con significativericadute sullanostra vita di fede nellaChiesa e nella società.E’ questa un’occasioneprovvidenziale perdire, a nome dei miei confratellinell’episcopato e anome mio personale, lagratitudine della Chiesadi Lombardia per il beneche la Famiglia francescana,nella molteplicità dellesue componenti, compiecon generosità instancabilenella nostra regione.Solo il Signore, che leggenei cuori, conosce quantociascuno di voi, sacerdoteo laico, uomo o donna,opera perchè il Vangelo diCristo sia vita e gioia pertutti, e questo attraversole tante opere di carità ol’umile atteggiamento diminorità e di servizio, attraversol’annuncio esplicitodelle “parole di vitaeterna” nel ministeropastorale o tramite lasilenziosa ma efficacetestimonianza del Regnodi Dio presente trai piccoli di questo mondo.Solo il Signore conosceil fiume di beneche, attraverso di voi, sidiffonde nelle nostreChiese rendendole luminosee feconde difrutti. Su tutti voi il Signorefaccia scenderel’abbondanza della suabenedizione!Oggi siamo radunatiin questa stupendaBasilica di sant’Ambrogioper ricordare l’ottavo centenariodi quel singolarepellegrinaggio che sanFrancesco e i suoi compagnifecero alla Sede apostolica.È lui stesso a spiegarciil senso di quell’eventoquando, nel suoTestamento, poco primadella morte, ripercorre letappe più significativedella sua vita. Così, dopoaver ricordato la suaconversione, il suo“uscire dal mondo” avvenutograzie all’incontrocon il lebbroso, sanFrancesco prosegue di-


cendo: “Dopo che il Signore mi diede dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare,ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed iola feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò” (Testamento,14-15: FF 116).Sono parole semplici e profonde allo stesso tempo, che ci aiutano a cogliere il segretovivo e palpitante, il cuore dell’esperienza cristiana del Santo di Assisi. E proprio a partire daqueste parole desidero condividere con voi alcune riflessioni, in un clima di riconoscenza versoil Signore che continua a colmare di doni la sua Chiesa e ad indicarle, attraverso questi stessidoni, il cammino da seguire.Il carisma della fraternitàSono molto colpito, innanzitutto, da quanto Francesco dice circa la sua vocazione.Solo dopo che il Signore gli ha donato dei fratelli la sua ricerca arriva al termine. Egli capisce,cioè, che è chiamato a vivere secondo la forma del santo Vangelo.Questo allora è il primo dono per cui vogliamo esprimere il nostro grazie: attraversosan Francesco il Signore ha riportato al centro della vita della Chiesa il carisma della fraternità. Inun’epoca storica segnata da divisioni sociali, economiche e politiche – ed anche da contrapposizioniecclesiali -, la vocazione di Francesco d’Assisi è apparsa come un invito forte esuadente a riconoscere la chiamata evangelica a edificare una “società fraterna”, nella qualele relazioni tra le persone e i gruppi sono da regolarsi non dalla logica del profitto o dellasopraffazione, ma dall’esplicito riconoscimento della inviolabile dignità dell’altro: una dignitàche trova la sua origine prima dall’essere l’altro, come me, figlio amato e custodito daDio. Ed è precisamente dalla scoperta della paternità di Dio che Francesco è condotto a viverein un atteggiamento di fraternità universale: sono fratelli i <strong>Frati</strong> e i lebbrosi, i briganti eil Sultano; sono fratelli e sorelle persino le creature inanimate. Le differenze di ceto sociale,di cultura, di vocazione, persino di religione, non sono da lui viste come minacce, ma comepossibilità inedite per creare legami nuovi e arricchenti. In tutti Francesco riconosce il segnodella presenza dell’Altissimo che in ogni realtà ha lasciato una traccia luminosa della suabontà, lui che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, lui che manda il suo sole ai buoni e aicattivi.Questo dono della fraternità diventa, per tutti noi, un appello attuale, urgente, digrande portata. Carissimi seguaci di san Francesco, vi chiedo di non stancarvi di essere sempretestimoni umili e coraggiosi del Vangelo della fraternità! Certo, questo è un impegno per tuttala Chiesa, ma per voi deve diventare un chiaro segno distintivo: siate costruttori di relazionifraterne, libere e responsabili, ricche di umanità; siate pronti ad accogliere tutte le personecon cordialità e in uno spirito di gratuità, stimando con gioia la loro dignità e promuovendonela crescita.Come san Francesco avete scelto di “vivere secondo la forma del santo Vangelo”. Siaquesta, dunque, la prima testimonianza da dare al Vangelo, nella Chiesa e nella società di oggi:la vostra vita fraterna. Mostrerete in tal modo che anche oggi è possibile – non solo, è veramentebello - vivere da discepoli di Gesù, in quella comunione che ci è donata dalla Pasquadi Cristo morto e risorto e dall’effusione del suo Spirito d’amore, di unità e di pace.La fede di san Francesco nella ChiesaUn secondo dono per cui sentiamo di dover ringraziare il Signore è la grande fede disan Francesco nel mistero della Chiesa.Come abbiamo ascoltato dal suo Testamento, appena Francesco intuisce quale sarà lasua vocazione, è al Papa che egli si rivolge per averne conferma ed essere in tal modo sicurodi camminare nella Chiesa. Ma desidero, nello stesso tempo, ricordare la relazione così significativadi Francesco con il proprio Vescovo, Guido di Assisi: quando restituisce tutti i


suoi beni al padre, rimanendo nudo sulla piazza di Assisi, è il vescovo Guido a prendersicura di Francesco ricoprendolo con il proprio mantello. E quando Francesco arriva a Romacon i suoi primi compagni è ancora lo stesso vescovo Guido ad introdurlo presso la Curiapapale.Forse proprio questa relazione così aperta e fiduciosa con il Vescovo ha segnatoFrancesco per il resto della sua vita e lo ha convinto che la via su cui Dio lo chiamava potevaessere percorsa solo rimanendo nel grembo della Chiesa. In un’epoca in cui sembrava che lafedeltà al Vangelo fosse possibile solo prendendo le distanze dalla Chiesa, Francesco mostracon la sua vita che il Vangelo, per essere adeguatamente compreso e vissuto, ha bisognodella comunità dei credenti. Francesco mostra anche che al centro della vocazione cristiananon sta la nostra pretesa di giudicare e di comandare, ma l’esperienza della gratuitamisericordia di Dio verso tutti i suoi figli, che li rende capaci di relazioni nuove e autentiche,umili e pronte alla compassione.Anche questo dono che il Signore ha posto nella vita di san Francesco mi sembracostituire una chiamata, un impegno per tutti noi oggi, e per voi francescani in particolare:impegniamoci a mostrare, con la nostra vita, che i discepoli di Cristo non sono persone individualiste,isolate, chiuse in se stesse, indifferenti e incuranti degli altri, ma testimoniamola bellezza e la gioia che nascono dalla comunicazione e condivisione tra noi della stessafede. Coltiviamo, alimentandolo sempre più, un amore appassionato per la Chiesa: èla nostra madre, è la nostra casa, è l’ambiente vitale in cui la fede nel Signore Gesùpuò crescere e portare i suoi frutti. Solo nella Chiesa, infatti, possiamo sperimentarequella nuova comunione di grazia che va al di là dei criteri puramente u-mani della simpatia o della convenienza.Guardando allo splendido esempio di san Francesco sono portato a riconoscere chein lui si è pienamente avverato il motto di sant’Ambrogio: “Ubi Ecclesia, ibi libertas”. Sì, carissimi:solo nella Chiesa i discepoli del Signore sperimentano quella libertà dalle schiavitùe dalle mode dominanti che rende possibili scelte di vita “alternative” al mondo, scelte ricchedi autentica umanità, scelte che portano alla vera felicità.La vita secondo il VangeloIl singolare gruppo guidato da Francesco si presenta davanti a Papa Innocenzo IIIper chiedere l’approvazione di un progetto di vita semplice ed essenziale, enunciato nellaprima frase di quella che diverrà la Regola bollata: “La Regola e la vita dei <strong>Frati</strong> minori è questa,cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo…”.Ciò che Francesco e i suoi compagni chiedono al Papa è di edificare la loro vita sullapietra angolare che è Cristo Signore, e dunque il suo Vangelo – Gesù stesso è il Vangelo viventee personale -, nella lucida consapevolezza che non esiste altra via per compiere la volontàdi Dio. E questa via è per tutti, non per una minoranza privilegiata o per qualche éliteparticolarmente dotata: il gruppo che si reca a Roma, infatti, è composto in maggioranza dasemplici cristiani laici, che desiderano prendere sul serio la propria vocazione cristiana.In questo fatto ritroviamo un altro dono importante che il Signore ha dato alla suaChiesa attraverso il carisma di san Francesco: la vita secondo il Vangelo non è un’utopia destinataal mondo evanescente dei sogni, ma una concreta chiamata universale, destinata a colmareil desiderio di verità, di bellezza e di bontà che abita e scuote il cuore di ogni uomo edi ogni donna sin dal grembo materno. Qualunque sia il nostro stato di vita, qualunque siala nostra scelta vocazionale, siamo chiamati a fare della nostra vita una pagina di Vangelo e a faredel Vangelo la nostra regola di vita.Carissimi fratelli e sorelle che fate parte della Famiglia francescana, ecco un altroappello e un altro compito: ricordate a tutti che il Vangelo è l’unica vera e perfetta regola di vita,che solo nelle parole del Signore troviamo il senso, il fascino e il destino che danno pienezzadi gioia alla vita dell’uomo, di ogni uomo. La vostra Famiglia francescana, come del resto


anche la Chiesa, è composta in stragrande maggioranza da cristiani laici: proprio a partireda questa vostra esperienza, aiutate il Popolo di Dio che è nelle vostre comunità a prendereviva coscienza – come scrive l’apostolo Pietro (cfr. 1 Pietro 2,4-10) -della dignità sacerdotalee del ruolo insostituibile dei fedeli laici nel proclamare “le opere ammirevoli di Dio” e neltestimoniare la Parola fatta carne. Siate, dunque, esempio di comunione e di collaborazionenel servizio al Vangelo e all’uomo, favorendo la crescita nella corresponsabilità tra le varievocazioni e i diversi ministeri che arricchiscono di armoniosa varietà l’unica Chiesa di Cristo.Fratelli e sorelle, abbiamo ringraziato il Signore per questi tre importanti doni elargitial suo servo Francesco e, insieme, abbiamo colto in questi stessi doni un invito rivolto aquanti vogliono rivivere oggi la forma di vita francescana. E’ questo un compito difficile,certamente. E’ questo un appello esigente, come esigente è ogni chiamata a seguire il Signore.Ma lo stesso san Francesco ci offre un messaggio di speranza e di serenità quando ciinvita ad alzare lo sguardo al Signore, a lui che è “ogni bene, sommo bene, tutto il bene”(Lodi per ogni ora: FF 265). Il Santo ci insegna a fissare i nostri occhi sulle meraviglie cheil Signore ha operato e continua ad operare nella storia, anche nella nostra storia personale:lui che è “il bene pieno, tutto il bene, il vero e sommo bene” (Regola non bollata XXIII: FF 70).Coltiviamo con amore, dunque, e custodiamo vigili nel nostro cuore la presenza di Dio, chesola può realmente rinnovare nelle radici più profonde la nostra vita. E’ ancora san Francescoad ammonirci: “Sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui, cheè il Signore Dio onnipotente” (Regola non bollata XXII: FF 61).Allora, ad immagine di quanto avvenuto per Maria, la Madre poverella del Signoreche è stata “suo palazzo, suo tabernacolo, sua casa” (Saluto alla Vergine Maria: FF 259), anchenoi saremo capaci di portare il Signore Gesù in questo nostro mondo, anzi di “darlo allaluce attraverso il santo operare che deve risplendere in esempio per gli altri” (Lettera a tutti ifedeli: FF 200). Perché questa è la grazia e la missione dei discepoli del Signore: testimoniareche il Signore Gesù è vivo e operante nella storia – nostra e di tutti - per presentare al Padre,come sommo sacerdote, le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze dell’umanità intera nelsuo cammino verso la pienezza del Regno.+ Dionigi card. TettamanziArcivescovo di Milano


► Agenda- 18 ottobre: S. Zeno di Montagna (Vr): Esercizi spirituali interprovinciali- 19 ottobre: Milano S. Francesco: Giornata Francescana- 27 ottobre: Albino: incontro del servizio di Pastorale giovanile-vocazionale con i frati dellaProvincia- 8 novembre: Triuggio: Esercizi spirituali- 16 novembre: Bergamo cimitero: Eucaristia in suffragio dei confratelli defunti- 17 novembre: Varese: ritiro spirituale per frati e sacerdoti, tenuto da Mons. Luigi Padovese.► Convegno annuale della Vita ConsacrataIl 18-19 settembre, nella Villa Sacro Cuore di Triuggio, si è tenuto il convegno annuale della VitaConsacrata in Lombardia al quale erano invitati i superiori/e maggiori, i Vicari episcopali per la vitaconsacrata e i Delegati diocesani. I frati cappuccini erano rappresentati da fra Alessandro Ferrari,fra Raffaele Della Torre e fra Sergio Tucci, delegato della Diocesi di Como.Il tema del Convegno La Vita Consacrata, esegesi vivente della Parola, dalla Parola al dialogo èstato trattato in tre relazioni presentate da fratel Enzo Bianchi, priore della comunità monastica diBose, da Suor Carla Corbella, filosofa e teologa e dalla dott.sa Piera Grignolo psicologa, chepartendo dalle rispettive competenze hanno sviluppato le tematiche e gli obiettivi propri delconvegno: accogliere e approfondire nella fede i contenuti fondamentali del messaggio del Sinododei Vescovi – XII Assemblea Generale – su “La parola di Dio nella vita e nella missione dellaChiesa”, in particolare, quello specifico inviato ai Consacrati.► Assemblea Provinciale.Con Francesco per portare Gesù sulle strade del Mondo. Questo è stato il titolo-temadell’Assemblea Provinciale che circa 100 frati hanno vissuto nei giorni 21- 23 settembre u.s nellaVilla Sacro Cuore di Triuggio. Ci hanno onorato della loro presenza un buon numero di frati chevivono in missione e alcuni confratelli di Venezia e di Trento che hanno portato la lorotestimonianza. In un clima d’interesse e di fraterna condivisione abbiamo ascoltato le relazioni difra Paolo Martinelli che ha trattato il tema La persona e la sua missione in Cristo e di fra LeonhardLehmann che ha presentato la visione francescana della missione. Il secondo giorno un’affollatatavola rotonda ha visto protagonisti i frati che lavorano in terra di missione. Il giornalista dott.Giuseppe Cafulli, con stile incalzante e sintetico ha posto ai frati “seduti alla tavola” una serie didomande su diversi aspetti e problemi relativi alla Missio ad Gentes. Le risposte hanno portato allaluce esperienze, vissuti e storie che hanno catturato l’interesse e l’attenzione dell’uditorio. Nelpomeriggio fra Mauro Miselli e di fra Agostino Valsecchi hanno tenuto una relazione circa l’attivitàe le iniziative del Centro Missionario presentando anche le prospettive per il futuro. Il giornoconclusivo è stato dedicato ad una serie di comunicazioni del Ministro provinciale.Nel cortile-parco della Villa abbiamo potuto visitare un’originale mostra fotografica, dove traprofumi e musica erano illustrate la storia e l’attuale delle nostre presenze missionarie.L’operosità di fra Gianni Terruzzi e fra Marco Cambon ha permesso un collegamento via internet,attraverso il quale un buon numero di confratelli ha potuto seguire i lavori dell’Assemblea nelleproprie residenze, in Italia e nelle nostre missioni.1


► Ordinazioni presbiterali e diaconaleIl 26 settembre il santuario mariano di Caravaggio è stato invaso da fedeli, amici e parenti deicandidati al presbiterato e al diaconato. C’era il tutto esaurito.Ha presieduto la celebrazione Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, il quale nell’omelia hacommentato le tre letture della Liturgia della Parola. Si è rivolto ai candidati, Fr. Damiano, Fr.Attilio, Fr. Alberto e Fr. Stefano, invitandoli all’assiduo ascolto della Parola di Dio e ad essere incomunione con essa per poter essere profezia e insegnamento. Ha sottolineato, inoltre, come laChiesa è un corpo e in questo corpo il compito dei presbiteri e diaconi è la santità di vita e lasantificazione del popolo di Dio. Infine commentando il Vangelo ha detto che la fede nell’amore diDio in Gesù Cristo deve essere forte. I presbiteri e i diaconi devono coltivare una profonda amiciziadi Gesù e con Gesù. E ha lasciato come augurio agli ordinandi di riscoprire il senso della fraternità,perché il nostro stile di vita non è quello del prete diocesano, ma del frate minore che vive dentrouna fraternità, una fraternità francescana. Dopo la celebrazione sotto i suggestivi portici è statoofferto un ricco rinfresco a tutti i convenuti. Alla sera i tre neo-presbiteri hanno fatto il loro ingressonelle rispettive parrocchie e il giorno dopo la loro prima Eucaristia.► Dalle clarisse cappuccineNel mese di settembre si è riunita l’Assemblea federale elettiva dell’Ordine delle clarissecappuccine d’Italia. E’ l’Assemblea che riunisce tutte le Abbadesse e le rappresentanti deimonasteri. E’ stata eletta Sr. Stefania Monti (del monastero di Lagrimone – Parma). Le consiglieresono Sr. Chiara Francesca Lacchini (abbadessa di Fabriano), Sr. Elena Mazza (abbadessa del nostromonastero di Brescia), Sr. Rosa Lupoli (abbadessa di Napoli) e Sr. Serena Mattioni (abbadessa diMercatello).Le elette resteranno in carica per i prossimi sei anni. I monasteri delle clarisse cappuccine checompongono le Federazione sono 32 di cui due in Eritrea e il Brasile.A Sr. Elena i nostri migliori auguri per il servizio che è chiamata a svolgere.► Apertura anno scolastico 2009-2010Il 28 settembre presso il nostro Studio teologico di piazzale Velasquez si sono dati l’appuntamentogli studenti del biennio interprovinciale di Cremona e gli studenti del quadriennio di Milano e gliinsegnanti.Si è iniziato con la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal Ministro provinciale. E’ seguita poil’assemblea scolastica di inizio anno dove il Prefetto degli studi, Fr. Santino Regazzoni, hapresentato l’annuario accademico. Come annunciato nell’Assemblea provinciale, con l’annoprossimo anche il quadriennio teologico diventerà interprovinciale e avrà come sede lo studioteologico di Venezia.► Celebrazioni francescane a Milano: 17 settembre e 2 ottobreI francescani di Lombardia si sono dati due appuntamenti per celebrare il “propositum vitae” di S.Francesco. Il primo è stato il 17 settembre presso la chiesa dei frati minori di S. Angelo. Attraversola lettura di brani delle Fonti si è ripercorso il cammino di Francesco alla ricerca della suavocazione. Fr. Cesare Vaiani ha poi commentato questi brani sottolineando come Francesco havoluto mettere la sua ispirazione a confronto con la Parola di Dio, il Vangelo, e sotto il carismadell’autorità del Papa. E’ seguito un momento di convivialità fraterna con un rinfresco nel chiostrodel convento. Più tardi Fr. Marco Finco ha intrattenuto i numerosi partecipanti con uno spettacolosu S. Francesco. L’appuntamento del 17 settembre (festa dell’impressione delle stimmate di S.2


Francesco) è ormai una tradizione del Movimento Francescano lombardo. L’appuntamento per il2010 è presso la chiesa dei Santi Patroni (via Arzaga) per celebrare i cinquant’anni di presenza dellaparrocchia tenuta dal Terz’Ordine Regolare (TOR).La sera del 2 ottobre la basilica di S. Ambrogio si è riempita di laici francescani, di frati e di suoreper la giornata conclusiva dell’VIII° centenario della protoregola. Prima la riflessione di Fr. PaoloMartinelli sulla grazia delle origini. Ha spiegato la differenza tra inizio e origine, perché spesso siconfondono. L’inizio è cronologico, l’origine, come fondamento, è contemporaneo. Il confratello hasottolineato che parlando della grazia delle origini in realtà parlano di noi oggi, di come un fatto delpassato vive ed illumina il nostro presente e la nostra vocazione di oggi. Dopo la sua riflessione èiniziata la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Dionigi Tettamanzi e concelebrata dalVescovi mons. Giudici (Pavia), Biaggini (Vigevano), Cantoni (Crema), Stucchi, Ferrari, De Scalzi(Milano) e Spreafico, nostro confratello, e da una cinquantina di frati presbiteri.L’omelia del cardinale è pubblicata all’inizio di questo numero di “Fra Noi”.Dopo l’omelia i due Ministri provinciali e il rappresentante dei frati minori conventuali (Fr.Domenico Carminati) hanno rinnovato la loro professione a nome di tutti i frati della Lombardia.E’ stato emozionante sentire i Ministri provinciali recitare la formula, loro che sono abituati asentirla e a riceverla da parte dei frati.Alla celebrazione erano presenti anche le sorelle clarisse di Milano che per l’occasione hannolasciato il monastero.Al termine dell’Eucaristia il Ministro regionale dell’OFS ha rivolto parole di augurio al cardinale,ma sopratutto ai frati del primo Ordine, sottolineando come la loro presenza è estremamente utileper la crescita spirituale e vocazionale dell’Ordine Francescano Secolare.A conclusione tutti si sono detti contenti della ottima riuscita di questa giornata che ha raccolto perla prima volta nel nuovo millennio tanti francescani insieme a pregare.► Celebrazione a BergamoNell’ambito della settimana francescana tenuta a Bergamo, il pomeriggio del 3 ottobre è statainaugurata e aperta al pubblico la mostra fotografica “Incontro con Francesco e Chiara” di PepiMerisio. La fraternità di Bergamo ha pensato di ricordare l’evento dell’VIII° centenario del“Propositum vitae” di Francesco con una mostra fotografica di “spirito francescano” coinvolgendoil noto e stimato fotografo che condivide con noi la passione per il poverello d’Assisi. L’intento è ditrasmettere ai visitatori, attraverso una serie di fotografie scattate tra il 1960 e il 1980, lo spirito e ivalori della vita francescana. Bellissime le foto e il catalogo che le raccoglie.Alle ore 18 ha presieduto l’Eucaristia il Vescovo Mons. Beschi il quale nell’omelia ha ricordatocome san Francesco ha incontrato colui che lo cercava e la sua vita è cambiata (= conversione). E’stata anche l’occasione per celebrare a Bergamo il centenario dell’aggregazione dell’Istituto dellesuore cappuccine di Madre Rubatto con l’Ordine dei frati cappuccini. Al termine dell’Eucaristia, Fr.Sergio Pesenti ha presentato al Vescovo il senso della nostra presenza in Diocesi: testimoniare lapresenza di Dio nel mondo, essere segno di Dio misericordioso attraverso l’accoglienza di chi habisogno materialmente e spiritualmente. Inoltre ha presentato le nostre altre presenze: ad Albino,nell’ospedale di Bergamo, la nostra infermeria e al cimitero; così pure le due comunità delle suorecappuccine presso la clinica S. Francesco e a Gorle.3


► Celebrazione provinciale dei giubileiA Casalpusterlengo il 7 ottobre si sono radunati i frati che hanno celebrato in questo anno i lorogiubilei di vita religiosa e presbiterale.La scelta come del nostro santuario è dovuta alla figura di P. Carlo da Abbiategrasso a 150 annidalla sua morte e all’apertura del processo di beatificazione aperto il 7 settembre u.s.Al termine della concelebrazione eucaristica i festeggiati si sono recati all’altare dove sono custoditii resti mortali di P. Carlo e lì hanno pregato e chiesto la sua intercessione per tutti i frati dellaProvincia, per i nostri ammalati, per i giovani in formazione.Dopo il pranzo di tutto riguardo, i festeggiati si sono ritrovati in chiesa per la preghiera mariana delrosario (ricorreva proprio la memoria liturgica della Madonna del Rosario) e per la preghiera per levocazioni.Il Signore continua a chiamare, ma spesso le vocazioni non maturano a causa di un clima diindecisione che la società contagia i giovani. Dio chiama sempre, il problema è saperlo ascoltare. Einoltre la mancanza di coraggio da parte dei giovani è dovuta al “nostro stile” di vita secolarizzatoche invece di avvicinare allontana i giovani (Cfr Card. Schönborn).► Dal Centro missionario: convegno sostegno a distanza.Grande partecipazione.E’ questa l’espressione che meglio riassume ciò che si è vissuto al secondo convegno per ilsostegno a distanza con i missionari cappuccini. Non solo per il numero dei partecipanti chesuperava i 130 ma anche per il clima di attenzione e partecipazione con cui i sostenitori hannoseguito i vari momenti e interventi.L’evento si è svolto sabato 10 ottobre alle ore 15,30 nell’auditorium di Via Kramer. Dopo un brevesaluto di P. Mauro Miselli responsabile del Centro Missionario, è stata proiettata una presentazionedel progetto così come viene realizzato nelle diverse missioni con l’aggiunta di alcuni datiimportanti come il numero dei bimbi sostenuti (3900) e dei missionari impegnati in prima linea nelprogetto.Subito dopo la parola è stata data a P. Luigi Rota responsabile per il Brasile a P. OlivieroBergamaschi responsabile per la Costa d’Avorio che sono stati sollecitati con domande precise daMatteo Circosta e Paoletta Bonaiuto, referenti per il sostegno a distanza nel nostro Centro diMusocco.Un breve intervento è stato fatto anche dal Dott. Lorenzo Mucchetti presidente di “progetto sorriso”della nostra parrocchia di Brescia, che con la sua associazione sostiene diversi progetti dellemissioni del Brasile e della Costa d’Avorio.Al termine la testimonianza di due giovani volontari, Allegri Alessia e Francesco Mino, che durantela loro esperienza estiva in missione hanno avuto modo di collaborare con P. Oliviero e P. Luigiproprio nell’assistenza dei bambini sostenuti dal progetto.Numerose sono state le domande che i partecipanti hanno fatto al termine delle relazioni e moltianche i ringraziamenti dei “genitori adottivi” per il modo trasparente e puntuale dei cappuccini nelgestire i fondi raccolti per i bambini più poveri, affinché possano avere la speranza di un futurodignitoso.4


► I nostri mortiRicordiamo nelle nostre preghiere Pasqualina Martignago, mamma di Fr. Dino Franchetto, GiulioFiorini, papà di Fr. Maurizio e i nostri confratelli Fr. Domenico Fumagalli e Fr. Noè Bollati.Riposino in pace!► Segnalazioni librarie1. Enzo Fortunato (a cura di), La maturità evangelica di Francesco. Il carisma francescano traregola e vita, Edizioni Messaggero, Padova 2009, p. 177, € 15,00.Trascrivo dalla 4a pagina di copertina (che, ho già scritto altre volte in questa rubrica, sempre piùspesso viene utilizzata come propaganda del libro, mentre dovrebbe sintetizzare i contenuti equalche caratteristica oggettiva e originale. Questa metodologia commerciale usata da una editricefrancescana danneggia il francescanesimo e credo, a lungo andare, anche la stessa editrice). Nella 4°di copertina si legge: “Il presente volume propone gli articoli più significativi legati agli 800 annidalla fondazione dell’ordine francescano. Essi sono tentativi che rappresentano l’attualizzazione piùmoderna e seria del messaggio francescano…”. C’è da chiedersi se chi scrive queste righe sappiache i “tentativi” solo qualche volta raggiungono il loro scopo e quindi non “rappresentano” mai lasua “attualizzazione più moderna”. Il volume, infatti, contiene, salvo il sostanzioso intervento di p.Cantalamessa e poche altre cose (prese dal Capitolo delle stuoie), “temi” da terza elementare, dipochissime righe o pagine, molte volte marginali, fuori titolo, scritte da giornalisti, attori, ecc. Sonoaddirittura 35 autori per 177 pagine! C’è da chiedersi se noi francescani (o meglio conventuali,perché il curatore non vuol farlo sapere ma è un frate conventuale) siamo caduti così in basso dadover chiedere a personaggi (esempio Dario Fo), che non sanno neppure cos’è il cristianesimo!, dispiegarci cos’è il francescanesimo. Non sarebbe giusto impedire la loro libertà di pensiero e di arte,ma non si può neppure accettare che i francescani si lascino giudicare e istruire da questi analfabeti!Chi mi segue non acquisti questo volume per non contribuire ad una editoria scesa così in basso.2. Capitolo internazionale delle stuoie. VIII centenario delle origini (1209-2009). Atti del capitolo.Assisi-Roma, 15-18 aprile 2009, Segreteria dell’Unione Conferenze Ministri Provinciali FamiglieFrancescane d’Italia, Roma 2009, p. 160. Il volume, con allegato un DVD, contiene la cronaca e gliinterventi del capitolo delle stuoie. Ripara a quanto pubblicato nell’opera di Enzo Fortunato doveviene tutto mischiato, forse in una gara a chi lo pubblicava prima e con più forte richiamo delmondano. Il capitolo delle stuoie è sicuramente un evento straordinario. Difficile valutare icontenuti, la sua opportunità ed incidenza sul francescanesimo, perché lascia una forte impressioneche sia stato troppo influenzato dal fatto celebrativo, dal bisogno di risonanza pubblica e da unaccento fortemente politico. Nonostante queste perplessità, bisogna riconoscere che il capitolo dellestuoie è stato presentato come momento unico comune ai frati del primo ordine e quindi con pretesedi autorevolezza. Perciò è inevitabile confrontarsi con i testi ufficiali che sono raccolti in questolibro. Naturalmente non deve mai mancare lo spirito critico per proteggere l’intuizione di Francescoe la nostra presenza nella chiesa e nel mondo. La storia ci ha già insegnato a sufficienza la veritàevangelica: noi siamo nel mondo, ma non del mondo.3. Carlos Amigo Vallejo, Va’ e ripara la mia casa. San Francesco d’Assisi e la Chiesa, EdizioniPorziuncola, Santa Maria degli Angeli 2009, p. 109, € 9,00.L’Autore è un frate minore, vescovo e cardinale. Si tratta di una traduzione dallo spagnolo di unvolume edito nel 2007.5


Nella introduzione, l’Autore precisa le sue intenzioni: “Non vogliamo scrivere un trattato e neppureun’introduzione ad una possibile ecclesiologia stile francescano. Ci siamo semplicemente avvicinatiagli scritti di Francesco, andando a leggere – a volte tra le righe – quello che il Santo sente e diceriguardo alla Chiesa…” p. 6.Si tratta di un accostamento concreto, semplice ma non superficiale, neppure artificiale come tantepubblicazioni su Francesco che, a forza di appellarsi al dubbio metodologico e alla critica spessoideologica, rendono molto evanescente Francesco e il francescanesimo. Sicuramente alcunetecniche hanno contribuito a far comprendere meglio Francesco ma, troppo spesso, quelle ricerchesi risolvono in competizioni tra colleghi che cercano di superarsi solo per eccentricità. Èsorprendente costatare che più si precisa il contenuto della storiografia e più essa venga influenzatadal personalismo, dalle ideologie, dalle prevenzioni e perfino da forme di potere.6


LA GLORIA DI SAN <strong>FRA</strong>NCESCOE DEL CARISMA <strong>FRA</strong>NCESCANOAffresco di Ferdinando Monzio Compagnoni, 1955Chiesa dei <strong>Cappuccini</strong> di Albino, Presbiterio7


L’affresco del presbiterio nella chiesa dei <strong>Cappuccini</strong> di Albino è opera del pittore bergamascoFerdinando Monzio Compagnoni (Bergamo,12 maggio 1925 - ivi 21 aprile 1978) 1 .La figura di san Francesco, in saio cappuccino, con una grande aureola dorata, si staglia sullosfondo del cielo con la braccia distese a forma di croce, le stigmate ben visibili, al culmine di unagrande scalinata, sulla quale salgono e scendono alcune figure. È in piedi su una roccia, un piccolomonte; sebbene appena accennato, questo particolare è significativo: infatti il monte è il luogo e ilsimbolo dell’incontro fra cielo e terra, dell’ascesa umana e della teofania divina. Dietro il santo, aidue lati, ci sono due figure evanescenti di angeli che sorreggono nelle mani alzate verso il cielo uncalice ed un pane, simboli dell’Eucarestia. Sopra il santo è rappresentato uno stormo di colombebianche in volo.Il cielo da notturno e stellato nella parte inferiore si illumina sempre di più verso l’alto, divenendosfolgorante e luminosissimo nella parte più alta che rappresenta il Paradiso con i cori angelici.Dalla parte destra del santo sono rappresentati il sole e la luna.Ai lati della scala vi sono due nicchie con due statue di angeli. Quello alla nostra sinistra sorreggele due tavole della Legge di Mosè, con i numeri da uno a dieci scritti in numeri romani, ad indicarei Dieci Comandamenti. L’angelo alla nostra destra regge una tavola con l’iscrizione latina:Evangelium Domini Nostri Iesu Christi - Il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo.La scala, un motivo presente in altre opere del pittore 2 , è un elemento compositivo e scenograficomolto interessante perché accentua la sensazione di essere presenti a quanto raffigurato, come se sisvolgesse qui ed ora davanti ai nostri occhi, ed è per il fedele un invito a “entrare” nella scena. Dalpunto di vista simbolico, la scala rappresenta l’ascesa verso il cielo, il collegamento fra cielo e terra,come nella visione del patriarca Giacobbe: Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre lasua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. (Genesi28,12), cui si riferisce anche Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli diDio salire e scendere sul Figlio dell’uomo” (Giovanni 1,51).Consideriamo ora le altre figure. Alla nostra sinistra tre frati scendono da san Francesco verso ifedeli, e quindi, idealmente, verso tutto il popolo cristiano. Dall’alto in basso: il primo èrappresentato come orante, con le braccia aperte levate in cielo in atto di preghiera, il secondomostra nella destra una piccola croce, il terzo regge nella sinistra un cilicio, uno strumento dipenitenza. Alla nostra destra ci sono tre personaggi che salgono verso san Francesco. Dall’altoverso il basso, sono un re, riconoscibile dalla corona, un ammalato con le stampelle e un africano,con il gonnellino di paglia, un ex – schiavo perché ha ai polsi le catene spezzate.Ai due lati in cima alla scalinata ci sono due gruppi, uomini e angeli, che guardano tutti verso ilsanto al centro.1 La firma, monogrammata, del pittore e la data:1955, si leggono sul secondo gradino della scala, in basso alla nostradestra.2 Nel 1950, in occasione dell’Anno Santo, l’artista aveva affrescato la chiesa dei <strong>Cappuccini</strong> del SS. Crocifisso diMilano, vicino al cimitero di Musocco. In questo ciclo decorativo l’elemento iconografico della scala è presente per trevolte. Una scalinata compare in secondo piano nel grande affresco absidale con la Crocifissione e la Santa Messa insuffragio delle anime del Purgatorio, e si prolunga nei due affreschi laterali. Nella pala ad affresco dell’altare di santaRita da Cascia, nella seconda cappella a destra, la santa scende una scalinata verso il fedele. Infine nella navata, nelprimo affresco a sinistra, alcune figure salgono una scalinata verso san Francesco: in cima ai gradini, dietro al santo visono altre due scale che portano verso le figure di Gesù e Maria; un cartiglio in basso reca la scritta: Tra le due scaleapparve s. Francesco ad insegnare.8


Cominciamo dal gruppo alla nostra sinistra. Una figura inginocchiata si abbevera ad una sorgente,probabile simbolo dell’anima umana che si abbevera alla grazia divina 3 . Il motivo iconografico divolatili, come le colombe, o animali, come cervi, che si abbeverano, già presente nel repertoriofigurativo dell’antichità classica greco-romana, fu interpretato nell’arte paleocristiana comesimbolo dell’anima umana che si abbevera all’acqua della vita che è Gesù stesso, e rimanda alsacramento del battesimo e al dono dello Spirito Santo che ci rende figli di Dio. Dietro all’assetatoun angelo tiene nelle mani una fonte di luce da cui promana un grande bagliore, forse una piccolafiamma: la sorgente del fulgore non si vede perché nascosta dalle mani a coppa. Sdraiato al suoloun malato o un moribondo è assistito da un angelo che con la destra lo sorregge dietro la schiena econ la sinistra lo invita a rivolgersi a san Francesco. Un angelo inginocchiato all’estremità dellascala ha in mano un grappolo d’uva, simbolo eucaristico. Dalla figura di malato o moribondo aquest’angelo in primo piano vi sono dei rovi, un giglio che si staglia solitario, spighe di frumento -un altro simbolo eucaristico- e rose. In base all’interpretazione di alcuni versetti biblici, il giglio furitenuto simbolo di purezza, innocenza e verginità, divenne quindi attributo anzitutto di Maria epoi di numerosi altri santi, soprattutto delle vergini e dei religiosi in relazione al voto di castità, eper questi motivi dunque compare qui in relazione a san Francesco. Lo stagliarsi solitario del gigliofra i rovi rimanda anche al versetto del Cantico dei Cantici Lilium inter spinas sicut amica meainter filias - Come un giglio fra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle. (Cantico dei Cantici 2,2).La frase era innanzitutto riferita alla Madonna ed usata anche come antifona mariana nella liturgiae come invocazione per celebrare la Vergine. Forse si allude ad un episodio della biografia di sanFrancesco, quando il santo, in preda ad una forte tentazione contro la purezza, si buttò in uncespuglio di rovi.Continuiamo con il gruppo alla nostra destra. All’estremità dell’affresco vi è un gruppo di trefigure. L’ultimo personaggio guarda verso san Francesco ed ha le braccia spalancate. Di fronte acostui vi è un uomo che ha un giogo sulle spalle, probabile riferimento ad un versetto del Vangelo 4che nella letteratura spirituale viene interpretato come simbolo dell’obbedienza. La terza è unafigura che sembrerebbe femminile, tutta vestita di bianco, con un lungo mantello trasparente, nellemani incrociate sul petto regge dei gigli: potrebbe simboleggiare la castità. Se queste due figurerappresentano obbedienza e castità, allora la prima potrebbe raffigurare la povertà: saremmo difronte all’allegoria dei tre voti della vita religiosa.Di fronte a questo gruppo di personaggi, in primissimo piano, sono rappresentati di profilo unlupo con le fauci spalancate, sopra la sua groppa si appoggia con il muso un candidissimo agnello:questo particolare si riferisce probabilmente ad un versetto della famosa profezia messianica diIsaia: Il lupo dimorerà insieme con l’agnello (Isaia 11,6). Questa immagine e il suo significato,generalmente riferiti alla pace messianica che Gesù Cristo instaurerà alla fine dei tempi, vengonoqui applicati in un contesto francescano, quasi ad affermare che anche in san Francesco si èrealizzata la profezia messianica e che il suo messaggio di pace e riconciliazione inizi ad attuarel’annuncio profetico.3 Forse si allude a Il miracolo della fonte, uno degli affreschi con le Storie di san Francesco di Giotto nella BasilicaSuperiore ad Assisi; l’affresco raffigura il miracolo del santo che fa sgorgare miracolosamente una sorgente d’acqua perun contadino assetato.4 Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi ed imparateda me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio caricoleggero (Matteo 11, 28-30). Il versetto è spesso applicato, dalla liturgia e nella devozione, al Sacro Cuore di Gesù.9


Segue la figura di santa Chiara, in piedi, che rivolge verso san Francesco l’ostensorio, suotradizionale attributo iconografico, circondato da una aureola abbagliante. Davanti a santa Chiaravi sono tre figure maschili. L’uomo in secondo piano per le macchie sulla pelle sembra un malatodi lebbra, e quindi potrebbe essere un ricordo dell’incontro di Francesco con il lebbroso, unepisodio che segnò l’inizio della sua conversione. Degli altri due uomini, uno è abbigliato in abitiantichi, avvolto in un mantello, l’altro è in abiti contemporanei, camicia e pantaloni, sonoinginocchiati e si stringono la mano: potrebbero simboleggiare la consegna e la continuità delcarisma francescano dall’epoca antica a noi oggi? Accanto alla scalinata vi è la figura di un angeloinginocchiato, speculare a quello dalla parte opposta, che versa dell’acqua da una brocca: è unsimbolo della grazia divina che san Francesco riversa sui suoi fedeli?Da notare che i personaggi e le figure anche angeliche hanno una loro reale consistenza, unacorporeità naturalistica. I due angeli accanto a san Francesco e i cori angelici nel cielo sono invecefigure evanescenti, immateriali, trasparenti, che si distinguono appena, delineate solo da esilicontorni di luce bianca e gialla.Anche se non ci sono scritte, alcuni particolari dell’ambientazione (il cielo, il sole, la luna, le stelle,l’acqua …) potrebbero alludere al “Cantico delle Creature”. Il lebbroso potrebbe ricordare l’iniziodella sua conversione; un secondo cenno biografico è la presenza di santa Chiara, che rimandaanche al Secondo ordine Francescano delle Clarisse. Sono poi celebrati alcuni aspetti del carismafrancescano: l’osservanza del Santo Vangelo e dei Dieci comandamenti, la devozione eucaristica, itre voti della vita religiosa, la cura degli ammalati, la predicazione della pace e della riconciliazionefrancescana come inizio della realizzazione della pace escatologica messianica, l’invito a ricorrereall’intercessione del santo che riversa l’acqua della grazia (l’angelo con la brocca sulla scalinata adestra) sui suoi fedeli. Come accennato alcune simbologie in origine mariane o cristologiche (ilgiglio fra le spine, il lupo e l’agnello) sono qui applicate al santo di Assisi.L’affresco è in una chiesa cappuccina ma frequentata anche dai fedeli, ed in questa prospettival’opera intende rappresentare certamente la glorificazione di san Francesco, ma non solo. E’ uninvito a tutti i devoti di ogni condizione, stato e anche razza - si ricordi l’africano - perché salganola scala verso san Francesco, ascendendo verso il monte dove il santo è in piedi, pronto adaccogliere, con le braccia aperte, tutti coloro che si rivolgono a lui per le loro necessità fisiche espirituali. Inoltre il santo invia i suoi frati in mezzo al popolo di Dio, per continuare a testimoniareil carisma francescano soprattutto con la testimonianza della preghiera, dell’amore a Cristocrocifisso, della penitenza. L’affresco intende dunque glorificare san Francesco e le sue virtù,ricordare i tre Ordini da lui fondati, invitare i fedeli a rivolgersi alla sua intercessione e celebrare lacontinuità del carisma francescano.10

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