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Presentazione Fablab - Dichiarazioni.pdf - Comune di Reggio Emilia

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ivolge anche alla Città educante, a tutto il sistema educativo, per far crescerecompetenze e approcci educativi. Per esemplificare l’importanza del <strong>Fablab</strong> nel settoreeducativo, racconto un’esperienza <strong>di</strong>retta: alla scuola d’infanzia Diana, ho assistitoall’attività <strong>di</strong> una bambina <strong>di</strong> quattro anni, che con una telecamera riprendeva immagini<strong>di</strong> piante e poi, da sola, andava al computer e con photoshop elaborava le immagini e lestampava. I nostri bambini sono abituati a lavorare i questo mondo. Le stampanti <strong>di</strong>gitaliin 3D sono un’ulteriore passaggio, un’ulteriore acquisizione <strong>di</strong> competenza, per farlioperare e creare. L’applicazione reale <strong>di</strong> <strong>Fablab</strong> nel sistema educativo è far acquisirenuove competenze ad atelieristi, educatori, insegnanti, ma soprattutto dare nuovepossibilità <strong>di</strong> sviluppare creatività e curiosità nei bambini e nei giovani”.Alla presentazione sono intervenuti inoltre Carlo Coluccio <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> Rei,Luca Torri presidente del Club Digitale <strong>di</strong> Industriali <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, Eugenio Dragoni<strong>di</strong>rettore del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e meto<strong>di</strong> dell’Ingegneria dell’Università degli stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Modena e <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, l’architetto Francesco Bombar<strong>di</strong> curatore e responsabile perRei del laboratorio <strong>Fablab</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> e Stefania Carretti responsabile dello SpazioGerra, che ha presentato gli eventi inaugurali del 27 ottobre prossimo.“Ringrazio tutti, e in particolare l’architetto Bombar<strong>di</strong> – ha detto l’ingegner Coluccio – ilquale si è presentato in Rei con questa idea, che aveva il marchio prestigioso del Mit <strong>di</strong>Boston e che sembrava un’idea un po’ strana in origine. In realtà ha suscitatol’entusiasmo <strong>di</strong> tutti: dall’Amministrazione all’Università alle imprese. Ben volentieri, cisiamo fatti strumento per realizzare questo progetto a <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>. Abbiamo trovato,come strada per poterla configurare, quella <strong>di</strong> creare un laboratorio specifico <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong><strong>Emilia</strong> Innovazione, in collaborazione con lo stesso architetto Bombar<strong>di</strong>. Credo sia stataun’ottima scelta e che vi siano tutti i presupposti per un ottimo lavoro, a servizio dellacomunità, coinvolgendo l’altra grande risorsa specifica <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, cioèl’Educazione, per la quale ci possono essere applicazioni <strong>di</strong> grande interesse”.“C’è un’importante relazione tra <strong>Fablab</strong> e ambito dell’Education – ha detto il presidentedel Club Digitale, Torri – Come città <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, stiamo partecipando a un bandomolto importante sulle Smart Cities, il tema è l’Education appunto, e penso che questo<strong>Fablab</strong> possa essere un fattore ulteriore <strong>di</strong> sviluppo molto importante. Come sistemadelle aziende <strong>di</strong>gitali siamo molto interessati a quel che è innovazione del territorio e<strong>Fablab</strong> cade a pennello. Riguardo all’attrattività del nostro territorio e delle nostreimprese, oggi ci troviamo in un ambito abbastanza problematico: non troviamo le risorseche vengano a lavorare nelle aziende del Digitale. Abbiamo un’Università che è cresciutamolto in questi anni, che ha fatto un salto in avanti notevole e questo ha reso appetibilii nostri laureati non solo a livello locale, ma europeo e mon<strong>di</strong>ale. I nostri ingegnerihanno spesso la possibilità <strong>di</strong> andare a lavorare in aziende che sono ad esempio aDublino, in Germania o a Vancouver. Il fatto <strong>di</strong> poter avere un’attrattività data anche dauna struttura che recepisce innovazione in modo forte, è un tema importantissimo,perché ciò crea start up, quin<strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> nuove aziende, che facciano stare qui lepersone e contribuiscano allo sviluppo <strong>di</strong>gitale del territorio. Il Club Digitale quin<strong>di</strong> è esarà al vostro fianco”.Il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e meto<strong>di</strong> dell’Ingegneria dell’Università <strong>di</strong> Modena e <strong>Reggio</strong><strong>Emilia</strong> raccoglie in sé gli aspetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica e ricerca, forma gli studenti e sviluppaanche meto<strong>di</strong> per ottenere nuova conoscenza. Il suo <strong>di</strong>rettore, Dragoni ha espresso a suavolta apprezzamento per il <strong>Fablab</strong>, “iniziativa che abbiamo accompagnato e assecondatofin dall’inizio. Al momento, vedo la funzione <strong>di</strong> questo laboratorio come centrale percompletare l’aspetto <strong>di</strong>dattico e formativo <strong>di</strong> giovani ingegneri e futuri innovatori. Illaboratorio completa infatti il percorso <strong>di</strong> progettazione moderno che noi cerchiamo <strong>di</strong>attuare a <strong>Reggio</strong> in modo nuovo e caratteristico: esporre fin da subito gli studenti allosviluppo <strong>di</strong> progetti, facendo i progetti e non solo sentendone parlare. Secondo laconcezione moderna della progettazione, la prima fase è interamente concettuale,


Ufficio StampaPiazza Prampolini, 1 – 42121 <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677ufficio.stampa@municipio.re.itvirtuale e culmina in un prototipo <strong>di</strong>gitale <strong>di</strong> una macchina, <strong>di</strong> un manufatto, <strong>di</strong> unprodotto. Ma per avere l’idea compiuta <strong>di</strong> cosa potrà fare e come si presenterà ilprodotto, in una fase iniziale, sia pur non completamente funzionale, è essenzialecompletare questa fase <strong>di</strong> generazione <strong>di</strong> prodotto, che si offre poi alla realizzazioneindustriale. Un prototipo fisico, fatto con le macchine del <strong>Fablab</strong>, anche se non saràpienamente funzionale, permette <strong>di</strong> capire chiaramente e concretamente tre cosefondamentali: quanto ingombra, che aspetto ha e quin<strong>di</strong> il lato estetico, quanto saràcomodo da usare e quin<strong>di</strong> l’aspetto dell’ergonomia. Questi lati non si possono cogliereinteramente guardando uno schermo, per quanto realistica sia la rappresentazione. Mada un prototipo iniziale, come quello che si potrà fare nel <strong>Fablab</strong>, si colgono completanoin maniera egregia, per decidere poi se valga la pena completare lo sviluppo <strong>di</strong> quelprodotto e farlo <strong>di</strong>ventare un prodotto industriale. Non ve<strong>di</strong>amo l’ora che il laboratoriosia <strong>di</strong>sponibile, ne <strong>di</strong>ventiamo volentieri utenti per completare un aspetto dellaformazione dei nostri studenti”.L’architetto Bombar<strong>di</strong> ha presentato in dettaglio le macchine del <strong>Fablab</strong> e hasottolineato fra l’altro: “<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, con la sua tra<strong>di</strong>zione e le sue risorse umane, puòdare al <strong>Fablab</strong> un’impronta particolare, pur rimanendo in una logica comune agli altri<strong>Fablab</strong>. Spero possa essere un’esperienza <strong>di</strong> riferimento utile per i giovani, che potrannocontinuare a viaggiare all’estero e fare ricerca, ma anche tornare nella propria cittàdove è possibile trovare e lavorare per creare un contesto utile per portare qui le loroesperienze: quin<strong>di</strong> fare viaggi non <strong>di</strong> sola andata, ma <strong>di</strong> andata e ritorno. Con il <strong>Fablab</strong> ela sua rete (il primo <strong>Fablab</strong> è stato fondato al Mit <strong>di</strong> Boston) si vuole dare accessibilità atutti e stimolare la creatività <strong>di</strong> tutti per la fabbricazione <strong>di</strong>gitale, mettendo a<strong>di</strong>sposizione e spiegando la semplicità d’uso delle macchine <strong>di</strong>sponibili nel set <strong>di</strong> <strong>Fablab</strong>.Si vuole rende più tangibile la virtualità. Oggi corriamo il rischio <strong>di</strong> un eccesso <strong>di</strong>virtualità, che può essere intangibile e troppo teorica: la teoria fa bene, ma a un certopunto c’è bisogno <strong>di</strong> concretizzare la ricerca, anche per evitare il pericolodell’esclusione sociale <strong>di</strong> tutti quelli, non sono pochi, che non hanno accesso ai me<strong>di</strong>a.Lo slogan è: facciamo le cose, non le <strong>di</strong>apositive. E quin<strong>di</strong>: facciamo, produciamo, lanostra idea la vogliamo vedere prototipata in tempi rapi<strong>di</strong> e a costi competitivi”.“Nella rete del <strong>Fablab</strong> operano figure in evoluzione, sono figure professionali nuove:figure ibride, tra il produttore e il consumatore, che consuma quel che produce,artigiani <strong>di</strong>gitali, con costi bassi e facilità <strong>di</strong> intervento”.A livello governativo, ha evidenziato Bombar<strong>di</strong>, “in Italia i ministri Passera e Profumospingono sull’Agenda Digitale, come a livello locale il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong>; l?AgendaDIgitale promuove gli aspetti del <strong>Fablab</strong> e li favorisce. In campo internazionale, BarackObama, nel suo progetto ‘Non possiamo aspettare’, stanzia 30 milioni <strong>di</strong> dollari perfavorire lo sviluppo delle tecnologie ad<strong>di</strong>tive, specialmente le macchine 3D per lepiccole imprese”.I campi <strong>di</strong> progettazione e azione del <strong>Fablab</strong> sono innumerevoli: prototipi per elementi<strong>di</strong> arre<strong>di</strong>, stampaggio <strong>di</strong> alimenti, taglio <strong>di</strong> cibo, costruzione <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> moda eoreficeria, sistemi <strong>di</strong> costruzione modulari in architettura, tipografia in rilievocoinvolgendo il mondo dei non vedenti rendendo tattile l’informazione. Punta <strong>di</strong><strong>di</strong>amante nella ricerca, è il Biome<strong>di</strong>cale: riproduzione <strong>di</strong> cellule e tessuti organiciviventi. Attraverso la Rete, i prodotti possono essere proposti e si raccolgono


prenotazioni che, giunte a un certo livello, consentono <strong>di</strong> avviare la produzioneindustriale. “Si possono scar<strong>di</strong>nare – ha detto Bombar<strong>di</strong> – le filiere classichedell’industria, si saltano passaggi, come il trasporto, con notevoli risparmi”.L’aspetto educativo ha gran<strong>di</strong> potenzialità: “Molti <strong>Fablab</strong> sviluppano workshop perbambini e scuole – ha concluso Bombar<strong>di</strong> - stimolano la produzione attraverso laprogettazione <strong>di</strong>gitale: giocando, i bambini si rendono conto che possono costruire cose,utilizzando l’elettronica magari molto meglio e più velocemente <strong>di</strong> quanto possano faregli adulti. Per il <strong>Fablab</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, oltre allo statuto del <strong>Fablab</strong>, useremo anche loslogan usato spesso dal sindaco Graziano Delrio: <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> Città delle persone,perché le macchine senza le persone non valgono, possono essere improduttive o pocostimolanti, come pure gli oggetti sa soli possono risultare poveri se non c’è unanarrazione”.

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