13.07.2015 Views

Identificazione e gestione della disfagia nei bambini con danno ...

Identificazione e gestione della disfagia nei bambini con danno ...

Identificazione e gestione della disfagia nei bambini con danno ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

BestPracticeEvidence Based Practice Information Sheets for Health ProfessionalsRingraziamentiQuesto Foglio Informativo di Best Practice èstato basato su una revisione sistematicapubblicata da The Joanna Briggs Institute,intitolata “<strong>Identificazione</strong> e <strong>gestione</strong>infermieristica <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> in individui <strong>con</strong><strong>danno</strong> neurologico”. 1 Questa ricerca è statasupportata da una sovvenzione fornita dallaCharles Viertel Charitable Foundation.I riferimenti bibliografici principali sui quali èbasato questo foglio informativo sonoreperibili nel report <strong>della</strong> revisionesistematica.Definizione di DisfagiaDifficoltà nella deglutizioneIntroduzioneE’ stata <strong>con</strong>dotta una revisione sistematicaper identificare il ruolo dell’infermierenell’identificazione e <strong>gestione</strong> <strong>della</strong><strong>disfagia</strong>,l’efficaciadell’interventoinfermieristico nel suo ri<strong>con</strong>oscimento e<strong>gestione</strong> e la disponibilità delle informazioniper i genitori e i caregivers nella <strong>gestione</strong><strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong>. Questa revisione<strong>con</strong>sidera solo: la <strong>disfagia</strong> risultante da<strong>danno</strong> neurologico; i <strong>bambini</strong> sopra i 12 mesidi età; il mantenimento di una nutrizione oralesicura e dell’idratazione. Alcuni <strong>bambini</strong> <strong>con</strong><strong>disfagia</strong> possono richiedere una nutrizionenon-orale. Gli specifici interventi di nutrizionenon orale non vengono trattati in questarevisione.Qualità dell’evidenzaDei 25 studi inclusi nella revisione, 12 eranobasati sull’opinione di esperti (livello IV), 10erano classificati come studi descrittivi (livelloIV) e tre erano studi di caso-<strong>con</strong>trollo (livelloIII.2). Alcuni studi hanno usato campioni dipiccole dimensioni e campioni adeguati di<strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong> per studi sull’efficaciadell’intervento. Non sono state identificateevidenze relative al ruolo dell’infermiere nella<strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> nel bambino. Lo scopodi questo Foglio Informativo di Best Practiceè di fornire informazioni che possanoassistere l’infermiere nel ri<strong>con</strong>oscimento,valutazione e <strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> <strong>nei</strong><strong>bambini</strong>.Volume 4, Numero 3, pagina 1, 2000Volume 4, Issue 3, 2000 ISSN 1329 - 1874Traduzione a cura di: LogopedistaLUCIANA MODENACentro studi EBN - Direzione Servizio Infermieristico eTecnico Azienda Ospedaliera di Bologna – PoliclinicoS.Orsola-Malpighi Via Massarenti, 9 - 40138 Bologna, Italiaebn@orsola-malpighi.med.unibo.it<strong>Identificazione</strong> e <strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong><strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>danno</strong> neurologicoQuesto foglioinformativo di BestPractice comprende iseguenti argomenti:• Fisiologia <strong>della</strong>deglutizione normale• Cause <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>• <strong>Identificazione</strong> evalutazione• Segni e sintomi• Gestione• Approccio incentratosulla famigliaLivelli di evidenzaTutti gli studi sono stati categorizzatise<strong>con</strong>do la forza dell’evidenza basatasul seguente sistema diclassificazione.Livello I Evidenza ottenuta da unarevisione sistematica di tutti i trialsrandomizzati <strong>con</strong>trollati rilevanti.Livello II Evidenza ottenuta daalmeno uno studio randomizzato e<strong>con</strong>trollato ben disegnato.Livello III.1 Evidenza ottenuta datrials <strong>con</strong>trollati ben disegnati senzarandomizzazione.Livello III.2 Evidenza ottenuta dastudi analitici di coorte o caso <strong>con</strong>trolloben disegnati preferibilmente eseguitida più di un centro o gruppo di ricerca.Livello III.3 Evidenza ottenuta daserie multiple nel tempo <strong>con</strong> o senzaintervento. Risultati rilevanti inesperimenti non <strong>con</strong>trollati.Livello IV Opinione di espertiri<strong>con</strong>osciuti, basate su esperienzecliniche, studi descrittivi o reports dicomitati di esperti.Fisiologia <strong>della</strong>deglutizione normaleL’atto <strong>della</strong> deglutizione è un processocomplesso e richiede la coordinazione dinervi cranici, tronco cerebrale, cortecciacerebrale e 26 muscoli di bocca, faringe edesofago. I più importanti nervi cranici cheinfluenzano la deglutizione comprendono iltrigemino (V), il facciale (VII), ilglossofaringeo (IX), il vago (X) e l’ipoglosso


(XII). Questi nervi mediano sensibilità emovimento relativi alla deglutizione. Ognianomalia che colpisca questi nervi, cortecciacerebrale, mesencefalo o cervelletto puòavere un impatto negativo sulla capacitàdell’individuo di deglutire. Le quattro fasi <strong>della</strong>deglutizionecomprendono:orale–preparatoria, orale, faringea edesofagea.DisfagiaLa <strong>disfagia</strong> è caratterizzata da unadisfunzione nella sequenza delle fasi orale,faringea ed esofagea del processo dideglutizione. La presenza di schemi dimovimento anormali, per esempio il mughetto<strong>della</strong> lingua <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> paralisicerebrale, altera il normale movimento delcibo dalla parte anteriore a quella posteriore<strong>della</strong> bocca. I <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>danno</strong> cerebrale e<strong>disfagia</strong> hanno difficoltà nel <strong>con</strong>trollo <strong>della</strong>lingua e nella manipolazione del bolo,problemi nel muovere il cibo dalla bocca allafaringe e ritardata deglutizione faringea. Ilritardo o la mancanza dell’induzionedell’avvio del riflesso di deglutizione puòaumentare il rischio di aspirazione nelle vieaeree non protette. La <strong>disfagia</strong> può esserelieve, moderata o severa.Cause di <strong>disfagia</strong>1. Le cause acute comprendono: emorragiaintracranica, infarto cerebrale o <strong>danno</strong>traumatico.2. Le cause <strong>con</strong>genite e cronichecomprendono: tumore intracranico,paralisi cerebrale, malattie genetiche,encefalopatie e neuropatie. La <strong>disfagia</strong>derivata da cause croniche puòpeggiorare progressivamente o rimanerestabile. Nella <strong>disfagia</strong> progressiva lacapacità a mangiare e a deglutire èdestinata a deteriorarsi. Nella <strong>disfagia</strong>Fase oralepreparatoria:Fase orale:Fase faringea:Fase esofagea:stabilizzata la capacità di deglutire puòrimanere stabile o andare verso un lentomiglioramento.<strong>Identificazione</strong> evalutazionePer la valutazione è essenziale <strong>con</strong>oscere iprocessi <strong>della</strong> deglutizione normale epatologica e diverse altre caratteristiche disviluppo specifiche del bambino.L’identificazione e la valutazione <strong>della</strong><strong>disfagia</strong> è complessa e richiede l’esperienzadi un team multidisciplinare. I vari metodi divalutazione che possono essere utilizzati dalteam multidisciplinare comprendono: la storiaalimentare ottenuta dai genitori (vedi spazio apag. 4); la valutazione clinica al letto delpaziente effettuata dal logopedista; l’esame<strong>della</strong> motricità orale (anomalie strutturali dilingua, palato e mandibola; difficoltà inqualsiasi delle quattro fasi <strong>della</strong> deglutizione;anomalie nel movimento orale, laringeo ofaringeo) e le indagini radiologiche (per es. lostudio <strong>della</strong> deglutizione <strong>con</strong>videofluoroscopio <strong>con</strong> bario modificato). Unavalutazione ulteriore comprende: lo stato diidratazione e di nutrizione del bambino, lacrescita e lo sviluppo ed una valutazioneneurologica per la presenza di distonia chepuò intaccare la capacità di alimentarsi.Quando c’è il sospetto di <strong>disfagia</strong>, il bambinodeve essere inviato per la valutazione ad unmedico esperto e ad un logopedista.Fattori di rischio associatialla <strong>disfagia</strong>• Gruppi diagnostici a rischio di <strong>disfagia</strong>comprendono <strong>bambini</strong> <strong>con</strong>: disabilitàmultiple; paralisi cerebrale; <strong>danno</strong>cerebrale traumatico; malattie genetiche;infarto cerebrale; Sindrome di Rett;Sindrome di Down; disordini neuromuscolariassociati, per esempioFasi <strong>della</strong> Deglutizione NormaleE’ una fase volontaria. Il cibo solido e liquido viene manipolato performare il bolo. Durante questa fase, il bolo è posizionato tra lingua epalato duro, il palato molle è abbassato per impedire che il bolo sfuggain faringe. Le vie aeree sono aperte.E’ una fase volontaria. Il palato molle è alzato e il cibo viene spintoverso la faringe da movimenti peristaltici. Avviene la simultaneachiusura del naso-faringe.E’ una fase volontaria ed involontaria. Il bolo viene trasportatoattraverso la faringe posteriore. La laringe è chiusa a proteggere le vieaeree e si apre lo sfintere esofageo superiore.E’ una fase involontaria. Segue ad ogni fase faringea. Il bolo ètrasportato nello stomaco da movimenti peristaltici.Volume 4, Numero 3, pagina 2, 2000miastenia gravis e distrofia muscolare diDuchenne. (livello IV)• Deficit motori alla parte alta del corpo sonocomuni <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong>neurogenica e possono colpire l’abilità di<strong>con</strong>trollare la testa, il collo e il tronco e<strong>con</strong>seguentemente la capacità di deglutiree di auto alimentarsi. (livello IV)• Alcuni neurolettici e i farmaci usati per<strong>con</strong>trollare le crisi epilettiche possonoridurre l’attenzione e la capacità dideglutire. Miorilassanti somministrati a<strong>bambini</strong> <strong>con</strong> spasticità possono intaccarela capacità a deglutire. (livello IV)• La presenza di distonia e discinesia puòinterferire <strong>con</strong> la capacità del bambino dimasticare, di <strong>con</strong>trollare il bolo in bocca edi deglutire. I <strong>bambini</strong> che soffrono diipotonia possono avere una scarsacoordinazione <strong>della</strong> parte posteriore <strong>della</strong>lingua <strong>con</strong> <strong>con</strong>seguente difficoltà nellafase faringea <strong>della</strong> deglutizione. (livello IV)Stato nutrizionale/crescitaSegni di malnutrizione, scarso incremento dipeso o la mancanza di sviluppo possonoindicare che il bambino potrebbe soffrire di<strong>disfagia</strong>. (livello IV e III.2)Reflusso gastro-esofageoIl reflusso gastro-esofageo (GOR) è statoassociato a <strong>disfagia</strong>, <strong>con</strong> una incidenza del75% <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> paralisi cerebrale. Isegni di GOR comprendono: irritabilità,impossibilità a tollerare una alimentazioneabbondante, precoce sazietà e vomitofrequente.Gestione <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>La <strong>disfagia</strong> <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> spesso si presentaassociata a molteplici anomalie o ritardati disviluppo relativi a: aspetti cognitivi, motricitàorale, destrezza motoria fine o grossolana. Inqualsiasi programma di <strong>gestione</strong> devonoessere <strong>con</strong>siderati l’età dello sviluppo delbambino, i suoi livelli di capacità dideglutizione, per esempio la capacità amasticare e/o a <strong>con</strong>trollare e manipolare unbolo. (livello IV) La <strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>richiede l’esperienza di un teammultidisciplinare. I membri di tale teamcomprendono medico esperto, logopedista,fisioterapista, terapista occupazionale,dietista e infermieri. La <strong>con</strong>oscenza <strong>della</strong>deglutizione normale e patologica e delletecniche terapeutiche è essenziale pergestire la riabilitazione del bambino <strong>con</strong><strong>disfagia</strong>.


Gli interventi specifici sono riportati più sotto(l’intervento varierà in accordo <strong>con</strong> i bisognidel singolo bambino).Monitoraggio dell’alimentazionee dell’idratazioneUn apporto nutrizionale inadeguato puòessere in relazione ad una disfunzione <strong>della</strong>motricità orale, difficoltà a comunicare i propridesideri e gusti alimentari, inabilità adautoalimentarsi, reflusso gastro-esofageo edaspirazione. (livello III.2) I seguentiinterventi/attività aiuteranno nelmantenimento <strong>della</strong> nutrizione. (livello IV eIII.2)• La valutazione <strong>della</strong> dieta da parte <strong>della</strong>dietista <strong>con</strong> esperienza in pediatria.• La registrazione del bilancio idrico(compreso vomito e perdita di saliva)• Registrazione dell’assunzione di cibo edell’aumento di peso. Alcuni <strong>bambini</strong>possono richiedere un supplemento dialimentazione non-orale. La quantità dialimento non-orale deve essere registrataed inclusa nel totale dei liquidi e cibiassunti dal bambino.• Monitoraggio <strong>della</strong> durata del pasto.PosizionamentoLo scopo del posizionamento è di mantenereun allineamento centrale del corpo. Questorichiede l’assunzione di una posturacaratterizzata da una linea medianasimmetrica, una flessione neutra e stabile<strong>della</strong> testa, estensione del collo, spalleabbassate ma ferme e posizione eretta deltronco, pelvi in posizione neutrale <strong>con</strong>flessione di 90° delle anche e piedileggermente dorso flessi. (livello IV)• I <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> scarso <strong>con</strong>trollo del capo epoca stabilità del troncorichiederannodelle tecniche diposizionamento appropriate ed individuali.(livello IV)• Nei <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> paralisi cerebrale severae problemi di alimentazione, la posizioneper alimentarli può essere dipendente dalgrado di <strong>disfagia</strong> e dal fatto che essariguardi principalmente la fase orale ofaringea. Il mento piegato e posizionereclinata di 30° <strong>con</strong> anche flesse, possonoessere efficaci nell’eliminare l’aspirazione<strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> problemi di deglutizioneper lo più nella fase orale. Nei <strong>bambini</strong> <strong>con</strong>difficoltà di deglutizione minore nella faseorale, ma maggiore nella fase faringea, èstata raccomandata la posizione eretta<strong>con</strong> collo ed anche flessi. (livello IV)• L’estensione del collo non è incoraggiataperché può danneggiare i movimentilaringei e il disimpegno faringeo, espo<strong>nei</strong>noltre il bambino ad aumentato rischio diaspirazione. (livello IV)• La valutazione di una posizioneappropriata e sicura può non esserepossibile attraverso un giudizio visivo epuò essere necessaria unavideofluoroscopia <strong>con</strong> bario modificato.(livello IV)DietaSegni e sintomi di <strong>disfagia</strong> <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong>Tutti i segni e sintomi sono basati su livelli di evidenza III.2 e IV, tranne i disturbi respiratoried il reflusso gastro-esofageo, che sono basati sull’opinione di esperti. (livello IV)• Scialorrea eccessiva• Problemi a masticare e a deglutire• Perdita di cibo dalla bocca dovuta a insufficiente <strong>con</strong>trollo <strong>della</strong> lingua• Sputi di cibo• Rifiuto del cibo• Aumento <strong>della</strong> durata del pasto (per esempio più di 45 minuti)• Segni di aumento dello sforzo, <strong>della</strong> fatica e riduzione del livello di attenzione• Difficoltà nella <strong>gestione</strong> di liquidi, di cibi frullati, semi-solidi e solidi• Segni di difficoltà respiratoria durante il pasto: cambiamenti del normale modo direspirare; respiro forzato; respiro rumoroso; segni di affaticamento durantel’alimentazione• Segni di aspirazione: soffocamento, tosse e senso di strozzamento <strong>con</strong> l’in<strong>gestione</strong> diliquidi e solidi; difficoltà respiratoria, compreso stridore ed affanno.• Anamnesi di ricorrenti infezioni polmonari• Aumento <strong>della</strong> sensibilità tattile orale. Segni: estrema sensibilità a toccare sia dentro siaattorno alla bocca; rifiuto del cibo, riduzione <strong>della</strong> mimica facciale o smorfie; intolleranzaper qualche <strong>con</strong>sistenza del ciboI <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong> possono averedifficoltà nel gestire boli di dimensioni, gusti edensità diversi. Le modificazioni varieranno inrapporto ai bisogni di ogni bambino. Gli studi<strong>della</strong> deglutizione <strong>con</strong> videofluoroscopia <strong>con</strong>bario modificato possono essere utilizzati perdeterminare la <strong>con</strong>sistenza del cibo più sicuraper ogni bambino <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong>. In seguito cisono alcuni esempi delle modificazioni chepossono essere raccomandate. (livelli III.2 eIV)• La dimensione del bolo può dover esseremodificata in base alla diversa<strong>con</strong>sistenza dei cibi e alla capacità delbambino di deglutire <strong>con</strong> efficacia.Generalmente sono raccomandati boc<strong>con</strong>idi piccole dimensioni. In alcuni casi bolipiù grandi possono essere vantaggiosiperché aumentano nel bambino la<strong>con</strong>sapevolezza sensoriale <strong>della</strong> cavitàVolume 4, Numero 3, pagina 3, 2000orale, aiutano nella formazione del bolo eridu<strong>con</strong>o il tempo di transito faringeo.• Nei <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> disordini neuromuscolari(e deglutizione indebolita o noncoordinata) una <strong>con</strong>sistenza semisolidapuò essere deglutita più facilmente comesingolo bolo.• Liquidi addensati sono raccomandati peraiutare a ridurre il rischio di aspirazione.Per addensare i liquidi è raccomandatol’uso di addensanti a base di amido.• I <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> deglutizione difficoltosapossono tollerare meglio cibi più densirispetto a quelli più liquidi, ma possonorichiedere un tempo più lungo permasticare.• Quando si <strong>con</strong>sidera una variazione <strong>della</strong><strong>con</strong>sistenza, dovrebbero essere altresì<strong>con</strong>siderate l’elasticità e la viscosità delcibo.• Dovrebbero essere offerti ad ognibambino una varietà di gusti <strong>della</strong><strong>con</strong>sistenza <strong>con</strong>siderata. La <strong>con</strong>sistenzapreferita e meglio tollerata deve essereregistrata per determinare quella piùefficace.• Le risposte dei <strong>bambini</strong> alla temperaturadel cibo è variabile, senza evidenzerispetto a una temperura otimale.


Dispositivi di supporto nella<strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>Differenti dimensioni e forma del cucchiaiopossono essere usate per <strong>con</strong>trollare ladimensione del bolo. Tale modificazione delleposate usate per l’alimentazione può portarebeneficio a quei <strong>bambini</strong> che hanno probleminella fase orale <strong>della</strong> deglutizione. Alzabordiper piatti, ciotole arrotondate, maniciergonomici per forchette e cucchiai sono utiliper <strong>bambini</strong> che stanno imparando amangiare da soli. Cucchiai <strong>con</strong> manicoangolato e girevole possono portarebeneficio a <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> movimento limitato.Specifici dispositivi come imbracature,manicotti di braccio e dita possono aiutarel’auto-alimentazione. E’ richiesto il riferimentoad un terapista occupazionale e ad unfisioterapista quando sia identificato ilbisogno di tali ausili.Prevenzione delle complicanzeAspirazione• Osservare segni di aspirazione (tosse,soffocamento e affaticamento respiratorio)e registrare modo ed andamento <strong>della</strong>respirazione. Se si sospetta aspirazionedeve essere interrotta l’alimentazioneorale finché non ne sia investigata lacausa. (livello IV)• Occorre essere <strong>con</strong>sapevoli che è statariportata l’aspirazione silente (p.e assenzadi segni) <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong> e cheessa può avvenire prima, durante o dopola deglutizione. (livello IV)Fattori cognitivi ecomportamentali cheinfluenzano la <strong>gestione</strong> <strong>della</strong><strong>disfagia</strong>Dovrebbero essere <strong>con</strong>siderati fattoricognitivi e comportamentali nella <strong>gestione</strong><strong>della</strong> deglutizione difficile.Le seguenti raccomandazioni sono basatesull’opinione di esperti. (livello IV)• Se si sospetta un deficit cognitivo, ilbambino deve essere segnalato aiprofessionisti ido<strong>nei</strong> al fine di garantirel’applicazione delle istruzioni nellasomministrazione del pasto.• Devono essere fornite istruzioni verbaliadeguate al livello di comprensione edell’età mentale del bambino.• Devono essere usate strategie nonaggressive nella <strong>gestione</strong> del rifiutoalimentare. Va scoraggiata unaalimentazione forzata.• I <strong>bambini</strong> impulsivi possono richiedere unmonitoraggio stretto, uno a uno, anchequando il bambino è in grado di deglutireda solo in sicurezza. Tenere i cibi fuoridalla portata del bambino, rammentare dimangiare lentamente ed assicurarsi che ilbolo sia stato deglutito prima di offrirne unaltro po’.• Ai <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> deficit di memoria ofacilmente distraibili deve essere<strong>con</strong>tinuamente ricordato di masticare edeglutire il cibo. La loro bocca deveessere sempre <strong>con</strong>trollata al terminedell’alimentazione, per prevenire ilsoffocamento dovuto a qualche residuo dicibo trattenuto in fondo alla bocca.• Un ambiente privo di distrazioni e addettiall’alimentazione <strong>con</strong>osciuti dal bambinopossono aiutare nel mantenimentodell’alimentazione orale <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong>agitati <strong>con</strong> <strong>danno</strong> cerebrale.Approccio incentratosulla famiglia• Prendersi cura di un bambino <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong>può essere molto stressante. Uno studioriporta depressione nella madre comerisultato di questo stress. I caregiversdevono essere rassicurati e resi<strong>con</strong>sapevoli dei loro sforzi nel gestire lanutrizione dei loro <strong>bambini</strong> e dei problemi<strong>della</strong> deglutizione. (livelloIV)• Devono essere fornite informazioni peraiutare il caregiver nella <strong>gestione</strong> delledifficoltà di deglutizione e di alimentazionedel bambino. Queste comprendono:strategie per l’alimentazione orale;preparazione di pasti nutrienti; attrezzatureadattabili; tecniche di posizionamento;comportamenti interattivi positivi e laprogressione del bambino nel recuperodell’ abilità deglutitoria. (livello IV)• E’ importante un approcciomultidisciplinare per l’offerta di servizi checoinvolgano i genitori nella valutazione e<strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> dei loro <strong>bambini</strong>.(livelli III.2 e IV)Anamnesi alimentare fornita da genitori/caregiversUn’anamnesi alimentare data da genitori e caregivers è importante nell’identificare e valutare specifici problemi <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> difficoltà dideglutizione. Le seguenti informazioni dovono essere ottenute per un’ulteriore valutazione, quando si sospetta la presenza di <strong>disfagia</strong>.(livello III.2 &IV)• Anamnesi positiva rispetto a qualsiasi problema di suzione, di allattamento al seno ed ai primi solidi.• Problemi di masticazione e di fuori uscita di cibo o capacità di assumere solo piccole quantità di cibo.• Tolleranza verso particolari cibi e <strong>con</strong>sistenza.• Tosse e respirazione rumorosa (può suggerire aspirazione o residui in faringe).• Rifiuto del cibo (può indicare dolore durante la deglutizione).• Disagio durante l’alimentazione (può indicare dolore durante la deglutizione).• Anamnesi di tempi necessari per l’assunzione del cibo molto lunghi.• Trattenimento del cibo in bocca da parte del bambino (p.e. sputa fuori cibo alla fine del pasto).• Momenti specifici <strong>della</strong> giornata in cui il bambino si alimenta meglio.• Influenza del <strong>con</strong>testo sul successo dell’alimentazione.• Metodi di alimentazione dei caregivers – se alcune tecniche hanno più successo di altre.• Posizione del bambino durante l’alimentazione.Volume 4, Numero 3, pagina 4, 2000


1. <strong>Identificazione</strong> e Valutazione• La <strong>con</strong>oscenza <strong>della</strong> fisiologia <strong>della</strong> deglutizione normale epatologica, così come un apprezzamento degli altri fattori inerentiallo sviluppo che influenzano la <strong>disfagia</strong>, è essenziale per unprecoce ri<strong>con</strong>oscimento e valutazione dei <strong>bambini</strong> a rischio di<strong>disfagia</strong>. (livello IV)• La <strong>con</strong>sapevolezza dei fattori di rischio e dei segni e sintomi <strong>della</strong><strong>disfagia</strong> e dell’aspirazione è importante per ri<strong>con</strong>oscere e valutarela <strong>disfagia</strong>. Quando questi sono identificati, dovrebbe esserediscussa <strong>con</strong> il medico specialista la <strong>con</strong>dizione del bambino esuccessivamente inviata la richiesta al logopedista per una ulteriorevalutazione. (livelli IV, III.2)• La <strong>disfagia</strong> dovrebbe essere valutata da un team multidisciplinare,che comprenda l’infermiere. Il logopedista gioca un ruolo primarionella valutazione, sviluppo ed implementazione delle strategie pergestire <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong> infantile. (livello IV)• Uno stato nutrizionale povero del bambino e la mancanza dicrescita possono essere associati a <strong>disfagia</strong> <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> edovrebbero essere <strong>con</strong>siderati quando si valutano <strong>bambini</strong> per lapresenza di <strong>disfagia</strong>. (livello IV)• Dovrebbero essere ottenute informazioni sulle difficoltà alimentaridai genitori e/o caregivers, quando è sospettata la <strong>disfagia</strong>. (livelliIV, III.2)2. Gestione• La <strong>con</strong>oscenza <strong>della</strong> eziologia <strong>della</strong> deglutizione normale epatologica e una comprensione delle tecniche terapeutiche usatenella <strong>gestione</strong> e riabilitazione del bambino <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong> sonoessenziali. (livello IV)• L’approccio in team multidisciplinare è essenziale per la <strong>gestione</strong><strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>. Gli infermieri giocano un ruolo attivo nellaRaccomandazioniimplementazione delle tecniche terapeutiche <strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong><strong>disfagia</strong>. (livello IV)Mantenimento <strong>della</strong> nutrizione orale e <strong>della</strong> idratazione.• Crescita, idratazione e stato nutrizionale devono essere monitorati<strong>nei</strong> <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong>. (livello IV)• Deve essere implementata una specifica <strong>gestione</strong> di intervento permantenere la nutrizione orale e l’idratazione, in base ai bisogniindividuali del bambino. (livelli IV e III.2)Prevenzione delle complicanze• I <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong> devono essere monitorati per i segni diaspirazione. Interventi, come una alimentazione cadenzata,devono essere implementati per assicurare una deglutizione insicurezza. (livello IV)• L’abilità deglutitoria del bambino deve essere monitorata,ri<strong>con</strong>oscendo che può peggiorare, rimanere stabile o migliorare.Ogni cambiamento nella capacità di deglutire deve essere riferita allogopedista o al medico specialista. (livello IV)Fattori cognitivi e comportamentali• E’ importante essere <strong>con</strong>sapevoli che i <strong>bambini</strong> <strong>con</strong> deficitneurologico possono richiedere una terapia cognitiva ecomportamentale come parte integrante del programma di <strong>gestione</strong><strong>della</strong> loro <strong>disfagia</strong>. (livello IV)3. Approccio incentrato sulla famiglia• I familiari ed i caregivers che assistono il bambino <strong>con</strong> <strong>disfagia</strong>necessitano di supporto, informazioni, rassicurazioni eri<strong>con</strong>oscimento dei loro sforzi. (livello IV)• Devono essere implementate strategie che promuovonol’approccio incentrato sulla famiglia per la <strong>gestione</strong> <strong>della</strong> <strong>disfagia</strong>.(livelli IV, III.2)References1. Ramritu P, Finlayson K, Mitchell A, Croft G. Identification and Nursing Management of Dysphagia inIndividuals with Neurological Impairment. The Joanna Briggs Institute for Evidence Based Nursing andMidwifery; 2000. Systematic Review No.8Margaret Graham Building,Royal Adelaide Hospital, North Terrace,Adelaide, South Australia 5000http://www.joannabriggs.edu.auph: (+61 8) 8303 4880 fax: (+61 8) 8303 4881• Published by Blackwell Publishing AsiaThe series Best Practice is disseminatedcollaboratively by:THEJOANNABRIGGSINSTITUTEThe procedures described inBest Practice must only beused by people who haveappropriate expertise in thefield to which the procedurerelates. The applicability of anyinformation must beestablished before relying on it.While care has been taken toensure that this edition of BestPractice summarises availableresearch and expert<strong>con</strong>sensus, any loss, damage,cost, expense or liabilitysuffered or incurred as a resultof reliance on theseprocedures (whether arising in<strong>con</strong>tract, negligence orotherwise), is, to the extentpermitted by law, excluded.AcknowledgmentsThis publication was produced by Ms PrabhaRamritu based on a systematic review of theresearch literature undertaken by TheQueensland Centre of The Joanna BriggsInstitute for Evidence Based Nursing andMidwifery. The Queensland Centre wouldlike to acknowledge and thank the expertpanel members whose expertise wasinvaluable in the development of systematicreview report and Best Practice InformationSheet. The panel included:• Speech Pathologists, Speech PathologyDepartment, Mater Children’s Hospital• Ms Joy Denne - Clinical NurseConsultant, Mater Children’s Hospital• Ms Mary Mackinnon - Acting ClinicalNurse Consultant - Rehabilitation &Disabilities, Mater Children’s Hospital* Ms Judy Perrin - Nurse Manager, MaterChildren’s Hospital• Dr Geoffrey Wallace - PaediatricNeurologist, Mater Children’s HospitalVolume 4, Numero 3, pagina 5, 2000

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!